aspettative

rimanete spesso delusi?

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  1. trl
     
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    CITAZIONE (yukino76 @ 29/12/2012, 11:45) 
    Noto nei miei scritti un abuso della parola "SENTIRE". :hmm.gif:

    Immagino che ne abusi anche nella vita... io se percepisco nell'altro cattive sensazioni ci rimango male se gli voglio bene... in altri casi ho comportamenti estremi...
     
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  2. yukino76
     
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    CITAZIONE (trl @ 31/12/2012, 11:47) 
    CITAZIONE (yukino76 @ 29/12/2012, 11:45) 
    Noto nei miei scritti un abuso della parola "SENTIRE". :hmm.gif:

    Immagino che ne abusi anche nella vita... io se percepisco nell'altro cattive sensazioni ci rimango male se gli voglio bene... in altri casi ho comportamenti estremi...

    Cosa intendi per comportamenti estremi?
     
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  3. trl
     
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    si forse ho usato parole troppo forti...ho la tendenza a tagliare i rapporti...diciamo che in base alle sensazioni che mi danno gli altri ho la tendenza a collocare le persone + in alto o più in basso di quello che meriterebbero...forse non sono molto equilibrato in questo...e di conseguenza sono disposto a tutto o a niente...ignoro gerarchie...gradi di parentela ecc in tutto questo...per me niente è dovuto...quindi a volte passo per associale...declinando inviti ecc..
     
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  4. crox
     
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    CITAZIONE
    si forse ho usato parole troppo forti...ho la tendenza a tagliare i rapporti...diciamo che in base alle sensazioni che mi danno gli altri ho la tendenza a collocare le persone + in alto o più in basso di quello che meriterebbero...forse non sono molto equilibrato in questo...e di conseguenza sono disposto a tutto o a niente...ignoro gerarchie...gradi di parentela ecc in tutto questo...per me niente è dovuto...quindi a volte passo per associale...declinando inviti ecc..

    .... mi sento simile a te da questo punto di vista.
    Non la vedo come cosa negativa a prescindere: nel momento in cui una relazione non mi da nulla o addirittura è per me dannosa, non vedo perché dovrei fare la farsa e comportarmi come se nulla fosse?! E' anche una questione di amor proprio! Se poi passo da asociale o da 'cattiva' chi se ne importa, non è poi una gran novità.

    Invece riguardo alle aspettative credo che bisognerebbe avere una visione più realistica della realtà: non esistono persone perfette così come non esistono "mostri", ma solo persone con cui possiamo andare più o meno d'accordo o provare affetto.
     
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  5. Cu Tip
     
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    CITAZIONE (trl @ 4/1/2013, 16:44) 
    si forse ho usato parole troppo forti...ho la tendenza a tagliare i rapporti...diciamo che in base alle sensazioni che mi danno gli altri ho la tendenza a collocare le persone + in alto o più in basso di quello che meriterebbero...forse non sono molto equilibrato in questo...e di conseguenza sono disposto a tutto o a niente...ignoro gerarchie...gradi di parentela ecc in tutto questo...per me niente è dovuto...quindi a volte passo per associale...declinando inviti ecc..

    mi ha molto colpito il fatto che ti comporti così anche in famiglia, hai dei sensi di colpa a riguardo? io ne ho molti a causa della mia negata partecipazione alla vita familiare. ogni volta che si presenta un evento a cui non posso sottrarmi si ripresenta il conflitto: da una parte capisco le loro motivazioni, dall'altra mi sento proprio male a attuare un comportamento così ipocrita solo perché ci sono dei "giudici esterni" (amici, parenti secondari). anche x questo appoggio anepeta sulla distruzione totale e definitiva della famiglia nucleare (lol). e si ripresenta anche la questione della vergogna della malattia.
    cmq prima vivevo sta cosa con molta più rabbia, ora cerco di stare nel mezzo, però ritengo il tuo comportamento molto onesto, te lo invidio e avrei voluto attuarlo io stessa più duramente in passato. approfondirei però quel 'niente è dovuto' che forse è un po' troppo da io antitetico fondamentalista :D

    ah poi ti quoto un sacco la cosa di collocare le persone in gerarchie semplicemente a prescindere dall affinità che sento con loro, un abitudine da estirpare proprio.

    tu crox come vivi questa tua attitudine ai rapporti in famiglia? sei piu morbida?
     
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  6. crox
     
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    La vivo più o meno come l'ha descritta trl. Nel senso che non mi va di fare una cosa solo perché 'sta bene' oppure per 'rispetto (questo tipo di rispetto è mafioso, ovvero deriva dal timore di una rappresaglia, dall'essere giudicati, etc.). Se mi va di incontrare o fare visita a qualcuno deve avvenire in maniera spontanea.
    Sul fatto dei sensi di colpa un ti capisco perché un po' ce li ho anch'io, però non riesco a fare qualcosa che non mi va di fare solo per obbligo, perlomeno non in questo ambito. Ovvio, i sensi di colpa a volte mi ammorbidiscono e ritorno indietro, ma di solito sono per la 'linea dura'.
    Poi mi rendo conto che non è affatto semplice raggiungere un equilibrio e dipende molto dalla situazione personale, ma secondo me è qualcosa di imprescindibile se si vuole diventare adulti ed emancipati.


    p.s: Il 'niente è dovuto' magari è uno sfogo, ma la penso anch'io così: è ora di finirla con 'sta retorica della famiglia e gli obblighi di parentela. Abbasso le relazioni morbose e mafiose! Viva le relazioni sane! Emancipiamoci.

     
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  7. Cu Tip
     
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    sono completamente d'accordo, il mio dubbio è se gli obblighi di famiglia non esercitino comunque qualche presa sui soggetti a causa del super io, e quindi la rivendicazione di gestire i rapporti liberamente al 100% guidati solo dalla propria 'coscienza' sia un'illusione. cioè, x quanto i valori veicolati dalla famiglia-ambiente-società possano essere diversi dai propri, si aggrappano (a chi più a chi meno) lo stesso sul soggetto che teoricamente cerca di integrarli, e quindi x forza le due forze per un po' (tanto) si scontrano, e quando poi esitano nell'integrazione è davvero possibile una completa autonomia dai giudizi-aspettative-usanze altrui? cioè, so che l'integrazione non è una cosa che accade così di punto in bianco alle ore y del giorno x, io intendo: come ci si comporta verso gli obblighi superegoici quando si arriva a una condizione stabile di equilibrio e si sono sviscerati un po' di nodi interni e i drammi familiari passati sono stati svuotati del loro carattere drammatico? io il concetto di integrazione l'ho sempre associato a quello di mediazione, però mi sa che ho sbagliato. sono un po' confusa a riguardo.
     
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  8. crox
     
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    Non penso che esista una completa autonomia dalle usanze, aspettative, etc, ma attraverso una costante rielaborazione interiore si può modificare il proprio atteggiamento nei confronti di queste usanze/mentalità.
    La questione secondo me è questa: o sei succube o sei succube :P scherzo. Intendo dire che comportarsi in modo accondiscendente è da succubi, ma lo è anche opporsi in maniera deliberata se poi sorgono i sensi di colpa! Quindi bisognerebbe trovare un'altra soluzione... (scoperta dell'acqua calda :D ). Io sono arrivata al punto di scegliere il male minore.. ovvero non mi comporto da falsa solo per paura di una ritorsione, tanto la ritorsione me la auto-infliggo lo stesso, quindi non vedo il motivo per cui dovrei snaturarmi!

    Ecco, l'ideale sarebbe poter parlare liberamente e sinceramente con le persone che si aspettano qualcosa da noi, spiegando e motivando le ragioni del nostro comportamento. Questa sarebbe la cosa migliore da fare, ma purtroppo non sempre è possibile a causa di diversi fattori: mentalità diverse, paure e sensi di colpa da entrambi i lati, 'ruoli' e 'gerarchie'. Ad ogni modo bisognerebbe provarci perché parlare in modo sincero fa sempre bene, stando attenti quando ci sono differenze di mentalità marcate (ad esempio con i nonni...), perchè possono sorgere dei fraintendimenti e non sono situazioni simpatiche..(esperienza personale).




    La cosiddetta integrazione secondo me è non è uno stato ma un processo: non credo che si arrivi il giorno x a dire:“ finalmente sono emancipato”... perché non esiste un punto d'arrivo, è un processo.
    Secondo me non è semplice mediazione... nel senso che è anche mediazione ma non solo.
    Immagino la nostra mente come un sistema che interagisce con l'ambiente esterno e il nostro comportamento a volte sarà la mediato, a volte sbilanciato verso uno dei due poli... questo dipenderà da tanti fattori, anche esterni. Però non credo che la soluzione sia la mediazione in sé, non so se sono riuscita a spiegare cosa intendo. :huh:
     
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  9. E.Schiela™
     
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    Non mi era neanche venuto in mente che "aspettative" avrebbe potuto intendersi in questo senso, talmente tendo a non prendere in considerazione questa forma di aspettative da parte della famiglia :D

    Consiglio: prima lasciate casa, meglio è.
     
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  10. 444
     
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    Della famiglia, parenti con cui vivo, ne sento le necessità e mancanze- e anche una parte di presenza piacevole. ...ma ne farei a meno, tanto che non ho alcun desiderio di crearne una, di famiglia.
    Me ne andrei. Se potessi scegliere come vivere ora desidererei vedere un po' il mondo e poi morire. Per quanto senso abbia - che come tutto comunque credo sia un sentire soggettivo. Magari mi verrebbero nuove idee. Magari no.
    Diciamo che rimango deluso prima di partire.
     
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24 replies since 26/11/2012, 13:00   717 views
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