Eccessiva empatia? Eccessiva fantasia? Patologia?

Quando "sentire" fa male

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Yorick75
     
    .

    User deleted


    Allora yukino76,

    Riepilogando. Nella prima parte di questo post leggo una tua critica, legittima, all' impostazione della storia data all' autrice. Spieghi bene (poi, magari, l' autrice avrà avuto le segue ragioni) cosa non ti piace e cosa ti spinge ad abbandonare la lettura. Sei delusa e arrabbiata verso l' autrice, proprio perché nutrivi grandi aspettative che, a quanto pare, sono si sono realizzate.

    Qui ci siamo. Tutto molto razionale.

    Ma la storia continua, sotto forma di un tuo film mentale, proiezione che però hai degli effetti tangibili sul tuo sistema emotivo.
    Tu soffri immaginando le sofferenze di questa persona nella situazione nella quale si trova come se questa situazione fosse reale. E' un fantasma che si muove incontrastato nella tua mente procurandoti delle ferite. Ora l' unica tua arma è compensare queste sofferenze, sue e tue, con la fantasia e la scrittura.

    La delusione con l' autrice rientra, appunto, nel carico di aspettative che tu le hai dato. Capita, non dovrebbe, ma succede che le persone deludano. La rabbia non è un buon segnale perché vuol dire che non hai superato la cosa. Si va avanti, si deve andare avanti. Lei avrà i suoi motivi per le scelte che ha fatto, o forse no, ma non possiamo dominare gli altri.
    La tua critica la vedo troppo radicale, troppo assolutista. Tu non ti vuoi fidare di lei, non ti abbandoni, perché vorresti essere tu a condurre il gioco.Questo protagonista lo senti tuo, è tuo, forse sei tu. Sposti il gioco nel tuo campo, la tua mente, ma qui una forza superiore riprende il pallino del gioco.

    Io cercherei di approfondire anche la parte razionale, la tua critica al suo lavoro. Mi sembra ci sia un collegamento. Questa storia poi non è diversa dalle tante altre storie sul tema. Prendi un onesto, mettilo in galera, fagli patire le pene dell' inferno, e poi... arriva la cavalleria a salvarlo. Beh, è uno schema strausato, e anche logoro.
    Capisco che non essere capiti è dura. C' è superficialità o incapacità nel mettersi nei panni degli altri,o a volte è effettivamente difficile.

    Domande :
    Ti spaventa la consapevolezza di questa cosa (fantasia=reale sofferenza) o le eventuali conseguenze che possono avere sulla tua vita ?
    Ma sei sai già che ci sarà un happy end, e la storia è ancora in corso, e ci sarà anche una parte di riscossa, perché sei sicura che questo non ti sarà di conforto ? Come fai a prevederlo ?




    CITAZIONE (Diogene W @ 18/11/2012, 15:29) 
    Forse dovrei aggiungere una terza possibilità, magari la più corretta: ci leghiamo a un personaggio che rappresenta ciò che noi pensiamo di essere (o di poter essere? Mmh). Fondamentalmente la domanda potrebbe essere modificata così: l'identità di quel personaggio è già dentro di noi o plasmiamo la nostra identità per assomigliare a quell'identità che proviene dall'esterno?

    Sono sicura che molti direbbero sia l'uno che l'altro. Ma i compromessi non risolvono le questioni, e se anche le due possibilità fossero ugualmente vere, bisogna identificare quale precede/segue quale.

    E' già dentro di noi e la storia lo risveglia.
     
    Top
    .
83 replies since 1/11/2012, 14:48   6492 views
  Share  
.
Top