Eccessiva empatia? Eccessiva fantasia? Patologia?

Quando "sentire" fa male

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  1. yukino76
     
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    Capisco perfettamente il tuo concetto di "evoluzione", Yorick, e hai ragione.

    Rigiro la questione su un altro territorio, meno razionale, che in effetti ci riporta al punto di partenza.
    Oltre che lettrice, scrivo io stessa storie (quelle che si chiamano "fanfiction"), con protagonista proprio quello stesso personaggio che adesso non tollero di vedere umiliato; forse, dopo tutto, la questione è questa: sono così affezionata/innamorata del personaggio in questione da sentirlo quasi "mio" (perchè, per certi versi, nelle storie che ho scritto su di lui ci ho messo di ... me: ogni autore mette un pò se stesso nei personaggi di cui scrive). E' come se volessi dire all'altra autrice "hey, ma come ti permetti di usarlo in questo modo???? Non se lo merita, trattalo meglio e smettila di divertirti a torturarlo così, a tutto c'è un limite. Poverino...". :huh:
    Mi sento usurpata di un personaggio, ritrovandolo in una storia lontana dal mio modo di vedere/sentire: come ho già detto, ho seri problemi nel tollerare troppa violenza o umiliazione. Finchè sono IO a scrivere, ho il controllo sul grado di dolore/conforto che il personaggio deve affrontare (sapendo e potendo fermarmi), per evolvere, mentre qui, non essendo io l'autrice, NO, non ho nessun controllo e non posso "salvarlo".
    Discorso assurdo, molto di cuore e poco di "testa", ma, di fatto, è così. ^_^
    Per esorcizzare la negatività che la storia genera in me, dovrei forse razionalizzare che quello è il SUO personaggio, e può farci quello che vuole, non è il MIO, il MIO è nelle MIE storie. Poco importa che non condivida l'impianto della storia, perché lo trovo forzato, non è la mia storia e LUI non è LUI, ma il LUI di lei. Peraltro, il LUI originario risiede nell'opera originale, e quindi la mia fantasia deve attingere da quella, e non da storie così "cupe". :wacko: OK, avete capito, no? La delusione di cui ho parlato in precedenti post è dovuta al fatto che, per certi versi, avevo un buon feeling con l'autrice, condividendo una "visione" comune del personaggio, ci siamo ispirate a vicenda nelle nostre storie, mentre questa storia è stata una sorta di "punto di rottura" nella nostra "visione comune": ero elettrizzata nell'attesa di una sua nuova storia (le altre mi erano piaciute proprio perché "in sintonia" con le mie aspettative/idee), e invece ... questa mi ha fatto scappare via.
    Tanta carne al fuoco; questa mia esperienza spiacevole legata al mondo della lettura/scrittura si può leggere in tanti modi.

    E quindi, si ripete la domanda. Da dove deriva questa passione, che ho fin da bambina, che mi spinge ad "innamorarmi" di personaggi di fantasia (derivati da libri, telefilm, cartoni animati)? Può essere così forte il legame con un personaggio di fantasia? Evidentemente sì, a quanto raccontano certi autori.
    Bisogna imparare, cosa che io probabilmente non ho ancora fatto, a "controllare" questa "cosa", ma grazie a questa "cosa" posso scrivere, e quindi forse non devo odiarla tanto.

    PS Haruki Murakami, ottima scelta. Ma attento che, se ti piace, può diventare una droga. "Kafka sulla spiaggia" è stato il mio primo libro di questo autore.... e adesso ne sto leggendo l'undicesimo... e ho già pronto il dodicesimo sulla scrivania (pochi altri e li ho letti TUTTI).
     
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83 replies since 1/11/2012, 14:48   6491 views
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