Perché esistono gli Introversi?

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  1. Franz86
     
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    CITAZIONE (alexey86 @ 3/1/2013, 14:58) 
    Il finalismo? Cioè? E poi è vero: tutta la roba figa la facciamo noi!

    Il finalismo cioè la tendenza razionalizzatrice a spiegare ogni avvenimento del presente con una motivazione precisa e predeterminata di fondo:
    "nella vita terrena si soffre per guadagnarsi il paradiso"
    "gli introversi esistono per migliorare il mondo"
    "alexey esiste perchè altrimenti mancava un metallaro sul forum lidi"

    etc.
     
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  2. alexey86
     
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    Per me, nel mio ambiente, gli estro sono un pò tutti uguali invece gli intro hanno molta più personalità. Purtroppo gli estro sono penalizzati dalla loro capacità di fare gruppo e quindi di appiattire le differenze dei singoli
     
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  3. Nicola.
     
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    beh comunque nella sopravvivenza di un carattere c'è sempre sottintesa una ragione (non razionale, per carità). io non ho le basi per dirlo, però credo che se gli introversi siano sopravvissuti come carattere fino ad ora significa che hanno avuto un ruolo nella società. per quanto gli introversi siano a rischio di "non riuscire con il buco", chi ci riesce da un grand'esempio di empatia che è un po' la base su cui secondo me si fonda una comunione. insomma, anche se con parole peggiori, sono in linea con il pensiero di anepeta

    comunque non trovo l'articolo, non capisco bene come navigare sul sito lidi...

    mi sembra che parlasse dell'introverso nelle varie epoche storiche e ne analizzava l'ambientazione. credo che ora comunque (parlo per gli occidentali) sia un po' il punto critico per gli introversi, anche se in generale ora come ora non si salva nessuno :D
     
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  4. Franz86
     
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    CITAZIONE (Nicola. @ 3/1/2013, 15:27) 
    beh comunque nella sopravvivenza di un carattere c'è sempre sottintesa una ragione (non razionale, per carità). io non ho le basi per dirlo, però credo che se gli introversi siano sopravvissuti come carattere fino ad ora significa che hanno avuto un ruolo nella società. per quanto gli introversi siano a rischio di "non riuscire con il buco", chi ci riesce da un grand'esempio di empatia che è un po' la base su cui secondo me si fonda una comunione. insomma, anche se con parole peggiori, sono in linea con il pensiero di anepeta

    comunque non trovo l'articolo, non capisco bene come navigare sul sito lidi...

    mi sembra che parlasse dell'introverso nelle varie epoche storiche e ne analizzava l'ambientazione. credo che ora comunque (parlo per gli occidentali) sia un po' il punto critico per gli introversi, anche se in generale ora come ora non si salva nessuno :D

    Ma appunto, tu dai per scontato che l' introversione sia un carattere (nel senso di qualcosa di determinato biologicamente, come il colore degli occhi, che, a fronte di un determinato patrimonio genetico produce determinate peculiarità fisiche e non altre), e soprattutto un carattere univoco, facile da riscontrare, descrivere, ed efficace per accomunare soggetti diversi.
    A tal riguardo si era ben espresso, secondo me, un altro utente:
    CITAZIONE (Protone84 @ 6/2/2009, 09:32) 
    il discorso della selezione naturale sarebbe corretto se l'introversione e l'estroversione avessero origine genetica (non dico che non sia così, non ne ho idea onestamente).
    se invece I/E dipendesse dall'influenza di fattori esterni ovvero dal contesto sociale in cui l'individuo viene a trovarsi e quindi se si trattasse di qualcosa di indotto, la selezione naturale non avrebbe alcun ruolo.
    la selezione naturale agisce selezionando quei genotipi ai quali corrispondono dei fenotipi adatti alle condizioni ambientali ed ha quindi una base prettamente molecolare.

    Io, nella mia ignoranza, mi sto convincendo che l' eventuale inclinazione genetica di partenza sia verso la timidezza, e tutto il resto ne sia solo un frutto. Dopotutto questa spiegazione avrebbe dalla sua il sostegno delle comparazioni con altre specie animali, e non è poco, dato che se si rimane con la sguardo puntato solo sull' uomo ogni tesi può essere fortemente (e involontariamente) viziata dai propri "giudizi a priori" di origine culturale.
     
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  5. Nicola.
     
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    l'introversione e l'estroversione hanno basi genetiche (anche qui lo dico per averlo letto nel sito lidi, fonte che considero attendibile). non capisco bene il discorso di protone...

    se I/E dipendesse da fattori esterni, la selezione naturale non avrebbe alcun ruolo. ok, non fa una grinza. ma allora quali sono i contesti sociali che spingono all'introversione? io sono cresciuto in un ambiente sociale super estroverso per esempio. sotto questo punto di vista la vedo una teoria fallace, perchè la vedo dura trovare contesti che "spingono" all'introversione. in base a cosa?

    www.legaintroversi.it/2007/01/28/genetica-e-introversione-1/
    www.legaintroversi.it/2007/11/29/genetica-e-introversione-2/ (va dritto al punto)
     
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  6. Franz86
     
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    CITAZIONE (Nicola. @ 3/1/2013, 15:48) 
    l'introversione e l'estroversione hanno basi genetiche (anche qui lo dico per averlo letto nel sito lidi, fonte che considero attendibile). non capisco bene il discorso di protone...

    Ma già questa è una tesi tutta da dimostrare (poi anche le categorie intro/estro sono delle generalizzazioni che usiamo qui sul forum per discutere ...), non ci sono certezze in merito.

    CITAZIONE
    se I/E dipendesse da fattori esterni, la selezione naturale non avrebbe alcun ruolo. ok, non fa una grinza. ma allora quali sono i contesti sociali che spingono all'introversione? io sono cresciuto in un ambiente sociale super estroverso per esempio. sotto questo punto di vista la vedo una teoria fallace, perchè la vedo dura trovare contesti che "spingono" all'introversione. in base a cosa?

    www.legaintroversi.it/2007/01/28/genetica-e-introversione-1/
    www.legaintroversi.it/2007/11/29/genetica-e-introversione-2/ (va dritto al punto)

    Mah, sui contesti diciamo che, prendendo in esame soggetti decisamente introversi (sono questi quelli "visibili" e ben inquadrabili) secondo me si può ipotizzare, con buona probabiità di fare centro, una provenienza da un ambito familiare/sociale iperprotettivo e/o nettamente repressivo e/o socialmente isolato.

    Per tutto il resto, "l' elevata emozionalità" con connesso "ricco mondo interiore", "empatia" etc. che corrisponderebbero al profilo "introverso" sono già interpretazioni a posteriori, non fatti: definire un bambino di pochi anni (o pochi mesi!) "introverso" è (oserei dire) oggettivamente bizzarro, a quell' età non si può essere introspettivi, riflessivi, non si operano "scelte di vita", quindi come si può attribuire un' etichetta impegnativa come quella dell' introversione? Certo, già dall' adolescenza la cosa comincia ad assumere un significato, ma questo significa tralasciare dall' analisi più di una dozzina di anni di vita, e si tratta degli anni dello sviluppo ...
    Può sembrare un po' il discorso dell' uovo e della gallina, ma d'altronde quanti introversi ci sono che non siano mai stati timidi? E la timidezza intesa nè più nè meno come paura sicuramente influenza la formazione della personalità, incanalandola su determinati binari invece che su altri, cioè, nello specifico, portando a rivolgere verso l' interesse nei confronti della propria interiorità, rassicurante in confronto al mondo esterno che si teme.
    Ma il resto viene dopo. L' introversione con annessi e connessi più o meno grandiosi è probabilmente il tipico risultato della molto più "modesta" timidezza.

    Tutto questo ovviamente solo secondo me, che non sono nessuno, e che curiosamente sto sviluppando qesto pensiero da poco.
     
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  7. Nicola.
     
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    CITAZIONE (Franz86 @ 3/1/2013, 16:26) 
    CITAZIONE (Nicola. @ 3/1/2013, 15:48) 
    l'introversione e l'estroversione hanno basi genetiche (anche qui lo dico per averlo letto nel sito lidi, fonte che considero attendibile). non capisco bene il discorso di protone...

    Ma già questa è una tesi tutta da dimostrare (poi anche le categorie intro/estro sono delle generalizzazioni che usiamo qui sul forum per discutere ...), non ci sono certezze in merito.

    certo per carità. sai bene che ne io ne te abbiamo basi sufficenti per parlare dell'argomento, per cui non mi metterò a teorizzare ipotesi sull'evoluzione dell'introversione sotto l'aspetto genetico. la trovo comunque più attendibile di "Io, nella mia ignoranza, mi sto convincendo che l' eventuale inclinazione genetica di partenza sia verso la timidezza, e tutto il resto ne sia solo un frutto". di scienza con me puoi anche non parlarne, tanto non avrei le basi per risponderti, sarebbe troppo semplice.

    CITAZIONE
    Mah, sui contesti diciamo che, prendendo in esame soggetti decisamente introversi (sono questi quelli "visibili" e ben inquadrabili) secondo me si può ipotizzare, con buona probabiità di fare centro, una provenienza da un ambito familiare/sociale iperprotettivo e/o nettamente repressivo e/o socialmente isolato.

    mah...mi sembra che tu ti riferisca per lo più ad introversi ricchi di disturbi. unintroverso può essere benissimo in pace con il mondo e non per questo essere meno introverso.

    CITAZIONE
    Per tutto il resto, "l' elevata emozionalità" con connesso "ricco mondo interiore", "empatia" etc. che corrisponderebbero al profilo "introverso" sono già interpretazioni a posteriori, non fatti: definire un bambino di pochi anni (o pochi mesi!) "introverso" è (oserei dire) oggettivamente bizzarro, a quell' età non si può essere introspettivi, riflessivi, non si operano "scelte di vita", quindi come si può attribuire un' etichetta impegnativa come quella dell' introversione? Certo, già dall' adolescenza la cosa comincia ad assumere un significato, ma questo significa tralasciare dall' analisi più di una dozzina di anni di vita, e si tratta degli anni dello sviluppo ...

    sui primi anni di vita sono d'accordo (non mi sembra che anepeta dica il contrario peraltro), ma già dai 5-7 anni si hanno indizi. io ho la prova lampante con mio fratello, e col senno di poi avrei potuto realizzare che sarebbe diventato estroverso. (non voglio ergerla a improbabile dimostrazione eh, è solo una considerazione di come certi atteggiamenti infantili possano essere interpretati)


    CITAZIONE
    Può sembrare un po' il discorso dell' uovo e della gallina, ma d'altronde quanti introversi ci sono che non siano mai stati timidi? E la timidezza intesa nè più nè meno come paura sicuramente influenza la formazione della personalità, incanalandola su determinati binari invece che su altri, cioè, nello specifico, portando a rivolgere verso l' interesse nei confronti della propria interiorità, rassicurante in confronto al mondo esterno che si teme.
    Ma il resto viene dopo. L' introversione con annessi e connessi più o meno grandiosi è probabilmente il tipico risultato della molto più "modesta" timidezza.

    Tutto questo ovviamente solo secondo me, che non sono nessuno, e che curiosamente sto sviluppando qesto pensiero da poco.

    mah...la timidezza è una paura del giudizio altrui. come altre paure può essere superata. l'introversione è scissa dalla timidezza, che può caratterizzare anche gli estroversi. e soprattutto l'introversione non è una cosa passeggera. non è che la timidezza porta a riscoprirti, la timidezza viene suggerita da una scarsa autostima che viene provocata dalle risposte che hai dall'esterno. altrimenti potenzialmente saremmo tutti estroversi male riusciti, bloccati da una timidezza che però siamo riusciti a superare.
     
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    CITAZIONE (alexey86 @ 3/1/2013, 15:12) 
    Per me, nel mio ambiente, gli estro sono un pò tutti uguali invece gli intro hanno molta più personalità. Purtroppo gli estro sono penalizzati dalla loro capacità di fare gruppo e quindi di appiattire le differenze dei singoli

    Non pensi che forse questa è una tua sensazione dovuta al fatto che hai una sintonia maggiore coi tuoi simili, mentre "reazione estroversa per reazione estroversa" ti sembrano bene o male tutte vicini tra loro per motivi di prospettive?
     
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  9. Franz86
     
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    CITAZIONE (Nicola. @ 3/1/2013, 16:37) 
    certo per carità. sai bene che ne io ne te abbiamo basi sufficenti per parlare dell'argomento, per cui non mi metterò a teorizzare ipotesi sull'evoluzione dell'introversione sotto l'aspetto genetico. la trovo comunque più attendibile di "Io, nella mia ignoranza, mi sto convincendo che l' eventuale inclinazione genetica di partenza sia verso la timidezza, e tutto il resto ne sia solo un frutto". di scienza con me puoi anche non parlarne, tanto non avrei le basi per risponderti, sarebbe troppo semplice.

    Ma è la tesi più semplice e anche più "banale" certo, però funziona. Posso solo dire che mi convince di più: però non mi dirai che certi discorsi sulla presunta "finalità" degli introversi non possono lasciare perplessi ...
    CITAZIONE
    mah...mi sembra che tu ti riferisca per lo più ad introversi ricchi di disturbi. unintroverso può essere benissimo in pace con il mondo e non per questo essere meno introverso.

    Non ci giriamo intorno, che l' introverso sia più portato a sviluppare disturbi di vario tipo non mi sembra una tesi azzardata.
    L' introverso "in pace con il mondo", se lo è davvero, di solito appare "poco" introverso.
    CITAZIONE
    sui primi anni di vita sono d'accordo (non mi sembra che anepeta dica il contrario peraltro), ma già dai 5-7 anni si hanno indizi. io ho la prova lampante con mio fratello, e col senno di poi avrei potuto realizzare che sarebbe diventato estroverso. (non voglio ergerla a improbabile dimostrazione eh, è solo una considerazione di come certi atteggiamenti infantili possano essere interpretati)

    No, non siamo d' accordo! :D
    Quello che sto cercando di dire è che a 5-7 anni non sei introverso, sei timido. L' introversione è una caratteristica di una personalità già più sviluppata.
    CITAZIONE
    mah...la timidezza è una paura del giudizio altrui. come altre paure può essere superata. l'introversione è scissa dalla timidezza, che può caratterizzare anche gli estroversi.

    Ma, ripeto, quanti introversi ci saranno che non hanno mai sperimentato la timidezza? Posso sbagliare, ma io direi proprio pochissimi. Per questo non scinderei le due cose, anche perchè, appunto, l' esistenza di individui più timorosi rispetto alla media è un fenomeno riscontrabile anche in altre specie. Noi umani tendiamo troppo a considerarci "speciali".
    CITAZIONE
    e soprattutto l'introversione non è una cosa passeggera. non è che la timidezza porta a riscoprirti, la timidezza viene suggerita da una scarsa autostima che viene provocata dalle risposte che hai dall'esterno.

    Questa è una tesi che ho già letto e proprio non mi è mai tornata, perchè mi sembra una evidente lettura a posteriori del fenomeno. La timidezza intesa come paura si manifesta molto presto, se non proprio dalla nascita, e su questo c' era anche lo studio di quel tal Jerome Kagan che era venuto fuori recentemente in un altra discussione (e che ho scoperto non essere proprio nemmeno lui l' ultimo venuto). Però mi devo prendere il libro. :lol:
    La timidezza non ti "porta" a riscoprirti, certo che no, ti ci obbliga, come un cieco è obbligato ad affinare tutti i suoi sensi per compensare l' handicap, e ti segna nelle fasi iniziai di sviluppo della personalità: poi la puoi pure superare, ma estroversone non lo diventi più. :D
    CITAZIONE
    altrimenti potenzialmente saremmo tutti estroversi male riusciti, bloccati da una timidezza che però siamo riusciti a superare.

    Non tutte le ciambelle riescono col buco, appunto.
    Poi si tratta di vedere quanto riusciamo a volgere a nostro favore uno svantaggio iniziale, cosa per nulla impossibile.
     
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  10. alexey86
     
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    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 3/1/2013, 16:56) 
    CITAZIONE (alexey86 @ 3/1/2013, 15:12) 
    Per me, nel mio ambiente, gli estro sono un pò tutti uguali invece gli intro hanno molta più personalità. Purtroppo gli estro sono penalizzati dalla loro capacità di fare gruppo e quindi di appiattire le differenze dei singoli

    Non pensi che forse questa è una tua sensazione dovuta al fatto che hai una sintonia maggiore coi tuoi simili, mentre "reazione estroversa per reazione estroversa" ti sembrano bene o male tutte vicini tra loro per motivi di prospettive?

    Ma no è che per far gruppo devi per forza limare le differenze se no a causa delle varie divergenze il gruppo si smembra ma è normale
     
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  11. Nicola.
     
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    CITAZIONE (Franz86 @ 3/1/2013, 17:10) 
    Ma è la tesi più semplice e anche più "banale" certo, però funziona. Posso solo dire che mi convince di più: però non mi dirai che certi discorsi sulla presunta "finalità" degli introversi non possono lasciare perplessi ...
    [

    in realtà mi interessa la domanda più della risposta, la risposta non mi soddisfa però la domanda mi rimane un mistero


    CITAZIONE
    Non ci giriamo intorno, che l' introverso sia più portato a sviluppare disturbi di vario tipo non mi sembra una tesi azzardata.
    L' introverso "in pace con il mondo", se lo è davvero, di solito appare "poco" introverso.

    certo, che lo sia è fuori di ogni dubbio. ma che vadano innalzati ad esempio, anche no. l'esempio dev'essere preso negli introversi più "incontaminati". ed il fatto che appaia poco introverso non significa che non lo sia.
    [/QUOTE]

    CITAZIONE
    Ma, ripeto, quanti introversi ci saranno che non hanno mai sperimentato la timidezza? Posso sbagliare, ma io direi proprio pochissimi. Per questo non scinderei le due cose, anche perchè, appunto, l' esistenza di individui più timorosi rispetto alla media è un fenomeno riscontrabile anche in altre specie. Noi umani tendiamo troppo a considerarci "speciali".

    la timidezza oltretutto non influenza tutto il comportamento. io in alcuni ambiti mi sento sempre timido, in altri assolutamente no. è strettamente inerente agli ambiti in cui nel corso della vita hai sviluppato un forte senso di inadeguatezza. anche in questo non siamo d'accordo, amen



    CITAZIONE
    Questa è una tesi che ho già letto e proprio non mi è mai tornata, perchè mi sembra una evidente lettura a posteriori del fenomeno. La timidezza intesa come paura si manifesta molto presto, se non proprio dalla nascita, e su questo c' era anche lo studio di quel tal Jerome Kagan che era venuto fuori recentemente in un altra discussione (e che ho scoperto non essere proprio nemmeno lui l' ultimo venuto). Però mi devo prendere il libro. :lol:
    La timidezza non ti "porta" a riscoprirti, certo che no, ti ci obbliga, come un cieco è obbligato ad affinare tutti i suoi sensi per compensare l' handicap, e ti segna nelle fasi iniziai di sviluppo della personalità: poi la puoi pure superare, ma estroversone non lo diventi più. :D

    mah insomma, che la timidezza compensi l'handicap la vedo dura. al massimo ti affossa


    e se potenzialmente uno cresce in un ambiente dove la sua "timidezza" viene accettata? diventa la prima ciambella uscita con il buco pur non essendo estroversa? non riesco a calarmi nel discorso ma ho capito il tuo punto di vista, anche se ovviamente non sono d'accordo -_-
     
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  12. Franz86
     
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    CITAZIONE (Nicola. @ 3/1/2013, 17:22) 
    certo, che lo sia è fuori di ogni dubbio. ma che vadano innalzati ad esempio, anche no. l'esempio dev'essere preso negli introversi più "incontaminati". ed il fatto che appaia poco introverso non significa che non lo sia.

    E quale sarebbe "l' introverso incontaminato"?
    CITAZIONE
    la timidezza oltretutto non influenza tutto il comportamento. io in alcuni ambiti mi sento sempre timido, in altri assolutamente no. è strettamente inerente agli ambiti in cui nel corso della vita hai sviluppato un forte senso di inadeguatezza. anche in questo non siamo d'accordo, amen

    Ma appunto, o la timidezza primigenia piano piano la superi ( e quindi ti crei ambiti in cui non sei timido), oppure innesca processi di disadattamento sempre più pesanti, con ripercussioni sull' autostima, sul morale, etc.
    CITAZIONE
    mah insomma, che la timidezza compensi l'handicap la vedo dura. al massimo ti affossa

    Non ci siamo capiti. La timidezza è l' handicap (come la cecità), le caratteristiche "positive" riconducibili ad un carattere introverso sono le compensazioni obbligate ad essa connesse(come l' affinamento degli altri sensi nel cieco, che evidentemente non nasce con una sensorialità più spiccata rispetto alla media dei conspecifici).
    CITAZIONE
    e se potenzialmente uno cresce in un ambiente dove la sua "timidezza" viene accettata? diventa la prima ciambella uscita con il buco pur non essendo estroversa? non riesco a calarmi nel discorso ma ho capito il tuo punto di vista, anche se ovviamente non sono d'accordo -_-

    Sì, ma capisci che in un ambito del genere la timidezza non ha motivo di permanere, quindi, piano piano, viene superata, e quindi non fa in tempo a formarsi un "carattere introverso" "vero e proprio" (quante virgolette :lol: ). E da qui viene fuori l' HSP estroverso o l' estroverso iperdotato, le definizioni lasciano un po' il tempo che trovano forse e servono solo a generalizzare ...
     
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  13. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    gli introversi odiano gli introversi... che peccato.
     
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  14. Franz86
     
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    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 4/1/2013, 07:42) 
    gli introversi odiano gli introversi... che peccato.

    ... e questa è una risposta preconfezionata.
     
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  15. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    preconfezionata o no, è la verità, e a me dispiace molto.

    non tanto per le persone che conosco, ma per i bambini piccoli introversi e per le persone introverse che stanno male davvero.
     
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38 replies since 30/5/2008, 16:53   1793 views
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