Eccessiva empatia? Eccessiva fantasia? Patologia?

Quando "sentire" fa male

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. yukino76
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Yorick75 @ 30/11/2012, 18:05) 
    Vorrei tornare sul punto. Quello che dici e altri elementi mi confermano che hai già in te le armi per vincere le tue paure.

    Altra questione. Se ho una discussione con una persona, fuori difendo fermamente le mie ragioni. Internamente invece empatizzo, mi mette ne suoi panni, capisco le sue ragioni (quasi parteggio) e me ne dispiace. Quindi anche se esternamente ho,per così dire, vinto, internamente mi sento insoddisfatto, ne soffro, come se le cose non fossero a posto.
    Capita anche a te ?

    Non proprio. Se internamente non sono convinta di una cosa, "parteggio", come dici tu, non riesco a "difendere" fermamente le mie ragioni. Io porto all'esterno, in qualche modo, ciò che ho dentro. Quindi, se dentro, non sono convinta... cedo. Devo prima convincere me stessa delle mie ragioni, prima di convincere qualcun'altro.
    Sul discorso "cinismo"/"freddezza", è un'altra cosa ancora. Ho una dualità molto forte tra sentire... e ragionare: in alcuni campi (il lavoro) prevale la ragione (DEVE prevalere la ragione), in altri (lo scrivere/leggere) prevale il sentire. Sono come.. DUE persone: la razionale/seria/responsabile/fredda ME (sono descritta come "calma ed efficiente, mai un'increspatura" -_- ), e la ipersensibile/sognatrice/"pazza" ME ^_^

    Sto leggendo attentamente il profilo di un INFJ (che ho trovato in Internet) e, yeah, it's ME, :P

    CITAZIONE (Diogene W @ 29/11/2012, 21:50) 
    Ahah ti dirò la verità: ciò che scrivi è strano... Ma non per noi!! :D Anch'io ho il costante ronzio della società nell'orecchio- come gran parte degli introversi, dopotutto- quindi so cosa significa. Ma per questo c'è l'amata autoironia: non cancella il ronzio e ti lascia mano libera :)

    Ehm... ti riferisce alle fanfic in genere (penso che la molla comune in tutti gli scrittori di fanfic o quasi è la capacità... rara e strana... di innamorarsi di un personaggio di fantasia)... o alle MIE??? Sì, il personaggio che ho scelto (il mio PRIMO amore "fantastico"... e il primo amore non si scorda mai, NO?, sole che il MIO non è reale, e allora??? :B):, che volete?), e ciò che scrivo su di lui, è... strano, decisamente :wub:

    Riprendendo la frase di Kundera che tanto amo (vedi firma), a volte mi piace vivere "sotto lo sguardo immaginario di persone immaginarie.... fingendo io stessa di essere immaginaria" :wacko:
     
    Top
    .
  2. Diogene W
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Non pensare però che l' artista abbia il monopolio della sofferenza. Se intendo bene, tu non intendi la sofferenza come : - Oddio, mi sono rotto la tibia ! oppure la mia morosa mi ha lasciato, me tapino !, cose così, prosaiche, ma quella certa inquietudine del vivere, quello stato di malessere, quella condizione che è umana, quindi di tutti.

    Che non ne abbia il monopolio è vero. Ed è anche vero che non mi riferisco al significato più basso del termine sofferenza, anche se ciò mi fa riflettere perché non si sa mai da cosa può nascere l'ispirazione.

    CITAZIONE
    Scrivere è scrivere. Un attività che andrebbe slegata sia dalla sofferenza che dalla felicità. Non è un atto neutro, però.

    Vero. Ma allo stesso modo scrivere non è scrivere, ed è un'attività terribilmente allacciata a sofferenza e felicità. Ed è effettivamente un atto neutro.

    é un circolo vizioso derivato dall'uso dei concetti e di conseguenza del linguaggio che tenta di esprimere quei concetti (io credo che il processo di concettualizzazione sia l'essenza dell'essere umano). L'arte - e quindi la scrittura- non è definibile ma allo stesso tempo tenta di definire e di definirsi.

    CITAZIONE
    Il dolore non è un indice congruo dell' arte.

    Il problema è: qual è (un indice congruo)?
    E poi: la felicità può creare arte? (Su questo ci sarebbe da discutere a lungo, perché so che dirai di sì. Ma ti faccio notare che l'arte deriva dal desiderio, e il desiderio è necessariamente una sorta di sofferenza)
    Chi definisce l'arte: l'artista o gli osservatori?

    [ah mi sa che ritorno su un topic che era già stato aperto + vado OT]

    CITAZIONE
    A lui voglio bene, come si vuole bene a una persona che si conosce realmente, non solo dai suoi scritti. Non ho provato un' empatia così forte verso dei personaggi come l' avete vissuta voi.

    In compenso io non ho mai voluto bene ad uno scrittore, quindi siamo pari :-D

    CITAZIONE
    [...]ed eccolo davanti a te che ti guarda dritto negli occhi, da essere umano a essere umano.
    Per un attimo ti senti meno solo.
    Questa è l' arte, per me.

    Questo è assolutamente magnifico e incredibilmente interessante. Anche perché io non ho mai provato una cosa del genere (né credo di sentirne il bisogno).
    Arte come rimedio alla solitudine. Arte come compagna. Quindi il tuo grande desiderio è evitare la solitudine?

    CITAZIONE
    Ehm... ti riferisce alle fanfic in genere (penso che la molla comune in tutti gli scrittori di fanfic o quasi è la capacità... rara e strana... di innamorarsi di un personaggio di fantasia)... o alle MIE???

    No in realtà mi riferivo a tutto ciò che hai scritto in questo thread! ;)
    CITAZIONE
    Sì, il personaggio che ho scelto (il mio PRIMO amore "fantastico"... e il primo amore non si scorda mai, NO?, sole che il MIO non è reale, e allora??? :B):, che volete?), e ciò che scrivo su di lui, è... strano, decisamente :wub:

    Ahah io continuo a pensare che non è strano. Molti ti direbbero che semplicemente è controproducente. Bella però l'idea del "primo amore", non l'avevo mai vista da quest'ottica. Hai analizzato tutte le caratteristiche di questo primo amore per individuare cosa cerchi in un uomo "reale"?

    [Tra l'altro ho notato la mia tendenza a preferire i personaggi di fantasia che quelli della televisione, perché in quest'ultimo caso sento che c'è di mezzo un altro "essere" (l'attore che interpreta il personaggio) che è fin troppo reale per i miei gusti]
     
    Top
    .
  3. Yorick75
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (yukino76 @ 1/12/2012, 11:36) 
    Non proprio. Se internamente non sono convinta di una cosa, "parteggio", come dici tu, non riesco a "difendere" fermamente le mie ragioni. Io porto all'esterno, in qualche modo, ciò che ho dentro. Quindi, se dentro, non sono convinta... cedo. Devo prima convincere me stessa delle mie ragioni, prima di convincere qualcun'altro.
    Sul discorso "cinismo"/"freddezza", è un'altra cosa ancora. Ho una dualità molto forte tra sentire... e ragionare: in alcuni campi (il lavoro) prevale la ragione (DEVE prevalere la ragione), in altri (lo scrivere/leggere) prevale il sentire. Sono come.. DUE persone: la razionale/seria/responsabile/fredda ME (sono descritta come "calma ed efficiente, mai un'increspatura" -_- ), e la ipersensibile/sognatrice/"pazza" ME ^_^

    Sto leggendo attentamente il profilo di un INFJ (che ho trovato in Internet) e, yeah, it's ME, :P

    Sì, capisco quello che vuoi dire. Non è che poi io sia questo grande avvocato di me stesso, anzi. Però succede, e succede in quei casi della vita che non si ha totalmente ragione o totalmente torto.
    Questa tua dicotomia del resto è un sistema di compensazione necessario. Immaginati medico naif e scrittrice fredda e calcolatrice :D ...nooo, meglio così !

    Sti' profili dovrò iniziare anche io a farli... dove ?
     
    Top
    .
  4. Yorick75
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Diogene W @ 1/12/2012, 23:01) 
    CITAZIONE
    Non pensare però che l' artista abbia il monopolio della sofferenza. Se intendo bene, tu non intendi la sofferenza come : - Oddio, mi sono rotto la tibia ! oppure la mia morosa mi ha lasciato, me tapino !, cose così, prosaiche, ma quella certa inquietudine del vivere, quello stato di malessere, quella condizione che è umana, quindi di tutti.

    Che non ne abbia il monopolio è vero. Ed è anche vero che non mi riferisco al significato più basso del termine sofferenza, anche se ciò mi fa riflettere perché non si sa mai da cosa può nascere l'ispirazione.

    CITAZIONE
    Scrivere è scrivere. Un attività che andrebbe slegata sia dalla sofferenza che dalla felicità. Non è un atto neutro, però.

    Vero. Ma allo stesso modo scrivere non è scrivere, ed è un'attività terribilmente allacciata a sofferenza e felicità. Ed è effettivamente un atto neutro.

    é un circolo vizioso derivato dall'uso dei concetti e di conseguenza del linguaggio che tenta di esprimere quei concetti (io credo che il processo di concettualizzazione sia l'essenza dell'essere umano). L'arte - e quindi la scrittura- non è definibile ma allo stesso tempo tenta di definire e di definirsi.

    CITAZIONE
    Il dolore non è un indice congruo dell' arte.

    Il problema è: qual è (un indice congruo)?
    E poi: la felicità può creare arte? (Su questo ci sarebbe da discutere a lungo, perché so che dirai di sì. Ma ti faccio notare che l'arte deriva dal desiderio, e il desiderio è necessariamente una sorta di sofferenza)
    Chi definisce l'arte: l'artista o gli osservatori?

    [ah mi sa che ritorno su un topic che era già stato aperto + vado OT]

    CITAZIONE
    A lui voglio bene, come si vuole bene a una persona che si conosce realmente, non solo dai suoi scritti. Non ho provato un' empatia così forte verso dei personaggi come l' avete vissuta voi.

    In compenso io non ho mai voluto bene ad uno scrittore, quindi siamo pari :-D

    CITAZIONE
    [...]ed eccolo davanti a te che ti guarda dritto negli occhi, da essere umano a essere umano.
    Per un attimo ti senti meno solo.
    Questa è l' arte, per me.

    Questo è assolutamente magnifico e incredibilmente interessante. Anche perché io non ho mai provato una cosa del genere (né credo di sentirne il bisogno).
    Arte come rimedio alla solitudine. Arte come compagna. Quindi il tuo grande desiderio è evitare la solitudine?

    Sì, avevo inteso un significato più alto.Il mistero dell' ispirazione è il suo bello e cammina,credo, con lo stesso passo del mistero dell' uomo.

    Mi riferivo a una cosa un po' zen, tipo quella cosa che dice quando cammini, cammini. Quando muori, muori.
    Allroa : quando scrivi, scrivi.
    Poi la lingua, la potenza della lingua è fondamentale.

    Cosa arte e cosa non è arte ? Che dici risolviamo con questo post un dibattito secolare :D

    Oh, io non so nemmeno se esista questa felicità.Mi sembra una chimera.
    Il legame desiderio=sofferenza, è sì un poco Buddha (che dice più o meno se non vuoi soffrire --> non desiderare), ma risente anche un po' di un retaggio cattolico dove il sacrificio, il senso di colpa, hanno appesantito la nostra cultura.
    Io però non nego la sofferenza, e ci mancherebbe, dico solo che bisogna elaborarla prima di mettersi a scrivere a tavolino. Lo scrittore deve essere lucido, e possibilmente sobrio. La sente, la vive, nei individua i tratti che non solo individuali, ma anche collettivi, mette le cose a posto, bene o male, e poi fa il suoi mestiere.

    Io non voglio evitare la solitudine. Io da solo sto 'na bellezza. Che, vabbé, non sono l' eremita nel bosco. Non ci ho la capanna col fucile appeso all' uscio. :) Ho della roba sociale intorno. Ma sono anche autosufficiente, autarchico. Sono anzi uno Stato a parte :D . Quindi m riferisco più a una condizione esistenziale (espressione un po' trita, ma ci intendiamo).
    D'altronde come disse il buon vecchio Jack : Si vive insieme, si muore soli

    [era da tanto che volevo usarla!] :D
     
    Top
    .
  5. yukino76
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Diogene W @ 1/12/2012, 23:01) 
    CITAZIONE
    Sì, il personaggio che ho scelto (il mio PRIMO amore "fantastico"... e il primo amore non si scorda mai, NO?, sole che il MIO non è reale, e allora??? :B):, che volete?), e ciò che scrivo su di lui, è... strano, decisamente :wub:

    Ahah io continuo a pensare che non è strano. Molti ti direbbero che semplicemente è controproducente. Bella però l'idea del "primo amore", non l'avevo mai vista da quest'ottica. Hai analizzato tutte le caratteristiche di questo primo amore per individuare cosa cerchi in un uomo "reale"?

    [Tra l'altro ho notato la mia tendenza a preferire i personaggi di fantasia che quelli della televisione, perché in quest'ultimo caso sento che c'è di mezzo un altro "essere" (l'attore che interpreta il personaggio) che è fin troppo reale per i miei gusti]

    Parlando del mio rapporto tra "primo amore fantastico" e realtà, ogni tanto mi domando: quando, chissà, magari, mi innamorerò di un uomo reale, che fine farà il mio "amore immaginario"? Sono due forme di amore COMPLETAMENTE diverse, ovvio, che non si possono confrontare, però.... si influenzano (nell'uomo reale cerco anche un pò... del mio lui immaginario, o, quantomeno, le caratteristiche che IO vi ho proiettato). SE mai mi innamorerò nella realtà, NON voglio "annacquare"/"sedare" ciò che provo per i vari personaggi (uno su tutti) del mio mondo fantastico.
    Io, lui... e l'altro (solo che l'altro è immaginario, non reale... e quindi... di fatto, non pericoloso?). :D
    Penso che se mi innamorassi veramente, renderei partecipe la persona che amo dei miei scritti e delle mie fantasie (forse, potrebbe essere la sola persona del mondo reale che farei entrare nel mio mondo interiore). Come un uomo possa, poi, capire questa cosa e accettare che mi deve "dividere" con un mondo tutto mio (e irreale), beh, non è facile.
    Ma, penso che per certi versi possiamo allargare il discorso: un introverso, con i suo mondo interiore così "vivace e attivo", come può vivere un rapporto reale? Fare entrare "l'altro" nel suo mondo... o chiuderlo fuori e viversi il suo mondo in santa pace? E, come si può sentire l'altro, sia in un caso che nell'altro, trascinato in un mondo che non capisce/sente, o escluso?
     
    Top
    .
  6. houccisoilariadusieleièrisorta
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (yukino76 @ 4/12/2012, 11:17) 
    Ma, penso che per certi versi possiamo allargare il discorso: un introverso, con i suo mondo interiore così "vivace e attivo", come può vivere un rapporto reale? Fare entrare "l'altro" nel suo mondo... o chiuderlo fuori e viversi il suo mondo in santa pace? E, come si può sentire l'altro, sia in un caso che nell'altro, trascinato in un mondo che non capisce/sente, o escluso?

    Io on penso che avere un mondo interiore estremamente vivace precluda la possibilità di un rapporto reale. Anzi, secondo me lo rinsalda.
    Nel senso che i rapporti in generale vanno coltivati, se non avessimo un mondo interiore che ci fa continuamente riflettere sul mondo, sui noi stessi, di che cosa parleremmo con l'altra persona? Se passassimo la vita solo a mangiare bere dormire, il nostro rapporto con gli altri sarebbe imperniato solo sul mangiare bere dormire.

    Credo che nei rapporti di coppia (ma anche in tutti gli altri) venga spontaneo aprirsi all'altra persona. Che signifca altrimenti "rapportarsi"? Non penso sia una questione di introversione. Ad esempio, io che sono una persona estremamente introversa, non ho difficoltà in questo (anzi, semmai in passato ho avuto problemi opposti: mi aprivo troppo, con chi non era il caso).
    Ovviamente questo non significa che in una coppia bisogna dirsi tutto, credo che rimanga sempre quel margine di cose che si pensano ma non si dicono; del resto la coppia dovrebbe essere formata da due elementi distinti, non da una fusione.

    Il punto è cosa riempie questo margine?
    Se ciò che lì è contenuto per te è più grande e ha più valore del mondo reale, non so come potrebbe reagire l'altro. Probabilmente si sentirebbe un po' in difficoltà, ma in realtà non è detto, bisognerebbe vedere com'è questa persona reale, è difficile fare supposizioni.
    Può darsi che capisca, o addirittura che viva il mondo nello stesso modo. Oppure può darsi che non riesca a comprendere questa cosa e si senta escluso da un universo che percepisce per te è più significativo di quello abitato da lui.

    Ma il primo caso, a me - persona esterna che vede le cose da fuori - non sembra sinceramente un vero e proprio rapporto, nel senso che più che una coppia, mi sembrano due monadi accostate.
    Mi viene da pensare: se due persone hanno entrambe un mondo ideale che preferiscono a quello reale, perchè cercare un rapporto reale?
    Penso che questa volontà sia insopprimibile in ogni essere umano e razionalmente agisce, ma come conciliarla con una spinta (le cui origini forse non sono chiare, ma che ha una forza superiore a quella razionale) che porta a distaccarsi dal mondo della realtà, quello in cui le persone, che nonostante tutto ricerchiamo, vivono e con cui si rapportano?
     
    Top
    .
  7. Yorick75
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (yukino76 @ 4/12/2012, 11:17) 
    Parlando del mio rapporto tra "primo amore fantastico" e realtà, ogni tanto mi domando: quando, chissà, magari, mi innamorerò di un uomo reale, che fine farà il mio "amore immaginario"? Sono due forme di amore COMPLETAMENTE diverse, ovvio, che non si possono confrontare, però.... si influenzano (nell'uomo reale cerco anche un pò... del mio lui immaginario, o, quantomeno, le caratteristiche che IO vi ho proiettato). SE mai mi innamorerò nella realtà, NON voglio "annacquare"/"sedare" ciò che provo per i vari personaggi (uno su tutti) del mio mondo fantastico.
    Io, lui... e l'altro (solo che l'altro è immaginario, non reale... e quindi... di fatto, non pericoloso?). :D
    Penso che se mi innamorassi veramente, renderei partecipe la persona che amo dei miei scritti e delle mie fantasie (forse, potrebbe essere la sola persona del mondo reale che farei entrare nel mio mondo interiore). Come un uomo possa, poi, capire questa cosa e accettare che mi deve "dividere" con un mondo tutto mio (e irreale), beh, non è facile.
    Ma, penso che per certi versi possiamo allargare il discorso: un introverso, con i suo mondo interiore così "vivace e attivo", come può vivere un rapporto reale? Fare entrare "l'altro" nel suo mondo... o chiuderlo fuori e viversi il suo mondo in santa pace? E, come si può sentire l'altro, sia in un caso che nell'altro, trascinato in un mondo che non capisce/sente, o escluso?

    L' amore immaginario corre il rischio di essere ideale. L' ideale di essere,è, pericoloso.
    Pericoloso perché invincibile. Il povero uomo / donna in carne ed ossa soccomberà sempre all' immaginario perché invincibile. Vuoi mettere il confronto ? Lui/lei è sempre lì bello e perfetto e possibile come può essere un prodotto della nostra mente.
    Che puo avere effetti anche positivi, ma sono soprattuto dei placebo. Che in fondo noi cerchiamo carne e ossa. E un odore e un sapore. Una mano da stringere. Un abbraccio.

    Se un uomo ti amerà il suo desiderio di condividere, di comprenderti sarà naturale. Forse il comprendere non potrà mai a essere al 100% perché il nostro interno ha una purezza che quando è mostrata fuori, un bel po' se ne perde.

    Credo che un introverso corra molti rischi e incontri molte difficoltà e ostacoli a volte insormontabili. Proprio perché ha questa selva oscura – per gli altri – dentro di sé. Può farne vedere , di questo benedetto mondo interiore, sprazzi di luce tra i rami, può abbagliare o può addirittura confondere, ma è difficile per una persona che non ne ha i mezzi, perché non introversa o la volontà di addentrarsi, di assaporarne in pieno l' interezza. Mi sorge il dubbio che l' interesse per l' interiorità dell' altro sia una cosa ormai demodé.
    Questo dilemma sarà sciolto nel momento in cui incontrerai la fatidica persona. Chiudersi però per me non è mai buono. Se mi chiudo è perchè, a torto o a ragione, non ho fiducia. La fiducia, cioè quel lasciarsi cadere sapendo che l' altro ti sorreggerà è la premessa.
     
    Top
    .
  8. miss.santana
     
    .

    User deleted


    Anche se ti rispondo con grande ritardo,sono qui solo per dirti che non sei l'unica. È da un pò di tempo che mi sono innamorata di...Chato Santana. Ecco. Dovevo dirlo porcoddue! :secret.gif: me ne vergogno da morire,e il fatto è che a me Hernandez piace,ma non come amo Chato...è stupendo! Mia mamma dice che mi spingo troppo con la fantasia,mio padre non sa nulla,e le mie amiche credono che mi piaccia soltanto perché è pirocinetico e si sa,io fin da piccola sogno di avere poteri del genere. Il fatto è che quando ha perso la vita,nel film di suicide squad,sono rimasta praticamente allibita,e ho trattenuto le lacrime a stento,ma...è stata una cosa tremenda! Mi faccio certi film mentali su di lui che giuro,fanno pure paura,e...mi vergogno troppo di ammetterlo,ma è la prima volta che mi innamoro di un personaggio di fantasia! Quando vedo le sue foto,rimango senza fiato,non ho mai amato mai nessuno come amo lui! Per colpa di questo mio amore insensato,sto perdendo tutte le amiche che mi ero fatta grazie alla mia passione per il cantante albanese Ermal Meta,dato che ora non mi piace più di tanto. Mi sento una pazza,quando lo vedo arrabbiato mi fa tipo eccitare,e poi...no ok,io non so come arrivare al punto. Io me lo farei. Ecco. Detto. Comunque spero che dopo tutti questi anni,ti sia passata questa cosa che ti faceva stare male...lo spero davvero tanto...:-(
     
    Top
    .
  9. Luigi Anepeta
     
    .

    User deleted


    http://www.nilalienum.it/Sezioni/Bibliogra...HoffmanESM.html
     
    Top
    .
83 replies since 1/11/2012, 14:48   6479 views
  Share  
.
Top