Forum LIDI (Lega Italiana per la tutela dei Diritti degli Introversi)

Posts written by lidi-admin

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    Sabato 24 marzo 2007 alle ore 18.00 si terrà l'Assemblea Ordinaria della LIDI (presso la libreria BIBLI, Via dei Fienaroli 28 - Roma).
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    Sì sono d'accordo, ma un intellettualoide che, seppur superficialmente, distingua tra timidezza e introversione, è già un miracolo (e questo la dice lunga :( ).
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    Anche sapendo che Cristicchi piace, sorprende un po' che abbia vinto la sua canzone, soprattutto in un contesto come quello di Sanremo. Il testo è molto bello, e lui è in gamba. Dalla sua esperienza di volontariato presso alcuni Centri di Igiene Mentale sono nati uno spettacolo di teatro-canzone (C.I.M - Centro di Igiene Mentale), un libro (Centro di igiene mentale. Un cantastorie tra i matti) e un DVD-Documentario, allegato a un'edizione speciale dell'ultimo album (Dall'altra parte del cancello).

    Vi posto i link a 3 video tratti dallo spettacolo ;)

    - Monologo introduttivo

    - Mi stavo facendo tardi

    - Lettere censurate

    Questo invece è il video della prima esibizione a Sanremo con "Ti regalerò una rosa" e questo quello della seconda esibizione (con la partecipazione di Cammariere).

    Buon ascolto e buona visione :)

    Ovviamente, velo pietoso su tutto il resto (Pippo Baudo, Al Bano ecc. :D )
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    Aggiornato il sito della LIDI www.legaintroversi.it con l'inserimento nella sezione Teorie della personalità dell'articolo Reazioni alla lettura del saggio Sei Introverso?

    Edited by LIDIadmin - 5/3/2008, 05:51
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    Aggiornato il sito della LIDI con l'inserimento nella sezione Aree di ricerca dell'articolo Genetica e introversione (1)

    Edited by LIDIadmin - 12/9/2009, 04:16
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    Aggiornato il sito della LIDI www.legaintroversi.it con l'inserimento nella sezione Iniziative e attività (Gruppo Scuola) della lettera ai Dirigenti Scolastici delle scuole pubbliche di Roma, del Progetto "Educazione alla tolleranza" (Prof.ssa Rossana Ianni Palarchio) e del Progetto sull'integrazione dei ragazzi introversi (Dott.ssa Alessandra Bonessi).

    Edited by LIDIadmin - 5/3/2008, 05:49
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    Ciao, benvenuta :)
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    Girando per la Rete mi sono imbattuta in questo articolo. Lo riporto integralmente. Al di là del riconoscimento da parte dell'autore della differenza tra timidezza e introversione, è interessante la conclusione, in cui scrive (il grassetto è mio):


    CITAZIONE
    Possiamo solo sognare che un giorno, quando il nostro modo di essere sarà studiato e compreso meglio, quando forse sarà nato e darà frutti un movimento per i diritti degli introversi, non sarà più assurdo dichiarare: "Guardi, io sono un introverso. Lei è una persona fantastica e molto simpatica. Ma adesso per favore, stia zitto."

    Conoscete qualcuno che ogni giorno ha bisogno di passare alcune ore da solo ? Che adora le conversazioni tranquille in cui si parla di sentimenti o di idee, e magari è brillantissimo quando parla di fronte a un grande pubblico, ma nelle occasioni sociali e nelle conversazioni più banali sembra imbarazzato e a disagio ? Uno che va a una festa solo se ce lo trascinate, e poi gli ci vuole mezza giornata per riprendersi ? E voi, se conoscete una persona così le dite che “è troppo seria” ? Le chiedete se si sente bene ? La considerate scostante, arrogante, maleducata ? Raddoppiate gli sforzi per tirarla fuori dal suo guscio ? Se avete risposto sì a queste domande probabilmente avete per le mani un introverso e non gli riservate le cure opportune.
    Negli ultimi anni la scienza ha scoperto molte cose sulle abitudini e le esigenze degli introversi. Ha inoltre scoperto, grazie a indagini sul cervello, che gli introversi elaborano le informazioni in modo diverso dalle altre persone (non me lo sono inventato io). Se su questo importante argomento siete rimasti un po’ indietro, tranquillizzatevi: non siete i soli. Gli introversi sono tanti, ma sono anche una delle categorie più incomprese e maltrattate.
    Io ne so qualcosa. Mi chiamo Jonathan e sono un introverso.
    Naturalmente l’ho negato per anni. In fin dei conti, in società me la cavo bene. Non sono un musone né un misantropo. Di solito. Sono tutt’altro che timido. Adoro le lunghe conversazioni in cui si discute a cuore aperto di pensieri intimi o interessi appassionati.
    Ma un giorno ho finalmente capito chi sono davvero e sono uscito allo scoperto con amici e colleghi. Così facendo mi sono reso conto di essermi scrollato di dosso una quantità di stereotipi negativi e sbagliati. E adesso sono qui per dirvi quello che dovete sapere per trattare i vostri parenti, amici e colleghi introversi con la necessaria sensibilità e comprensione. Ricordate, fra le persone che conoscete, rispettate e con cui interagite ogni giorno c’è un introverso, e probabilmente lo state facendo soffrire. E’ utile saperlo riconoscere.

    Che cos’è l’introversione ? Nella sua accezione moderna, il termine risale agli anni venti e fu i introdotto dallo psicologo Carl Jung. Attualmente quello di introversione è fra i concetti chiave su cui si basano i test sulla personalità, tra cui il diffuso Myers-Briggs Type Indicator. Gli introversi non sono necessariamente timidi. In situazioni sociali, le persone timide sono ansiose o spaventate o autodenigratorie; gli introversi generalmente no. Inoltre noi introversi non siamo misantropi, anche se talvolta siamo d’accordo con la definizione di Sartre: “L’inferno sono gli latri a colazione”. Piuttosto, gli introversi sono persone che trovano gli altri stancanti.
    Gli estroversi traggono la loro energia dal prossimo e quando sono da soli sbiadiscono, appassiscono. Spesso si annoiano da sé e di sé. Lasciate da solo un estroverso per due minuti e vi accorgerete che comincia a frugarsi addosso alla ricerca del telefonino. Noi introversi invece, quando siamo socialmente “accesi” da un paio d’ore, abbiamo bisogno di spegnerci e di ricaricarci; per esmpio con me vale la formula: “Due ore da solo per ogni ora di socializzazione”. Ma questo non significa essere asociali, non è sintomo di depressione e non richiede trattamenti farmacologici. Per gli introversi starsene soli con i propri pensieri è un ristoro come il sonno e un nutrimento come il cibo. Il nostro motto è: “Sono tutti simpatici. Ma a piccole dosi”.
    Quanti sono gli introversi ? Ho svolto una vasta ricerca, interrogando rapidamente Google. La risposta è: circa il 25%. Oppure: poco meno della metà. O ancora (è la mia preferita): la minoranza della popolazione normale, ma la maggioranza dell apopolazione dotata.
    Gli introversi sono incompresi ? Tremendamente. A quanto pare, è il nostro destino. Per un estroverso è difficilissimo capire un introverso. Per gli introversi invece è facile capire gli estroversi, perché quasti dedicano molto del loro tempo a cercare di capire chi sono, e lo fanno con lunghe, e spesso inevitabili, interazioni con il prossimo. In altri termini gli estroversi hanno scarsa o nulla comprensione di cosa è l’introversione. Loro partono dal presupposto che la compagnia – specie la loro – sia sempre gradita. Non riescono a immaginare perché mai qualcuno possa avere bisogno di starsene per i fatti suoi, anzi spesso se qualcuno glielo suggerisce se la prendono. Ho tentato molte volte di spiegare questo punto agli estroversi, ma non ho mai avuto l’impressione che lo capissero davvero. Mi ascoltano un istante e poi tornano a parlare a raffica come al solito.
    Gli introversi sono oppressi ? Direi proprio di sì. Tanto per cominciare, gli estroversi sono sovrarappresentati nella professione politica, in cui soltanto i loquaci sono veramente a loro agio. Prendiamo George W. Bush, oppure Bill Clinton: sembrano veramente vivi solo quando sono in compagnia di altre persone.
    Di conseguenza la vita pubblica è dominata dagli estroversi, ed è un peccato. Se il mondo fosse comandato da noi introversi, sarebbe certamente molto più equilibrato, tranquillo e pacifico. Come disse il presidente Coolidge (uno dei pochissimi introversi che hanno raggiunto le sfere dell’alta politica): “quattro quinti di tutti i nostri guai sparirebbero se ci limitassimo a stare fermi e seduti”. Sembra che abbia detto anche: “Se non dici nulla, nessuno ti chiederà di ripeterlo”. Ripetersi è l’unica cosa che il vero introverso detesta più che parlare di sé.
    Con il loro appetito insaziabile di conversazione e attenzione, gli estroversi dominano anche la vita sociale, e quindi tendono a decidere per gli altri. Nella nostra società “estroversocentrica” essere espansivi è considerato normale e quindi desiderabile: vi si scorge un segno di felicità, fiducia in sé, capacità di esercitare la leadership. Gli estroversi sono visti come persone generose, vivaci, calorose, piene di comunicativa. E’ un complimento dire di qualcuno che è fatto per stare con gli altri. Invece gli introversi sono definiti con termini come “chiuso”, “solitario”, “riservato”, “taciturno”, “ripiegato su se stesso”, “poco espansivo”, termini ingenerosi, che suggeriscono parsimonia affettiva e piccineria di carattere. Sospetto che ne soffrano specialmente le donne introverse. In alcuni ambienti, a volte un uomo può ancora impunemente presentarsi come quello che un tempo si definiva “un tipo forte e silenzioso”. Ma le donne introverse, non disponendo di questa alternativa, tendono ancora più degli uomini a essere considerate timide, chiuse e scostanti.
    Gli introversi sono arroganti ? Neanche per sogno. Questo diffuso pregiudizio è legato, credo, al fatto che siamo più intelligenti, più riflessivi, più indipendenti, più equilibrati, più raffinati e più sensibili degli estroversi. Inoltre è dovuto probabilmente alla nostra avversione per le conversazioni spicciole, un’avversione che gli estroversi scambiano spesso per sdegnosità. Noi tendiamo a pensare prima di parlare.
    Il peggio è che gli estroversi non hanno la minima idea dei tormenti che ci infliggono. A volte, mentre annaspiamo nella nebbia della loro conversazione al 98 per cento priva di contenuto, ci domandiamo se gli estroversi si diano mai la pena di ascoltarsi. Eppure li sopportiamo stoicamente, perché i trattati di buone maniere- scritti sicuramente da estroversi – considerano maleducato chi rifiuta di parlare a vanvera e goffo chi lascia dei vuoti nella conversazione. Possiamo solo sognare che un giorno, quando il nostro modo di essere sarà studiato e compreso meglio, quando forse sarà nato e darà frutti un movimento per i diritti degli introversi, non sarà più assurdo dichiarare: “Guardi, io sono un introverso. Lei è una persona fantastica e molto simpatica. Ma adesso per favore, stia zitto.

    Jonathan Rauch
    The Atlantic Monthly, Stati Uniti
    Ripreso da Internazionale 1.91, 6 Giugno 2003
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    Proprio in questi giorni mi sono ritrovata nella condizione di dover far presenti le mie ragioni. Non è è la prima volta e sono certa non sarà l'ultima, purtroppo. Credo di averlo fatto con controllo e distacco (così mi dicono anche persone amiche che conoscono la vicenda), senza oltrepassare nessun limite e mantenendo un atteggiamento pacato e civile sebbene fermo e deciso.
    Ma la rabbia, che si fa in modo di non far esplodere, che fine fa? Sì sono d'accordo sul fatto che far valere i propri diritti in quei pochi momenti in cui si riesce a farlo solo perché la rabbia è incontenibile non porti a nulla e sia un "limite". Però, mi chiedo se non sia la rabbia inespressa (perché espressa in una forma sublimata) un boomerang. Insomma, se fuori è meglio esca in un certo modo, come gestire quella che rimane dentro?

    Il terremoto che non si scatena fuori si scatena dentro, almeno a me accade così. E diventa quasi fisico.




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    Sono contenta di leggerti e che tu sia qui :)
    Posso permettermi di dirti che introversa lo sei? Ormai l'ho fatto :D
    A proposito dei nuovi schiavi, ti è capitato di leggere i post sul blog di Beppe Grillo sugli schiavi moderni? Si parla ovviamente di lavoratori atipici, precariato, ecc., e anche di call center. Ad oggi gli interventi sono stati commentati da più di 3000 persone e, come scrive lo stesso Grillo, il principale lavoro disponibile risulta essere per i neo laureati proprio il call center, a 3/5 euro all’ora (e non solo per i neo laureati). Naturalmente, come sai meglio di me, le condizioni più insostenibili riguardano gli operatori di call center con contratti a tempo determinato e in out-bound...
    Se ti va facci un salto, è interessante ;)

    A proposito di quanto hai scritto, pensavo mentre leggevo che la tua posizione rispetto al tuo lavoro potrebbe destare stupore in qualcuno, perché "anomala" al primo impatto. Ma conoscendo i tuoi trascorsi professionali (e conoscendo tu i miei), trovo che sia un atteggiamento per niente sorprendente. Anzi credo che sia quasi inevitabile giungere a pensarla così. Relazionarsi con i colleghi e i superiori non è quasi mai facile, se poi come spesso capita ci si deve relazionare con le loro nevrosi e isterie (come tu dici), allora l'impresa è titanica. Per un introverso, credo sia ancora più difficile. E con lui, sia colleghi sia superiori hanno gioco facile.
    Schiavitù per schiavitù, sono d'accordo con te, meglio non essere costretti a interagire, e meglio poter staccare con il lavoro quando si ripone la cuffia o si spegne il PC, senza portarsi lavoro e preoccupazioni (e nevrosi degli altri che piano piano diventano tue) a casa.

    Alla fine (rispetto ai trascorsi professionali che conosciamo) si tratta di scegliere tra una schiavitù esplicita anche nell'etichetta, e una celata dietro l'apparenza del lavoro intellettuale...

    Sono andata leggermente off topic? :unsure:

    Ah, ho letto solo ora la tua firma... mi sembra di riconoscerla 'sta frase ;)
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    Ehi, finalmente sei qui :)

    Leggendo il tuo messaggio pensavo che sebbene mi sia capitato che l'essere introversa fosse di ostacolo in alcune situazioni, non ho mai fatto nessun tentativo di adattarmi e aderire al modello dominante estroverso, non consapevolmente perlomeno (e tu sai che questo mi vale a volte l'appellativo di orso asociale :D).

    In realtà, credo che l'impossibilità di tentare di cambiar pelle o simulare un modo di essere estroverso sia dovuta a quella sorta di irritazione - in cui riconosco una trappola e forse quel che in alcuni articoli pubblicati sul sito della LIDI viene identificato come sentimento di "disprezzo" - che l'estroversione (in alcune sue forme) mi suscita.

    Mi è in questo momento difficile andare a ritroso con la memoria, ma attualmente ho l'impressione che il senso di inadeguatezza che può accompagnarsi all'introversione sia, per quanto mi riguarda, un senso di inadeguatezza a qualcosa che percepisco come "sbagliato" ed espressione di un modo distorto di affermare se stessi, esserci e farcela nel mondo. Dunque, per quanto esserci e farcela sia più difficile quando non ci si adegua a un modello comportamentale ritenuto ideale dai più (istituzione scolastica, familiare, mass media, ecc.), non riesco a tradire un modo di essere che sento mio a favore di uno che non mi appartiene se non in quella percentuale ritenuta fisiologica.

    Proprio qualche ora fa una telefonata di lavoro mi ha fatto riflettere su quante volte, per fortuna non sempre, il modello di cui parliamo si traduca nell'aver la faccia tosta, buttarsi, sgomitare. E' in questi casi forse che il sentimento di "disprezzo" e quello di una qualche "superiorità" (altra trappola) hanno il sopravvento. Voglio dire che il senso di inadeguatezza non è riferito alla mia persona toutcourt, ma alla mia persona che interagisce con mitezza e rispetto con persone che non sanno farlo. Naturalmente, non identifico l'estroversione con l'irrispettosità e la prepotenza, ma è impossibile negare che in alcun ambiti, quello lavorativo in primis, alla prima non di rado si associano anche le seconde. In questo senso e a mio modesto avviso, l'introverso in certe situazioni è un disadattato rispetto ad una normalità ritenuta tale in nome dei numeri, ma non è forse la maggioranza ad essersi disadattata a quella sensibilità che con diverse sfumature e gradi dovrebbe appartenere a tutti gli esseri umani?

    Per non essere fraintesa, chiudo ribadendo che mi riferisco solo ad alcune tipologie di estroversione, o forme e modi di essere con cui l'estroversione (magari erroneamente) viene identificata.

    Un saluto a tutti.
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    Ciao Desolazione,
    essendo un sito affine per argomento la tua segnalazione non è spam... ;) Effettivamente, non ho pensato di inserire una sezione riservata alle segnalazioni di altri siti e Forum, come si è soliti fare, perché in genere la sezione si riempie di segnalazioni di siti e Forum di tutti i tipi, spesso molto diversi per tema da quello che le ospita, insomma di spam :woot:

    Vediamo, se arriva qualche altra indicazione interessante, la possiamo sempre aprire!

    Buona fortuna anche a te :) Ah, ho fatto un salto veloce sul tuo sito, mi riprometto di tornarci con più calma.
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    Ciao Fabrizio, benvenuto :)
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    ISTRUZIONI PER ACCEDERE ALLA CHAT

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    http://www.java.com/it/download/windows_automatic.jsp

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    - Sun Java™ Plugin (per Netscape, Opera, Explorer, ecc.)
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    Edited by LIDIadmin - 6/5/2011, 19:14
1005 replies since 27/5/2006
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