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Allonsanfan.
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WarlordManiac, io penso che nel dibattito sulle proprie idee, sia fondamentale, prima di tutto, l'onesta intellettuale. Ovvero la capacità di esprimere giudizi senza farsi influenzare da sentimenti e simpatie e sentimenti. E' uno dei motivi per cui ritengo sbagliato indicare l'empatia come criterio unico per decidere i valori del mondo, cosa che va molto di moda oggi. Però ognuno empatizza in modo diverso, perché in realtà non esiste: è una nostra costruzione mentale, in realtà noi non sentiamo quello che sentono gli altri, al limite possiamo immaginarcelo, ma a volte sentiamo troppo poco, a volte troppo (cioé ci dispiace per delle persone senza che in realtà queste persone soffrano: in viene in mente i genitori e i nonni che sono sempre angosciati per la possibilità che i nipoti abbiano fame, con il risultato di rimpinzarli anche quando sono sazi).
E quindi fai benissimo ad analizzare te stesso e chiederti se alcune tue idee sono frutto semplicemente di pregiudizi e sentimenti.
Però non dobbiamo buttare via il bambino con l'acqua sporca: non c'è nulla di male se i tuoi sentimenti e la tua storia di vita ti hanno consentito di vedere una situazione che altri non vedrebbero. Una persona povera avrà più probabilità di vedere le contraddizioni del sistema capitalistico. E se è onesto intellettualmente, potrà fare analisi molto più accurate di un milionario.
Alla base dell'antifemminismo ci sono argomentazioni razionali e solide basate su alcune ingiustizie evidenti nei confronti del sesso maschile. Una volta depurate le proprie idee dai sentimenti e le irrazionalità, abbiamo tutto il diritto di difenderle. E se abbiamo il mondo contro, pazienza.
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