C.A.S.M.

Centro per l'Aggravamento della Salute Mentale

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  1. marabalente
     
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    Grazie per la solidarietà ad " hannoucciso...".
    A Mauro mi sento di dire che non cerco più Dio, se mi vuole venga Lui da me...l'indirizzo ce l'ha....rintracciarmi non è un problema.....bla, bla, bla....
    Non confondo certo la religione con la spiritualità, non sono sinonimi. Infatti, io pur non essendo credente possiedo una mia dimensione spirituale. La religione è l'esteriorità, l'involucro. La spiritualità è un qualcosa d'interiore che più si addice a Noi "nati col piede sbagliato". Da quando ho scoperto che è nato prima l'uovo della gallina vedo le cose in maniera più chiara.
    Ma forse questo non è il momento di perdersi a parlare di certi argomenti, domani incontrerò "Godot".
    Saluti carissimi.
     
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  2. davidthered
     
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    CITAZIONE (maria rossi @ 22/5/2007, 12:32)
    mentre leggo quello che hai scritto, rabbia e indignazione.qualcosa di già sentito su di se o visto agito su altri e che ancora da la scossa lungo la schiena.vorrei dire che mi fa schifo e profondamente mi addolora l'idea che delle persone possano permettersi di deridere chi sta passando un momento delicato e doloroso della propria esistenza e che mi fa rabbrividire le mani l'idea che ogni giorno,ogni ora qualcuno in difficoltà stia subendo una sopraffazione di qualsiasi genere.mi viene l'amaro tra i denti a immaginare la miseria di chi prova disprezzo per chi è-in quel momento- più vulnerabile e indifeso,meno potente di lui. logica del cazzo,abberrante.dico vorrei perchè sto tentando di cambiare prospettiva.di non identificarmi ciecamente solo con il debole,l'indifeso ma anche con quel testa di cazzo che si sta approfittando della situazione!la banalità del male,la piccolezza del farsi male...diceva qualcuno.(c'è già quando beviamo il latte la mattina,quando parcheggiamo la macchina in doppia fila ostruendo il passaggio a carrozzelle e carrozzine,quando non ci va di uscire di casa perchè non ci sentiamo in grado di aggredire il mondo prima che il mondo aggredisca noi,quando compriamo una cosa perchè costa meno,quando sbraitiamo davanti ad una vecchietta che si dovrebbe togliere dalle palle e farci passare!)c'è già,c'è sempre: è solo detonata di qualche tacca. questa pratica della sopraffazione e dello sfruttamento dell'ultimo arrivato,di chi viene dopo-di solito inversamente proporzionale ad una condizione di benessere e consapevolezza-non voglio più subirla con tutti i poveri del mondo!voglio ritagliarmi il mio angolo dove le regole sono diverse,intanto, e poi affrontare la vita con questa consapevolezza:ho bisogno di voi gente ma non mi avrete mai e ogni volta che potrò mi muoverò diversamente da voi e aiuterò qualcun'altro a sfuggire al meccanismo!
    quando penso a come per me sarebbe impossibile agire una qualsiavoglia mancanza di riguardo -intenzionale- verso chicchessia non mi sento più una amorfo ammasso di membra, facile preda del primo squalo bianco senza scrupoli che mi passi vicino. ma un pezzo di qualcosa di più duro di me e di loro:la parte bella,autonoma,piena della vita,quella che vale la pena veramente vivere,senza la quale io non avrei senso quella dell'empatia,del riconoscermi nelle cose e nelle persone,dell'attenzione e della cura di se e degli altri.un sassolino che messo in bocca può anche romperti un dente,che preferisci risputare fuori e se ingoiato,può farti venire le emorroidi quando caghi!
    siamo in tanti anche se pochi!
    illuminiamoci d'immenso!
    m.aria

    grande m'ARIA! L'ho riletto adesso, questa è la grande maria.

    p.s. anche a me dispiace dei nostri diverbi via web, e ti stimo molto anche io

    Edited by houccisoilariadusieleièrisorta - 29/8/2012, 21:32
     
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  3. houccisotoniocartonio
     
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    there is a light and it never goes out
     
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  4. maria rossi
     
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    mi commuovo... e tu te la caverai. ma la strada è lunga, parecchio. non demordere!


    Edited by maria rossi - 14/1/2008, 21:51
     
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  5. davidthered
     
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    Cara Marabalente,
    mi dispiace di essere stato così tanto assente dal forum, leggo ora le tue parole di solidarietà al post che ha iniziato questa discussione e ti ringrazio. Il prossimo anno mi iscriverò ad infermieristica, qppena starò meglio inizierò a studiare per il test, quindi sento molto vicino ciò che scrivi, ti posso dare un consiglio dal basso dei miei 21 anni? Tu fai una delle professioni più belle che ci siano se fatte col cuore, perché non ti occpi di chi sta male con parole, filosofeggiamenti o prescrizioni, ti occupi del malato fisicamente, lo curi, ci stai a stretto contatto, sei tu che ci parli e lo puoi confortare, non il medicuzzo del cazzo figlio di papà che passa la mattina a fare le visite e i malati manco li guarda in faccia, il mio consiglio è molto semplice, non ti incazzare con medici, primari e caposala inetti e disumani, non ne vale la pena, non se la meritano nemmeno la tua rabbia, e neanche la tua compassione, solo indifferenza, non li filare proprio, il tuo vero capo è il malato, occupati dei tuoi malati, curali, accudiscili, fagli fare un sorriso, sbattitene di chi ha "studiato più di te", non serve niente studiare una vita se nel cuore hai una pietra, e si può essere mille volte più colti con una laurea breve (o la quinta elementare) che con una laurea in medicina (che poi, parlandoci chiaro, consiste nell'imparare acriticamente a memoria tomi noiosissimi), questo è il mio consiglio, scorda i dottori, guarda ai malati.

    davide

    Edited by houccisoilariadusieleièrisorta - 29/8/2012, 21:35
     
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  6. maria rossi
     
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    sono d'accordo con davide. lo so che non è facile farsi scivolare le frustrazioni e le ingiustizie (io se lo faccio dopo un pò esplodo!)perchè viviamo in una società profondamente "classista", in certo qual modo.impermeata di una mistificazione che ha rimosso la grande verità che la cultura è la seconda natura dell'uomo, nulla di più nulla di meno (come spiega bene il dott.re anepeta nell'abecedario di scienze umane e sociali). e che il valore umano non è racchiuso da nessuna parte, in nessun documento, titolo o stipendio ma si estrinseca nell'interazione di piùcose insieme,con il proprio mondo interno ed esterno, nel dare e darsi, nel riconoscersi negli altri uomini con semplicità e consapevolezza.
    però chi si è ritrovato dall'altra parte, chi è stato malato o ha avuto bisogno di qualcuno che si occupasse si di lui gli ha fatto veramente la differenza incontrare un gesto umano, dedicato e attento;uno sguardo delicato e sensibile piuttosto che altro!!!!
    il medico l'infermiere l'anestesista prestano un servizio alle persone. sono al servizio, per dare aiuto, conforto, soluzioni e cure. dall'ottocento prendersi cura è stato estirpato dal curare.
    un rapporto di cura diretto,empirico,fisico,carnale, primario, di presa in carico dei problemi dell'altro è stato sostituito dal rapporto freddo distaccato "scientifico" , teorico,asettico,igienico di gestire/controllare il malessere dei pazienti.
    le degenerazioni si danno in entrambi i casi e auspicabile sarebbe una buona mediazione tra le due istanze, come sempre!
    è vero che vivere i lavori di cura ed assistenza con un eccesso di sacrificio e di dedizione che sfiorano la condanna a farsi carico di tutto il dolore del mondo rischia di annullare il vero valore del contatto empatico,umano. insomma vivere tutto solo visceralmente, empaticamente senza elaborare criticamente il proprio ruolo e i propri limiti,i pazienti e il sistema di cura in generale rischia di impoverire il senso e le motivazioni di chi presta lo stesso servizio di cura. molti sono i casi di burn out di "esaurimento" in lavori di questo genere, a causa di ciò.diventa un dare,dare dare che non si accompagna con un arricchimento personale di strumenti anche critici e teorici e neanche di un riconoscimento sociale e professionale adeguato che invece andrebbero riscattati e perseguiti fortemente.
    perchè il rimosso sociale della malattia, del dolore, del disagio e dell'emarginazione è enorme e criticamente esasperato. non è un caso che ci sia penuria di infermieri nelle case di cura, negli ospedali in italia e che si cerchino stranieri disposti a stare con bambini, anziani e malati! gli italiani sembrano poco interessati e se sicuramente c'è un fattore di poco prestigio economico e sociale secondo me il grande significato di tutto ciò è che per noi occidentali essere progrediti, avanzati, in qualche modo "benestanti" significa non occuparci di certe cose, di certe bassezze, rotture e piccolezze. chi è benestante si occupa di andare in ufficio, di guadagnare e caso mai di amministrare la gesione familiare come un buon dirigente di azienda. "ci pensino altri a pulire il culo a mia nonna, a cucinarle qualcosa; ci pensi una filippina a stare con mio figlio e a rovinarsi le mani facendo la spesa,le lavatrici e le pappine tutto il giorno,tutti i giorni; ci stia un'ucraina qualsiasi ad accompagnare mio zio malato alla asl per fare le analisi e perdere tre ore di tempo! io devo lavorare! ho il mutuo da pagare, la scuola, il dentista le scarpe per la ginnastica!!"
    ed in effetti è vero, è così. il tempo della nostra vita è tutto incentrato sul rendere e guadagnarci da vivere. e su quello sembra doversi misurare tutto il nostro valore e le nostre qualità. se riesci a guadagnare molto e a faticare il meno possibile (in termini di fatica,dedizione,coinvolgimento) sei il massimo, il top che ci si possa augurare! che poi i ritmi e i tempi si siano esasperati fino al parossistico risultato che viviamo per guadagnare e non guadagnamo (quel tanto) per vivere sembra non preoccupare nessuno quando invece è fonte di molti problemi e disagi.
    l'uomo non è ad una sola dimensione. se si appiattisce a "rendere" in una sola cosa, su un solo versante soffre, si ammala, si abbrutisce e s'immiserisce mortalmente.
    l'umanità è stratificata e variegata, andrebbe coltivata tutta quanta, sempre.
     
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20 replies since 4/3/2007, 20:02   730 views
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