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Rispondete tutti in modo molto profondo. La mia non è altro che vomitare. . -
yukino76.
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Rispondete tutti in modo molto profondo. La mia non è altro che vomitare.
Cioè, aspetta, hai paura di vomitare???
Ma vomitare in generale... o vomitare in pubblico per l'emozione??? O hai paura di morire affogato nel tuo stesso vomito? O... vabbè, mi fermo.... -
cri-na.
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Una sola non c'è, ma la prima che mi viene in mente è un difetto, in realtà. La paura consiste nell'idea di mantenerlo soprattutto perchè in primis non so dargli un nome, e che molto ha a che vedere col concetto di disordine (e magari con la nevrosi??) : Perseverare negli errori, nei difetti nonostante tutto, incapace di cogliere e creare nuovi autentici paradigmi di me stessa, educando la confusione non solo a livello teorico, o meglio ideale, ma dandogli concretezza nella vita vissuta. Sostanzialmente non vivermi integrata in me, disattendendo quasi sistematicamente i valori e tutto ciò a cui, nel profondo, quasi segretamente, aspiro. Una forza contraria e distruttiva che preclude la possibilità di esperirmi con pienezza e mi costringe - ma sono sempre io - a vivere in una viziata prigione fatta di fantasie riparatorie per tutto ciò che non so fare o (ac)cogliere, se non addirittura, come è successo a più riprese nella vita, ad appiattirmi nel recinto di una "identificabilità" forzata. Parlo soprattutto dei veri rapporti con gli altri. E della paura che ho di vivere (ma qui si aprirebbe un capitolo sul bisogno di definirsi e sul senso di mortificazione che sottende la definizione..un sentire un pò assolutistico, per non dire adolescenziale, e andrei oltre). Un esempio è questo stesso thread, c'è chi parla di ciccia, in modo profondo, concreto e riconoscibile per quanto complesso, io in modi evanescenti. E mi fa una rabbia.. . -
.Rispondete tutti in modo molto profondo. La mia non è altro che vomitare.
Cioè, aspetta, hai paura di vomitare???
Ma vomitare in generale... o vomitare in pubblico per l'emozione??? O hai paura di morire affogato nel tuo stesso vomito? O... vabbè, mi fermo...
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noemiprinceboateng.
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Perseverare negli errori, nei difetti nonostante tutto, incapace di cogliere e creare nuovi autentici paradigmi di me stessa, educando la confusione non solo a livello teorico, o meglio ideale, ma dandogli concretezza nella vita vissuta. Sostanzialmente non vivermi integrata in me, disattendendo quasi sistematicamente i valori e tutto ciò a cui, nel profondo, quasi segretamente, aspiro. Una forza contraria e distruttiva che preclude la possibilità di esperirmi con pienezza e mi costringe - ma sono sempre io - a vivere in una viziata prigione fatta di fantasie riparatorie per tutto ciò che non so fare o (ac)cogliere, se non addirittura, come è successo a più riprese nella vita, ad appiattirmi nel recinto di una "identificabilità" forzata. Parlo soprattutto dei veri rapporti con gli altri. E della paura che ho di vivere (ma qui si aprirebbe un capitolo sul bisogno di definirsi e sul senso di mortificazione che sottende la definizione
* hai descritto anche me, purtroppo però io queste cose non ci sarei arrivata a scriverle neanche in vent'anni
comunque paura tante, però non vorrei usare il topic stile diario segreto quindi la principale direi che è essere veramente quel poco che mi immagino di essere, nonostante coscientemente mi dica 'ma no sei solo apatica e "malnutrita", in realtà dentro sei bella e ricca'. e invece l'intuizione di essere nata con poco dentro è considerevole e spaventosa. -
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la mia paura più grande è morire... non solo dentro come ha detto qualcuno, ma proprio morire fisicamente. Mi ritrovo a volte a pensare come sia, come mi succederà, quando, e mi viene un'ansia tremenda. Persone a cui l'ho detto ci hanno riso su, magari lo farete anche voi, ma io ho passato notti insonni a pensare a cosa succede in quel momento e devo obbligarmi a non pensarci per riuscire a essere "normale". . -
crox.
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CITAZIONEla mia paura più grande è morire... non solo dentro come ha detto qualcuno, ma proprio morire fisicamente. Mi ritrovo a volte a pensare come sia, come mi succederà, quando, e mi viene un'ansia tremenda. Persone a cui l'ho detto ci hanno riso su, magari lo farete anche voi, ma io ho passato notti insonni a pensare a cosa succede in quel momento e devo obbligarmi a non pensarci per riuscire a essere "normale".
Idem! A volte faccio fatica ad addormentarmi per la paura di non risvegliarmi più...è da bambina che lo faccio.
Non so, credo che dietro a tutto questo ci sia una sorta di ansia di vivere, almeno per me è così. Ho sempre sentito il bisogno di vivere in modo intenso e autentico; ho paura di perdere tempo, occasioni, emozioni...che il tempo mi sfugga, ci sono talmente tante possibilità da esplorare e non voglio avere rimpianti, ma so che sarà inevitabile averne. Che ansia, sono proprio una persona inquieta..