La Questione Maschile

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  1. Koenig
     
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    Ho scoperto l'esistenza della questione maschile attraverso il forum lidi, ma mi sono fatto un'idea piuttosto chiara. La questione maschile nasce, almeno così credo, dall'aggregazione di uomini divorziati che, in virtù del divorzio, si sono ritrovati d'un colpo senza la propria moglie senza la propria casa senza i propri figli e, peggio ancora, hanno visto quella propria moglie propria casa e quei propri figli diventare di beneficio di un'altro uomo. La causa di questo stato di cose è stato imputato ai recenti ( in senso storico ) nuovi diritti della donna e di conseguenza al movimento femminista che, di quei diritti, ha portato in avanti le istanze. Questo in sintesi quello che ho capito, ma non è detto che sia corretto. Devo dire la verità, anch'io in passato mi sono interrogato se fosse stato giusto che una donna potesse scegliere di abortire liberamente su un figlio non concepito da lei soltanto, quando invece l'uomo può essere obbligato legalmente a contribuire economicamente all'allevamento di quel figlio se la donna decide di dargli la luce. Tuttavia dopo averci riflettuto ho concluso che il ventre è nel corpo della donna e anche nell'assegnazione dei figli la madre deve avere la priorità proprio per il fatto che siamo una specie mammifera, ovvero solo la femmina è specializzata per l'allevamento della prole sia fisiologicamente ( tramite le mammelle ) sia psicologicamente ( tramite l'istinto materno). Ciò significa che la questione maschile dal mio punto di vista è sbagliata? Sicuramente le idee che porta avanti sono assurde, come la negazione delle ragioni storiche del femminismo, che per esempio ha eliminato il diritto al delitto d'onore. Tanto più che le ragioni del femminismo esistono ancora visto che i diritti non sono automatici per le immigrate di prima e seconda generazione ( sebbene queste ultime siano italiane ). Basti considerare : riduzione in schiavitù, imposizione del velo, matrimoni combinati, infibulazione, delitto d'onore. Nonostante l'esistenza di questa assurdità, riconosco alla questione maschile un residuo di validità. Questo perchè è nell'interesse dell'uomo, della donna e dei minori, cioè di tutti, che vicende simili a quelle Schepp vengano disinnescate prima della consumazione della tragedia. Quando un'uomo ha una sensibilità diversa dalla media, per esempio introversa visto che sembra che Schepp fosse introverso, allora se il divorzio non è evitabile bisogna almeno modulare diversamente l'assegnazione dei figli.

    La tesi sul rapporto padre/figli, esposta dalla femminista nella conclusione del post, è razzista.

    Con questo spero di avere fatto luce su quelle che sono le mie opinioni sul femminismo, sulla questione maschile e, per ultimo, sull'empatia.

    Per evitare al massimo tensioni su questa discussione io mi astengo dal partecipare ai commenti, avendo già espresso come la penso.

    Da Internet ( fonte ) :

    È in corso una guerra tra chi vuole conservare il potere e chi lotta per scardinarlo. È la celebre guerra dei sessi. Roba di trent'anni fa? Pare proprio di no, perché oggi a lottare per i diritti sono gli uomini. E i privilegi? Li hanno tutti le donne. Privilegi legali, riproduttivi, parentali. Il maschio disprezzato, vilipeso, malmenato dall'aggressività femminile si ribella. E cerca, nel gruppo dei pari, conforto, ma anche la forza per lanciare il contrattacco. Negli Usa, le associazioni National coalition for free men, Malesurvivor e Men's Defence si scagliano contro le violenze domestiche sugli uomini. Lo scorso 18 settembre, alcuni presunti battered men americani, circa 830 mila l'anno secondo queste organizzazioni, si sono riuniti a Minneapolis per la X Conferenza internazionale di Malesurvivor. Fra i temi caldi, oltre alle torture fisiche e psicologiche inflitte da mogli-erinni, anche le false accuse di date rape nei college, ovvero i casi in cui le ragazze accusano ingiustamente un compagno di stupro. Altro bersaglio, Amnesty International, accusata di essere caduta in stereotipi in tema di violazioni dei diritti umani durante il regime dei Talebani in Afghanistan. "Per quale ragione Amnesty nasconde le colpe delle madri musulmane", denuncia Malesurvivor, "che spingono i figli a combattere per l'onore della famiglia?". Gli attivisti di un altro gruppo Usa, Malechoice, lottano invece per difendere gli uomini "ingannati e intrappolati" in paternità non volute. "Ogni anno moltissimi americani interrompono gli studi, troncano una brillante carriera e, infine, cadono in depressione perché divengono involontariamente padri. Il Congresso deve riconoscere loro il diritto a troncare i legami parentali con il figlio", si legge nel sito. E per tale nobile causa, Malechoice lancia una campagna di raccolta fondi. In Australia, il movimento degli uomini ha fondato un partito, The Australian Men's Party, che porta alla ribalta la discriminazione dei maschi nella società tiranneggiata dalle donne. La protesta divampa anche nei Paesi latini: Azulfuerte, in Spagna, difende la "condición viril, sistemàticamente sometida a la presión femminista".

    In Italia la rivolta degli uomini è nata a fine anni '90. I movimenti sono presenti soprattutto al Nord, meno al Centro, assenti al Sud. Hanno nomi programmatici: Uomini3000, Veneto; i Maschiselvatici, milanese-bresciano; Pari diritti per gli uomini, in Emilia Romagna; Altrosenso, un gruppo di discussione online più che un vero movimento; e infine i Cruelguys, che ricorrono alla più becera misoginia. Non si riconoscono né a destra né a sinistra. Anche se alcuni dei fondatori provengono dalle file della sinistra più radicale. Armando Ermini, agente assicurativo e responsabile del sito dei Maschiselvatici, ha alle spalle una lunga militanza in movimenti come Potere operaio e Comitati marxisti-leninisti. Rino Barnart, leader di Uomini3000, tra i gruppi più aggressivi, trent'anni fa sfilava con le donne per sostenerne i diritti. Avanti, George Barnart parla con foga come se finora l'avessero imbavagliato: "Negli anni '70 chi non ha voluto la liberazione della donna?

    Adesso, però, ci troviamo agli inizi di una nuova era, in cui "loro" non hanno più bisogno degli uomini. Hanno vinto senza imbracciare il fucile, usando due armi micidiali: la colpevolizzazione e il disprezzo verso il maschio". Armi che pervaderebbero la cultura dominante, la scienza e soprattutto il mondo della comunicazione. I Maschiselvatici s'indignano quando una femmina irriverente sbatte la porta in faccia a George Clooney che si presenta al party senza la bottiglia giusta; s'innervosiscono se lei, che è sempre disposta a farsi togliere tutto (in uno spot pubblicitario), gli distrugge la casa, gli spacca l'auto per un orologio; s'infuriano quando gli stessi uomini teorizzano che le donne parlano meglio e riescono in tutto. E così, scossi dall'interminabile serie di affronti, gli adepti di Uomini3000 lanciano il grido di rivolta: "Subiamo il pestaggio morale antimaschile ogni giorno, senza saperlo", scrivono sul sito. "Come si muore di radiazioni ignorando il perché, così ci si ammala di colpa e denigrazione senza capire da dove venga il bacillo. Il bacillo è il femminismo". Alla gogna, quindi.

    Non tutti, però, indicano nel movimento dei diritti per le donne la causa della "deriva dell'Occidente". I Maschiselvatici pensano che sia l'uomo l'artefice della propria crisi, avendo rinunciato alla sua identità e al suo simbolo: il fallo, naturalmente. Il movimento nasce nel 1997. I suoi aderenti si ispirano al noto psicanalista Claudio Risé, che in un saggio (Il maschio selvatico, come ritrovare la forza dell'istinto vitale, Red Edizioni, 1993) teorizzava: "Il selvatico è un aspetto della natura maschile che è stato espulso dalla vita dell'uomo contemporaneo. Luogo degli istinti e delle pulsioni primarie, ricettacolo di tutti i comportamenti e desideri dell'uomo che sono stati banditi nel corso dei secoli, il mondo selvatico è diventato lo spazio del male. E il suo abitante e custode, il selvatico che vive nell'inconscio di ogni uomo, è oggi l'immagine umana di quel male, di quel mondo negativo".

    Malgrado gli incontri siano esclusivamente riservati al cosiddetto sesso forte, i Maschiselvatici non sono avari nel raccontare la loro vita di creature al confine fra il castrante mondo contemporaneo e le selve dell'istinto. Hanno storie diverse, mestieri diversi; sono psicologi, medici, insegnanti, studenti, impiegati. Alcuni sono sposati da tempo, altri appena separati, quasi tutti padri, qualcuno anche nonno. Paolo Ferliga, insegnante di filosofia e psicanalista, faceva parte del primo nucleo dei selvatici. Così racconta la sua folgorazione: "Ho deciso di conoscere Risé dopo aver letto i suoi libri e ho frequentato la scuola dove insegnava. Sono laureato in Filosofia e vado alla ricerca della verità; in lui ho trovato parole di verità". Non voglio la mamma! Psicologo ed ex maschioselvatico, Andrea Arrighi ricorda le prime riunioni: "Risé organizzava gli incontri alla Lista (Libera scuola di terapia analitica, ndr). La prima volta si presentarono uomini e donne, ma queste restarono fuori dalla porta. Nella sala ne furono ammesse solo due, sulla cinquantina, cui lo stesso Risé si riferiva come geishe, che in silenzio ci dipingevano il volto, come fossimo guerrieri".

    Il nemico numero uno dei Maschiselvatici è un archetipo: la Grande Madre. "La società contemporanea ha al centro il principio femminile materno della soddisfazione dei bisogni, alcuni dei quali sono indotti artificialmente per far funzionare meglio l'archetipo", ci spiega lo stesso Risé. La politica, il lavoro, la famiglia, tutti i rapporti interpersonali sarebbero sotto l'influsso di questa potenza negativa, che ha reso le donne aggressive e infelici, dimentiche della loro vera natura. Quale sia, i nostri selvatici lo hanno ben chiaro. Spiega Michele De Toma, neuropsichiatra infantile di Varese: "Non chiediamo alle donne di tornare ai fornelli, ma è certo che, se decidono di essere madri, devono mettersi in testa di recuperare il valore dello stare ai fornelli. È dura", ammette, "ma non c'è altro modo".

    E se invece si sceglie la carriera? Le cose non vanno meglio. "Avere un capo donna non è una bella esperienza. Quando ricoprono ruoli di responsabilità uniscono il peggio dei due sessi. Sono false, capaci di trucchetti meschini", dice Armando Ermini. Rincara la dose Barnart, di Uomini3000: "Le femmine sono per natura caotiche e poco inclini al comando, perché per le loro caratteristiche biologiche non possono affrontare il rischio".

    Neanche l'infanzia viene risparmiata. "Maschi e femmine non devono frequentare le stesse classi perché, a una certa età, bisogna preservare l'identità di genere", dice il curatore del sito dei Maschiselvatici. "La scuola non tiene conto del fatto che i maschietti imparano con il gioco, mentre le bambine sono più metodiche. Ed è per questo che spesso riescono meglio". Insomma, saranno anche più brave, ma solo perché secchione. Il ritorno alle classi monogenere non è un'ipotesi da sottovalutare: l'anno scorso, l'amministrazione Bush vi ha stanziato miliardi di dollari.

    Ma la questione maschile è ancora più articolata e complessa: "Viviamo in un clima generale che discrimina gli uomini", prosegue Ermini. "Per quale motivo lo Stato deve sostenere l'imprenditoria femminile? Perché loro possono andare in pensione cinque anni prima, quando statisticamente vivono dieci anni di più? Perché alcuni concorsi pubblici sono aperti solo alle donne? (In realtà, i concorsi pubblici riservati a un solo genere sono vietati; esistono quote riservate alle donne, e non sempre. L'unica eccezione è per lo spettacolo, ndr) Perché bisogna riservare loro seggi in Parlamento? (Cosa che non accade, ndr) E, infine, perché in caso di divorzio vengono privilegiate nell'affidamento dei figli?".

    Branchi rosa e liste nere

    Con il vituperato politically correct, altra faccia della Grande Madre, se la prende l'ultimo dei nostri interlocutori, Guido Venturini, designer e selvatico indomito. Vive nel sottotetto di un aristocratico condominio milanese: niente a che vedere con una tana in un bosco, ma pareti giallo ocra e raffinatissimi oggetti di design. Alcuni sono sue creazioni, come il famoso accendigas a forma di fallo, che qualche anno fa ebbe enorme successo. Pensavamo di trovare una specie di Frank Mackey, il personaggio di Tom Cruise in Magnolia, leader della setta Seduce and Destroy. Invece, Venturini è un uomo dall'aria poco pugnace, piccolo di statura, che parla con calma, scusandosi continuamente di non essere un buon oratore. Dopo qualche battuta, però, emerge il selvatico in lui: "Oggi lo spirito maschile si è svuotato, femminilizzato. Ogni genere ha le sue caratteristiche: le donne rappresentano la conservazione e l'eliminazione del rischio, i maschi il coraggio e la rigenerazione". Inutile fargli notare che, negli ultimi due secoli, le donne hanno mostrato qualcosa di più del coraggio per ottenere diritti in teoria scontati, come quelli alla proprietà, alla cultura e alla rappresentanza politica. Non sente ragioni: "Dovreste studiare la storia", taglia corto. La società della Grande Madre pullula di modelli negativi. Fare un elenco è difficile per Rino Barnart. "La lista non finisce mai", dice, e poi cita Ida Magli, Livia Turco, Barbara Palombelli e "la moglie di Ferrara". "Ma si potrebbe continuare all'infinito", perché "sono tutte, di fatto, femministe, come se vivessero 150 anni fa".

    Nella lista nera di Ermini, invece, c'è il Branco Rosa, con in testa la detestata Alessandra Mussolini. Ma che ne penseranno queste donne di simili rimostranze? Lo abbiamo chiesto alla "moglie di Ferrara", Anselma Dall'Olio, femminista militante negli anni '70. "Non sanno davvero che inventarsi", sbotta. "È evidente che, lì dove c'è il potere, non abbiamo rappresentanti: in Parlamento siamo meno del 10%, e qualcosa di analogo avviene ai vertici delle aziende". Gli uomini sono davvero discriminati per l'affidamento dei bambini in caso di separazione? "Ma se loro, i figli, non li vogliono! Non sanno cosa farsene! Se un giudice glieli desse in affidamento, dopo un po' li rimanderebbero indietro". E sulle classi separate? Selma sghignazza. "È curioso: nel '68 noi femministe chiedevamo lo stesso. Pensavamo che, in presenza dei compagni maschi, per timidezza le ragazze brillassero meno. È evidente che siamo state smentite dai fatti! Comunque si tratta di proteste frivole, che mostrano il risentimento di pochi. Sono destinate a morire". I movimenti degli uomini rilanciano, pensando addirittura a una rappresentanza politica. Ma con chi? "La destra non va", riflette Barnart, "perché ha troppi scheletri nell'armadio: l'immagine del macho e della donna angelo del focolare. La sinistra, invece, sta perdendo una grande occasione rifiutando di occuparsi di diritti maschili". E se i due schieramenti si rivelano ugualmente inadeguati, chissà che, alle prossime elezioni, il movimento non abbia un partito tutto suo. Quale sarà il simbolo?

    Edited by Koenig - 10/5/2011, 18:26
     
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  2. davide.proietti
     
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    CITAZIONE (Koenig @ 10/5/2011, 06:06) 
    Tuttavia dopo averci riflettuto ho concluso che il ventre è nel corpo della donna e anche nell'assegnazione dei figli la madre deve avere la priorità proprio per il fatto che siamo una specie mammifera, ovvero solo la femmina è specializzata per l'allevamento della prole sia fisiologicamente ( tramite le mammelle ) sia psicologicamente ( tramite l'istinto materno).

    Oddio io avrei da obiettare due cose su questo punto: 1) Non ho scelto io di nascere maschio e quindi di non avere l'utero 2) senza il mio sperma l'utero della mia compagna non genera figli.

    Io in generale trovo la guerra tra i sessi una cosa un po'superficiale, ennesimo indicatore di quello che dice Anepeta sulla coscienza di specie che nell'umano manca ma di brutto, ossia, sì ok io ho il pisello e tu la patatina :D , abbiamo altre differenze anatomiche che non mi metto ad elencare perché credo che le sappiamo tutt*, ma siamo uman* entramb*, ora, se si riuscisse a superare ogni tentativo di emancipazione settaria e contrapponentesi a beneficio di un'emancipazione di specie che contenga in sé, almeno in un primo momento, anche la questione più particolareggiata su razza, sesso ecc... questa emancipazione di specie conterrebe al suo interno anche, ovviamente, le emancipazioni di ogni minoranza o parte bistrattata dell'umanità (ner*, donne, introvers*, ebre*, omosessuali ecc...), se però ci si attacca alla logica di partito: difendo il mio sesso, la mia razza, il mio orientamento di personalità ecc... contro il tuo sesso, la tua razza (e qui parlo, nello specifico delle femministe che rifiutano i maschi, non vogliono i maschi tra di loro ecc... ed è un orientamento ancora presente nel movemento e anche, ovviamente degli uomini che dicono è colpa delle donne è colpa delle donne, come al solito si rimane in superficie, è colpa del soldo, è colpa della mancata coscienza di specie, non di pisellodotati o di vaginadodate) si continuerà a far su e giù come un'altalena nel mondo, prima su le/i bianch*, gli uomini, i/le ricch*, poi su le/i ner*, le donne, i/le pover*, poi giù le/i ner* su le donne su i/le bianch* giù gli uomini ecc... insomma, in un momento storico come questo, nel quale tutta l'umanità è minacciata gravemente, bisognerebbe guardare un po' oltre il proprio pene o la propria vagina.

    Per quanto riguarda poi l'introversione, ho già detto infinite vole che qui la questione inerente l'essere maschi diventa drammatica perché ogni caratteristica dell'introversione appartiene culturalmente alla donna (in particolare sensibilità ed empatia ma anche calma, riflessività, lentezza d'azione ec...) e il maschio introverso è semplicemente uno sfigato o come direbbero gli americani un looser tout court
    Basta leggere qui :sick: : https://lidi.forumfree.it/?t=55407320
     
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  3. tandream
     
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    Il fatto che tu non l'abbia scelto non giustifica nulla. Il tuo sperma è l'equivalente di quello di altri milioni di uomini ed una donna lo sa, ne basta un cucchiaino, anche perché altrimenti non si spiegherebbe come mai molte donne riescono a farsi inseminare artificialmente senza nessun giramento di testa.
    La questione invece è che proprio adesso le persone badano a salvaguardare il proprio pene e la propria vagina, perché se si tratta di salvaguardare una specie (quella umana) tutto il resto non conta.
    Bisogna fare i conti con 4000 anni di cultura maschilista in cui il patriarcato delle religioni e della politica continua inesorabilmente ad essere padrone.
     
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  4. davide.proietti
     
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    Tandream, non capisco cosa dovrebbe giustificare il non aver scelto il sesso (cioè non ho capito proprio cosa intendi ;)), posto anche che lo sperma mio sia uguale agli altri, ci sono anche mille uteri e ci sono anche donne che prestano l'utero, quindi la questione è rigirabile. Io dicevo quello solo per dire che non credo che il dire "la donna cresce il bambino nell'utero" equivalga a dire "il bambino è più mio perché l'ho tenuto nell'utero se divorziamo lo tengo io, al massimo a te spetta la manina, scegli tu se dx o sx, ti rimborso così dello sperma gentilmente donato" (:D) è un'ingiustizia perché appunto, come ho scritto, non ho scelto io di non avere l'utero e in seconda battuta, senza lo sperma (in generale, non proprio il mio personale :D, questo volevo dire) anche l'utero da solo non fa un granché.
    Era un esempio per dire che la cooperazione oltre che biologica, sarebbe bene diventasse culturale.

    Ovviamente l'occidente ha qualcosa di molto grande da riparare sulla diseguaglianza dei sessi, ma credo che su questo si sia tutti (almeno noi 3 :D) d'accordo.

    Qualche tempo fa un mio collega attore diceva che le donne ora sono emancipate "che cazzo vogliono di più, fanno quello che je pare, vanno 'n giro coa minigonna" beh, io gli ho detto vieppiù volte "ma tu davvero credi che la donna abbia raggiunto la parità?" e al suo ennesimo sì ho detto "vabbè" e me ne sono andato sul palco a diperarmi della stupidità umana che non lascia immune manco gli artisti, tanto elogiati per sensibilità ed intelligenza... bah

    Forse la rivoluzione culturale, che porterà anche alla parità (vera) sei sessi dovrebbe passare dalla scuola e, invece dell'ABC bisognerebbe insegnare che "il cervello è fatto come un'iceberg, la coscienza è solo la punta, tutto il resto è oscuro (a noi stessi), prima di farci un'idea del mondo e di difenderla a spada tratta fino alle guerre vediamo di mettere un po' di luce sul resto dell'iceberg", ma questa, per ora, è utopia, per ora però.

    Vi linko un articolo molto interessante di una mia giovanissima (20enne ed ennesimo esempio che l'età anagrafica conta poco) amica femminista
    http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2...one-dei-generi/
     
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  5. imperia69
     
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    Forse dovremmo considerarci tutt* esseri umani e combattere gli stereotipi, che fanno male sempre e comunque. Poi se un uomo vuole stare tra i fornelli e una donna progettare edifici, entrambi dovrebbero sentirsi liberi di farlo. Una moglie non è proprietà di un marito come un marito non è proprietà di una moglie. Né i figli sono dell'uno o dell'altro, ma sono esseri umani con i loro bisogni e i loro diritti (ad essere rispettati ed amati, in primis).
    Rispetto ai tempi dei miei genitori, oggi, effettivamente ci sono riconosciute tutta una serie di libertà; spesso l'ostacolo maggiore sono i pregiudizi che abitano in noi, più che le condizioni esterne.

    E' anche vero che, come donne, forse alcune caratteristiche introverse sono ritenute più accettabili. Ma non vale per tutte: nel nostro immaginario le donne sono molto loquaci, sono quelle che tengono le fila delle relazioni, "devono" creare un clima di armonia e quindi sorridere sempre. Una donna che parla poco e sorride solo se se la sente è comunque una bestia "strana".
     
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  6. tandream
     
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    Quello che vorrei dire a Davide è che si possono fare tutte le mega-rivoluzioni che si vuole ma tanto i diritti e doveri di uomo/donna/bambino non li cambia nessuno.

    CHI dovrebbe rendere uguale la donna all'uomo? Chiedetevi questo.

    Bisogna solo essere fortunati e vivere la propria identità di uomo o donna al massimo che si può nella speranza di trovare un compagno/a che non ci faccia rimpiangere di stare al mondo e che abbia una visione la più simile alla nostra senza essere per questo uguale a noi.

    CITAZIONE (imperia69 @ 10/5/2011, 14:12) 
    E' anche vero che, come donne, forse alcune caratteristiche introverse sono ritenute più accettabili. Ma non vale per tutte: nel nostro immaginario le donne sono molto loquaci, sono quelle che tengono le fila delle relazioni, "devono" creare un clima di armonia e quindi sorridere sempre. Una donna che parla poco e sorride solo se se la sente è comunque una bestia "strana".

    Che se si guarda a fondo sono tutte le caratteristiche delle "donne veline" di oggi per cui è tanto famosa l'Italia... e non è affatto un bene se si vogliono avere pari diritti.
     
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  7. Koenig
     
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    C'è un piccolo test per capire se un uomo è assolutamente non maschilista : basta andare su Youtube e cercare un video dal titolo "Wii per Donne". Se riuscite a vederlo fino alla fine senza ridere, ma anzi al contrario vi indignate, siete assolutamente non maschilisti. In ufficio tra i miei colleghi uomini questo video ha avuto un successo senza precedenti. Alle colleghe nessuno ha avuto il coraggio di mostrarlo. Se io ho riso o meno non ve lo dico ( ahahahahahahahah..... :D :D :D ).
    Le donne è meglio che non lo guardino anche perchè alla fine del video è veramente scandaloso!!! ( vi ho avvertito... )
     
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  8. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    CITAZIONE (tandream @ 10/5/2011, 15:50) 
    CHI dovrebbe rendere uguale la donna all'uomo? Chiedetevi questo.

    intendi in senso pratico?
     
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  9. imperia69
     
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    Il punto non è chi deve diventare uguale a chi, per come la vedo io, ma che ognuno possa esprimere quello che è senza ingabbiarsi in ruoli precostituiti.
    La libertà di una donna (come quella del suo partner) non può ridursi a vedersi riconosciuto il diritto di sputare sangue sotto il Marchionne di turno esattamente come un uomo...

    Quanto al modello "velina", io mi riferivo di più al ruolo tradizionale della madre di famiglia, a cui da sempre è imposto di farsi carico del buon andamento delle relazioni, fino a farla sentire colpevole se invece qualcosa non va. E per la quale può essere un conflitto interiore enorme pensare di voler "chiudere" con un rapporto, perché i bisogni degli altri vengono sempre prima dei suoi. (Poi magari questa si vendica sugli unici esseri su cui ha potere, cioé i figli, ma questo è un altro discorso)
     
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  10. Sandokan1317
     
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    Ho letto con attenzione ciò che scritto Koenig...
    Koenig, mi puoi spiegare certe incongruenze, se ti è possibile?

    Io credo fermamente nell'articolo 3 della Costituzione Italiana e non mi sento né maschilista né femminista. Ma noto che in quasi tutti i paesi occidentali c'è qualcosa che non va per quanto riguarda gli uomini e le donne. Ti farò un elenco di discriminazioni che gli uomini subiscono attraverso leggi che palesemente vanno contro l'articolo 3 della Costituzione.

    1) Perchè i padri separati perdono, nella stragrande maggioranza dei casi, la casa, parte dello stipendio e la possibilità di vedere i propri figli in misura uguale alla madre?

    2) Perchè esistono le quota rosa se nessuna legge discrimina negativamente le donne?

    3) Perchè esistono i doppi standard nell'esercito?

    4) Perchè nei casi di stupro e solo in quei casi vale la presunzione di colpevolezza per l'accusato?

    5) Perchè le donne vanno prima in pensione se siamo tutti uguali?

    Grazie per le gentili risposte.
     
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  11. marcello.difiore
     
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    Non lo so', devi chiederlo a chi legifera. La mia passione e' la tutela dei diritti degli introversi ( maschi e femmine ). Ciao.
     
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  12. marcello.difiore
     
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    Rieccomi, ieri avevo poco tempo, scusami.

    Ognuno vede il mondo da un proprio punto di vista. Dal mio punto di vista io vedo un mondo dove maschi e femmine, gender, sono uniti, nella negazione di tutti i diritti della persona, contro i transgender, ovvero verso chi è "tra i generi". Chi sono i transgender? Sono persone che hanno metà corpo maschile e metà femminile, e non si sentono nè uomini nè donna ma proprio un genere a parte, rappresentando quindi un terzo genere a sè stante. C'è chi non crede all'esistenza di un terzo genere tra maschio e femmina, ma io ci credo fermamente. Non ho una lista da fare sulla discriminazione totale che li investe ma una sola considerazione : i transgender sono invisibili, non li vedi in nessun luogo pubblico, sebbene esistano e in una percentuale significativa. Non ci può essere maggiore discriminazione di questa, da cui discende ogni altra discriminazione su ogni diritto che la persona può avere. Se le donne manifesteranno, sostenendo di avere ancora diritti da conquistare, io ci andrò, ma solo per pura curiosità. Se gli uomini QM manifesteranno, glielo auguro, sostenendo che una lista di diritti gli sono stati erosi, io ci andrò, per pura curiosità. Se manifesteranno però i transgender solo per questi ultimi io sarò disposto a partecipare non per sola curiosità ma per autentica adesione. Questo sebbene io essendo uomo in un corpo maschile sono un gender. Di certo non potrei essere d'accordo su chi sostenesse che o le donne o gli uomini o i transgender non hanno diritto a manifestare. Quì posso solo essere ostile perchè il diritto a manifestare non lo si può negare a nessuno. In definitiva però è sugli introversi che mi concentro dovendo scegliere tra una sola delle infinite diversità. Non mi posso interessare anche alle cause degli ebrei, dei negri, dei lebbrosi e di ogni altra tipologia umana simile, sono perchè anche loro sono discriminati. Così pure non posso andare a chiedere agli eschimesi di lottare al mio fianco contro le posizioni neorazziste antimeridionali leghiste. Devo scegliere una sola cosa per fare bene solo quella. Credo che derivi dal mio perfezionismo introverso. Io ho scelto di occuparmi di introversi, introversi maschi e introversi femmine.

    Un saluto.
     
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  13. marcello.difiore
     
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    Scusa ti riporto il video citato nei precedenti messaggi, per tua facilità di visione. Il video non lo considero significativo dei diritti negati della donna, assolutamente no perchè sarebbe ridicolo come prova, ma lo considero significativo dei diritti degli introversi se osservato da un'altro punto di vista. Ti spiego il perchè. Se io parlassi ai miei colleghi dei diritti dei transgender come minimo mi manderebbero affanculo e verrei bollato come gay. Quando però ho mostrato loro questo video in cui delle donne, seppur in maniera simulata, fanno un pompino ingoiando sperma, ho riscosso la simpatia di tutti. Sinceramente tutto questo non mi piace. In quanto introverso vorrei un mondo dove le persone, tutte, se proprio non vogliono fare le persone serie dovrebbero riconoscermi il diritto, a me, di poterlo fare. Invece non posso farlo. Se lo facessi verrei emarginato. Perchè ti parlo dei diritti degli introversi e non degli uomini o delle donne? Forse perchè siamo nel forum della lega italiana per la tutela dei diritti degli introversi?

     
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  14. marcello.difiore
     
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    Per concludere : non mi sottraggo ad un mio giudizio personale sulla QM. Le mie idee non sono assolute ed eterne. Nel post esprimo un giudizio poco lusinghiero della QM, anche se lascio aperto degli spiragli se si legge con attenzione. Il giudizio negativo che ne ho tratto è derivato da come ho conosciuto la QM su questo forum, visto che prima la QM non la conoscevo e anzi ne ignoravo persino l'esistenza. Io però sono pronto a cambiare sempre le mie opinioni, alle quali dò quindi carattere di elasticità. Nel tuo breve messaggio hai fatto esattamente questo :

    1. Hai parlato di QM in una discussione di QM e non in una femminista. Ha un senso aspettare che venga postata una discussione a tema femminista o che si cerchi una discussione femminista del passato per parlare di QM fra i messaggi di risposta?

    2. Hai adoperato un linguaggio breve e chiaro e non mastodontiche polemiche in cui si parla di tutto ed il contrario di tutto per confondere l'interlocutore.

    3. Non esprimi acredine e non trovo frasi paragonabili a quelle che ho letto in pubblico ( "le donne non capiscono nemmeno quello per cui manifestano" ) e in privato ( "ho piacere di portare le utenti all'irritazione così scoprono il loro lato umano" )

    4. Non fai negazionismo storico ma parli di temi attuali. Negare la storia, o parte della storia, ha un senso? ( "storicamente è stato sempre e soltanto il maschio ad essere discriminato..." : non è passato nemmeno un secolo da quando le donne hanno acquisito il diritto di voto )

    5. I temi di cui parli sono sensati. E' sensato chiedersi perchè le donne possono fare il militare ma a morire in Afghanistan sono gli uomini. In passato mi sono dovuto confrontare con temi del tipo : gli uomini alpha sono una esigua minoranza ma i 2/3 delle donne, in questo preciso istante, tradiscono i loro mariti beta con uomini alpha ( ha un senso logico-matematico? )

    6. Non neghi, anche teoricamente, il principio della parità tra i generi ma affermi solo l'esistenza di uno stato di discriminazione verso i maschi. In passato ho letto che i generi sono diversi da cui discende che possono avere solo diritti diversi, sia nel reale che in questo forum ( a titolo di esempio "non sono le donne ad avere il diritto a manifestare ma gli uomini", "hai postato una discussione in cui parli della strage Canadese, pur sapendo che, con le mie idee QM, mi avresti dato fastidio...", "la pubblicità che mette un cartello su un bambino con la scritta colpevole è sessista, le numerose pubblicità con donne con le cosce allargate non sono sessiste, ma rientrano solo nelle contraddizioni femminili..." ).

    Il tuo modo di porti lo ritengo positivo e se vorrai postare cento discussioni sulla QM non possono che essere bene accette ( anche se questo forum deve restare polarizzato sull'introversione, e cioè nessuno deve andare a rompere i coglioni nei forum degli altri, così come io non vado a rompere i coglioni nei forum femministi e in quelli sulla QM... ).

    La morale di quello che voglio dire qual'è? La morale è la seguente. La QM, così come la lega introversi, è un movimento giovane e rientra nelle regole del gioco poter non essere compresi all'inizio. Tant'è che incompresi lo siamo pure noi introversi della LIDI. Chi è venuto sul forum senza essere una persona introversa il giudizio più benevolo che ci ha dato è stato che vogliamo creare un'identità biologica che non esiste, quella degli introversi, e oltre questo vogliamo mettere delle etichette alla persone. Si è arrivato persino a dire che vorremmo erodere diritti agli estroversi, affermazione che non sò se sia più assurda o più ridicola... La verità è che è l'esatto contrario : gli introversi esistono come identità biologica, non vogliamo etichettare nessuno ma al contrario rimuovere le etichette, e di certo non vogliamo erodere diritti a nessuno ma solo tutelare i nostri.

    Visto che essere incompresi fà parte della regola del gioco allora è conveniente sapersi porre agli altri nel modo più corretto possibile. Il che richiede un continuo aggiustare il tiro.

    Aggiustando il tiro problemi non ce ne sono, te lo assicuro, fuorchè uno. Chi viene nel forum degli introversi dovrebbe, per buona educazione, interessarsi a cosa gli introversi rivendicano, altrimenti non può attendersi reciprocità...
     
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  15. Sandokan1317
     
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    Guarda Marcello, onestamente, io una 15ina di anni fa ero introverso, adesso diciamo che sono estroverso. Su questo tema, ossia su quello degli introversi, pur volendoti o volendovi aiutare (sempre che siano bene accetti degli aiuti) non saprei come fare.
    Per quanto riguarda la questione maschile, ti posso assicurare che io credo nell'articolo 3 della Costituzione Italiana. Tutti hanno gli stessi identici diritti e gli stessi identici doveri. Sono contrario alla donna "angelo del focolare". Io voglio che la morte di un uomo pesi quanto quella di una donna. Io voglio che l'età pensionabile di un uomo sia la stessa di quella di una donna. Io voglio che la donna faccia la soldatessa alle stesse identiche condizioni di un soldato. Io voglio che un padre separato valga quanto una madre separata. Io voglio che una donna non sia discriminata sul lavoro in quanto donna, ma non accetterò mai le discriminazioni positive o le quote rosa. Per quanto riguarda la pubblicità, io sono per la libertà di pensiero e di pubblicizzare in qualsiasi modo (costituzionalmente valido) dei prodotti. Sono contro la censura sempre e comunque. Quindi, bandire una pubblicità femminista o maschilista per me è sbagliato . La pubblicità è la pubblicità, non è la legge. Grazie per la cortesia Marcello.
     
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18 replies since 10/5/2011, 05:06   1554 views
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