Continuazione discussione: "il paradosso di Anepeta"

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  1. Franz86
     
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    Mah, io non sono molto convinto che ci siano così tanti introversi che non sappiano di esserlo. Magari eviteranno di descriversi in termini psicologicheggianti (la psicologia mica interessa a tutti), ma di persone che potrebbero definirsi senza troppi problemi come riservate, serie, "un po' chiuse" etc. secondo me ce n'è tante. Poi sicuramente ce n'è anche molti, specialmente tra i più giovani, che si sentono inadeguati e tentano di scimmiottare il modello imperante della "vita intensa e con una ricca vita sociale": ma secondo me questi non sono la maggioranza.
    Ma appunto, come scriveva Miyamoto qualche post fa, si può anche aver individuato precisamente la propria introversione e però non ritenerla uno dei fattori più importanti della propria esistenza.

    Per quanto riguarda il forum lo si può trovare sia interessante che vuoto, dipende dagli occhi con cui lo si guarda: dopotutto parlare di introversione è come parlare di tutto e niente, sotto certi aspetti. Molti introversi potrebbero preferire forum dedicati ai propri interessi personali (basta farsi un giretto su qualsiasi altro sito: gli utenti che dimostrano uno smaccato interesse per le discussioni su questioni teoriche penso li si potrebbe spesso annoverare nella "categoria" introversa ... ). Oltretutto questo forum, come in precedenza è già stato fatto notare, non è certo facile da trovare.

    E poi l' introversione in sè, quand' anche sia riconosciuta e accettata, non è che sia un collante aggregativo così potente: non è che ci si debba sentire irrestibilmente attratti dagli altri introversi a prescindere, solo perchè hanno questo tipo di personalità.



    p.s.: ovviamente sono tutte solo impressioni personali ed opinioni.
     
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    CITAZIONE (Franz86 @ 12/11/2012, 13:02) 
    Mah, io non sono molto convinto che ci siano così tanti introversi che non sappiano di esserlo. Magari eviteranno di descriversi in termini psicologicheggianti (la psicologia mica interessa a tutti), ma di persone che potrebbero definirsi senza troppi problemi come riservate, serie, "un po' chiuse" etc. secondo me ce n'è tante. Poi sicuramente ce n'è anche molti, specialmente tra i più giovani, che si sentono inadeguati e tentano di scimmiottare il modello imperante della "vita intensa e con una ricca vita sociale": ma secondo me questi non sono la maggioranza.

    Ma come non sono la maggioranza????
    Le persone sanno di essere introverse, anzi, se ragioniamo in un'ottica di 6% sono più quelli che pensano di esserlo che quelli che lo sono. Però non sanno bene che cosa significhi e non distinguono bene un "introverso", da un "tranquillo", o da un "timido" o da un "taciturno".
    Entrare in una comunità di queste categorie perdenti da un punto di vista dell'ottica ginarchica e consumistica, richiede di accettarsi perlomeno in parte. "Accettarsi" significa, per la maggior parte delle persone che pensano di avere lati caratteriali disfunzionali, "rassegnarsi" e la gente non vuole rassegnarsi, ma cavalcare il mito di Rocco Siffredi e Belen Rodriguez. Sono quelli i modelli vincenti.
     
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  3. tandream
     
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    CITAZIONE (Franz86 @ 12/11/2012, 13:02) 
    Mah, io non sono molto convinto che ci siano così tanti introversi che non sappiano di esserlo.

    Io prima di incappare nel libro di Anepeta ne ero del tutto ignaro, potrei dire tranquillamente che quel libro mi ha "cambiato" la vita. E questo già la dice lunga. Forse oggi come oggi è già più semplice capirlo, ma anche solo fino a pochissimi anni fa non era così.
     
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  4. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    Ma infatti magari gli introversi sapessero di esserlo... :D

    Sono pochissimi quelli che lo sanno e ancora meno quelli che sanno cosa sia l'introversione davvero.

    Ah, poi ovviamente tra quelli che lo sanno e magari sanno pure cos'è davvero l'introversione, abbondano quelli che non vorrebbero essere tali.
     
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  5. Franz86
     
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    Forse non mi sono spiegato bene.
    Sapere di essere introversi non significa solo riuscire a definirsi appunto "introverso", che forse sarebbe la parola più adatta, ma anche descriversi come "riservato", "solitario", "tranquillo" etc. significa aver compreso una parte della propria natura.
    Non è che, per prendere in prestito l' esempio di WLM, tutti gli introversi inseguano il mito di Belen Rodriguez e Rocco Siffredi e facciano di tutto per essere come loro. Certo, la mentalità moderna è estremamente pervasiva e tutti siamo più o meno influenzati (specialmente i giovani), ma questo non significa che non ci siano persone che abbiano percepito la loro alterità dal modello televisione-reality shows-mtv. Che poi non si appiccino l' etichetta "introverso" è un altro discorso. Ma non è che non siano consapevoli di quel che sono, solo preferiranno altre definizioni, anche perchè alla parola "introverso" ho notato come a volte (spesso? sempre? quasi mai? boh, non è che sto scrivendo un trattato scientifico, sono impressioni personali) si dia connotazione negativa.
    O vogliamo dire che chiunque non abbia mai letto Anepeta o il sito debba necessariamente essere una persona che non sa nulla di se stessa?

    QUOTE (Warlordmaniac @ 12/11/2012, 14:28) 
    Ma come non sono la maggioranza????
    Le persone sanno di essere introverse, anzi, se ragioniamo in un'ottica di 6% sono più quelli che pensano di esserlo che quelli che lo sono. Però non sanno bene che cosa significhi e non distinguono bene un "introverso", da un "tranquillo", o da un "timido" o da un "taciturno".
    Entrare in una comunità di queste categorie perdenti da un punto di vista dell'ottica ginarchica e consumistica, richiede di accettarsi perlomeno in parte. "Accettarsi" significa, per la maggior parte delle persone che pensano di avere lati caratteriali disfunzionali, "rassegnarsi" e la gente non vuole rassegnarsi, ma cavalcare il mito di Rocco Siffredi e Belen Rodriguez. Sono quelli i modelli vincenti.

    Ma l' ho scritto anche io che le persone sanno di essere introverse. Solo che non si definiscono tali per vari motivi, tra cui il fatto che non è poi una parola di uso così comune. Il mio discorso sulla "maggioranza" (e ribadisco che si tratta solo di un' impressione personale, ma d'altronde mancano "dati scientifici" e dubito si faranno mai ricerche accurate in tal senso) era per dire appunto che a maggioranza degli introversi in qualche modo sa di esserlo, non si lanciano tutti disperatamente nell' estrovertimento.

    Comunque i "modelli" sono "vincenti" solo se tu condividi i valori fondanti di una certa visione del mondo. A me personalmente Belen e Siffredi non dicono nulla e appaiano anzi personaggi grotteschi, ma non credo certo di essere l' unico a pensarla così e nemmeno "uno dei pochi" in termini strettamente numerici. Certo, nell' era della società di massa siamo in minoranza.

    QUOTE (tandream @ 12/11/2012, 14:39) 
    QUOTE (Franz86 @ 12/11/2012, 13:02) 
    Mah, io non sono molto convinto che ci siano così tanti introversi che non sappiano di esserlo.

    Io prima di incappare nel libro di Anepeta ne ero del tutto ignaro, potrei dire tranquillamente che quel libro mi ha "cambiato" la vita. E questo già la dice lunga. Forse oggi come oggi è già più semplice capirlo, ma anche solo fino a pochissimi anni fa non era così.

    E io invece no. Ma vogliamo andare a cercare tutte le centinaia di migliaia di introversi per intervistarli e saggiare il loro grado di autoconsapevolezza?
    Senza contare che poi ci saranno anche quelli che non riuscirebbero bene a descriversi, ma che comunque vivono una vita appagante perchè hanno trovato un loro modo personale di stare al mondo grazie alle loro capacità, ad un contesto favorevole o a chissà cos' altro. Alla fine è quello ciò che conta, secondo me.

    QUOTE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 12/11/2012, 14:48) 
    Ma infatti magari gli introversi sapessero di esserlo... :D

    Sono pochissimi quelli che lo sanno e ancora meno quelli che sanno cosa sia l'introversione davvero.

    Ah, poi ovviamente tra quelli che lo sanno e magari sanno pure cos'è davvero l'introversione, abbondano quelli che non vorrebbero essere tali.

    Sapere cos'è l' introversione davvero significa aver letto Jung o chiunque altro? Può essere, ma è in fondo irrilevante, dal momento che non è affatto detto che la conoscenza delle corrette definizioni psicologiche aiuti a comprendersi e quindi a vivere meglio (che è quello che conta davvero, non le "conoscenze" relative a qualsiasi ambito).

    In precedenza hai scritto che di introversi in giro se ne vedono. Sono d'accordo. Ma non è che stiano necessariamente tutti male-malissimo, o che tentino tutti di inseguire il modelo Belen etc. Poi vogliamo discutere e metterci a sparare ipotetiche percentuali su quanti di loro stiano male, su quanti tentino goffamente di fare gli "estroversoni" e su tutte le possibili eventualità annesse e connesse? No, io non voglio :P , perchè qui cadiamo proprio nel campo delle mere impressioni soggettive.

    Comunque, a conclusione di questo discorso inutile, volevo solo dire che gli introversi in giro ci sono, ma non mi pare così incredibile che non si iscrivano al forum per i motivi che avevo esposto nel messaggio precedente ( e per chissà quanti altri che non mi vengono in mente), e che non vedo proprio alcun "paradosso" in questo, a differenza di Albatros1919. Il resto sono impressioni personali, che possono variare per mille motivi inclusa la realtà in cui si vive.
     
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  6. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    CITAZIONE (Franz86 @ 12/11/2012, 17:18) 
    O vogliamo dire che chiunque non abbia mai letto Anepeta o il sito debba necessariamente essere una persona che non sa nulla di se stessa?

    magari bastasse leggere TDA e il sito della LIDI per conoscere sè stessi.
    è talmente ovvio che conoscersi è davvero una scommessa. le persone cosa sanno di sè stesse? quello che arriva alla coscienza - e neanche tanto bene. ma essendo la coscienza un epifenomeno dell'inconscio (questo non me lo sono inventato io), si capisce che la conoscenza che noi pensiamo di avere di noi stessi è solo una bella favoletta.

    sai, mi stupisce proprio che un "fan" di nietzsche abbia tanta fiducia nella coscienza! :P

    CITAZIONE (Franz86 @ 12/11/2012, 17:18) 
    Ma l' ho scritto anche io che le persone sanno di essere introverse. Solo che non si definiscono tali per vari motivi, tra cui il fatto che non è poi una parola di uso così comune. Il mio discorso sulla "maggioranza" (e ribadisco che si tratta solo di un' impressione personale, ma d'altronde mancano "dati scientifici" e dubito si faranno mai ricerche accurate in tal senso) era per dire appunto che a maggioranza degli introversi in qualche modo sa di esserlo, non si lanciano tutti disperatamente nell' estrovertimento.

    alcune persone magari si definiscono introverse, il problema è che raramente sanno cos'è l'introversione. come potrebbero saperlo, se nemmeno l'opinione comune e il 99% della psicologia sa cos'è l'introversione?


    CITAZIONE (Franz86 @ 12/11/2012, 17:18) 
    E io invece no. Ma vogliamo andare a cercare tutte le centinaia di migliaia di introversi per intervistarli e saggiare il loro grado di autoconsapevolezza?
    Senza contare che poi ci saranno anche quelli che non riuscirebbero bene a descriversi, ma che comunque vivono una vita appagante perchè hanno trovato un loro modo personale di stare al mondo grazie alle loro capacità, ad un contesto favorevole o a chissà cos' altro. Alla fine è quello ciò che conta, secondo me.

    beato te che vedi tutti questi introversi che hanno avuto una vita felice e conducono una vita appagante.
    sarebbe il mio mondo ideale.



    CITAZIONE (Franz86 @ 12/11/2012, 17:18) 
    Sapere cos'è l' introversione davvero significa aver letto Jung o chiunque altro? [...]

    bè scusa, sì.
    è come dire: ma davvero per sapere cos'è la storia medievale devo aver letto i libri di storia medievale?


    CITAZIONE (Franz86 @ 12/11/2012, 17:18) 
    Può essere, ma è in fondo irrilevante, dal momento che non è affatto detto che la conoscenza delle corrette definizioni psicologiche aiuti a comprendersi e quindi a vivere meglio (che è quello che conta davvero, non le "conoscenze" relative a qualsiasi ambito).

    non è la conoscenza delle corrette definizioni psicologiche a rendere la vita serena, è la conoscenza di sè stessi che rende la vita serena e tale conoscenza passa anche attraverso certe definizioni psicologiche, filosofie, scienze, studi vari...
    altrimenti torniamo al discorso che ho fatto prima sulle belle favolette della coscienza.



    CITAZIONE (Franz86 @ 12/11/2012, 17:18) 
    In precedenza hai scritto che di introversi in giro se ne vedono. Sono d'accordo. Ma non è che stiano necessariamente tutti male-malissimo, o che tentino tutti di inseguire il modelo Belen etc. Poi vogliamo discutere e metterci a sparare ipotetiche percentuali su quanti di loro stiano male, su quanti tentino goffamente di fare gli "estroversoni" e su tutte le possibili eventualità annesse e connesse? No, io non voglio :P , perchè qui cadiamo proprio nel campo delle mere impressioni soggettive.

    ripeto: beato te che vedi tutti questi introversi che hanno avuto una vita felice e conducono una vita appagante.
    sarebbe il mio mondo ideale.


    CITAZIONE (Franz86 @ 12/11/2012, 17:18) 
    [color=green]Comunque, a conclusione di questo discorso inutile [...]

    perchè intervieni se lo reputi un discorso inutile?
     
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  7. Franz86
     
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    QUOTE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 12/11/2012, 20:39) 
    magari bastasse leggere TDA e il sito della LIDI per conoscere sè stessi.
    è talmente ovvio che conoscersi è davvero una scommessa. le persone cosa sanno di sè stesse? quello che arriva alla coscienza - e neanche tanto bene. ma essendo la coscienza un epifenomeno dell'inconscio (questo non me lo sono inventato io), si capisce che la conoscenza che noi pensiamo di avere di noi stessi è solo una bella favoletta.

    sai, mi stupisce proprio che un "fan" di nietzsche abbia tanta fiducia nella coscienza! :P

    Mah, su tutta 'sta roba dell' inconscio si potrebbe discutere a lungo. E io ho già scritto un post pure troppo lungo prima, non vorrei consumare la tastiera. :P
    Nietzsche scriveva che (cito a memoria) "la volontà di sistema è volontà di falsità" e poi alla fine pare preparasse anche lui un grande testo teoretico, il famigerato "La volontà di potenza", dopo anche pubblicato con frammenti rattopati e manomissioni della sorella ... insomma, era un burlone anche lui. :lol:
    QUOTE
    alcune persone magari si definiscono introverse, il problema è che raramente sanno cos'è l'introversione. come potrebbero saperlo, se nemmeno l'opinione comune e il 99% della psicologia sa cos'è l'introversione?

    Vabbè, non farla troppo difficile. L' introverso è colui che presta maggior attenzione al mondo interiore, l' estroverso è più rivolto alla realtà esterna. Sì insomma, 'sta roba qui, ci siamo capiti.
    No, scherzi a parte, dal momento che non parliamo di fisica nucleare in ambito accademico, ma di realtà interiori soggettive, le persone che si definiscono introverse avranno pure il diritto di farlo, anche perchè non è che ci si guadagni molto a definirsi così. Poi per carità, se ne può discutere, come facciamo anche qui sul forum, e verrà fuori che c'è chi è più competente e chi meno in materie psicologiche.
    QUOTE
    beato te che vedi tutti questi introversi che hanno avuto una vita felice e conducono una vita appagante.
    sarebbe il mio mondo ideale.

    Ma ci sono dai, mica sono tutti terribilmente infelici o comunque non più della media dell' umanità occidentale contemporanea. Certo, se parliamo di "molto introversi" ... no, ma non ne parlerò perchè sono ignorante.
    QUOTE
    bè scusa, sì.
    è come dire: ma davvero per sapere cos'è la storia medievale devo aver letto i libri di storia medievale?

    Ahah, per sapere davvero dovresti essere vissuta in quel periodo, altro che libri. :lol:
    QUOTE
    non è la conoscenza delle corrette definizioni psicologiche a rendere la vita serena, è la conoscenza di sè stessi che rende la vita serena e tale conoscenza passa anche attraverso certe definizioni psicologiche, filosofie, scienze, studi vari...
    altrimenti torniamo al discorso che ho fatto prima sulle belle favolette della coscienza.

    Mah, la conoscenza sarà sempre parziale per quanto uno ci si possa applicare per tutta la vita, quindi tanto vale mettersi l' anima in pace e dedicarsi eventualmente a quello che interessa e non agli "studi vari".
    A te piace leggere Jung? Bene. A me no, e però voglio ancora continuare a sproloquiare in scioltezza e senza pretese di introversione, dal momento che non sono psicologo/psichiatra e non mi interessa diventarlo. :D
    Certo, non potrò rivendicare la conoscenza di ogni aspetto della psiche umana, ma d'altronde quello lo può fare solo chi si è dedicato per qualche settimana al mbti (che io lovvo).
    QUOTE
    ripeto: beato te che vedi tutti questi introversi che hanno avuto una vita felice e conducono una vita appagante.
    sarebbe il mio mondo ideale.

    Sorridi al mondo e il mondo ti sorriderà.
    QUOTE
    perchè intervieni se lo reputi un discorso inutile?

    E' utile a divertirmi.

    Se sei arrivata alla fine avrai notato i motivi irrazionali in tutto il post. :D
     
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  8. Franz86
     
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    QUOTE (albatros1919 @ 13/11/2012, 08:12) 
    La risposta del Dottore alla domanda sul perchè gli introversi non si vedono è stata quasi scontata : la cosa che più vogliono è proprio essere invisibili ovvero normalizzarsi. Questo ha dimostrato che la domanda era quasi inutile ma comunque meno delle domande a cui non sono arrivate risposte. Rispondendo alla domanda si è sciolto il paradosso che quindi ha smesso di esistere. Questa discussione invece è assolutamente inutile per il fatto che non avrebbe mai dovuto esistere, io non l'avrei mai postata. Ma di questo non ho colpa. Io desideravo solo una domanda al dottore ed una risposta dal dottore. Poteva andare così e tutto sarebbe finito lì...
    Comunque sia domandarsi perchè il forum è così com'è è una domanda che anche altri utenti si sono posti in passato. Ecco ad esempio come si è espresso un'altro utente quì sul forum :

    "Mi è capitato più volte di leggere della necessità di migliorare la visibilità in rete del forum e dell' associazione. Allo stesso modo però ho notato sempre e solo fugaci ( e soprattutto vaghi ) accenni all' intenzione di promuovere, far pubblicità etc. : credo si possa convenire però sul fatto che questo è affermare "tutto e niente", come si suol dire. Se qualcuno invece ha propositi più o meno chiari, ma soprattutto fattibili, ora potrebbe postarli qui.

    La mia impressione è che il forum sia stato creato con l' aspettativa (assolutamente lecita) che esso stesso diventasse veicolo di una nascente opera di sensibilizzazione sull' introversione e preludio virtuale di un' aggregazione reale, insieme al sito della lega introversi e al social network altrilidi ... purtroppo però, anche partendo con le migliori intenzioni, creare un qualsiasi forum è relativamente facile, renderlo frequentato molto meno (specialmente se intende trattare problematiche complesse), trasformare le "velleità" (mi si scusi il termine ma non me ne veniva in mente uno migliore) virtuali in iniziative concrete è praticamente un' impresa."

    Se te la sei presa perchè ho scritto di "discorso inutile", sappi che mi riferivo solo ed unicamente a quello che stavo portando avanti io. Che poi io definisco tipicamente buona parte dei mie discorsi come inutili, perchè non ne viene fuori nulla.

    Ma è una mia sfiducia personale, ognuno ha le sue idiosincrasie più o meno bizzarre. :D

    Comunque mi sa che lo conosco quell' altro utente che si è espresso come nella tua citazione. :lol:
     
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  9. crox
     
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    CITAZIONE
    io vedo molto più importante un lavoro di propaganda orale che può essere portato avanti da un singolo, che una conferenza/cineforum/incontro/etc.

    La penso in modo diverso.
    Il lavoro del singolo è strettamente collegato a quello di gruppo: non c'è l'uno senza l'altro. Non basta la condivisione di idee e progetti, ma è necessario che si sviluppi un legame affettivo tra i vari componenti. La vicinanza intellettuale (come tu l'hai definita), non porta a nulla se non è accompagnata da un legame interiorizzato e 'affettivo'. Gli incontri, i cineforum, etc, servono a questo. Per legame affettivo non intendo:”introversi vi amo e vi adoro, siamo i meglio”; intendo il legame che si sviluppa tra persone che si sentono parte di un gruppo.
    Il lavoro portato avanti dal singolo non sarà mai efficace se non è supportato dal gruppo e l'incontro e lo scambio tra persone (cineforum, aiuto-aiuto, etc.) serve proprio a questo. Altrimenti quale sarebbe la funzione di un associazione/gruppo?! Ognuno potrebbe fare le cose da solo e buona notte, ma in questo caso non ci sarebbe nemmeno il bisogno di associarsi ad altri.

    CITAZIONE
    secondo me l'introverso ha una tendenza naturale all'individualismo, per questo non sono stupito se l'associazione non promuove iniziative con grande partecipazione: è normale, un introverso fa propaganda come meglio crede, in linea con le sue idee e con il suo carattere, inutile forzare a fare il contrario, o lamentarsi che gli introversi non si aggregano. intellettualmente sono molto vicini, e lavorano silenziosamente alla causa

    Gli introversi non sono tutti come li descrivi tu. Ad esempio io sono diversa: ho bisogno di coinvolgermi e impegnarmi in prima persona (a livello sentimentale e intellettuale), possibilmente collaborando con qualcuno (da soli non si va da nessuna parte). Allo stesso tempo le difficoltà maggiori che incontro sono legate proprio alla tendenza omologatrice presente in quasi tutti i gruppi. Forse è di questo che hai paura, Nicola... Ma se si vuole fare qualcosa nella vita è necessario unirsi ad altri, cercando di preservare la propria individualità. La consapevolezza delle dinamiche di omologazione aiuta sicuramemente ad affrontarle, ma c'è anche il rischio è che porti alla rinuncia e all'auto-esclusione. Questo è un discorso che è meglio non aprire..lasciamo stare.


    A me sembra che su questo forum ci sia una visione abbastanza stereotipata dell'introversione.
    Non è affatto detto che gli introversi siano 'tranquilli', 'chiusi', 'timidi', etc. Quello che accomuna gli introversi è una maggiore sensibilità ed emozionalità rispetto alla media. Non è detto che ciò porti alla tranquillità, alla timidezza, etc. Io stessa non mi riconosco del tutto in queste descrizioni, eppure sono introversa (giuro :emoticon-0100-smile.gif: ).
    Da quello che ho potuto leggere sul forum (esperienze, pensieri, etc), e dall'esperienza di vita, ho capito che gli introversi sono molto diversi tra loro, in quanto ognuno ha la sua vita, i suoi problemi, etc. Però si parte da una base comune (quella dell'emozionalità ricca), che inevitabilmente ha i suoi lati positivi e negativi, tutto qui.

    Quanto alla scarsa partecipazione degli introversi alla LIDI, credo che questa sia causata da diversi motivi, non esclusivamente legati alla non accettazione della propria introversione
    Faccio una piccola digressione e allargo il discorso per spiegare meglio il mio pensiero. Nel corso dei miei studi (servizio sociale) sento continuamente parlare di partecipazione sociale, welfare dal basso, volontariato, associazionismo, etc. C'è sempre una retorica fastidiosa dietro a questi discorsi sul welfare plurale e 'partecipato', mai una voce fuori dal coro e qualcuno che analizzi in modo critico la realtà concreta.
    In mezzo a questo vuoto, un concetto interessante emerso nel corso di alcune lezioni è stato quello dei presupposti legati alla partecipazione. Con questa espressione si fa riferimento a una serie di pre-requisiti che gli individui devono possedere per partecipare in modo attivo alla vita sociale (un certo grado di sicurezza materiale e autonomia necessarie per intrattenere legami di interdipendenza con la società). Infatti, dalle ricerche empiriche emerge che a partecipare sono sempre le solite categorie di individui e classi sociali (i giovani e le classi sociali più basse restano esclusi e partecipano meno).

    A mio avviso, tali questioni sono utili anche per comprendere le dinamiche della lidi, in quanto si tratta di un associazione inserita nel nostro contesto nazionale e quindi inevitabilmente influenzata e portatrice di certe dinamiche. Infatti credo che il problema di scarsa partecipazione e aderenza alla lidi sia causato da diverse dinamiche sociali e individuali (e non solamente dalla mancata accettazione della propria introversione) specialmente in un periodo di crisi economico-sociale come quello attuale.
    Non è mia intenzione fare la maestrina dalla penna rossa, ma credo che il concetto di presupposti alla partecipazione sia interessante e possa fornire diversi spunti di riflessione.

    Ciao a tutti :emoticon-0100-smile.gif:
     
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38 replies since 6/11/2012, 16:30   1260 views
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