Agorà

La Storia di Ipazia, filosofa Alessandrina trucidata dai fanatici Cristiani nel 415 d.C.

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  1. maria rossi
     
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    io conosco e ho letto due libri di zizek e non vedo l'ora di andare a vedere il film a questo punto!!! cercherò di divvondere il verbo...
     
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  2. lisa.c
     
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    Ho trovato questo libello che si legge tutto d’un fiato: Ipazia. Donna colta e bellissima fatta a pezzi dal clero, di John Toland. E’ un pamphlet uscito a Londra nel 1720.


    Riporto le prime due pagine:


    I.
    Quello che vi narro è un racconto breve ma ricco, come i libri degli antichi, sulla vita, e sulla morte, di Ipazia; e la mia narrazione canterà per sempre la gloria del suo sesso, e la miseria del no¬stro: perché le donne non hanno certo pochi motivi per stimare se stesse, e ciò perché è esistita una donna così poliedrica e senza il minimo difetto (e forse l'unica mancanza alle sue innumerevoli perfezioni fu proprio il non avere alcun difetto), che gli uomini devono vergognarsi; se ne possono trovare infatti alcuni, tra di lo¬ro, di un'inclinazione così brutale e selvaggia che, lungi dall'applaudire con ammirazione tanta bellezza, tanta innocenza e tanta conoscenza, macchiano anzi le proprie barbare mani del sangue di una donna di tal fatta, segnando in modo indelebile le proprie empie anime con assassinii dal sapore di sacrilegio.
    Ad escogitare una morte cosi terribile fu un vescovo, un pa¬triarca, anzi, un santo; ad eseguire la sua implacabile furia, il clero. Nella storia che vado ricostruendo non tralascio di considerare che, tra gli autori, ci furono anche tutti i suoi contemporanei, e l'intero panorama culturale della sua epoca (non voglio infatti omettere nulla di ciò che so). Tra questi, un suo collega, e anche un suo allievo. Ma quel che c'è di più odioso e scellerato è legato agli storici ecclesiastici, considerati ortodossi nella loro epoca, co¬sì come accade, il più delle volte, nella nostra. Né dobbiamo di¬menticare che molti di loro erano preti. Dovremmo corrisponde¬re, a ciascuno di loro, la giustizia che la loro sincerità — o la loro prevaricazione — merita, sebbene rimanga ben poco da fare a tal riguardo; poiché tutti convengono sui fatti principali, e solo al¬cuni si discostano su punti di non molto interesse. Si tratta infatti di questioni che, prese come si voglia, non servono molto ad alle¬viare una pessima causa, né ad aggravare ciò che, forse, non può essere fatto peggio.
    II.
    Dopo che Alessandro Magno ebbe fondato Alessandria in Egitto, quale centro commerciale di quell'impero che andava costruendo, questa città divenne subito un fiorente mercato tanto di cultura quanto di scambi commerciali. La fama della Scuola e del¬la Biblioteca d'Alessandria crebbero molto più che lo stesso nome di Alessandro; o almeno furono tali istituzioni a far grande il suo nome, e non viceversa. Questo fu il massimo tributo che potè esser con gratitudine pagato alla memoria di un imperatore così assetato di gloria: poiché in realtà nessun privato, non più che gli Stati, farà mai nulla che sia degno di lode, senza la prospet¬tiva di una reputazione che sopravviva ai secoli, il più efficace stimolo, questo, per un'impresa ardua e lodevole.
    Si può apprendere quale sia stata la successione dei grandi uo¬mini che furono a capo di questa scuola dalle opere di coloro che hanno scritto specificamente su tale argomento. Tuttavia, il mio progetto mi obbliga a menzionarne uno, il cui nome fu Teone, che diresse magnificamente quel centro di studi nella seconda parte del quarto secolo. Egli fu particolarmente famoso per la sua sterminata conoscenza dell'astronomia, come mostrano abbon¬dantemente le rassegne fatte da coloro i quali si occupano di tale scienza. Ma ciò che contribuì a renderlo ancor più illustre presso la posterità fu il fatto che fosse padre della ineguagliabile Ipazia. Secondo i costumi dell'epoca, o piuttosto, spinto dall'incorag¬giamento che gli giungeva dal genio della fanciulla, egli educò sua figlia non solamente in tutto quanto riguardasse il suo sesso, ma la spinse anche allo studio delle scienze più astruse, le quali sono considerate occupazione tipicamente maschile, in quanto richie¬dono troppa fatica e troppa applicazione per la delicata costitu¬zione delle donne.
    III.
    A dimostrare come questo sia un volgare pregiudizio concorre il fatto che molte sono le donne che, in ogni epoca, si sono distin¬te per le proprie facoltà intellettuali. Sono stati riempiti interi vo¬lumi contenenti nient'altro che le vite di tali donne, come divenne eminente in ogni ambito della letteratura, e in special modo nella filosofia; la quale, essendo la somma perfezione, richiede l'estre¬mo sforzo della natura umana. Ma lasciando queste eroine alla ricerca dei curiosi, mi limiterò a rivolgere tutta la mia ammirazione all'unico oggetto verso cui valga davvero la pena di farlo; e ren¬dendo giustizia ad Ipazia, potrebbe sembrare che io scriva il pa¬negirico dell'intero sesso femminile.
    Riguardo alla prodigiosa cultura e alle altre doti di Ipazia, ab¬biamo il consenso unanime di Sinesio 6, di Socrate 7, e di Filo-storgio 8, suoi contemporanei; come anche di Damascio ', di Niceforo Gregorio '" e di Niceforo Callisto ", di Fozio 12, di Suda ", di Esichio Illusorio ,4, e di altri. E ciò che costituisce una prova ancor maggiore di questo fatto è che nessuno, né per ignoranza né per invidia, ha mai insinuato il contrario 15. Socrate, storico ec¬clesiastico — con insospettata saggezza — dice che ella giunse a tro¬varsi in un tale mare di cultura, che superava tutti i filosofi della sua epoca; ai quali Niceforo, sempre in una Storia Ecclesiastica, aggiunge e quelli di sempre. Filostorgio afferma che era di molto superiore a suo pa¬dre, nonché suo maestro, Teone, in materia di astronomia. E Suda, che menziona due sue opere, Sul canone astronomico dì Diofanto e Sulle coniche dì Apollonio ", asserisce che ella non solo superò suo padre in a-stronomia ma, inoltre, comprese ogni dottrina filosofica; e a ciò potranno facilmente dar credito coloro che leggeranno con attenzione il se¬guito di questa storia, nella quale nulla si afferma senza che vi sia¬no documenti che ne provino la verità.
     
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  3. senzanome70
     
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    beh...
    io sono andata per la seconda volta al cinema...
    mi è ripiaciuto assai...
     
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  4. Diogene W
     
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    VIVA AGORA!!! :clap.gif:

    L'ho visto in tre lingue diverse, sono fan scatenata del film, però continuo a dire che dal punto di vista tecnico non è fatto bene (i personaggi sono fondametalmente di poco spessore, la storia divisa in due non aiuta l'attenzione, le comparse secondo me sono ridicole eccecc).

    Però il soggetto è ottimo, anche Rachel Weisz in un'intervista si chiedeva come fosse possibile che nessuno l'avesse usato prima.

    Ma è vero che è stato censurato dalla chiesa?
     
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18 replies since 8/4/2010, 20:53   617 views
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