Sul carisma introverso

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  1. l.anepeta
     
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    Al di là della loro tendenza cosciente a giudicare gli altri, quasi sempre fortemente influenzata da codici normativi, tutti gli esseri umani hanno una capacità intuitiva, del tutto inconscia, di valutare coloro con cui si rapportano, che fa riferimento alle loro qualità umane. Non si tratta di una capacità misteriosa. Essa è presente anche negli animali sociali, le cui gerarchie si stabiliscono sulla base di essa. Nonostante un pensiero rozzamente darwinistico, porti a pensare che il leader del gruppo, l’animale dominante, sia il più forte e il più aggressivo, gli etologi hanno stabilito che spesso si tratta dell’individuo più esperto, più “saggio”, capace di tutelare il gruppo dai pericoli e di prendere decisioni adeguate alla situazione.
    Il carisma intrinseco al modo di essere introverso è legato all’empatia, alla sensibilità, alla finezza nel trattare gli altri, all’onestà, all’affidabilità, alla “signorilità” e al modo originale di sentire e di pensare.
    Sono qualità potenziali che se si sviluppano dando luogo ad una personalità integrata e stabile esercitano un’attrazione su qualunque essere umano.
    Purtroppo spesso negli introversi esse convivono con altri aspetti dovuti a conflitti interiori (vissuti di inadeguatezza, vergogna sociale, rabbia, invidia, ecc.) per cui solo occasionalmente si dispiegano e vengono percepite socialmente.
    Il carisma degli introversi, di conseguenza, è più spesso occasionale e legato a particolari circostanze interattive, che non stabile e generalizzato. Perché diventi tale, la personalità deve arrivare ad un livello di integrazione elevato e autentico.
    Luigi Anepeta
    P. S. Su Rapustin non so cosa dire perché, nonostante i miei interessi storici, è un personaggio che non ho mai approfondito.
     
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3 replies since 23/10/2010, 22:53   898 views
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