Rivoluzione culturale e rivoluzione materiale

Sulla riforma delle coscienze

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  1. Nicola.
     
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    io parlo per dare aria alla bocca, poichè non ho grandi basi culturali di ciò di cui parlo, comunque

    penso che in primis ci debba essere una vera comunione di intenti. è quanto di più lontano oserei immaginare ora in politica e più in generale in italia. e mi ci metto per primo, perchè io come tantissimi altri sono individualista (non egoista), tendo a lavorare bene quando non ho limiti e compromessi, e non sarei mai il tipo di persona adatta ad una rivoluzione comune. queste cose possono essere sormontate da uno stato di disagio collettivo diffuso che porti quelli più refrattari a pensare che in fin dei conti bisogna fare qualcosa che non sia lottare in solitudine contro i mulini a vento.

    per proporre un cambiamento drastico basta un grande disagio e la dimostrazione del fallimento della precedente situazione. mantenerlo è una cosa culturale, i cambiamenti destinati a durare secondo me sono quelli che hanno gettato le basi nel tempo, per questo in generali delle rivoluzioni diffido, perchè è un distruggere, godersi quell'istante di anarchia dove teoricamente tutto potrebbe accadere, e poi lasciare che si insedi qualcos altro di sbagliato. in ogni modo sono convinto che per poter sperare di avere le capacità di fare qualcosa del genere, prima devi lavorare sul tuo modo di vivere ed essere un buon cittadino nel mondo
     
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7 replies since 26/7/2012, 20:30   192 views
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