Forum LIDI (Lega Italiana per la tutela dei Diritti degli Introversi)

Posts written by lidi-admin

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    CITAZIONE (tandream @ 9/8/2012, 12:28) 
    Ma dove lo vedi il contesto oppressivo scusa? Sono solo parole dette DOPO averlo sgamato!!! Ma cosa vuoi che dica uno che viene beccato? Le avrebbe dette certe cose se non fosse stato beccato? Si sarebbe preso vincita e gloria grazie al doping e noi tutti fessi ad acclamarlo.
    AHOOO!!! MA VE VOLETE SVEJA'!!!! :lol:

    Questo significa attribuire la malafede, senza avere elementi per farlo. Almeno farsi delle domande, invece di avere tutte queste certezze? Non condivido assolutamente questo atteggiamento, per cui si giudica senza sapere, si stabiliscono verità sul comportamento altrui attribuendo a priori intenzioni ecc. e si parte dal presupposto che ci sia, sempre e comunque, il marcio. Come dire, poi, che quindi laddove il marcio non c'è l'errore non è consentito e sbagliare non è contemplato.

    Preferisco farmi delle domande, piuttosto che a priori puntare il dito.

    Nel caso specifico - che ripeto, in relazione alla reazione di molti è per me solo esemplificativo di un atteggiamento diffuso - i provvedimenti sono necessari e giusti (squalifica, inchiesta, ecc.) e non li contesto. Far coincidere, però, necessariamente l'atleta con l'uomo è un errore.
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    CITAZIONE (tandream @ 9/8/2012, 12:28) 
    Sta diventando sempre più vero anche il contrario. C'è anche l'esaltazione di "chi non ce la fa". O peggio, di chi magari poverino è chiuso in carcere per aver fatto una strage di innocenti (a Studio Aperto ci mettono delle musichette strappalacrime mentre raccontano la vita difficilissima e tristissima del serial killer di turno come a dire che poverino, la vittima è stata lui...).
    la verità è che l'informazione fa schifo e le vie di mezzo non piacciono a nessuno.

    Non stiamo parlando di serial killer e l'informazione, se è per questo, nello stesso modo in cui utilizza musichette strappalacrime sbatte il mostro in pagina.

    Non credo proprio che il modello dominante sia quello di 'chi non ce la fa', tutt'altro. Ma è così evidente che non c'è neanche da discuterne...

    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 9/8/2012, 12:36) 
    io sono più che sveglia.

    E dai Ilaria, su... non lo siamo abbastanza.
    Regola numero uno: vedere sempre e comunque il marcio e attribuire al prossimo, preventivamente e anche in mancanza di elementi, la malafede :D
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    CITAZIONE (tandream @ 9/8/2012, 12:22) 
    Già, sarebbe stata sempre colpa degli altri. Avete ragione. Lui è solo un povero indifeso, una vittima incosciente della società. E' ovvio. In qualunque modo la mettiate la colpa non è la sua. Non è stato lui a doparsi. Non è stato lui neanche quello che ha partecipato. In realtà è stato tutto un incubo vissuto dalla sua mente. Lui non esiste.

    La riflessione era più ampia. Comunque, non si tratta di essere delle vittime né di non essere consapevoli. Si tratta, al di là del caso specifico (che è solo esemplificativo), di interrogarsi invece che emettere facili sentenze basate su quel che appare. Si tratta di comprendere l'umano e abbandonare l'idea che si possa confinarlo esclusivamente a quel che si fa (vizio quanto mai diffuso).
    Comprendere un comportamento (o provare a farlo) e giustificarlo sono cose estremamente diverse.
    Si tratta anche di concedere l'errore, la possibilità di sbagliare.

    Oppure dividiamo il mondo in buoni cattivi, schierandoci ovviamente dalla parte dei buoni, dalla parte di quelli che non sbagliano, non cedono, che non hanno fragilità e che sono così lineari nella corrispondenza tra ciò che sono e che quel appare che certo non hanno bisogno di nessuna comprensione che gli derivi dagli altri e dal mondo esterno.
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    Il focus non era Saviano, ovviamente, e quel che scrive o dovrebbe scrivere. Condivido quel pensiero ed è irrilevante la firma che porta, avrebbe potuto esprimerlo Saviano o chiunque altro.

    Non mi soffermo su Saviano, dunque, anche perché sarebbe articolata la discussione e si andrebbe O.T.

    Per il resto, e lo dico senza filtri, mi dispiace ma trovo superficiali e privi di qualsiasi empatia i tuoi commenti.
    Quel che dicevo all'inizio: si emettono sentenze senza interrogarsi sull'aspetto umano, emotivo, psicologico. E si fa coincidere l'atleta con l'uomo, l'uomo con l'atleta.

    Il mio è un discorso che va oltre il caso specifico. 'A fare la vittima sono buoni tutti' o 'tanto vale che' lo si potrebbe dire a chiunque, senza interrogarsi sui motivi di un passo falso, di un cedimento, su un'eventuale fragilità della persona o sul modo in cui il sistema, il contesto o una situazione specifica impattano sulla sua personalità e il suo modo di essere.

    Viviamo in un mondo che condanna e stigmatizza la 'debolezza' (tra virgolette, per dire di quella che tale viene considerata) e che esalta - impone! -, efficienza, 'perfezione', rendimento, il massimo adattamento alle richieste che in modo tacito o esplicito provengono dal mondo esterno e l'adesione a un modello standardizzato di uomo.

    Bisogna far parte di quelli che vengono considerati i vincenti, che si sia atleti oppure no.
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    Invece io condivido. Quel che non condivido è la condanna collettiva e mediatica, questo bisogno orribile di puntare il dito, ergersi a giudici, l'utilizzare un passo falso, un errore, una debolezza, una fragilità per emettere sentenze e sentirsi, così, migliori, moralmente superiori, integri. Ignorando del tutto l'aspetto umano! Cosa si condanna? La fragilità, appunto. Il cedimento. Disumanità, ha ragione Saviano.

    Forse al di là di squalifiche e provvedimenti vari e giudizi e tam tam mediatici si potrebbe - dovrebbe! - riflettere sul resto e in senso più generale?

    «Perchè l'ho fatto? ero stanco, non ce la facevo più di allenamenti e sacrifici».

    «Per me non è stato facile dire a Carolina (Kostner, ndr.) che in frigo non c'erano vitamine B12, ma epo. Mi vergogno tanto. Carolina non sapeva niente. Non ho nessuna rivalità verso Carolina, lei è una persona fantastica - dice piangendo - mi è stata vicina in ogni momento: mi ha detto mi dispiace per te, non lo meriti. Non volevo deludere nessuno, volevo essere all'altezza».

    "Il 29 luglio ho fatto l'ultima iniezione, era il compleanno di mia madre. Sono tornato a casa per prendere un documento. Il 30 il controllo antidoping: potevo dire a mia madre di non rispondere. Sarebbe stato un controllo mancato e non sarebbe successo niente visto che se ne possono saltare due all'anno. Ma non avevo più la forza di mentire. E volevo solo che tutto questo finisse. Mi vergogno tanto, ma sono anche contento di poter ricominciare la mia vita"

    "Ho vissuto tre anni difficili come atleta. Dopo gli europei del 2012 non sono stato bene e ho detto anche che volevo smettere. Non ero lucido. Alla fine dello scorso anno, dopo mesi travagliati, con le olimpiadi davanti non sono più stato lucido. Troppa pressione"

    "Avevo la nausea della marcia, non ne potevo più degli allenamenti. Alla mia fidanzata piace il pattinaggio, io faccio marcia perché sono bravo, ma non ho piacere a faticare. La differenza tra il mio rapporto con lo sport e quello di Carolina è questo. Ho deciso di non partecipare alla 20km perché mi sono ammalato, probabilmente a causa della situazione psicologica in cui ero".

    "Non avete idea quanti sacrifici servono per una sola gara, che se va male sei un coglione. Non voglio essere più giudicato per una prestazione. Ero stufo. Sogno una vita e un lavoro normale. Carolina compete perché ama il suo sport, io perché ero bravo, ma non mi piaceva allenarmi per 35 ore la settimana, non ce la facevo più".

    Edited by LIDIadmin - 8/8/2012, 23:40
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    Questa è la storia. Alex Schwazer aveva vinto. Da solo, allenandosi senza pace. A Pechino. Poi quell'oro iniziano a usarlo contro di lui, quando non vince il mondiale, quando si ferma. Hai vinto, pensi di aver dimostrato chi sei e invece no, tutti a dire: "Perché non vinci più?". Mentre Schwazer piange, quasi gli scappa "Ero stanco di essere solo il fidanzato di...". Ha una ragazza nota e i media lo schiacciano su questo. Ha poi valori ematici da anemico, gli allenamenti lo sfibrano e qui fa la peggiore scelta possibile: l'Epo. Si pompa, come dicono in gergo. Si dopa. Non basta mai quello che fai alla gente, e allora Alex vuole vincere di nuovo. Cerca la scorciatoia, vuole avere l'oro come crede di meritare, ma il suo sangue non lo aiuta più. Il corpo c'è, il sangue no. Così pensa che l'Epo gli possa dare quello che la natura gli sta togliendo. Vuole smettere di essere identificato solo come il fidanzato di Carolina Kostner, lui che è arrivato già a risultati incredibili. È debole, è fragile, fa l'idiozia di doparsi. Lo beccano. Ammette subito, si dispera, chiede scusa. Mentre i vertici sportivi, gli stessi da sempre, che vivono incredibilmente quasi come semplici spettatori inchieste tra le piu terribili, inchieste che mostrano quanto l'Italia abbia il calcio tra i piu corrotti al mondo, ebbene, quei vertici sportivi cercano di emendarsi additando Alex come il male, il peccato, il colpevole. Lo indicano come l'esempio sbagliato e ci si accanisce con il piacere tipico del vedere un vincente cadere, una vendetta che conforta la propria mediocrità. In un intero sistema marcio come quello italiano, l'errore idiota e colpevole di Schwazer diventa il pretesto per dare la colpa di tutto al singolo atleta. Perfetta fotografia del cortocircuito tra media affamati e sciacalli, dirigenze inadeguate e disumanità diffusa.

    ROBERTO SAVIANO


    Perfetta fotografia del cortocircuito tra media affamati e sciacalli, dirigenze inadeguate e disumanità diffusa.

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    CITAZIONE (Freb85 @ 2/8/2012, 21:25) 
    Posso dire onestamente - e spero che non me ne vogliate - che il fatto che Davide si sia cancellato così da un momento all'altro non mi è piaciuta come cosa.
    E' un moderatore, abbandonare così la "nave" senza dire beo...beh mi ha lasciata un pò spiazzata.
    Capisco benissimo la delusione etc etc ma mi sembra una reazione un pò da bambino imbronciato: tu mi fai arrabbiare e io smetto di parlarti, così ho ragione perché tu non puoi replicare.
    Insomma... :hmm.gif:

    La mia non è una difesa d'ufficio, Davide se vorrà potrà intervenire e dire lui stesso perché ha cancellato l'account. Posso anche capire che non sia piaciuto ad alcuni il suo comportamento, ma sento - poiché ora lui non c'è - di dover dire che non è stato questo il suo atteggiamento, che non è stato per avere ragione e non concedere replica che ha cancellato l'account.

    Come ho già detto non è questione di torto o ragione...
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    Concordo con voi.

    Introversione e timidezza continuano costantemente a venir confuse e, se è un bene che si parli della LIDI, stupisce constatare che non di rado chi scrive questi articoli citandoci cada nello stesso errore. Ho idea che se si soffermassero qualche secondo di più sul sito, a scopo informativo, potrebbero evitarlo...
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    Potete leggerlo qui.
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    Su segnalazione di sara.cor qui sul Forum, ecco l'articolo pubblicato su Airone del mese di luglio 2012: Timidi siate felici. Farete più carriera

    (Anche qui si fa confusione e nelle poche righe dedicate alla LIDI si dice che è un'associazione per la difesa dei timidi).

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    Grazie per la segnalazione!
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    Ciao, benvenuto :)
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    Benvenuto Roberto :)
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    Benvenuto!
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    Benvenuta Sara :)
1005 replies since 27/5/2006
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