Insonnia e dintorni

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  1. star***
     
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    Per questa cosa che hai descritto ti giuro che il magnesio ha un effetto miracoloso, se lo prendi da una settimana prima. Non so tu, ma io divento una divoratrice di cioccolata che dovrebbe essere ricca anche di magnesio. Le mandorle dice che ne contengono tanto...
     
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  2. senzanome70
     
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    sì ho comprato una cosa in farmacia appositamente per la sindorme premestruale, dovrebbe essere tutto naturale, a base di magnesio.
    mi pare, prendendola, che attenua i sintomi, ma non li elimina del tutto.
    e poi mi sembra che con il tempo peggiora.

    quello che non capisco è: se il ciclo mestruale è una cosa naturale, e lo è, perché devo integrare con qualcos'altro di naturale?
     
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  3. lisa.c
     
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    Su nilalienum ci sono due scritti del dr Anepeta nei quali si fa un rapido cenno alla "tensione premestruale".
    Più che un fatto naturale, i disturbi premestruali sembrerebbero l'ennesima costruzione (mistificazione?) della cultura occidentale. Quindi la domanda è: che origini storiche può avere una "sindrome" che accusa la maggior parte delle donne occidentali, appunto?


    Il disagio femminile

    "In questo file ho raccolto gran parte degli scritti dedicati al disagio psichico femminile, che, per la sua incidenza statistica (65% delle esperienze psicopatologiche), continua a porsi come un problema non solo sotto il profilo preventivo e terapeutico ma anche teorico.
    Alcuni neopsichiatri sostengono che la donna sia psicobiologicamente più vulnerabile dell’uomo agli stress. Posto che, secondo loro, la patologia psichiatrica è sempre riferibile ad una vulnerabilità che riduce la capacità di adattamento alle normali richieste della vita, la donna sarebbe penalizzata dall’incidenza sul cervello degli ormoni. La prova, empirica non scientifica, di questa ipotesi sarebbe legata ai disturbi dell’umore ciclici (o bipolari), che prevalgono nella donna in un rapporto di 2 a 1 rispetto all’uomo.
    E’ facile ironizzare su di un’ipotesi del genere. Purtroppo, però, essa si fonda su di una convinzione che, esplicitamente o implicitamente, fa ancora parte del senso comune, ed è, peraltro, condivisa da non poche donne, soprattutto da quelle che diventano “isteriche” nel periodo premestruale.
    Pongo tra parentesi il fatto che la sindrome premestruale, subclinica o clinica, è scarsamente rappresentata in contesti culturali non occidentali"

    L'invenzione delle malattie
    "Nel momento in cui la maggior parte degli abitanti dei paesi sviluppati gode di una vita più lunga e più sana di quella degli avi (per quanto non necessariamente più felice), il rullo compressore delle campagne pubblicitarie o di sensibilizzazione, condotte dalle industrie farmaceutiche senza alcuna remora, trasforma gente sana, preoccupata per la propria salute, in gente malaticcia, che ha bisogno di una cura. Come accennavo prima, basta un sintomo a indurre la definizione di una malattia: la timidezza diventa pertanto un disturbo di ansia sociale, la tensione premestruale un disturbo disforico. Anche il semplice fatto di essere un soggetto “a rischio”, potenzialmente in condizione di sviluppare una malattia, diventa di per sé una patologia".

    Non ci facciamo mancare proprio niente :blink:
     
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    Non so...ma io penso che noi abbiamo snaturato molte cose...e viviamo molto distanti dalla natura e questo secondo me incide su tutto. Non so, ma io anche quando ero piccola e non sapevo cosa fosse le sindrome premestruale ne soffrivo molto Non capivo che cosa mi succedesse. Così come per la depressione ero depressa, ma non sapevo che cosa fosse. Pensavo che fosse normale essere così.
    Ciaooo
     
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  5. senzanome70
     
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    sono d'accordo con quanto scritto da anepeta, ma non del tutto.
    cioè condivido il fatto che fa ridere affermare che la donna sia psicobiologicamente più vulnerabile dell’uomo agli stress. Basti pensare all'etimologia del termine isteria...
    fatto culturale, non c'è dubbio.
    eppure qualcos'altro entra in gioco a testimoniare il fatto che tra natura e cultura si dà un legame che spesso non permette di ricostruire più i due termini.
    per esempio, "le nostre antenate avevano una media di quattro-cinque figli, distanziati tra loro dal periodo di allattamento che si protraeva almeno per 2-3 anni. Poiché la'llattamento può rendere più difficile l'ovulazione, costuituiva al tempo stesso un sistema naturale di controllo delle nascite. Tra gravidanza e allattamento la donna era generalmente infeconda per 3-4 anni dopo la nascita di ogni figlio; moltiplicando questo numero per il numero dei figli, poteva avere 16-20 anni di non fertilità naturale e di assenza dei cicli mestruali. La donna moderna, invece, che sviluppa verso i 13 anni, che ha una media di due figli, probabilmente allattati artificialmente, si trova nealla situazione opposta. togliendo una ventina di mesi tra gravidanze e parti, per 35 anni della sua vita adulta mestruerà ogni mese e ogni mese produrrà un uovo maturo".
    (La donna. corpo mente funzioni. La vita femminile tra genetica e società, Carla Bongarzoni, editori riuniti)

    senza contare le donne che come me non hanno figli.
    questo radicale cambiamento incide o meno sulla fisiologia della donna? E, se sì, come?

    Inoltre, mi associo alla domanda dell'autrice del libro:
    "La donna moderna passa la maggior parte della sua vita con le mestruazioni, il 40% delle donne soffre della sindrome mestruale in misura più o meno intensa e la maggioranza, in ogni caso, soffre almeno di alcuni dei disagi che accompagnano le mestruazioni. Parallelamente a questa situazione vi è la tendenza a non avere più di due o tre figli [il libro è un po' datato, altro che due - tre], anzi c'è chi esclude del tutto l'esperienza della maternità. Ci si può chiedere, quindi, a ragion veduta, a che servono tutti questi anni di mestruazioni e di inconvenienti e se non sia preferibile invece cercare una soluzione a questo problema."

    credo ci sia da riflettere.
     
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    Si c'è da riflettere, ma alla fine mi sembra sempre di girare intorno alle stesse cose.
    Ciao
     
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  7. lisa.c
     
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    per tornare sul tema...


    E poi
    viene un'ora
    col suo sonno.
    Cola giù
    il viola e le palpebre
    hanno una legge di peso
    l'ordine superiore
    di serrare ogni luce.
    Allora - dopo la battaglia
    col suo sgambettare
    riponiamo i capelli sul cuscino
    le mani lateralmente
    e un precipizio del corpo
    nel poligono del sonno
    con sue fiammelle di respiro
    e un sostare un sostare
    per ristorare tutto
    di questo fasciame
    fino a che sulle punte
    tutto il fiato va e viene
    lentamente
    in uno stare soli dei dormienti.

    Oh ! solitudine di chi dorme !
    Ti cerco dalle sponde alte degli insonni.

    ***

    Mi barcameno fra ore lunghissime
    popolo io l'insonnia
    con bruschi giri di gambe
    con scorribande
    per mari mai navigati
    dagli umani della specie
    precipito dentro maree di buio
    condenso il respiro in ondate.
    L'intero movimento delle acque
    l'ondulatorio moto
    tracima nel mio sangue
    e non si dorme neanche un minuto
    neanche un pezzo di sonno viene concesso
    al fasciame del corpo
    che allora naviga nella visione
    di soglia fra le ore.
    Non c'è dolore ma una pace
    che poi precipita in fossa disperata
    quando una stanchezza sommata
    ad altra conduce.

    ***
    É venuto un sonno benedetto
    e mi ha stretto nel suo respiro
    mollato. Mi ha condotto
    insieme a tutti i dormienti
    nel posto di buio immacolato.
    Come dormivo bene
    questa notte! come ristorato
    il corpo ride al normale mattino
    che a me pare un tale paradiso.
    Per questa gioia
    è valso non dormire.

    M.Gualtieri

    ***********************
    Articolo da
    la Repubblica 16 febbraio 2011

    La battaglia degli italiani insonni
    per uno su tre la notte è una sfida
    di MICHELE BOCCI

    QUESTA mattina, come ogni mattina, 6 milioni di italiani stanno male perché non hanno dormito. Non riescono a concentrarsi su nulla, non hanno voglia di parlare, la testa gli scoppia. Va avanti così da mesi: di notte non si addormentano o si svegliano all'improvviso. Sono insonni cronici. Accanto a loro sull'autobus, dietro la scrivania di fronte in ufficio, al supermercato, ci sono altre persone.

    Sono almeno il triplo, un po' rintontite per aver dormito meno di sei ore. Riescono ad arrivare in fondo alla giornata perché nottate così gli capitano più di rado o perché il problema si è presentato poco tempo fa, ma anche loro sono vittime del più diffuso disturbo del sonno.

    L'insonnia sta aumentando, i numeri sono da epidemia: più di un terzo della popolazione deve, con maggiore o minore frequenza, affrontare il problema ogni mese. Poi ci sono quelli a cui capita di restare svegli solo di rado, e in quel caso i numeri sono enormi. Sta raccogliendo dati un epidemiologo di Stanford, Maurice M. Ohayon. Ha fatto una ricognizione in alcuni paesi europei, tra cui il nostro, utilizzando interviste telefoniche in un numero variabile a seconda degli studi tra 22 e 25mila. Anche in Italia il 34,5 per cento delle persone, dice un lavoro dell'anno scorso, ha problemi con il sonno almeno tre volte alla settimana. Circa il 10 per cento della popolazione ne risente di giorno. Il più grande studio nostrano, di alcuni anni fa, si chiama Morfeo. Dice che oltre il 60 per cento di chi va dal medico di famiglia lamenta un episodio di insonnia nei mesi precedenti.

    Dormiamo sempre meno e sempre peggio e per questo ci ammaliamo. Non dormire fa ingrassare perché blocca l'azione di un ormone che dà sazietà. Chi sta sveglio, magari perché è obbligato dai turni del suo lavoro, è attratto soprattutto dai carboidrati. Ma ci sono problemi anche per la pressione, che senza il sonno non si abbassa, e la frequenza cardiaca, che non rallenta. Non dormire abbastanza, alla lunga può anche dare problemi psichiatrici. Gli effetti sull'organismo di questo problema, quando a sua volta non è dovuto ad altre malattie, sono esposti in uno studio dell'associazione di medicina del sonno e della Simg che verrà pubblicato tra poco.

    Tra i fattori dell'aumento dell'insonnia c'è l'invecchiamento della popolazione. "L'anziano fa meno attività di una volta. Va a letto presto così si sveglia nel cuore della notte - spiega Provini - Dall'altro spesso ha disturbi che interferiscono con il sonno, come dolori, problemi cardiovascolari o respiratori".

    Ma, a parte questo, perché gli italiani dormono sempre meno? "Sta passando il messaggio che il sonno sia una perdita di tempo", spiega Federica Provini, neurologa del Centro per lo studio e la cura dei disturbi del sonno dell'Università di Bologna, il primo di questo tipo nato in Italia ad opera del professor Elio Lugaresi alla fine degli anni Sessanta. "Le persone tendono ad andare a dormire più tardi, a continuare a fare le loro attività anche a letto, come stare al computer - spiega Provini - E poi si portano dietro le preoccupazioni: chi vive una giornata stressante va incontro ad una notte dello stesso tipo. Purtroppo questo comportamento frenetico viene trasmesso anche ai figli. Fin da adolescenti iniziano ad avere problemi del sonno".


     
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  8. imperia69
     
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    Avevo letto l'articolo. Mi ha subito colpito un'associazione: qualche giorno prima la stessa Repubblica pubblicava i dati di uno studio per cui il tempo degli spostamenti casa-lavoro in media si è allungato. Visto che non si è accorciato il tempo da dedicare alle altre attività (lavoro, ma anche cura domestica) chi è che va a fare le spese di questo allungamento? Le care, vecchie ore di sonno.
    Stamattina sentivo due donne, colleghe, parlare sull'autobus. Dovevano aver cambiato sede da poco e una si lamentava che il nuovo posto non fosse ben collegato con la metro. Raccontava che la sera prima aveva "badgiato" in uscita alle nove di sera e che si alza tutte le mattine alle 6 per prendere il treno alle 7. La ascoltavo e mi chiedevo "ma che razza di vita è? quanto si può resistere prima di esplodere?"

    Forse passerà anche il messaggio che dormire è una perdita di tempo, forse ci imponiamo anche attività inutili che potremmo ridurre. Però dovremmo imparare a ripensare tempi e modi (lo so, mi ripeto...)
     
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  9. Aletta87
     
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    io ho scoperto di essere sensibile a teina e caffeina... quando non bevo tè la probabilità che io dorma è maggiore. comunque sì soffro anch'io d'insonnia e vado al letto troppo tardi mentre invece avrei bisogno di rigenerare il cervello. aiutatemi a dormire vi prego.
     
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23 replies since 26/11/2009, 15:56   3188 views
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