Eccessiva empatia? Eccessiva fantasia? Patologia?

Quando "sentire" fa male

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. houccisoilariadusieleièrisorta
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (yukino76 @ 4/12/2012, 11:17) 
    Ma, penso che per certi versi possiamo allargare il discorso: un introverso, con i suo mondo interiore così "vivace e attivo", come può vivere un rapporto reale? Fare entrare "l'altro" nel suo mondo... o chiuderlo fuori e viversi il suo mondo in santa pace? E, come si può sentire l'altro, sia in un caso che nell'altro, trascinato in un mondo che non capisce/sente, o escluso?

    Io on penso che avere un mondo interiore estremamente vivace precluda la possibilità di un rapporto reale. Anzi, secondo me lo rinsalda.
    Nel senso che i rapporti in generale vanno coltivati, se non avessimo un mondo interiore che ci fa continuamente riflettere sul mondo, sui noi stessi, di che cosa parleremmo con l'altra persona? Se passassimo la vita solo a mangiare bere dormire, il nostro rapporto con gli altri sarebbe imperniato solo sul mangiare bere dormire.

    Credo che nei rapporti di coppia (ma anche in tutti gli altri) venga spontaneo aprirsi all'altra persona. Che signifca altrimenti "rapportarsi"? Non penso sia una questione di introversione. Ad esempio, io che sono una persona estremamente introversa, non ho difficoltà in questo (anzi, semmai in passato ho avuto problemi opposti: mi aprivo troppo, con chi non era il caso).
    Ovviamente questo non significa che in una coppia bisogna dirsi tutto, credo che rimanga sempre quel margine di cose che si pensano ma non si dicono; del resto la coppia dovrebbe essere formata da due elementi distinti, non da una fusione.

    Il punto è cosa riempie questo margine?
    Se ciò che lì è contenuto per te è più grande e ha più valore del mondo reale, non so come potrebbe reagire l'altro. Probabilmente si sentirebbe un po' in difficoltà, ma in realtà non è detto, bisognerebbe vedere com'è questa persona reale, è difficile fare supposizioni.
    Può darsi che capisca, o addirittura che viva il mondo nello stesso modo. Oppure può darsi che non riesca a comprendere questa cosa e si senta escluso da un universo che percepisce per te è più significativo di quello abitato da lui.

    Ma il primo caso, a me - persona esterna che vede le cose da fuori - non sembra sinceramente un vero e proprio rapporto, nel senso che più che una coppia, mi sembrano due monadi accostate.
    Mi viene da pensare: se due persone hanno entrambe un mondo ideale che preferiscono a quello reale, perchè cercare un rapporto reale?
    Penso che questa volontà sia insopprimibile in ogni essere umano e razionalmente agisce, ma come conciliarla con una spinta (le cui origini forse non sono chiare, ma che ha una forza superiore a quella razionale) che porta a distaccarsi dal mondo della realtà, quello in cui le persone, che nonostante tutto ricerchiamo, vivono e con cui si rapportano?
     
    Top
    .
83 replies since 1/11/2012, 14:48   6492 views
  Share  
.
Top