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lili_marlene.
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Non so nemmeno da dove iniziare. Ci ho messo un sacco a decidere di scrivere qui, e per me ha un valore importante perché significa aprirmi agli altri (anche se su internet), cosa che non riesco a fare quasi mai.
La mia vita è un casino infernale, una sequela di problemi infiniti e di cose da risolvere.
Sono agorafobica, e questo ha un peso notevole nella mia vita. Dopo un periodo in cui pensavo di aver risolto il problema perché le crisi si erano alleviate, sono ritornata ad una condizione agorafobica, ma non come prima, in maniera leggera ma comunque pesante. Pesante perché mi vergogno. Per esempio, adesso dovrei uscire a fare la spesa, e non ci riesco. Sono stata mezz'ora a piangere sul divano e poi ho deciso di scrivere qui e di non assillarmi più di tanto, sperando che prima o poi ce la farò. Sono in cura da una psicologa, e nella terapia ci credo molto.
Il problema non è che sono agorafobica, lo so anch'io. Mi rendo conto di quanto sia una conseguenza di altro. Vivo in una città come Roma, e vivo da sola anche se quando torno da mia madre (e sono contenta di tornarci) mi viene una specie di depressione. Sono appena stata mandata via da una casa in cui abitavo con un'altra ragazza che conoscevo (ci hanno sfrattate ad entrambe), e mi ritrovo da capo a dodici a dover cercare casa in questa città che spesso mi sembra invivibile con degli sconosciuti perché l'altra ragazza è tornata al paese, e in più con la paura di avere una crisi agorafobica e con la paura dell'esterno in generale, con una sensazione estrema di disagio verso tutto ciò che è Altro da me. Qui avevo tutti i miei amici, poi alcune cose sono cambiate e ora non conosco praticamente più nessuno. Studierei anche all'università, ma non riesco a frequentare perché mi sembrano tutti cattivi e stronzi, anche se so che sono tutti pregiudizi, o meglio, di cattivi e stronzi ce ne sono ma non tutti son così, e quindi sostanzialmente do un esame dietro l'altro da non frequentante (ora sto ad un esame dalla laurea).
Insomma, spesso non so nemmeno come faccio ad alzarmi la mattina. Non ho casa e la mia vita fa discretamente schifo. L'unica cosa che funziona (e so che per una persona come me non è poco) è il rapporto col mio ragazzo, che però vorrei non rovinare investendoci tutte le aspettative che il mondo mi nega.
Dentro di me sento di non essere mai stata compresa per davvero (né dai miei genitori, né dai miei amici), e provo una grandissima rabbia.
Sento che dall'esterno mi si chiedono cose gigantesche, soprattutto di diventare come non voglio essere. Anche i circoli più antagonisti della città e del Paese, mi sembra, alla fine si allineano a quel discorso di disumanità generale e di indifferenza totale verso il prossimo che sono la causa del mio dolore. L'unico luogo in cui mi sento tra simili è questo, non ce n'è nessun altro. I libri di Anepeta mi aiutano molto.
Avrei solo bisogno di credere in me stessa, e però nonostante sappia di essere brava a fare quello che faccio, non ci riesco. Inoltre non sento di star esprimendo al massimo le mie capacità, sento di avere una parte inespressa, soffocata, forse per tutte le delusioni che ho dovuto sopportare e che ora mando giù come niente.
So di non essere l'unica introversa al mondo a stare così, ma il punto è che non si può proprio vivere in questo modo.
Vorrei cominciare da qualcosa, a cambiare da qualcosa, ma non so proprio cosa.
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444.
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Magari questo è un'altro inizio! 
Ho letto la tua storia e voglio augurarti di continuare a reagire come hai fatto.. -
crox.
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Ciao 
Scusa se non scrivo altro, ma (come ho già ho scritto in un'altra discussione), non vorrei risultare invadente. Cmq benvenuta
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E.Schiela™.
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scusami, m'era sfuggita sta discussione 
benvenuta!. -
lili_marlen.
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Vi ringrazio per il benvenuto e per i commenti. Mi dispiace non esser riuscita a farlo prima, ma non avevo la possibilità di connettermi. . -
Luana Francesconi1.
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ciao marlene ti capisco, anch'io sono nella tua stessa situazione, se vuoi possiamo fare amicizia . -
Guido83.
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Anche io ho il problema del supermercato.. e non solo
E Roma non è facile nemmeno i Romani, parola di romano.
Ti sono vicino e ti auguro un buon inizio quì e un continuo nella vita Lilì!
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Eccomi |
