Introversione, il carattere introverso

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  1. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    definizione di introversione: fare di ogni cazzata una questione di stato
     
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  2. alexey86
     
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    Ricorda che anghe da biggola biedra può nascere grande valanga :D . A parte gli scherzi dipende sempre dalla situazione: di solito io mi incarto perchè ho troppe variabili da tenere conto tutte assieme. Poi dipende cosa intendi per "cazzata": esempio?
     
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  3. Yorick75
     
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    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 8/1/2013, 00:49) 
    definizione di introversione: fare di ogni cazzata una questione di stato

    ...ma no, ci sono parecchi Ministri delle Complicazioni in giro. Non ci sono distinzioni in questo campo. :)
     
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  4. yukino76
     
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    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 8/1/2013, 00:49) 
    definizione di introversione: fare di ogni cazzata una questione di stato

    Tradotto: ciò che ha significato per te non lo ha per altri, e viceversa.
    Una sorta di cortocircuito tra il tuo mondo e quello degli altri, che ti appre sempre più alieno.

    Il punto fondamentale è che quello che per gli altri è una cazzata per l'introverso non lo è, perchè ci rimugina sopra, analizza, compone, scompone, prende in considerazione tutte le variabili. Il livello di introspezione, intuitività ed emotività trasforma "Una biggola piedra in grande valanga" ^_^. A volte andare a fondo delle cose, sprofondarci dentro, arrivare a conclusioni a cui gli altri non arriveranno mai è una gran cosa... se vuoi fare il filosofo <_< , ma nella vita di tutti i giorni, e soprattutto nelle relazioni interpersonali, è un gran casino.

    Definizione di introverso: persona predisposta a tutta una serie di seghe mentali (soprattutto etiche e morali) per altri totalmente inconcepibili, che cerca sempre di spiegare, analizzare, decodificare e razionalizzare tutto (anche gli impulsi più naturali e primordiali), e che vive nella pia illusione che verbalizzando ed esponendo queste sue seghe mentali verrà da qualcuno, un giorno, compreso e magari anche stimato... Pia illusione, che raramente si realizza, visto che esternamente l'introverso viene percepito spesso come testardo, troppo complicato e strano (quando va bene... quando va male viene visto quasi come un malato di mente <_< ).

    Edited by yukino76 - 10/1/2013, 11:51
     
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  5. Tecno Sandro
     
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    CITAZIONE (yukino76 @ 10/1/2013, 11:34) 
    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 8/1/2013, 00:49) 
    definizione di introversione: fare di ogni cazzata una questione di stato

    Tradotto: ciò che ha significato per te non lo ha per altri, e viceversa.
    Una sorta di cortocircuito tra il tuo mondo e quello degli altri, che ti appre sempre più alieno.

    Il punto fondamentale è che quello che per gli altri è una cazzata per l'introverso non lo è, perchè ci rimugina sopra, analizza, compone, scompone, prende in considerazione tutte le variabili. Il livello di introspezione, intuitività ed emotività trasforma "Una biggola piedra in grande valanga" ^_^. A volte andare a fondo delle cose, sprofondarci dentro, arrivare a conclusioni a cui gli altri non arriveranno mai è una gran cosa... se vuoi fare il filosofo <_< , ma nella vita di tutti i giorni, e soprattutto nelle relazioni interpersonali, è un gran casino.

    Definizione di introverso: persona predisposta a tutta una serie di seghe mentali (soprattutto etiche e morali) per altri totalmente inconcepibili, che cerca sempre di spiegare, analizzare, decodificare e razionalizzare tutto (anche gli impulsi più naturali e primordiali),

    Capisco perfettamente il disagio dovuto al rimuginamento totalizzante che assilla la maggior parte degli introversi e lo capisco veramente bene perchè a volte per prendere decisioni inportanti ho faticato moltissimo (anche recentemente). Però mi sono convinto che invece questa è proprio una delle nostre caratteristiche migliori e che non serva solo ai filosofi ma anche per fare scelte giuste nella vita quotidiana. All'inizio ovviamente non accettavo questo mio aspetto, ma poi ho capito che dietro la grande "sofferenza" nel fare scelte importanti molto spesso corrisponde un grande risultato in termini di buona riuscita della scelta e quindi si viene spesso ripagati. Bisogna solo cercare di non dare troppo a vedere questo aspetto nei rapporti interpersonali (e spesso mi rendo conto è difficile) e di limitare lo stress che dobbiamo subire quando facciamo le nostre scelte, per esempio accorpando scelte non troppo difficili quando è possibile per evitare uno stillicidio ancora maggiore qualora dovessimo fare piu' scelte in periodi vicini tra loro. A volte magari questo non è possibile e bisogna fare scelte tutti i giorni e si è sottoposti a stress continuo e i disagi superano i vantaggi, ci si sente vittime di se stessi e incapaci di vivere serenamente, ma quì mi fermo perchè entriamo in una zona delicata dove spetta alla persona capire se è il momento di fermarsi e capire se si ha bisogno di un aiuto esterno.
    Comunque per stare almeno un pochino "in Topic" ho visto che l'articolo da cui nasce questo thread è stato tratto da un sito che pur definendo l'introversione giustamente come una variante caratteriale e pur scrivendo qualcosa di giusto, secondo me confonde fin troppo chi legge. Infatti mette il paragrafo "Introversione" tra "sintomi dell'apatia" e "demenze" e in mezzo ad altre patologie piu' o meno gravi, come a definirla quasi implicitamente ad una lettura superficiale una patologia vera e propria.
    Mi pare che andasse quanto meno impaginata meglio facendo prima una descrizione delle varie "indoli" caratteriali (non solo l'introversione) e poi dopo descrivendo le varie patologie che possono colpire tutti indistintamente avendo ovviamente una diversa incidenza per ognuna delle tipologie.
     
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  6. trl
     
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    CITAZIONE (yukino76 @ 10/1/2013, 11:34) 
    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 8/1/2013, 00:49) 
    definizione di introversione: fare di ogni cazzata una questione di stato

    A volte andare a fondo delle cose, sprofondarci dentro, arrivare a conclusioni a cui gli altri non arriveranno mai è una gran cosa... se vuoi fare il filosofo <_< , ma nella vita di tutti i giorni, e soprattutto nelle relazioni interpersonali, è un gran casino.

    condivido personalmente trovo frustrante non poter condividere le conclusioni!!! ma nel 99% dei casi rischio di non essere capito o frainteso...la gente non è abituata alla profondità e questo tende a spaventarla...almeno questa è la mia triste conclusione... davvero difficile trovare le persone giuste!!!
     
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  7. yukino76
     
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    CITAZIONE (trl @ 26/1/2013, 18:33) 
    CITAZIONE (yukino76 @ 10/1/2013, 11:34) 
    A volte andare a fondo delle cose, sprofondarci dentro, arrivare a conclusioni a cui gli altri non arriveranno mai è una gran cosa... se vuoi fare il filosofo <_< , ma nella vita di tutti i giorni, e soprattutto nelle relazioni interpersonali, è un gran casino.

    condivido personalmente trovo frustrante non poter condividere le conclusioni!!! ma nel 99% dei casi rischio di non essere capito o frainteso...la gente non è abituata alla profondità e questo tende a spaventarla...almeno questa è la mia triste conclusione... davvero difficile trovare le persone giuste!!!

    Ultimamente sto diventando un pò troppo critica ed autocritica.
    Mi domando se il mio essere fraintesa, per certi versi, non dipenda da me e dalla mia incapacità a farmi capire: tendo a diventare un pò... ehm... rabbiosa quando percepisco che gli altri nn mi capiscono (o non vogliono capirmi), e certo questo non aiuta il dialogo.
    E poi lo ammetto, sono un pò... perfettina e a volte rigida nelle mie posizioni: se credo in qualcosa, o SENTO qualcosa (sì, perchè a volte è più una questione di sensazione/intuito che di ragione, la ragione subentra in un secondo momento, dando spesso ragione all'intuito, e se non lo fa sono cavoli amari), non mi smuove nessuno, e anche questo non aiuta il dialogo.
    Sta di fatto, però, che al di là dei miei errori (che ammetto, perchè sono il giudice più severo di me stessa), la gente non è abituata alla profondità (e anche ad una diversa complessità o intensità del sentire), e questo tende a spaventarla, sì, o anche semplicemnte infastidirla perchè è molto più semplice avere a che fare con persone facili da capire e che quindi richiedono meno energia per averci a che fare: vuoi mettere avere di fianco una che è sempre un "E se..?", "secondo me andava meglio così invece che cosà"..., "non hai pensato che..?", "questa cosa non può funzionare in questo modo". ^_^ OK, se uno mi segue in questo labirinto ed è disposto a rapportarsi con me, analizzando le cose in tutte le sfaccettature, va bene (ADORO analizzare le cose che mi appassionano, certo non mi metto ad analizzare TUTTO), ma se uno mi "scarica" perchè sono troppo "rompina" (giusto per usare una parola delicata), allora divento una belva: per la serie, perle ai porci, ma che ci ho perso tempo a fare? Però, da giudice di me stessa, devo ammettere che questo lato della mia personalità non è facile da digerire per gli altri... e neanche per me stessa, perchè tutta questa "analisi" mi impedisce, a volte, di godermi le cose per come sono, senza cercare a tutti i costi di "perfezionarle" (o forse, sarebbe meglio dire, di adattarle a ciò che IO sento come "migliore").

    Rileggo i miei posts e mi sembrano uno più contorto e strambo dell'altro. :hmm.gif:
     
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  8. Yorick75
     
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    CITAZIONE (yukino76 @ 26/1/2013, 19:12) 
    Ultimamente sto diventando un pò troppo critica ed autocritica.
    Mi domando se il mio essere fraintesa, per certi versi, non dipenda da me e dalla mia incapacità a farmi capire: tendo a diventare un pò... ehm... rabbiosa quando percepisco che gli altri nn mi capiscono (o non vogliono capirmi), e certo questo non aiuta il dialogo.
    E poi lo ammetto, sono un pò... perfettina e a volte rigida nelle mie posizioni: se credo in qualcosa, o SENTO qualcosa (sì, perchè a volte è più una questione di sensazione/intuito che di ragione, la ragione subentra in un secondo momento, dando spesso ragione all'intuito, e se non lo fa sono cavoli amari), non mi smuove nessuno, e anche questo non aiuta il dialogo.
    Sta di fatto, però, che al di là dei miei errori (che ammetto, perchè sono il giudice più severo di me stessa), la gente non è abituata alla profondità (e anche ad una diversa complessità o intensità del sentire), e questo tende a spaventarla, sì, o anche semplicemnte infastidirla perchè è molto più semplice avere a che fare con persone facili da capire e che quindi richiedono meno energia per averci a che fare: vuoi mettere avere di fianco una che è sempre un "E se..?", "secondo me andava meglio così invece che cosà"..., "non hai pensato che..?", "questa cosa non può funzionare in questo modo". ^_^ OK, se uno mi segue in questo labirinto ed è disposto a rapportarsi con me, analizzando le cose in tutte le sfaccettature, va bene (ADORO analizzare le cose che mi appassionano, certo non mi metto ad analizzare TUTTO), ma se uno mi "scarica" perchè sono troppo "rompina" (giusto per usare una parola delicata), allora divento una belva: per la serie, perle ai porci, ma che ci ho perso tempo a fare? Però, da giudice di me stessa, devo ammettere che questo lato della mia personalità non è facile da digerire per gli altri... e neanche per me stessa, perchè tutta questa "analisi" mi impedisce, a volte, di godermi le cose per come sono, senza cercare a tutti i costi di "perfezionarle" (o forse, sarebbe meglio dire, di adattarle a ciò che IO sento come "migliore").

    Rileggo i miei posts e mi sembrano uno più contorto e strambo dell'altro. :hmm.gif:

    Io ho tratto, traggo, giovamento dall' esercitare una maggiore comprensione nei confronti degli altri e, cosa più difficile, me stesso
     
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  9. yukino76
     
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    CITAZIONE (Yorick75 @ 28/1/2013, 20:30) 
    Io ho tratto, traggo, giovamento dall' esercitare una maggiore comprensione nei confronti degli altri e, cosa più difficile, me stesso

    Mah, non so quanto abbia senso sforzarsi di capire gli altri, quando gli altri non si sforzano di capire te. A volte, nello sforzo di comprendere gli altri perdi te stesso.. e ti ritrovi comunque solo (senza gli altri... e senza te stesso).
    Ormai ho deciso di concentrarmi solo su di me: già capire se stessi non è facile, ma capire se stessi significa capire cosa vogliamo e quali sono le nostre priorità... e magari ritrovare quel SANO egoismo che ci permetta quindi di seguire ciò che vogliamo e ciò che per noi è prioritario, senza PIU' subordinarlo agli altri.
    Vorrei diventare una di quelle persone: se voglio una cosa me la prendo (senza troppi scrupoli morali), se voglio dire NO dirò NO (anche a chi si aspetta incondizionatamente SI'), e se devo calpestare gli altri, o scaricare qualcuno, per ottenere ciò che voglio, bene, lo farò..
    Sì... magari riuscissi a diventare stronza.... magari. <_< Voglio ma non posso.
     
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  10. Yorick75
     
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    CITAZIONE (yukino76 @ 29/1/2013, 16:07) 
    CITAZIONE (Yorick75 @ 28/1/2013, 20:30) 
    Io ho tratto, traggo, giovamento dall' esercitare una maggiore comprensione nei confronti degli altri e, cosa più difficile, me stesso

    Mah, non so quanto abbia senso sforzarsi di capire gli altri, quando gli altri non si sforzano di capire te. A volte, nello sforzo di comprendere gli altri perdi te stesso.. e ti ritrovi comunque solo (senza gli altri... e senza te stesso).
    Ormai ho deciso di concentrarmi solo su di me: già capire se stessi non è facile, ma capire se stessi significa capire cosa vogliamo e quali sono le nostre priorità... e magari ritrovare quel SANO egoismo che ci permetta quindi di seguire ciò che vogliamo e ciò che per noi è prioritario, senza PIU' subordinarlo agli altri.
    Vorrei diventare una di quelle persone: se voglio una cosa me la prendo (senza troppi scrupoli morali), se voglio dire NO dirò NO (anche a chi si aspetta incondizionatamente SI'), e se devo calpestare gli altri, o scaricare qualcuno, per ottenere ciò che voglio, bene, lo farò..
    Sì... magari riuscissi a diventare stronza.... magari. <_< Voglio ma non posso.

    Non mi riferivo a quel tipo di comprensione o giustificazione -è vero, non l' ho specificato. Anepeta, da qualche parte che non ricordo, lo spiega meglio quando parla di comprensione clinica o pietas. Mi riferisco a un' accettazione dell' altrui, e propria, debolezza, fallibilità, imperfezione. Accettazione dell' umana natura.
    Allargando il discorso penso alla frase "Homo sum, humani nihil a me alienum puto" ; sono più di dieci anni che mi gira in testa e l' ho ritrovata da qualche mese come fulcro del pensiero del dottore.
     
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  11. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    comprensione critica, non clinica :D
     
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  12. Yorick75
     
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    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 29/1/2013, 20:21) 
    comprensione critica, non clinica :D

    sì, hai ragione :doh.gif:

    Sviluppare il concetto di comprensione clinica mi pare un po' arduo... :D
     
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26 replies since 17/1/2010, 15:44   2000 views
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