Come gestire l'infatuazione?

... che sta diventando un pensiero costante

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  1. Yorick75
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 30/3/2013, 11:25) 
    E aggiungerei anche che il "rinforzo positivo" quando rientriamo nel sentiero ufficiale porta alla conscia o incoscia decisione di definire i bisogni che si inseguivano trascurabili, poco o per nulla importanti. Questo crea un interessante scompenso nel periodo di crescita personale: come si fa a raggiungere la vera e propria indipendenza quando i primissimi tentativi in quella direzione sono stati stroncati? Come si fa iniziare una vita con desideri passati ancora insoddisfatti?

    E' un po' il tema della Linea d' Ombra di Conrad. C' è la necessità di questo passaggio, occorre salire sulla nave e affrontare l' oceano. Solo ciò che resisterà alle tempeste e agli ostacoli della navigazione sarà qualcosa di concreto, mentre le illusioni si scioglieranno.

    CITAZIONE
    Da qui, secondo me, le difficoltà che dimostrano questo thread. Faccio un'ipotesi idiota: la difficoltà che si incontrano ad instaurare un rapporto stabile è il modo in cui la natura certifica che non si è emotivamente o psicologicamente pronti ad iniziare una nuova vita (=famiglia, bambini ecc.).

    La tua ipotesi non è idiota, anzi. L' incapacità di affrontare un rapporto stabile è sì la paura di affrontarne poi le conseguenze; anche se poi, a essere onesti, un rapporto stabile non sempre garantisce che quelle paure siano esaurite.

    CITAZIONE
    Lo capisco, io ce li ho nei confronti di mia madre -_- [Non ho il libro a portata di mano, ma Anepeta ha identificato un pattern solito delle relazioni intro-genitori?]

    in alcuni capitoli ne delinea l' interazione, mettendo il luce anche la dinamica dei sensi di colpi.
    Paradossalmente, perché sono uomo del Sud, anche se anomalo, io non ne ho nei confronti di mia madre. Anzi, nemmeno sono un mammone. Ricordo che avevo un collega che quando si era fuori per lavoro, chiamava la mamma più volte al giorno e aveva sempre nostalgia del ragù di mammà. Io invece mi sono sempre limitato a messaggi Sono Arrivato/Torno domani. Oppure se ci si sente si parla della salute dei gatti...

    CITAZIONE
    Questo è un punto fondamentale. Ma come si "calcola" l'amore verso se stessi? Come lo si distingue da autostima, da accettazione, ecc.? E soprattutto come si riesce a provare amore verso se stessi pur mantenendo il proprio idealismo sia nei confronti propri che del mondo? Per amare se stessi l'idealismo e il perfezionismo devono indietreggiare? Se sì, di quanto? :hmm.gif:

    Ti posso dire che ciò che è amore, non si può quantificare o determinare. Che non si tratta di orgoglio o egocentrismo. Nemmeno qualche formula da santone orientale. Bisogna fare uno sforzo e andare oltre questa ragioneria dei sentimenti. :) Nella mia idea almeno urta contro l' idealismo e il perfezionismo. In quanto esseri umani siamo finiti, limitati, imperfetti, miserabili. Se ci si riesce ad amarci nonostante tutto ciò, è già un passo in avanti.
    D'altronde è facile amare e amarsi se siamo belli, freschi e perfetti. Più difficile è quando ci confrontiamo la nuda natura umana, ammettendo che è anche la nostra.
     
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  2. Joiel
     
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    ciao ragazzi,
    vorrei rendervi un pochino partecipi di alcune mie riflessioni a cui sono giunta ultimamente. considerazioni che avevo già fatto da sola e anche con il vostro contributo :) ma ora credo di esserne diventata un po' più consapevole.
    L'infatuazione che ho provato nei confronti di quel ragazzo e quanto io ci abbia ulteriormente fantasticato testimonia la mia profonda paura di pensare e vivere una relazione vera ed autentica, una relazione duale "normale". allora che cos'è meglio? certamente vivere nelle fantasticherie........
    perche mi fa cosi tanta paura vivere una relazione affettiva- sentimentale? perche la rifuggo cosi' tanto?
    le ragioni sono molteplici.
    ma ultimamente penso sia cambiato qualcosa in me... sto riconoscendo il bisogno di vicinanza fisica ed emotiva, il bisogno di piacere a qualcuno e provare io stessa piacere, sperimentando il valere a se stessi e il bisogno di essere accolta da me stessa e dagli altri... spero solo di essere sulla strada giusta.....
     
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  3. Yorick75
     
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    CITAZIONE (Joiel @ 7/5/2013, 19:01) 
    ciao ragazzi,
    vorrei rendervi un pochino partecipi di alcune mie riflessioni a cui sono giunta ultimamente. considerazioni che avevo già fatto da sola e anche con il vostro contributo :) ma ora credo di esserne diventata un po' più consapevole.
    L'infatuazione che ho provato nei confronti di quel ragazzo e quanto io ci abbia ulteriormente fantasticato testimonia la mia profonda paura di pensare e vivere una relazione vera ed autentica, una relazione duale "normale". allora che cos'è meglio? certamente vivere nelle fantasticherie........
    perche mi fa cosi tanta paura vivere una relazione affettiva- sentimentale? perche la rifuggo cosi' tanto?
    le ragioni sono molteplici.
    ma ultimamente penso sia cambiato qualcosa in me... sto riconoscendo il bisogno di vicinanza fisica ed emotiva, il bisogno di piacere a qualcuno e provare io stessa piacere, sperimentando il valere a se stessi e il bisogno di essere accolta da me stessa e dagli altri... spero solo di essere sulla strada giusta.....

    Io ti sconsiglio di crogiolarti nelle fantasticherie. Si costruiscono castelli in aria, ed è piacevole, ma quando crollano - crollano sempre - le macerie ti cadono addosso, a te e a nessun altro, e - anche se son fatte d' aria - fanno male.

    La tua conclusione, invece, mi sembra una buona cosa, la strada da seguire.

    In bocca al lupo
     
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  4. Nicola.
     
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    Condivido entrambi, in bocca al lupo anche da parte mia!
     
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33 replies since 24/3/2013, 19:54   2980 views
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