Eccessiva empatia? Eccessiva fantasia? Patologia?

Quando "sentire" fa male

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  1. Yorick75
     
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    Beh, non sei contorta, o meglio è questa 'materia' a essere tutto tranne che lineare, un garbuglio difficile da districare, anzi è più probabile rimanerci aggrovigliati dentro. Ma noi rischiamo, altrimenti non saremmo qui.

    Capisco la tua preoccupazione, una parte di te che ami molto, e si capisce anche da come la rivendichi con orgoglio, un orgoglio che ti fa onore, ora ti sta, come dire, tirando un brutto scherzo. Forse hai paura, incosciamente, di essere costretta a rinunciare alla tua fantasia, per evitare conseguenze negative. Che sarebbe poi coerente con la tua natura assolutista. B è conseguenza di A, per non avere più B elimino A.

    Purtroppo non c' è un bottone da premere. Stop e questo meccanismo si blocca. Magari avessi una ricetta.
    Ma proviamo a lavorare sulla parte razionale. E' tutto ciò che posso fare.

    Ho provato a mettermi nei panni di questo personaggio anche se ho pochi elementi. C' è una parte che tu trascuri. Le cose e gli eventi della vita cambiano il nostro status psichico, le nostre aspettative, i nostri valori, etc. Come ragioni tu non c'è evoluzione, non c' è cambiamento. Il personaggio rimane uguale. Se è l' autrice che ha dato questa impostazione, non ha fatto un buon lavoro.

    Dopo tutti i soprusi, le angherie subite nulla sarà come prima, e nemmeno lui. Come succede alle persone, i personaggi che ne sono i rappresentanti, modificano il loro approccio alla vita.

    Sei fossi in lui sarei cambiato. Non sarei più il puro, e forse ingenuo, difensore della giustizia. Nemmeno un cinico, ma un personaggio più complesso e consapevole. Potrei forse in un primo momento essere annichilito, ma non mi batterei il cilicio sulla schiena, espiando un ulteriore colpa, di cui poi non ho responsabilità, come se tutto ciò che ho passato non fosse bastato.

    [Ma perché tu ha questo poveraccio lo vedi incapace di reagire ? Che ti ha fatto ?]

    Io mi direi, cacchio è andata così, una chiavica vero, però il peggio è passato (lo spererei vivamente). Nella mia vita ci sarà sempre un velo di amarezza – ricordando i tempi andati, e giuro che filerò dritto e non lascerò mai nemmeno la macchina in divieto di sosta, ma ho accanto questa donna (e deve essere una tipa in gamba) che mi ama e mi ha salvato, i cattivi sono al gabbio, e che cavolo cerchiamoci di godere il presente. Ma perchè mi dovrei arrabbiare o ridurre a una larva ? A meno che non voglia autodistruggermi (visto che gli altri -tié - non ci sono riusciti, ma perchè dovrei io dare loro questa soddisfazione?). Il passato è andato, non si può modificare.

    Alla fine della II guerra mondiale c' è gente che ha visto in faccia la morte, è sopravvisuta a ingiustizie e visto i propri cari trucidati. La natura umana ha toccato il punto più basso. C' erano solo macerie, ma non sono rimaste a guardarle. Altrimenti noi non saremmo qui.

    L' istinto di sopravvivenza ci insegna che l' umanità ha sempre preferito costruire una nuova civiltà piuttoso che contemplare le vestigia di una civiltà distrutta.

    Sei Giapponesi hanno superato Hiroshima, perché il tuo poliziotto non si può godere la sua bella ? Troppo puro ? Appreso che il mondo è sì anche sporco, che si fa, tutto è inutile, tanto vale autodistruggersi ? Così, in fondo è anche facile.

    C'è anche tutto questo discorso di bilancini che fai che non mi trova d' accordo. Come se il senso della vita fosse racchiuso in un equazione matematica. Sei sicura che sia così ? Lungi da me affrontare una cosa così grossa, però. Mi sa che non è così.

    Uno dei più bei libri letti da me quest' anno è La strada di Cormac McCarthy. Copio e incollo la mia recensione da Amazon :

    Un uomo e un bambino. Un padre e un figlio in viaggio verso l' oceano - per sfuggire a un freddo che uccide - cenciosi, lerci, in perenne ricerca di cibo e cose utili per sopravvivere in un mondo ridotto a cenere dall' apocalisse.Il sole è pallido, esausto. Spingono un carrello del supermercato munito di retrovisore. Per guardarsi le spalle, dai cattivi. Bande di predoni avidi di carne umana o di nuovi schiavi. Ladri disperati pronti a rubare i pochi averi. E i buoni ? Pochi, nascosti, forse sono solo immagini illusorie. Noi portiamo il fuoco è il loro mantra. Il fuoco di un amore puro, più forte delle macerie, dei loro corpi scarnficati, più forte dell' invidia per i morti. Una lingua perfetta, prosciugata di ogni sentimentalismo, reitera immagini di una natura morente attraverso brevi paragrafi. Colpi di stiletto. Rapidi, precisi, mai definitivi : non è ancora tempo di morire.

    Sia chiaro che te lo sconsiglio con tutto me stesso. Ti devasterebbe, ci sono un paio di cazzotti dai quali è difficile riprendersi.
    Eppure è un libro potente, dove tanto dolore è non è bilanciato, anzi sull' altro piatto non c'è niente, ma solo una fiammella, tenue sì, ma capace di generare un incendio.

    Ultimo punto. Quello che hai lasciato così, con un certa nonchalance, in chiusura. Le tue parti oscure. E' una cosa importante, infatti quasi la nascondi, e ribalterrebbe un po' le cose. Non so a cosa ti riferisci, ma forse vale la pena di affrontare la questione. Non credi ?

    Ho cercato di essere il più chiaro e diretto possibile, perdonami. Io mi posso sbagliare, anzi sicuramente, ma rifletterei su alcune cose, soprattutto su quelle che dai per scontate, già assunte.

    [a proposito, te lo dovevo dire, mi è appena arrivato il pacco con Kafka sulla spiaggia (ho scoperto non da molto H.M.) e che leggerò più avanti durante il periodo natalizio, perché così mi piace]


    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 19/11/2012, 05:58) 

    Grazie, per il contributo. Interessante.

    La questione di un sadismo/masochismo non sessuale ma morale è da approfondire.


    CITAZIONE (albatros1919 @ 19/11/2012, 16:04) 
    Eccessi? Patologia? Chissà. Forse siamo tutti soltanto un'esperimento della natura che continuamente cerca modelli alternativi al suo esperimento più riuscito, quello per cui le persone si innamorano e fanno figli nel reale. E' grazie a quest'esperimento riuscito se oggi siamo quì a scrivere. Ma cos'ha un senso? Si può dire davvero che il ciclo infinito dell'esistenza ha un senso? Se una persona vuole usare la realtà a supporto dell'immaginario, anzichè il contrario, per condurre una esistenza alla matrix è liberissima di farlo se questo la fa' star bene così. Molti letterati erano introversi e oltre ad amare le loro creature intellettuali, intese libri, magari si sono immedesimate a tal punto nelle loro storie fino a sentirle vere senza però avere il coraggio di rivelarlo a nessuno...

    Il punto è condurre un' esistenza alla matrix fa stare bene chi la conduce ? Io da fantasticatore ti dico di no. C' è questa illusione, ma senti che qualche non va. Hai bisogno di qualche appiglio nel reale.

    Gli scrittori, credo tutti, hanno un rapporto stretto con i loro personaggi che sono veri, reali, e non se ne vergognano, anzi lo dicono, altrimenti non scriverebbero. Ma sanno gestire le storie e sanno quando c'è da mettere il punto.
     
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83 replies since 1/11/2012, 14:48   6492 views
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