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AngelusLaguna.
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Confesso che non condivido tanto questo approccio: perchè rifiutare e rinunciare alla propria natura e individualità per ... cosa?
Per uniformarsi diventando ipocriti con se stessi? Che guadagno si ha a fingere e uniformarsi , se si sta poi male con se stessi?
Posso capire il provare a fare una prova e vedere SE c'è un punto in comune , ma nessun "vero amico" dovrebbe allontanarti se non trovi di tuo gusto le stesse passioni.
Personalmente , trovo sia molto più salutare la coerenza interna sul piano dell'identità , che sul piano delle relazioni.
L'equilibrio lo si trova dando il giusto peso che non violi nessuno dei due: se desidero inserirmi in un gruppo fingendo cosa non sono, non è la mia qualità di sentimento a venire frustrata.
C'è un danno a priori nella stima di sè stessi, quando fingiamo e invalidiamo parti salienti e non dannose del nostro essere. Contenerle, moderarle è già molto diverso.
La funzione del sentimento, per me, deve servire a sapersi legare e accettare / capire i sentimenti propri e altrui, quali che siano: positivi come negativi.
Non a ricreare una fantasia stile villaggio dei puffi, per estremizzare.