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lanepeta.
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Il problema della dipendenza dagli psicofarmaci è troppo complesso per essere affrontato qui. Posso dire solo due cose.
La prima è che, a differenza delle droghe, la dipendenza psichica è di gran lunga maggiore rispetto a quella chimica, posto che la disassuefazione avvenga con il metodo dello scalaggio graduale. La dipendenza psichica fa capo a motivazioni soggettive, consce e inconsce, che possono essere affrontate solo sul piano psicoterapeutico. Un fattore comune a tutte le dipendenze da psicofarmaci è la fobia del mondo interiore, vale a dire la convinzione soggettiva che in esso si dia qualcosa di incomprensibile, ingovernabile e incontrollabile. E’ superfluo aggiungere che si tratta di una convinzione errata. Ciò che affiora dall’inconscio sotto forma di disturbi (ansia, depressione, ossessione, ecc.) è in genere una contestazione delle strategie che il soggetto adotta per risolvere i suoi problemi.
La seconda cosa è che, per ogni psicofarmaco, si dà una soglia terapeutica (naturalmente sintomatica) sormontata la quale la sostanza chimica non può agire, perché trova i recettori occupati, e viene semplicemente eliminata. Se il soggetto ricava vantaggio da un dosaggio superiore a quello terapeutico, si tratta di un effetto placebo, che va ricondotto alla fobia cui facevo cenno.
Luigi Anepeta
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