Internet e solitudine

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  1. imperia69
     
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    Era un po' che mi ronzava in testa questa idea, che Social network tipo Facebook sono una misura della solitudine in cui siamo immersi noi umani

    Il paradosso delle Reti sociali:
    aumentano il senso di isolamento



    La sociologa del Mit: per molti Internet è un'illusione «patologica»


    NEW YORK
    Il modo frenetico e quasi "isterico" con cui oggi si comunica via Internet, soprattutto attraverso Facebook, Twitter e social network analoghi, è il segno di una «moderna follia». E' questo il parere espresso da una delle principali studiose americane dell’universo giovanile, Sherry Turkle, dopo aver preso in esame i casi di decine di giovani che, attraverso gli strumenti di comunicazione sociale, si sono ritrovati con problematiche accresciute, fino ad arrivare al suicidio.

    «Questo comportamento, che è ormai diventato così diffuso da poter essere considerato tipico di questa generazione di ragazzi, esprime problemi che una volta avremmo trattato come patologici», sostiene la sociologa del Mit nella sua ultima pubblicazione, «Alone Together» (Insieme ma soli), mentre oggi vengono considerati normali.

    Ma secondo la professoressa Turkle normali non sono affatto: attraverso Facebook e Twitter una personalità in via di formazione viene incanalata in percorsi e in dinamiche del tutto innaturali, a meno che non vi siano figure adulte di riferimento in grado di guidare l’adolescente a strutturare in modo compiuto ed equilibrato la percezione della realtà.

    Invitata ad una trasmissione televisiva di grande ascolto, The Colbert Report, la Turkle ha riferito che le è successo spesso anche ad un funerale di vedere persone che continuano a controllare il loro telefonino per verificare se hanno ricevuto messaggi. Ciò dimostra che la tecnologia basata sugli iPhone, sui Blackberry e sui telefonini in genere domina a tal punto la vita delle persone da renderle meno umane.

    Sotto all’illusione di una maggiore comunicazione del mondo giace la realtà che, al contrario, lascia trasparire un crescente isolamento dal mondo. Da un lato, una "cyber-reality" in cui si esiste in funzione del proprio profilo su Facebook e del numero di contatti che ogni giorno si ricevono. Dall’altro una "real-reality" in cui a prevalere è il senso di isolamento

     
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  2. _pardo_
     
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    Il mondo digitale tende a fagocitare grandi parti di quello reale ma non sono daccordo con il giudizio negativo a priori.

    Sicuramente sta cambiando molto le persone quello si, ma un cambiamento e` solo un cambiamento... l'ignoto puo` spaventare ma non significa che un domani ci suicideremo tutti.

    Quello che succede e` che tante interazioni che prima si trovavano limitate all'interno dei confini del "reale", si trasferiscono via via sulla rete, che poi pero` ha anche il potere di moltiplicarle all'infinito.

    Ora che uno si guardi l'email al funerale e` forse considerato "maleducato" -oggi- ma di sicuro non suggerisce di per se` niente di patologico (o addirittura "inumano"!?!?). Il ragazzino specialmente, che e` maleducato per definizione e non gli importa nulla di certe cose, con ogni probabilita` se interrogato potrebbe rispondere che non vede un "motivo" per cui non dovrebbe farlo. Non perche` sia malato o incredibilmente idiota, ma semplicemente perche` lui e` un nativo digitale che ha avuto in mano quegli aggeggi da quando e` nato ed e` enormemente piu` avvezzo al "multitasking" rispetto alle precedenti generazioni.

    E` possibile che questi ragazzini da grandi rientreranno in certe regole di galateo ma e` anche possibile che col tempo la spinta digitale sia abbastanza forte da portarci ad un'ambiente sempre connesso in cui TUTTI avranno ad esempio degli occhiali con lo schermo proiettato.
    In un mondo del genere certe regole date per scontate oggi (limitare il tempo al pc ecc.) non avrebbero piu` senso dato che "il pc" o quello che ne rimane sarebbe sempre davanti al tuo occhio, e da ogni punto di vista pratico irrinunciabile. Pertanto riceveresti gli update durante i funerali, sul cesso, in sala operatoria, e sarebbe tutto perfettamente normale dal momento che lo farebbero tutti.

    In altre parole si fa sempre il solito errore di vedere in una cosa (internet) la causa di problematiche che invece comunque ci sarebbero, e troverebbero eventualmente altri sfoghi. Che l'uomo moderno patisce brutalmente di alienazione e solitudine lo sappiamo gia` e non e` certo colpa del computer, anzi, i motivi sono ben altri e precedenti. Sappiamo che milioni di persone soffrono di depressione, tanti altri hanno altre problematiche mentali: ora non credo che si voglia presumere che tutti questi non sappiano usare un computer e restino sempre nascosti nelle loro casette. Oggi la maggior parte degli adulti non e` in grado di scrivere una frase di senso compiuto, un domani TUTTI cresceranno scrivendo incessantemente roba in rete per cui messaggiare e bloggare sara` una seconda natura.
    Per cui necessariamente i matti ce li troveremo anche in rete, e soprattutto in rete, vista la funzione di schermo protettivo sociale che questa svolge.

    Piuttosto dovrei dire che la psichiatrizzazione di internet che sta avvenendo anche in italia e` l'ennesima bella idea per fare soldi che hanno escogitato.
    Il fatto di stare "troppo tempo" al computer e` un giudizio totalmente soggettivo cosi` come lo e` l'implicita assunzione che invece di stare li` uno dovrebbe fare "altre cose" (quali?).
    Per il momento nei "centri di recupero", voglio sperare, ci finiranno casi disperati di persone che come ho detto nel paragrafo precedente, di sicuro si sarebbero trovate la loro droga anche in altri modi.
    Ma poi andra` a finire che inventeranno anche la "pillola anti internet", e cosi` avranno raggiunto l'obiettivo di prendere in cura le persone normali (che magari non possono certo far ricoverare il figlio perche` passa 8 ore al giorno al pc, ma una bella pillola per "ritornarlo normale" ci sta bene.) Il tutto bellamente ignorando il fatto che oggigiorno il 99% dei lavori impiegatizi prevede di passare 8 ore al pc tra email, messaging coi colleghi e operazioni varie, ma naturalmente se lo fai al lavoro va bene (del resto il senso comune universalmente accettato vuole che il lavoro sia una dura sofferenza in cui ogni cosa e` lecita se e` nel nome della produzione, quindi che vuoi che siano 8 ore di pc, che invece nel privato sono considerate "malattia".)

    Termino dicendo che per quando mi riguarda nel mio caso personale, ho un'indifferenza per il "social" web che e` pari soltanto all'indifferenza che ho per il "social" REAL. La chiacchera fine a se` stessa, inutile, superficiale, cosi` come il pettegolezzo pressante e sistematico, o il mettersi in mostra, la totale inutilita` e inconsistenza di un certo tipo di comunicazione, mi danno la nausea indipendentemente che avvengano di persona o in rete.
    Di contro ci sono persone, e` arcinoto, specialmente di sesso femminile, che sono capaci di passare, normalmente, intere giornate a ciarlare, magari al telefono. Questo comportamento umano tipico trasportato in rete, e` precisamente la base costituente del social web.
    Ora quindi se si deve dire che c'e` una malattia su internet, questa e` originata comunque nel "pezzo di carne", non certo nella macchina, che ne e` una mera appendice.
    Piu` che altro bisogna osservare che il social web e` a sua volta un modo per spremere soldi alle persone, anche se indiretto... e` nato per questo, monetizzare le relazioni sociali tramite l'advertising. Quindi in sostanza ti spremono sempre, sia che usi facebuc, sia che ti fai curare per averlo usato troppo, non si scappa dalla mercificazione della persona :)

    Comunque se c'e` una cosa che ho capito bene leggendo le cose della LIDI e` che "sano" non esiste, perche` "sano" e` quello che si considera normale. Ma parlando di comportamenti sociali "insani", tutti sti luminari che scrivono della morbosita` di internet non saranno mai entrati in una discoteca? No perche` se lo sballo del sabato sera e` "sano", un ragazzetto che ciappina con l'iphone a un funerale non e` niente meno che un modello di probita`. Quello che voglio dire e` che nella nostra societa`, se vogliamo vedere le cose con questa lente, TUTTO e` fuori di testa in un modo o nell'altro. Il produttivismo del lavoro del resto l'ho gia` citato, i divertimenti a modo loro non sono da meno, per non parlare del precariato sentimentale, o degli hikikomori ecc.ecc... In un mondo dove ogni cosa e` fuori misura, tutto e` -o comunque diventa- normale.

    Edited by _pardo_ - 25/1/2011, 17:45
     
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  3. imperia69
     
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    Internet, gli smartphone, i social network e compagnia bella sono solo strumenti; tutto dipende da come li si usa.

    Credo comunque che nessun contatto virtuale possa sostituire quelli reali. La comunicazione comprende aspetti verbali (che sono la minoranza) e aspetti non verbali. Le chat, i forum, i social nework azzerano questi ultimi, impoverendo in qualche modo lo scambio.
    Avere centinaia di "amici" su Facebook e nessuno con cui andare a mangiarsi una pizza o bersi una birra forse è un segnale che andrebbe ulteriormente indagato.

    L'altro aspetto è l'ossessione che molti hanno di essere sempre "in contatto". Non solo giovanissimi, ma anche adulti che sono cresciuti in un era in cui esisteva solo il telefono fisso. Quante volte senti argomentazioni del tipo "tu devi avere il cellulare acceso perché se ho bisogno devo poterti parlare". Logica secondo cui non esiste il diritto di starsene in pace se se ne ha bisogno. Per non parlare dei manager che si portano il blackberry anche a letto...
     
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  4. Luana Francesconi1
     
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    sono da anni iscritta su facebook, ormai ho capito che a nessuno frega niente degli altri, non vedo tutta sta socievolezza al dialogo :nono2.gif:
     
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  5. NonPiuUnNumeroHahahha
     
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    chat con utente random
    CITAZIONE
    ...
    Stranger: Che bello che ho finalmente trovato una persona normale con cui parlare ahahahah
    You: si! :)
    You: webcam? sex?
    You: dai che ti rallegri e passa la noia
    You: o l'hai presa seriamente o la tv ha vinto
    You: ko
    Stranger has disconnected.

    IRONIA. USARE CON CAUTELA.
     
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  6. hitleravevaragione
     
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    E' diventato tutto virtuale: addirittura si è virtualizzato anche l'amore che nella "realtà" non esiste più ma si può "trovare in rete". Non esiste più l'amico fuori ma esiste "dentro internet". Non esiste più uno Stato reale, ma solo uno artificiale (sia come società che come stato mentale). Il problema non è tanto Facebook o Internet in sé stessa ma perché la gente è "costretta letteralmente" a rifuggiarvisi da una società che anche al di fuori ti costringe a non poter essere te stesso alienandoti (parola che vi piace molto). Difatti stiamo diventando tutti alieni sulla faccia della nostra stessa Terra. E vorremmo tanto farci un viaggio verso un "mondo migliore". Internet è la droga che dà quest'illusione. Tra l'altro se non ci fosse la "crisi" e tutti fossero benestanti o ricchi probabilmente nessuno userebbe Facebook. Chiedetevi perché.
     
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  7. NonPiuUnNumeroHahahha
     
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    Wat? Ora sono reale ubriachissimo in un bar e non ho idea di come tornare a casa. Praticamente mi sto addormentando sul bancone

    Anzi. Ora ti dirò di più. Ora sono nella mia auto, fa abbastanza freddo. Sto pensando a che amico contattare ma visto che a naso sono decisamente distanti e l'ora é tarda e non voglio rischiare la patente me ne resterò qua
     
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  8. E.Schiela™
     
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    Be'... penso che il mondo virtuale sia un valido surrogato, per molti, alle relazioni reali.

    Non ho lo smartphone e quindi molti atteggiamenti che vedo comunemente negli altri a me danno un senso di stranezza: mi rendo conto che quasi tutte le persone che conosco sono ETERNAMENTE in contatto con altri (tramite vabbè fb, skype, whatsapp ecc.). Non serve specificare che questo tipo di contatto lo è solo per modo di dire, nella maggior parte dei casi.
    Nella maggior parte dei casi questi rapporti non si tramutano nemmeno in contatti reali.

    Internet permette di instaurare legami con persone che rimangono fondamentalmente estranee, perchè attraverso il web dimostrano di sè soltanto quello che, grazie alla protezione di uno schermo, possono e vogliono mostrare.

    Pensiamo soltanto a tutti gli pseudoamori platonici, invaghimenti, ecc in cui tantissimi si invischiano. E' significativo che tanti di questi non divengano mai reali. Internet protegge, illude di stare instaurando un rapporto umano e con questo "seda" il bisogno che tutti abbiamo di relazionarci col prossimo (in qualunque forma, non solo quella di coppia) e nello stesso tempo placa anche il bisogno alienato di essere autosufficienti, poichè ci difende dalla fatica e dalla difficoltà di instaurarne di veri.


    Credo sia per questo che moltissimi, giovani soprattutto, vivono attaccati ad internet: è il loro limbo, l'unico (non)luogo in cui possono esserci e non essere al contempo.
     
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  9. lili_marleen
     
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    CITAZIONE
    Credo sia per questo che moltissimi, giovani soprattutto, vivono attaccati ad internet: è il loro limbo, l'unico (non)luogo in cui possono esserci e non essere al contempo.

    : questa è tra le frasi più intelligenti che io abbia mai letto su internet... che poi secondo me riguarda più che altro i social network.
    In questo anno 2014 sulla chat di facebook sono stata, nell'ordine: abbordata da un amico, bloccata da tale amico dopo che è stato respinto nella realtà, bloccata da un altro amico ancora, e non ho capito il perché. Dietro la chat diventa tutto non solo più facile, ma anche molto più netto. Se mi stai sulle palle, ti "blocco" su internet ma anche nella vita reale: scompari per sempre, di te cancello tutto (mi ricorda molto il bellissimo film "Se mi lasci ti cancello"), ti rimuovo completamente. Purtroppo per me (come per molti introversi) la vita là fuori è davvero dura, e fb è uno strumento che aiuta a non staccare totalmente col mondo dal "freddo" calduccio della propria cameretta. Purtroppo i rapporti sono molto più complessi, e per questo ho deciso di levarmici definitivamente... Devo "solo" raccogliere le forze e decidermi a farlo.
     
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  10. Cu Tip
     
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    è vero bellissimo post, e anche la cosa del bloccare spunto molto interessante a cui non avevo mai pensato
     
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  11. crox
     
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    La penso come schiela, ma voglio buttare altro carico: aridatece carta e penna e cabine telefoniche!!! :P

    sfoghi a parte,
    sono consapevole che oramai è difficile tornare indietro e che ci sono anche aspetti positivi in tutto questo baraccone virtuale e tecnologico, ma se mettiamo sui piatti della bilancia gli aspetti positivi e negativi, pesano di più i secondi.
    Sembra di stare in un patetico 'grande fratello' collettivo, sempre 'collegati' con qualcuno o qualcosa per non comunicare realmente nulla: questo non è reale benessere, ma solo povertà relazionale e comunicativa (assenza totale di contenuti e pateticità all'ennesima potenza).

    E' per questo che non mi hanno mai attirato social network e similari: non riesco a intravederne l'utilità, anzi credo che siano dannosi, in particolar modo per le nuove generazioni che si ritrovano catapultate in questo 'manicomio'.
     
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  12. NonPiuUnNumeroHahahha
     
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    Io non sono disposto ad essere perennemente reperibile. A volte non rispondo nemmeno al telefono agli amici. Ripensandoci poi magari credo di aver fatto 'un torto', che comunque la loro compagnia avrebbe dato una svolta alla giornata... Solo che quando sono di un certo umore non voglio avere a che fare con nessuno. Forse i social semplicemente facilitano l'uso degli altri...
     
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11 replies since 24/1/2011, 16:44   465 views
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