Come fare smalltalk?

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  1. Heronblue
     
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    CITAZIONE
    Houcc = Houccisoilariadusiedèrisorta

    l'avevo preso per un ouch: ahia
     
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  2. Tecno Sandro
     
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    [QUOTE=Allonsanfan,14/1/2013, 16:33 ?t=64472429&st=135#entry524110039]
    Questo è uno dei pochi topic lunghi che non parlano né di politica né di uomini vs. donne! Non l'ho letto tutto ma aggiungo una cosa.

    Neanche a me piacciono granché i consigli postati da Tecnosandro perché ridurre la comunicazione a un balletto rituale mi svilisce totalmente i rapporti umani. Il mini-compendiario di consigli per lo small talk di tecnosandro diventa invece più interessante quando passa ai consigli psicologici, quando insiste sul fatto che non bisogna farsi pippe mentali.

    ...e dato che immaginavo avrebbero creato qualche discussione non li ho nemmeno tradotti tutti. :wacko: :wacko:
     
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  3. Allonsanfan
     
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    CITAZIONE (Tecno Sandro @ 14/1/2013, 19:01) 
    ...e dato che immaginavo avrebbero creato qualche discussione non li ho nemmeno tradotti tutti. :wacko: :wacko:

    secondo me hai fatto bene a postarli, e se ne hai tradotti altri postali pure, la discussione per me è positiva, spinge a riflettere, a me perlomeno mi hai spinto a ragionarci
     
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  4. Franz86
     
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    CITAZIONE (Allonsanfan @ 14/1/2013, 16:33) 
    Questo è uno dei pochi topic lunghi che non parlano né di politica né di uomini vs. donne! Non l'ho letto tutto ma aggiungo una cosa.

    Neanche a me piacciono granché i consigli postati da Tecnosandro perché ridurre la comunicazione a un balletto rituale mi svilisce totalmente i rapporti umani. Il mini-compendiario di consigli per lo small talk di tecnosandro diventa invece più interessante quando passa ai consigli psicologici, quando insiste sul fatto che non bisogna farsi pippe mentali.

    Invece il video sui cavernicoli di Heronblue secondo me è interessante perché io guardandolo giungo ad una conclusione opposta rispetto a quella di Franz86: lo small talk tra cavernicoli non nasce necessariamente perché qualcuno si aspetta che l'altro dica qualcosa (comunicazione ridotta a rituale ipocrita = il male)

    Ma no, e perchè vedi la conversazione come un rituale ipocrita? Non è detto. Fare due chiacchiere anche banali in sè e per sè è piacevole (però mi rendo conto che questa possa sembrare un' enorme idiozia: anni fa la pensavo anch' io così). Certo, se uno non ha imparato gradualmente a farlo, allora la cosa gli pare fortemente artificiosa (perchè è vittima dell' obbligo interiore/interiorizzato di dover fare qualcosa -solo perchè lo fanno "tutti"- di cui però non ha mai compreso il senso): difficile trovare un esempio per fare un parallelo.

    Ne butto lì uno un po' stentato: è come andare a correre. Se uno non ha mai fatto sport ed inizia solo per dimagrire, da principio è probabile che la cosa gli metterà ansia, perchè i risultati non arrivano, perchè i tempi sono scarsi, perchè si vorrebbe fare di più quindi si finisce per essere insoddisfatti, quindi si finisce paradossalmente per allenarsi meno (e criticare chi si allena), perchè al confronto con gli altri si appare inferiori etc.
    A contrario, chi pratica regolarmente, anche senza essere un atleta, tutte queste paranoie se le farà in misura molto minore o addirittura non se le farà proprio, e si godrà il beneficio dell' attività che non è nè eccelso nè nullo. Come quello della conversazione.

    Secondo me quello che frega pesantemente l' "introverso tipo" sono proprio quelle "pippe mentali" che si sostiene debbano e possano essere superate come nulla fosse: l' "introverso tipo" che arriva a leggersi il "manuale pratico dello small talk", per quanto magari non voglia nemmeno ammetterlo, ha un grande bisogno di rapporti umani profondi. Quindi, se da un lato capisce che per averli deve iniziare da qualche parte, dall' altro la conversazione "banale" lo disgusta, per via delle sue elevate aspettative (le vogliamo chiamare sbrigativamente "pippe mentali"? Tutto è una pippa mentale per chi non condivide ... ). Lui vorrebbe "bruciare le tappe", ma non sa come fare (o forse crede di volere ma in realtà non vuole, questa è un' altra eventualità tutt' altro che trascurabile ... e un' altra grossa complicazione del discorso :lol: ).
    Sono le aspettative che fregano, se uno non si fa aspettative enormi allora riesce a godersi quel poco che viene.
    Poco sarà pur poco ma non è nulla. Come la corsa, appunto.
    CITAZIONE
    ma perché semplicemente perché quando uno sta ore ad aspettare il mammut inizia ad annoiarsi e cerca di parlare per fare qualcosa di divertente

    Per me, invece, non è affatto così. La noia, quando c'è, non è poi una cosa così scontata o banale: è manifestazione di un disagio interiore, se uno si annoia regolarmente vuol dire che quello che sta facendo o non sta facendo non gli va bene. Il problema è già lì: se davvero si annoiano, allora i cavernicoli probabilmente nell' animo sono agricoltori o qualche altra cosa, comunque non più cacciatori, e per questo si stufano, perchè vivono una vita che non li appaga. La loro insoddisfazione è a monte, ed è esistenziale.
    Fossero soddisfatti di quel che fanno ad un certo punto, riscontrata l' assenza di argomenti di conversazione, si concentrerebbero solo sulla caccia al mammuth. :D
    CITAZIONE
    Un cavernicolo introverso sarebbe stato tranquillamente solo a farsi i fatti suoi, tanto ha già un "mondo interiore molto ricco" che lo rende autosufficiente dal punto di vista emotivo; magari è proprio aspettando il mammut che ad un cavernicolo è venuto in mente di creare la ruota per trasportare ila preda ammazzato fino al villaggio!

    Il cavernicolo introverso (a parte che qui mi verrebbe da partire con un off topic su quanto un eventuale introverso di allora fosse paragonabile ad uno odierno ... ) avrà pur avuto un "ricco mondo interiore", ma magari ricco sì, però di angosce, altro che star bene da solo ...
    L' autosufficienza emotiva è un obiettivo da asceti, non è affatto necessariamente connessa all' introversione, anzi, quando deriva solo da essa è proprio un miraggio bello e buono.
     
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  5. Heronblue
     
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    ho trovato un sito semiserio che si chiama "the art of manliness" ovvero "l'arte della mascolinità"...
    inizialmente sembrava un sito cretino dei soliti, ma spulciandolo un po ho potuto constatare che ci sono consigli utili sparsi qua e la tra i più vari, pure tutorial su come usare l'apriscatole.... da vero uomo :huh:

    comunque, ve lo dico perché ci sono degli articoli su come intavolare delle discussioni, ma anche se fossi in vena ci metterei una vita a tradurli, sono abbastanza lunghi.
    io comunque li posto:
    How to make smalltalk, The art of conversation
    il secondo è decisamente carino

    e lo ripeto, non lasciatevi abbindolare dalla "mascolinità" del sito
     
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  6. Tecno Sandro
     
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    [/QUOTE]
    Fare due chiacchiere anche banali in sè e per sè è piacevole (però mi rendo conto che questa possa sembrare un' enorme idiozia: anni fa la pensavo anch' io così). Certo, se uno non ha imparato gradualmente a farlo, allora la cosa gli pare fortemente artificiosa (perchè è vittima dell' obbligo interiore/interiorizzato di dover fare qualcosa -solo perchè lo fanno "tutti"- di cui però non ha mai compreso il senso): difficile trovare un esempio per fare un parallelo.

    Ne butto lì uno un po' stentato: è come andare a correre. Se uno non ha mai fatto sport ed inizia solo per dimagrire, da principio è probabile che la cosa gli metterà ansia, perchè i risultati non arrivano, perchè i tempi sono scarsi, perchè si vorrebbe fare di più quindi si finisce per essere insoddisfatti, quindi si finisce paradossalmente per allenarsi meno (e criticare chi si allena), perchè al confronto con gli altri si appare inferiori etc.
    A contrario, chi pratica regolarmente, anche senza essere un atleta, tutte queste paranoie se le farà in misura molto minore o addirittura non se le farà proprio, e si godrà il beneficio dell' attività che non è nè eccelso nè nullo. Come quello della conversazione.

    Sono le aspettative che fregano, se uno non si fa aspettative enormi allora riesce a godersi quel poco che viene.
    Poco sarà pur poco ma non è nulla. Come la corsa, appunto.

    [/QUOTE]

    Anche a me anni fa sembrava assurdo come concetto trarre piacere da qualche banale conversazione per uno come me che rimuginava sui "massimi sistemi" sin da piccolo.
    Però qualche volta mi è capitato con qualche estraneo e senza alcun doppio fine, ma questo non ha ne peggiorato ne migliorato la mia introversione, ne mi sono venduto al conformismo imperante per aver scambiato 2 parole. :)
    Con il tempo e l'espierienza semplicemente pretendo molto di meno dalla gente rispetto a prima e quindi ho anche molta meno ansia verso me stesso, certo forse ora esagero al contrario e devo mantenermi in equilibrio e aspettarmi anche sorprese positive dagli altri. :fisch.gif:
     
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  7. Allonsanfan
     
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    Franz a me pare che stiamo dicendo più meno la stessa cosa, infatti sono d'accordo con quasi tutto quello che hai scritto. Anche per me la conversazione leggera è piacevole, diventa un rituale ipocrita quando essa diventa troppo carica di convenzioni sociali, di "devo parlare sennò torna male", come nel brano postato da vivatruffaut qualche pagina fa.

    Quando critichi l'autosufficienza emotiva invece non sono d'accordo: ok ho esagerato un po' i termini della questione, ma a me pare evidente che gli introversi resistano meglio in solitudine grazie al fatto che il loro mondo interiore più ricco, anche se è vero il fatto che, come giustamente notare te, l'autosufficienza è per gli asceti e forse neanche per quelli.
     
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  8. crox
     
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    Ho letto quasi tutta la discussione e mi sono fatta un sacco di risate dolci e amare. Mi ha fatto morire dal ridere l'espressione 'tirocinanti in fighità' di houccisoilariadusieleièrisorta. :mf_megaphone.gif:

    In linea di massima sono d'accordo con il pensiero di Allonsanfan, quindi non sto a ripertere cose già scritte da altri.

    E' patetico l'elenco dei consigli per fare small talk. Lasciate perdere questi stereotipi, un conto è cercare di migliorare le proprie capacità comunicative, un altro è scimmiottare comportamenti stereotipati e banali. Cercate di rimanere il più possibile sul piano dell'autenticità, ne vale sempre la pena.
    Ripeto, questo non vuol dire rimanere 'immobili', si può anche cercare di migliorare le proprie capacità relazionali rimanendo autentici, seguendo la propria emotività e i propri sentimenti.

    All'inizio della discussione parlavate di possibili approcci con una barista.
    E' difficile trovare il canale comunicativo adatto, lo so anch'io. Ma provate a mettetevi nei panni di chi sta dall'altra parte del bancone, forse è esasperata dagli approcci e vorrebbe qualcosa di diverso e sincero...
    C'è qualcosa di personale nelle mie affermazioni: lavoro in questo settore da anni e sono arci-stufa di certi comportamenti. :sick:
    Anche per me è difficile trovare il canale comunicativo adatto, ma la falsità e l'imitazione servono solo a peggiorare le cose....

    Mi avete fatto ritornare in mente una canzone: Autogrill di Guccini.



    La ragazza dietro al banco mescolava birra chiara e Seven-up,
    e il sorriso da fossette e denti era da pubblicità,
    come i visi alle pareti di quel piccolo autogrill,
    mentre i sogni miei segreti li rombavano via i TIR...

    Bella, d' una sua bellezza acerba, bionda senza averne l' aria,
    quasi triste, come i fiori e l' erba di scarpata ferroviaria,
    il silenzio era scalfito solo dalle mie chimere
    che tracciavo con un dito dentro ai cerchi del bicchiere...

    Basso il sole all' orizzonte colorava la vetrina
    e stampava lampi e impronte sulla pompa da benzina,
    lei specchiò alla soda-fountain quel suo viso da bambina
    ed io.... sentivo un' infelicità vicina...

    Vergognandomi, ma solo un poco appena, misi un disco nel juke-box
    per sentirmi quasi in una scena di un film vecchio della Fox,
    ma per non gettarle in faccia qualche inutile cliché
    picchiettavo un indù in latta di una scatola di té...

    Ma nel gioco avrei dovuto dirle: "Senti, senti io ti vorrei parlare...",
    poi prendendo la sua mano sopra al banco: "Non so come cominciare:
    non la vedi, non la tocchi oggi la malinconia?
    Non lasciamo che trabocchi: vieni, andiamo, andiamo via."

    Terminò in un cigolio il mio disco d' atmosfera,
    si sentì uno sgocciolio in quell' aria al neon e pesa,
    sovrastò l' acciottolio quella mia frase sospesa,
    "ed io... ", ma poi arrivò una coppia di sorpresa...

    E in un attimo, ma come accade spesso, cambiò il volto d' ogni cosa,
    cancellarono di colpo ogni riflesso le tendine in nylon rosa,
    mi chiamò la strada bianca, "Quant'è?" chiesi, e la pagai,
    le lasciai un nickel di mancia, presi il resto e me ne andai...
     
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  9. AleSonica
     
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    che bella...
     
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  10. crox
     
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    :)
     
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159 replies since 3/1/2013, 15:11   3174 views
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