"Centro di gravità permanente"

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  1. Ludwig Arthur
     
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    Senza ombra di dubbio credo di potermi definire un nichilista, in particolare "metafisico".
    Ora come ora, sarà per le influenze subite leggendo Schopenhauer e Nietzsche, non riesco a trovare la benché minima cosa che possa fornirmi una base,una certezza da cui partire di cui credo avrei estremamente bisogno.
    Pur prediligendo la razionalità,finisco sempre con il creare sillogismi assurdi fino ad arrivare a trarre la conclusione che non esistono certezze per me.
    Non voglio accettare che l'unica certezza sia la noia e il dolore, in quanto ora come ora se cominciassi a ripetermi ciò, finirei col crederci e non credo di avere le forze né le capacità di sostenere una simile situazione in questo momento.
    Spesso mi chiedo, come facciano gli altri a non pensare a queste cose,se sono l'unico che si chiede il perché.
    Il Perché... chissà perché l'essere umano a bisogno di trovarlo in ogni cosa, perché ha così bisogno di spiegare le cose.
    Mi sembra quasi che la razionalità,che ci rende così unici e meravigliosi sia la nostra condanna.
    La morte è qualcosa che mi sembra paradossalmente così lontana,che non mi spinge a vivere la vita in quanto breve.
    Non credo in un dio che mi perdonerà una volta morto,né tanto meno in uno che mi punirà.
    Non penso ci sia uno scopo,una ragione e questo mi spaventa.
    Le passioni che coltiviamo mi sembrano solo tentativi disperati di fuga.
    Se è vero che la felicità si può trovare solo dentro di noi,beh allora o io sono cieco o lei è davvero brava a nascondersi.

    Comunque senza divagare ulteriormente,volevo chiedervi, qual'è la vostra certezza nella vita,quella roccia a cui sapete di potervi aggrappare? Come riuscite a superare,anche solo momentaneamente,queste crisi esistenziali?
     
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  2. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    Onestamente, non ho alcuna roccia nè stampella.

    Quando ero più piccola avrei condiviso molto di quanto hai scritto, anzi, credo che la me diciottenne avrebbe potuto scrivere le stesse parole :D

    Crescendo poi questa famosa ancora di salvezza ha perso la sua forza catalizzatrice, non so come dire... non ne ho sentito più il bisogno, progressivamente. Talvolta mi capita ancora di vacillare, ma sono stati temporanei che so interpretare e che mi viene facile, ormai, arginare.

    Non saprei dirti come ho fatto... ad un certo punto è come se avessi preso atto visceralmente di ciò che da piccola comprendevo solo a livello razionale, ovvero che l'esistenza obiettivamente non ha senso, ma sta a noi attribuirgliene uno soggettivo.

    C'è una frase tratta da "Tristi tropici" che secondo me descrive bene questa condizione:

    Il mondo è cominciato senza l'uomo è finirà senza di lui. Le istituzioni, gli usi e i costumi che per tutta la vita ho catalogato e cercato di comprendere, sono un'efflorescenza passeggera d'un creazione in rapporto alla quale essi non hanno alcun senso, se non forse quello di permettere all'umanità di sostenervi il suo ruolo.
     
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  3. frisco92
     
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    Non ho mai trovato appigli, ho provato molte volte a trovare la mia isoletta felice in mezzo all'oceano accorgendomi poi che ci sono solo scogli di dura roccia, tutto inutile. Vivo in perenne attesa di non so cosa. Mi aggrappo alla letteratura e alla musica in cui trovo risposte. Non riesco ad immaginarmi senza Orwell, Hesse, Miller, Buzzati, Gaber, De André e tanti altri. Mi definirei più esistenzialista che nichilista, non mi dò particolari motivi per andare avanti, lascio che le cose accadono, ammetto che mi crea un pò d'ansia.
    La domanda che ti faccio io è come saremmo noi senza Schopenhauer, Nietzsche e compagnia? Quanto ci hanno influenzato? Cosa saremmo senza averli incontrati?
     
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  4. Ludwig Arthur
     
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    Grazie delle risposte, fa piacere parlare con qualcuno che non ti guarda come un pirla se solo osi dire qualcosa di più profondo di calcio,culo e tette.
    Purtroppo credo che senza Schopenhauer e compagnia bella ,per quanto mi riguarda, sarei stato forse ancora più triste e confuso,così almeno ho qualcosa con cui confrontarmi,qualcosa che prima di tutto impegna la mia mente.
    Sono così da 5-6 anni ormai, credo sia un processo incontrollabile,le idee che maturiamo sono frutto solo di noi stessi.
    In fondo se si accetta un pensiero altrui senza formularne uno proprio si ci accontenta di qualcosa di già fatto e prestabilito,che finiremo per non comprendere,non essendo nostro.
    A dire il vero una mezza idea simile alla volontà di vivere del buon vecchio Arthur mi era venuta ben prima di leggerlo.
    Un grande pregio delle varie dottrine filosofiche è che possono aiutare a comprendere se stessi, mettendo a disposizione strumenti che non possedevamo ancora.
    Più che altro non oso immaginare cosa saremmo senza l'arte,per me in particolare la musica,la classica in particolare.
     
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  5. 444
     
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    Per certi versi ero un po' come te, all'inizio non avere una meta mi metteva in difficoltà.
    Sicuramente meno profondo, ma ora vivere senza una certezza è più facile e non credo si tratti di abitudine. Sto imparando ad agire nel presente che, detto tra noi, è più soddisfacente che arrovellarsi tra i "se". Provo a fare qualcosa, ad avere qualcosa di piccolo da condividere con cari amici e ne esco felice. Per avere un idea di quello che vuoi devi anche brancolare in qualche direzione, il solo pensiero non credo sia sufficiente a raggiungere la meta.
    Dico banalizzando spudoratamente: ho un vero motivo per il quale domani mi alzerò dal letto? Ho uno scopo? No, ma non mi spaventa. Le opportunità sono infinite e se mi trovo spalle al muro tanto vale che mi metta alla prova, non avrei comunque nulla da perdere. Chi mi dice poi che, ammesso ci fosse ed avessi i mezzi per raggiungerla, esista una sola verità ad attendermi (soggettiva od oggettiva che sia)?
    Credevo di essere uno dei pochi, se non "il solo" a formulare certi pensieri... Ci sono un sacco di punti di vista diversi in giro, potrebbe essere abbastanza divertente trovarne (e provare a capirne) di nuovi in luoghi inaspettati.
     
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  6. Ludwig Arthur
     
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    Non so cosa mi sia successo oggi,ma una strana e poco familiare vena ottimistica pervade ogni mio pensiero,sia chiaro non sono passato da una selva oscura a un prato pieno di margherite,ma...
    1)Quello che pensavo fino a ieri,la mancanza di oggettività,di certezze, significa anche che ogni persona vive una realtà unica,che quindi nulla può essere definito la norma e questo significa che tutti i preconcetti,pregiudizi vanno a farsi fottere.
    2)Noi(uso il noi solo perchè mi pare conferisca una certa importanza) introversi, abbiamo un dono di natura che fino ad oggi non avevo compreso.Senza dubbio 2 dei dilemmi dell'uomo sono la noia e il dolore,beh a mio parere noi abbiamo in un certo senso un "dono" che sopprime il primo.Per noi che siamo così riflessivi,non esiste la noia,per noi ogni istante che per gli altri può essere noioso e vuoto,diventa un'opportunità per pensare,per usare ciò che ci rende umani.Quelli che mi parevano silenzi imbarazzanti,dove magari io non ero nemmeno coinvolto, ho capito che lo erano solo per chi non ci è abituato,perché in quel momento non aveva qualcosa da dire per sopprimere la noia.
    Non so tutto ciò sia una "rivelazione, o un'altra illusione però e tutto il giorno che ho quell'ebrezza,quella leggerezza,che solo la musica(l'inno alla gioia in particolare) è riuscita a darmi fin'ora.
    Ho capito che non riuscire a condividere tutto ciò,non è un problema,infatti,più è grande è la personalità di un individuo,più difficile dev'essere il riuscire a scoprirla;come un tesoro.Proprio,come ogni idea che non scaturisce da noi non ci sarà mai completamente propria,così vale per i pareri delle persone e i loro commenti;ci scivolano addosso.
    Mai come ora non potrebbe fregarmene nulla se qualcuno pensasse che mi credo un semidio o chissà cosa, solo perchè non parlo così spesso, o non ho cose vuote e inutili da dire.
    Scusate questo sfogo,pieno di "seghe" mentali :bye1.gif: ma mi sentivo in dovere di scrivere tutto ciò,dopo le vostre risposte.Ora mi manca solo lo svegliarmi senza più provare la minima invidia per nulla e poi potrei insegnare a tutti i santoni del mondo :emoticon-0100-smile.gif:
     
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    Credo che per l'introverso la noia esista nel momento in cui si relaziona con chi non entra in empatia.Anche per me fino a un pò di tempo fa i silenzi erano imbarazzanti oggi trovo più imbarazzante il livello medio dell conversazioni "estroverse".Per trovare un equilibrio cmq ci vuole tempo,il desiderio di imitazione del modello dominante è sempre in agguato.




     
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  8. 444
     
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    Arriva la primavera? :lol.gif:
     
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  9. Nicola.
     
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    detto terra terra perchè sono stanco e non ce la fò a scrivere lunghi discorsi: il primo passo è rifiutare ogni stampella, ogni ancora di salvezza, ogni palliativo che ti distolga l'attenzione dalla situazione oggettiva, ovvero che la vita di per se non ha alcun senso, e tanto meno direzione. tutti gli essere viventi sono presi e buttati nella mischia, e non c'è religione, istituzione o quel che ti pare che possa dirti cosa è giusto o sbagliato, perchè sono tutti concetti dell'uomo singolo per cui se la vogliamo vedere così, esistono infinite verità. preso atto di questo, c'è da convivere con questa realtà e chiaramente è qui che viene il difficile, perchè non sempre la mente ti consente di essere immune da ciò che ti circonda, anche se sei cosciente che in te non c'è niente di male.

    oltre questo non vado che poi pure per me è un terreno inesplorato
     
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  10. Ludwig Arthur
     
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    chiedo scusa se non ho più scritto, ma ho passato un periodo di riflessione interiore,credo, e se pur non posso dire di non avere più dubbi ormai mi trova abbastanza a mio agio con quelli che ho.
    Sarà antisociale e sbagliato,ma ho trovato nella solitudine una pace,una tranquillità e una calma infinite.
    Se non fosse che per natura tendiamo ad avere necessità di socializzare...
    Una cosa vi volevo chiedere.
    Se vi capita mai quando siete da soli,in giro per una passeggiata,aspettando la corriera o il treno,di trovarvi un angolino,sedervi,magari leggere un libro o ascoltare della musica o semplicemente pensare e osservare il mondo intorno a voi?
    sono in una fase in cui provo una vera e propria ammirazione per la maggior parte di ciò che mi circonda,formulo pensieri su tutto e tutti; è una fase in cui siete già passati?
     
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9 replies since 16/3/2014, 18:25   264 views
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