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francescoburich.
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Si, LADINTJ (posso sapere il tuo nome?), il problema del virtuale è un problema enorme che contagia da tutti i punti di vista. Per chi ama parlare solo di sesso, pe esempio, non io, comunque, oggi anche la sessualità è una pratica che si svolge ad una bona percentuale ramite rappori viruali. Professionisti-e che ricevono la loro parcella e soddisfano il cliente attraverso un video. Ovviamente il nodo è la fobi del contagio, la prestazione indiretta che elimina l'ansia, l'immagine, il fantasticare che stimolano il desiderio. Ovviamente sno persone malate.
Per ciò che concerne le attiità della LIDI, sono molto daccordo con LADINTJ, in quanto se non è che mancano le possibiltà di rlazione in carne ed ossa (ogniuno nelle proprie città e nei propi contesti d'appartenenza), ma per noi, o per alcuni di noi, manca quella relazione che viene determinata da un "sentire" reciproco, da una qualche similitudine, da curiosità da ricercare insieme. Tutto questa roba umana che va oltre la formalità, va oltr alla conoscenza relativa, attraverso la conoscenza diretta quella in carne ed ossa) si può andare oltre...verso il non detto, l'informale (quindi quella comunicazione non verbale): gli sguardi, gli odori, la posizione che assumiamo ecc ecc....be, come è possibile poter conoscere una persona avvalendosi solo dello strumnto virtuale? Questo che ho detto però non giustifica nulla. Per ciò che riguarda gli introversi,il problema è duplice: i legami virtuali ci ripiegano oltre gia quanto siamo ripiegati per natura, e quando ci proponiamo un'attività, un'incontro tra persone, dentro di noi (quasi sempre) troviamo un modo...per sfuggire a un qualcosa che ci tocca dentro. Come quando incontrando una persona che ti suscita un qualcosa...si fa di tutto per evitare l'incontro.
PS scusate per i continui errori di scrittura, ma sono in un computer dove lavoro che difetta.
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