Il buon uso della sofferenza

Mistificazione e demistificazione

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  1. crox
     
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    CITAZIONE
    sì, viviamo in un modo tale per cui se non diventi un automa, vivi di sofferenza.

    più sei consapevole e sensibile, più le ingiustizie non ti vanno giù. per me adattarsi è sempre stato impossibile. certo, sono piena di contraddizioni e debolezze, di contrasti, c'è sempre la voce che vorrebbe appartenere e l'altra che si vuole opporre e che maledice l'altra parte, ma all'adattamento non ho mai ceduto. anche quando l'avrei voluto strenuamente, non ce l'ho fatta. ho sofferto eh... ho sofferto anche a livelli considerevoli (se vogliamo usare un linguaggio asettico e rispettare la moda dei tempi che corrono :P ), ma piuttosto che piegarmi, ho finito col mozzarmi le gambe da sola, col sacrificarmi (effettivamente, non so che cosa sia peggio tra immolarsi e adattarsi).

    mh... immolazione o adattamento. l'una o l'altra "scelta" credo testimoni quale delle due voci è più forte, in un individuo: senso di individuazione o di appartenenza.

    Mi ritrovo in quello che hai scritto. Anch'io, seppur in modi diversi e contraddittori, mi sono sempre immolata.
    Da piccina ho iniziato a 'dire no' e ora sono diventata 'esperta', tant'è che se ne accorgono anche dall'esterno: la mia tutor di tirocinio è rimasta impressionata dal modo in cui mi oppongo quando non voglio fare qualcosa o esprimo il mio disaccordo. Alcuni considerano questo comportamento in modo positivo e come segnale di una personalità decisa, ma io che mi conosco so anche quanta sofferenza mi ha portato e mi porta.
    Bisognerebbe trovare un equilibrio tra senso di individuazione e appartenenza. Purtroppo la vedo molto difficile, perché più passa il tempo e più il mondo esterno si distanzia anni luce dal mio sentire (non mi ritrovo quasi in nulla). Cerco di adattarmi come posso perché comunque devo sopravvivere, ma l'integrazione la vedo molto lontana a causa dell'ambiente esterno non propriamente favorevole (per usare un eufemismo).
    Non voglio fare la negativa perché di passi avanti ne sto facendo, ma bisogna fare sempre i conti con la realtà oggettiva (pessima). Inoltre ammetto di avere paura, perché non ho particolari protezioni psicologiche (non ho fedi e non sono anestetizzata) e spesso mi domando:"come sopravviverò al negativo?" Poi mi rispondo che in realtà sono già sopravvissuta, perché finora ho vissuto sulla terra e non su un altro pianeta, però la paura rimane. (magari questo argomento lo approfondirò meglio in un altro post perché è un tema importante).

    CITAZIONE
    Io penso che se avessimo una società un po' più sana e priva di conformismo, menefreghismo e opportunismo, "piangersi addosso" non servirebbe a nulla perchè chiunque potrebbe parlare liberamente dei propri problemi. Succede invece il completo contrario perchè viviamo in una società indifferente dove ognuno pensa a come salvare il proprio culo da ogni situazione senza pensare agli altri che lo circondano.

    Eh sì... L'ideologia dominante è quella del 'si salvi chi può' e dell'utilitarismo. Ognuno pensa a sé stesso o al massimo alla propria tribù (famiglia nucleare). La relazione con l'altro è puramente strumentale e se non sei utile a nessuno (cioè se non ti adatti), vieni considerato una merda.

    CITAZIONE
    il riversare la responsabilità sul singolo è un atteggiamento americaneggiante che davvero mi acceca di rabbia. c***o equivale a negare la storia! come si può fare un'operazione del genere :D ?
    nessuno, credo, avrebbe mai il coraggio di negare la macrostoria (non parlo del revisionismo storico, loro la storia la ammettono, anche se una versione che fa comodo a loro), allora perchè negare la storia sociale, familiare... la microstoria? bah.

    si tratta veramente di volersi solo discolpare e giustificare uno status quo profondamente ingiusto - se non proprio patologico e patogeno - dandolo come assodato e naturale (non a caso sono spesso quelli che stanno meglio ad incolpare gli svantaggiati per la loro condizione).
    come nelle civiltà a religione non dottrinale, dove il mito fondava la realtà, nella nostra società sono l'anestesia e lo scaricabarile a fondare il reale. riescono ad averne la stessa potenza e la stessa forza vivificatrice e il modo in cui questa mentalità attecchisce anche sulle teste più sfortunate ne è la prova.

    mi fa troppo incazzare questa mentalità. :-(

    Purtroppo la cultura è qualcosa che si insinua nei meandri più profondi delle menti, quindi, siamo inevitabilmente tutti condizionati. Chi è più refrattario resiste maggiormente. Il problema è che da soli non si va da nessuna parte, bisognerebbe unirsi ad altri in modo che le persone più consapevoli possano liberare tutti (tana libera tutti :emoticon-0105-wink.gif: ). E qui di solito nascono i problemi: non è affatto semplice unirsi ad altri, dato che ognuno è preso dai propri problemi e stare in gruppo non è semplice. Però bisognerà pure tentare qualcosa. E considerando l'epoca delirante e complessa in cui viviamo, non credo proprio che il cambiamento globale sia possibile e fattibile, sarebbe meglio puntare su piccoli cambiamenti localizzati, ma concreti. Speriamo. forza e coraggio :emoticon-0100-smile.gif:

    CITAZIONE
    @Crox: sono contenta per l'esame :) e il secondo alla fine l'hai passato?

    Grazie :emoticon-0100-smile.gif: . Non so ancora com'è andato perché l'esame era scritto e gli esiti non sono ancora usciti. Tra l'altro mi sono presentata all'esame convinta che fosse orale e invece mi sono ritrovata lo scritto. Credo di averlo passato, ma con un voto basso perché non ho risposto come avrei voluto. Non sono riuscita a gestire bene il tempo, così mi sono ritrovata a scrivere in fretta e furia l'ultima risposta. :-/
     
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23 replies since 23/9/2007, 05:49   1281 views
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