Amici e bisogno di attenzione

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  1. alexey86
     
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    non è equilibrato per nulla infatti l'estroverso prima o poi lo mollerà
     
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  2. Franz86
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 8/1/2013, 19:55) 
    CITAZIONE
    No, in queste faccende non c'è relativismo che tenga. Se sono sempre io a chiamare l' altro e a tentare di tenere in piedi il rapporto, vuol dire che di equilibrio non c'è traccia. Punto e basta.

    Che mi dici di questo: amicizia fra introverso-estroverso. Si conoscono da una vita e sono legati da un profondo affetto. Ma l'estroverso è un tipo passionale, quasi appiccicoso: chiama, propone incontri, organizza serate. L'introverso invece è riservato, timido, si tira indietro nelle proposte e rimanda gli incontri per bisogno dei suoi spazi.

    Dal punto di vista dell'estroverso, secondo te quanto è equilibrato questo rapporto?

    Di questo ti dico che non è sovrapponibile alla tipologia di casi a cui mi riferivo io.

    E comunque (prescindendo dagli schematismi introverso/estroverso ... ), a meno che non ci sia una qualche affinità davvero profonda (l' affetto non si può dare per scontato, soprattutto se non viene alimentato costantemente) o un qualche motivo concreto che continui a rinsaldare il legame, anche il rapporto del tuo esempio, per come è esposto perlomeno, è destinato a sfasciarsi o a diventare minimale, nel senso che con il tempo da "amicizia" si trasformerà in "conoscenza che crea occasioni di saltuarie rimpatriate".
     
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  3. Diogene W
     
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    Io sto semplicemente cercando di sottolineare l'importanza della dinamicità di un rapporto. Concordo con l'idea della reciprocità ma non con quella dell'equilibrio, che non solo è un concetto relativo ma propone una categorizzazione ideale che non ha niente a che fare con la realtà. La realtà è composta da individui con scarso equilibrio che insieme ad altri individui con scarso equilibrio tentano di equilibrare un legame con scarsissimo equilibrio che a sua volta cerca di equilibrare i due poco equilibrati.

    La chiamerei reciprocità dinamica. Non fra identità ma fra aspirazioni di identità. Non è l'essere equilibrati ma l' "equilibrarsi vicendevolmente" in modo equilibrato. O mantenere un disequilibrio equilibrato.

    Sto specificando, non sto mica aggiungendo molto ^_^
     
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  4. Nicola.
     
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    mi è successo, ma nella mia ottica non lo vedo come un abbandono. amico delle superiori che è stato per un periodo il mio migliore amico, poi io mi fidanzai e lui idem, tra questo e l'università ci si vedeva molto spesso. io nel frattempo ero in un periodo di cambiamento e avevamo conosciuto nuove persone: risultato è che quasi sempre lo contattavo io. poi piano piano ho capito che abbiamo pochi punti in comune e ho smesso pure io di chiamarlo, ma ci sentiamo ogni tanto ogni tot mesi


    comunque anche secondo me l'amicizia solida non risente del tempo e della lontananza (ora ci si può tenere in contatto in maniera indiretta con discreta facilità, peraltro)

    CITAZIONE (Diogene W @ 8/1/2013, 19:55) 
    Che mi dici di questo: amicizia fra introverso-estroverso. Si conoscono da una vita e sono legati da un profondo affetto. Ma l'estroverso è un tipo passionale, quasi appiccicoso: chiama, propone incontri, organizza serate. L'introverso invece è riservato, timido, si tira indietro nelle proposte e rimanda gli incontri per bisogno dei suoi spazi.

    Dal punto di vista dell'estroverso, secondo te quanto è equilibrato questo rapporto?

    se l'altro è abbastanza arguto capisce che uno ha semplicemente bisogno dei suoi spazi e lo rispetta. non vedo perchè non possa essere equilibrato una volta accettato ciò
     
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  5. Franz86
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 8/1/2013, 20:27) 
    Io sto semplicemente cercando di sottolineare l'importanza della dinamicità di un rapporto. Concordo con l'idea della reciprocità ma non con quella dell'equilibrio, che non solo è un concetto relativo ma propone una categorizzazione ideale che non ha niente a che fare con la realtà. La realtà è composta da individui con scarso equilibrio che insieme ad altri individui con scarso equilibrio tentano di equilibrare un legame con scarsissimo equilibrio che a sua volta cerca di equilibrare i due poco equilibrati.

    La chiamerei reciprocità dinamica. Non fra identità ma fra aspirazioni di identità. Non è l'essere equilibrati ma l' "equilibrarsi vicendevolmente" in modo equilibrato. O mantenere un disequilibrio equilibrato.

    Sto specificando, non sto mica aggiungendo molto ^_^

    L' errore di fondo del ragionamento sta nel fatto che l' amicizia si definisce tale proprio quando è un rapporto stabile e su cui si è vicendevolmente convinti di poter fare sempre affidamento. Se le parti in causa hanno concetti di amicizia troppo differenti il rapporto non funziona. Poi, per carità, nella realtà i legami si sfasciano anche per cause di forza maggiore, ma finchè durano gli amici devono essere convinti che il loro rapporto sia per sempre.
    Che poi l' amicizia di questo tipo venga sempre più trascurata dalla cultura contemporanea è un altro discorso.

    E comunque non mi puoi criticare una "categorizzazione ideale" (pure con pretese di "oggettività"!) tramite un' altra "categorizzazione ideale" che non mi pare molto più pertinente alla realtà, è solo la tua categorizzazione ideale. :P
     
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  6. Franz86
     
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    CITAZIONE (Nicola. @ 8/1/2013, 20:32) 
    mi è successo, ma nella mia ottica non lo vedo come un abbandono. amico delle superiori che è stato per un periodo il mio migliore amico, poi io mi fidanzai e lui idem, tra questo e l'università ci si vedeva molto spesso. io nel frattempo ero in un periodo di cambiamento e avevamo conosciuto nuove persone: risultato è che quasi sempre lo contattavo io. poi piano piano ho capito che abbiamo pochi punti in comune e ho smesso pure io di chiamarlo, ma ci sentiamo ogni tanto ogni tot mesi.

    Certo che non lo vedi come un abbandono, non siete più amici come prima, è diventato un rapporto diverso! Ma se questa me la chiami "amicizia solida" posso solo dirti che io e te abbiamo concetti molto differenti di amicizia. Capita, e questa però è una cosa da capire bene quando ci si impegna nei rapporti.

    Comunque il problema è quando, con il passare del tempo e con il distacco, uno andando avanti si rende conto che "abbiamo pochi punti in comune" (o qualsiasi altra cosa) mentre l' altro rimane fermo ad uno stadio precedente,. In caso contrario è evidente che si tratta di una sorta di "separazione consensuale" ( :D ) dove nessuno dei due si sente "abbandonato" e il rapporto diventa una sorta di conoscenza.
     
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  7. Nicola.
     
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    no ma infatti non la definisco affatto amicizia solida. inizialmente però io ci tenevo ancora a tenerla viva, non so se perchè non mi ero ancora reso conto del cambiamento, o forse perchè lo stesso cambiamento ancora non era avvenuto.
     
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  8. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    L' errore di fondo del ragionamento sta nel fatto che l' amicizia si definisce tale proprio quando è un rapporto stabile e su cui si è vicendevolmente convinti di poter fare sempre affidamento. Se le parti in causa hanno concetti di amicizia troppo differenti il rapporto non funziona. Poi, per carità, nella realtà i legami si sfasciano anche per cause di forza maggiore, ma finchè durano gli amici devono essere convinti che il loro rapporto sia per sempre.
    Che poi l' amicizia di questo tipo venga sempre più trascurata dalla cultura contemporanea è un altro discorso.

    Condivido gran parte dei discorsi che hai fatto sulla reciprocità, ma quello che sto dicendo adesso è che tanto la stabilità quanto l'instabilità di un rapporto può portare alla rottura del famoso "per sempre". Questo perché quello che secondo me bisogna tenere sempre conto è che le persone sono in continuo (superficiale) mutamento e l'unico vero motivo per cui una relazione resta in piedi è grazie all'accettazione da ambo le parti dei propri reciproci cambiamenti e che l'idea di "stabilità" è effettivamente un'illusione nociva. Ciò significa che la fiducia non sia importante? Assolutamente no. Ma che ogni rapporto ha un'identità a sé stante, staccata dagli individui stessi, che ha la tendenza ad irrigidirsi il più possibile. E il rapporto fallisce proprio per questo.

    CITAZIONE
    E comunque non mi puoi criticare una "categorizzazione ideale" (pure con pretese di "oggettività"!) tramite un' altra "categorizzazione ideale" che non mi pare molto più pertinente alla realtà, è solo la tua categorizzazione ideale. :P

    :nono2.gif: Oh no, caro mio, io non ho categorizzato un bel niente! Io voglio mantenere la conflittualità nelle cose.

    Prima accetti di essere uno che gode nel dare giudizi ed inscatolare la realtà, Franz, e prima ti possiamo piazzare in una clinica apposita così che il tuo viaggio verso la libertà dal pensiero-in-bianco-e-nero abbia il suo inizio :innocent.gif: :D
     
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  9. Franz86
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 8/1/2013, 22:51) 
    Condivido gran parte dei discorsi che hai fatto sulla reciprocità, ma quello che sto dicendo adesso è che tanto la stabilità quanto l'instabilità di un rapporto può portare alla rottura del famoso "per sempre". Questo perché quello che secondo me bisogna tenere sempre conto è che le persone sono in continuo (superficiale) mutamento e l'unico vero motivo per cui una relazione resta in piedi è grazie all'accettazione da ambo le parti dei propri reciproci cambiamenti e che l'idea di "stabilità" è effettivamente un'illusione nociva. Ciò significa che la fiducia non sia importante? Assolutamente no.

    Mah, mi aspettavo un' obiezione più radicale.

    Certo che le persone sono in continuo superficiale (ma neanche tanto, solo che questo è tutto un altro discorso ancora) mutamento, ma alla fin fine restano sempre le stesse (addirittura lo dici perfino tu che i mutamenti sono “superficiali”). Con ciò non dico che i cambiamenti personali non possano portare alla fine dei rapporti, dico però che quando ciò sembra accadere in realtà è perchè la persona non la si era valutata correttamente già dal principio, quando ancora la volontà di auto-illusione portava a vedere tutto a rose e fiori. Ok, è una cosa difficile, ma per questo ritengo che i rapporti forgiatisi nelle avversità siano decisamente più affidabili degli altri: perchè è in quei momenti che davvero si può apprezzare il carattere delle persone nella sua più intima essenza, di là da quel che vogliono dare a vedere nella quotidianità.
    Il fatto che tu definisca l' idea di stabilità un qualcosa di nocivo fa parte delle tue personali idiosincrasie, su cui abbiamo avuto modo di discutere in altre occasioni: qui è un discorso di visioni del mondo che non coincidono, pace, non è che posso ricordarti sempre che tu hai torto e io ho ragione. :P
    CITAZIONE
    Ma che ogni rapporto ha un'identità a sé stante, staccata dagli individui stessi, che ha la tendenza ad irrigidirsi il più possibile. E il rapporto fallisce proprio per questo.

    Qui non capisco cosa intendi. Il rapporto è dato dalle interazioni tra gli individui, non ha un' identità a sé stante perchè “il rapporto” in sé e per sé non è nulla: non respira, non corre, non gioca, non si può toccare … :D
    Però in effetti è una teoria interessante, quasi quasi ti do ragione e la faccio mia. Allora, i "rapporti" sono tipo degli animaletti, dei morbidi micetti magari. Quindi, se io perdo il rapporto con qualcuno, quello che devo fare è vagare gridando "rapportoooo? raaaaaappoooooortooooo!?! miciomiciomicio!" con una scodellina di bocconcini (di buoni propositi?) finchè non lo ritrovo.
    Sì, sto diventando demente del tutto.

    CITAZIONE
    :nono2.gif: Oh no, caro mio, io non ho categorizzato un bel niente! Io voglio mantenere la conflittualità nelle cose.

    Nel momento in cui dici: “la realtà è ...” stai generalizzando e categorizzando, è inevitabile.
    CITAZIONE
    Prima accetti di essere uno che gode nel dare giudizi ed inscatolare la realtà, Franz, e prima ti possiamo piazzare in una clinica apposita così che il tuo viaggio verso la libertà dal pensiero-in-bianco-e-nero abbia il suo inizio :innocent.gif: :D

    Abbiamo un' emergenza! Presto, soccorsi! busted_blue
    Diogene W, la paladina del mbti e dell' oroscopo accusa gli altri di dare giudizi e inscatolare la realtà! Ah già, ma è una che non riesce nemmeno a fare le rane origami … emergenza rientrata.

    Comunque io accetto senza problemi: questa cosa del dare giudizi e inscatolare la realtà è ciò che fanno tutti gli esseri umani, e quella clinica esiste già, si chiama “mondo”. Al massimo variano le dimensioni della scatola: che poi non è neanche che si inscatola la realtà, a dire il vero si inscatola se stessi. Il solo modo per non farlo è o non emettere valutazioni di sorta, o non dare alcuna importanza a nulla (sono entrambe manifestazioni di un solo approccio).

    La cosa buffa è che Ilaria ha aperto un OT, e prima che potesse intervenire noi abbiamo creato un altro grosso OT dal suo OT. :D
     
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  10. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Mah, mi aspettavo un' obiezione più radicale.

    Ah ma ormai evito le obiezioni radicali con te perché il ping-pong con le tue mi porta alla follia :P

    CITAZIONE
    Certo che le persone sono in continuo superficiale (ma neanche tanto, solo che questo è tutto un altro discorso ancora) mutamento, ma alla fin fine restano sempre le stesse (addirittura lo dici perfino tu che i mutamenti sono “superficiali”).

    Se non sbaglio la psicologia dice che, una volta che il carattere di una persona si è formato, questo non può modificarsi. E su questo mi sembra che siamo d'accordo (grazie al cielo). Quello che prendo in considerazione ora, però, è nientemeno che la solida convinzione di ognuno di noi di star facendo un percorso. Quando inglobiamo un'altra persona nella nostra vita, dobbiamo tenere conto di questa convinzione e rendere il rapporto stesso un continuo percorso. Ora concentrati: non sto quindi parlando di stabilità come "Mi fido di te" (positiva), ma di stabilità come "Tu e questo rapporto non cambierete mai" (negativa). Reciprocità dinamica.

    CITAZIONE
    Con ciò non dico che i cambiamenti personali non possano portare alla fine dei rapporti, dico però che quando ciò sembra accadere in realtà è perchè la persona non la si era valutata correttamente già dal principio, quando ancora la volontà di auto-illusione portava a vedere tutto a rose e fiori.

    Tu sei morbosamente ossessionato dalle auto-illusioni, soprattutto riguardo alle persone. Prima o poi riuscirò a capire il perché, che tu lo voglia o meno bleh

    CITAZIONE
    Ok, è una cosa difficile, ma per questo ritengo che i rapporti forgiatisi nelle avversità siano decisamente più affidabili degli altri: perchè è in quei momenti che davvero si può apprezzare il carattere delle persone nella sua più intima essenza, di là da quel che vogliono dare a vedere nella quotidianità.

    E non potrei essere più d'accordo. Aggiungo anche il rapporto di odio che si scopre affezione. Il problema è che bisognerebbe avere un bel po' di parenti da far schiattare per poter farsi amici veri in questo modo :doh.gif:

    CITAZIONE
    Il fatto che tu definisca l' idea di stabilità un qualcosa di nocivo fa parte delle tue personali idiosincrasie, su cui abbiamo avuto modo di discutere in altre occasioni: qui è un discorso di visioni del mondo che non coincidono, pace, non è che posso ricordarti sempre che tu hai torto e io ho ragione. :P

    Risolvimi questo enigma: ma chi fra noi due è il più insopportabilmente arrogante? bash
    A te piace l'idea della stabilità, del sentirti al sicuro, del non avere illusioni, del sapere esattamente cosa sta succedendo, del sapere cosa aspettarti, dell'essere in equilibrio con l'altra persona, ...(si prega di attendere: stiamo lavorando sul tuo profilo psichiatrico cigar)


    CITAZIONE
    Qui non capisco cosa intendi. Il rapporto è dato dalle interazioni tra gli individui, non ha un' identità a sé stante perchè “il rapporto” in sé e per sé non è nulla: non respira, non corre, non gioca, non si può toccare … :D

    Osserva la realtà che ti circonda, Franz.ee Basti pensare al fatto che la relazione ha un potere coercitivo sui suoi membri. Spesso non si fanno cose "per l'altro" ma "per il rapporto". Certo: esiste solo grazie agli individui, chiaro. Ma non è la loro somma.

    CITAZIONE
    Però in effetti è una teoria interessante, quasi quasi ti do ragione e la faccio mia. Allora, i "rapporti" sono tipo degli animaletti, dei morbidi micetti magari. Quindi, se io perdo il rapporto con qualcuno, quello che devo fare è vagare gridando "rapportoooo? raaaaaappoooooortooooo!?! miciomiciomicio!" con una scodellina di bocconcini (di buoni propositi?) finchè non lo ritrovo.
    Sì, sto diventando demente del tutto.

    Ahah!! Ma pensa te, se non fossi così occupato a rigirarti nella tua cinica pazzia da ingenuo-represso apprezzeresti la meravigliosa metafora (meglio simbolo) che tutto malgrado hai tirato fuori. E in più l'immagine di te che giri in un cortile urlando "miciomiciomicio" è assolutamente impagabile glasses3

    CITAZIONE
    Abbiamo un' emergenza! Presto, soccorsi! busted_blue
    Diogene W, la paladina del mbti e dell' oroscopo accusa gli altri di dare giudizi e inscatolare la realtà! Ah già, ma è una che non riesce nemmeno a fare le rane origami … emergenza rientrata.

    IL DISEGNO NON ERA CHIARO!!

    CITAZIONE
    Comunque io accetto senza problemi: questa cosa del dare giudizi e inscatolare la realtà è ciò che fanno tutti gli esseri umani, e quella clinica esiste già, si chiama “mondo”. Al massimo variano le dimensioni della scatola: che poi non è neanche che si inscatola la realtà, a dire il vero si inscatola se stessi. Il solo modo per non farlo è o non emettere valutazioni di sorta, o non dare alcuna importanza a nulla (sono entrambe manifestazioni di un solo approccio).

    Generalizzazione? Ah é così che risolvi la nostra diatriba fra io che tendo di guardare a cosa davvero fa funzionare un rapporto e tu che fantastichi (no, non è un termine che si addice solo a me) su ciò che dovrebbe tenerlo in piedi? Ma certo che hai ragione: i concetti sono il modo in cui ci relazioniamo con la realtà. Ora fai un salto al livello inferiore della verità e dai un'occhiata a cosa ha bisogno il popolo.

    CITAZIONE
    La cosa buffa è che Ilaria ha aperto un OT, e prima che potesse intervenire noi abbiamo creato un altro grosso OT dal suo OT. :D

    Io preferisco chiamarlo "interessante ampliamento del discorso".
     
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  11. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    io la vedo molto semplice:

    io ti chiamo + tu mi chiami = affetto <3<3<3
    io ti chiamo, tu non mi chiami = cacca
    io non ti chiamo + tu mi chiami = cacca
     
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  12. Franz86
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 9/1/2013, 14:02) 
    Ah ...

    No guarda, stai ampliando a dismisura il discorso. :P
    (sentivi la mancanza di questa affermazione?)
     
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  13. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    io ti chiamo + tu mi chiami = affetto <3<3<3
    io ti chiamo, tu non mi chiami = cacca
    io non ti chiamo + tu mi chiami = cacca

    Evviva le sfumature ^_^
     
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  14. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    cinquanta-sfumature-grigio

    Le-cinquanta-sfumature-di-E.-L.-James_v_gdv

    472923_O
     
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  15. Franz86
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 9/1/2013, 20:36) 
    CITAZIONE
    io ti chiamo + tu mi chiami = affetto <3<3<3
    io ti chiamo, tu non mi chiami = cacca
    io non ti chiamo + tu mi chiami = cacca

    Evviva le sfumature ^_^

    E' una sublime sintesi di grande efficacia evocativa. :lol:

    Quando si cominciano a cercare le sfumature è perchè si vuole giustificare l' altro ... e ciò non è bene.
    Si possono fare certo dei tentativi di chiarimento ... ma se falliscono e la situazione rimane invariata ("io ti chiamo, tu non mi chiami") allora la cosa più saggia da fare è troncare il rapporto. Se c'è qualcosa che impedisce di fare questo, allora purtroppo è il caso di parlare di auto-illusioni.

    Ah, però che letture tra un Vanity Fair e l' altro ... :P
    http://it.wikipedia.org/wiki/Cinquanta_sfumature_di_grigio
     
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47 replies since 29/5/2012, 16:32   833 views
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