Eccessiva empatia? Eccessiva fantasia? Patologia?

Quando "sentire" fa male

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  1. Yorick75
     
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    Eccomi. Scusami la risposta ritardata dovuta a un assenza forzata.

    [vabbè, ho fatto la rima... lasciamo perdere]

    Su Murakami. Sì anche a me sembra che After Dark manchi di qualcosa, ma il resto delle letture mi è sembrato buono e mi ha colpito. E' un tipo che mi piace, anche. In particolare poi dai racconti si capisce di che pasta è fatto e mi sono detto leggerò tutto. Mi è stato tuttavia un po' difficile scegliere da dove iniziare ( l' ordine cronologico non mi soddisfaceva), così, nell' indecisione, ho lasciato fare al caso. Mi potresti suggerire tu come procedere in futuro...

    Su te. Io credo nei nostri post lunghi lungi ci sono dei punti dove lavorare, e sono convinto che se smussi qualche angoletto ne ricaverai beneficio. Non sto parlando di compromessi. O di ammainare le tue bandiere.
    Inevitabilmente ritorni sempre sugli stessi punti, a battere forte, come se avessi proprio un chiodo fisso in testa. E' un cane che si morde la coda.

    [Ci ho una curiosità di leggere qualcosa di questo tipo...]

    Mah, io sono ottimista non ti vedo messa così male... :)

    Mi preoccupa quando parli di questo effetto di sofferenza reale, tangibile. Ci sono sofferenze inevitabili, altre evitabili. La causa, credo, stia nelle pieghe di ciò che ci siamo detti. E' probabile che dentro te tu senta quale sia il cammino più naturale da affrontare. Quell' intuizione è quella giusta, ma anche proprio quella che non si vuole ammettere.

    Su me. Ti ho descritto il meccansimo nel precidente post, come funziona in generale. Quindi ora ti di descrivo la cosa più nello specifico. Anche io ho fantasie di natura letteraria. Vedendo una persona in strada o da qualche parte, se mi colpisce per un particolare fisico , o abbigliamento, o comportamento , come dire, la assorbo, sentendo che può essere un mezzo utile a produrre una mia visione o idea.
    Non è la persona nella sua interezza a diventare protagonista, non la prendo 'di peso' e la colloco nella mia fantasia, ma ho una suggestione, un' intuizione che diviene una nota, uno spunto o un tentativo, fallito, di scrittura. Tutti gli input sono buoni, libri, film, musica, immagini,situazioni, qualunque cosa, non solo le persone. Poi ci sono le fantasie di potenza. Nel senso di volontà di potenza di Adler. Queste fantasie hanno raramente però una natura di dominazione o sopraffazione, ma piuttosto esprimono una necessità di fare parte di un qualcosa dove esprimo al massimo la personalità. Quindi faccio, dico, vivo cose in posizione diversa, non più periferica, ma centrale, in un modo completo, e non più parziale, profondo, e non più per brevi lampi. Ci sono anche cose più negative, più di angoscia o senso di vuoto o di inutilità. O la fantasia di scomparire del tutto. Non morire, ma proprio... puff, sparire come in un gioco di prestigio senza lasciare alcuna traccia.

    per Adler i sogni e le fantasie non sono l'espressione dei desideri repressi ma un messaggio che l'individuo si dà, sperimentandosi con i propri vissuti in una situazione che è fittizia (il sogno stesso) ma che viene vissuta come se fosse reale.

    Tuttto ciò, come dicevo prima, ha creato un meccanismo che mi frena, mi ha frenato parecchio. Il meccanismo è così oleato che bloccarlo è difficile, forse impossibile. Soprattutto se poi si considera anche l' associazione di piacere, di soddisfazione che procura, creando una sorta di dipendenza.
    Oggi ho una maggiore consapevolezza, sono meno radicale, ho una voglia, anche positiva, di affrontare la cosa, di rinunciare anche all' infinito insieme di possiblità dato dalla fantasia, ma poi rimangono sempre all' elaborazione teorica. Forse ci sono anche miglioramenti, ma non li vedo, forse, se ci sono, sono così lenti e distribuiti in un arco di tempo lunghissimo da risultare trascurabili.
    Sono ai piedi della montagna, sono in forma e attrezzato. Ma mi sembra che non valga più la pena scalarla.
     
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  2. yukino76
     
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    Sapete cos'è sfiancante?
    Avere aspettative, e vederle deluse nel peggior modo.
    E sforzarsi.. sforzarsi... sforzarsi... di vedere il lato positivo, di cercare qualcosa di buono, di aspettare qualcosa di buono, ma invece... NIENTE. E quindi ci dai un taglio, e ciò che ti rimane dentro è una rabbia terribile, per un'occasione perduta, un'occasione che aspettavi: sì, anche un libro/storia/film possono provocare ciò, non solo le persone. Si può rimanere TERRIBILMENTE delusi anche da qualcosa attinente al mondo del "non reale".
    E' così strano??

    E' una cosa che, più in generale, riguarda la mia personalità.
    Io sono quella che cerca sempre di capire gli altri, di mettersi nei loro panni, di tenere a freno la lingua per non ferire (anche se a volte vorrei parlare e sfogarmi), sono disposta a fare un passo indietro e mettermi in discussione, o a fare un passo avanti anche se mi costa fatica se qualcuno me lo chiede, ... e poi? cosa ottengo? Quando dovrebbero essere gli altri a fare lo stesso nei mie confronti, NIENTE. Come si fa a non arrabbiarsi???? :angry:

    Citando una canzone de Il Cile (no, non sono una sua fan), è come dare "fiori e ricevere in cambio cemento armato e filo spinato". A un certo punto pensi che sia arrivato il momento di diventare una stronza egoista, e smetterla di voler compiacere tutti o di voler sempre cercare un compromesso/armonia.
    Se gli altri non si sforzano di capire me, perchè caspita IO dovrei sforzarmi di capire gli altri????

    Yorick, non hai mai pensato di tradurre queste tue fantasie letterarie in qualcosa di concreto? Intendo, non senti il bisogno di SCRIVERE???
     
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  3. Yorick75
     
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    CITAZIONE (yukino76 @ 24/11/2012, 11:37) 
    Yorick, non hai mai pensato di tradurre queste tue fantasie letterarie in qualcosa di concreto? Intendo, non senti il bisogno di SCRIVERE???

    Io scrivo. Io scrivo tutti i giorni. Ho sempre scritto. Da febbraio 2010 ho iniziato una sorta di apprendistato letterario che si è concluso a fine ottobre 2012. Ma non ho smesso perché ho completato questo percorso, anzi sono solo agli inizi. Nemmeno si può dire che mi sono detto – Basta ! Sopraffatto dalle mie ambizioni, che a malapena ammetto, ma che ho. Nemmeno il rapporto tra le energie profuse e il risultato ottenuto, la fatica di concludere solo un racconto breve e un altro ormai finito in un anno. Forse perché è diventato un dovere, non più un piacere (piacere che ho riscoperto scrivendo in questo forum, invece). Ho investito la scrittura di un significato eccessivo. Forse la consapevolezza di aver capito troppo tardi la direzione da prendere per arrivare dove voglio arrivare.Forse mi sono detto solo – Fermi tutti ! Fermiamo la macchina.

    E' il bisogno di mettere le cose a posto che sta prendendo il sopravvento. Le energie da investire, e il tempo soprattutto, sono poche, occorre razionare.

    Una volta lessi una cosa del genere :

    […] tenere pulito il proprio potenziale» da «tutti gli ingombri »: «la donna v’ha lasciato, i cazzi, i soldi, la monnezza, quello che volete». «Il professionista lì si ferma, lotta con ‘sto vento, risolve, per quel che può, o vi è travolto, se non riesce a risolvere i problemi, poi, dopo, quando questo momentaccio è passato, scrive».
     
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  4. yukino76
     
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    CITAZIONE (Yorick75 @ 24/11/2012, 14:01) 
    CITAZIONE (yukino76 @ 24/11/2012, 11:37) 
    Yorick, non hai mai pensato di tradurre queste tue fantasie letterarie in qualcosa di concreto? Intendo, non senti il bisogno di SCRIVERE???

    Io scrivo. Io scrivo tutti i giorni. Ho sempre scritto. Da febbraio 2010 ho iniziato una sorta di apprendistato letterario che si è concluso a fine ottobre 2012.
    Una volta lessi una cosa del genere :

    […] tenere pulito il proprio potenziale» da «tutti gli ingombri »: «la donna v’ha lasciato, i cazzi, i soldi, la monnezza, quello che volete». «Il professionista lì si ferma, lotta con ‘sto vento, risolve, per quel che può, o vi è travolto, se non riesce a risolvere i problemi, poi, dopo, quando questo momentaccio è passato, scrive».

    Bellissima l'ultima frase, condivido perfettamente. Io in questo momento sto subendo il vento terribile e tagliente della delusione e della rabbia... della delusione rabbiosa, dopo la tristezza,... e NON riesco a scrivere, o comunque lo faccio senza la gioia che mi dava prima. Spero solo di riuscire, prima o poi, a controllarlo, trasformandolo in un una scintilla creativa.
    Penso di essere un lupo solitario, mi posso affidare solo alla MIA immaginazione, perché, in questa spiacevole occasione, l'eccessiva fiducia/aspettativa verso l'immaginazione di un altro mi ha portata a questo stato di rabbia e delusione. Meglio andare sola per la mia strada, tagliando tutti i ponti dietro di me; mai più spingerò me stessa a leggere qualcosa che fin dall'inizio non sento "nelle mie corde" per una sorta di promessa/fedeltà verso lo scrittore, sperando che prima o poi possa iniziare ad apprezzare la storia, perché, se così non è (come è in effetti successo), il risultato è questo: ho sprecato energia per provare a trovare qualcosa di positivo (per me) nella storia (senza risultato) e, alla fine, ho fatto il pieno solo di emozioni negative e queste, sommate alla delusione, hanno prosciugato le energie che invece impiegavo per scrivere qualcosa di mio.
    Dovrei essere arrabbiata con me stessa (sono IO che ho accordato troppa fiducia e ho messo a tacere il mio istinto, che mi diceva "smetti di leggere questa storia, non ti piace, non fa per te"), ma provo invece rabbia verso chi ha tradito questa fiducia.
    Adesso la questione si è spostata da "Oddio, sono triste per quel che sta accadendo ad un personaggio di fantasia" (la fase che mi ha spinto a scrivere il primo post), ad un altro livello, il livello di "Perché ho sprecato tutto questo tempo ed energia su qualcosa che non mi ha dato NULLA di buono/positivo?"
    Qual è la terza fase? Dimenticanza, spero, e nuova linfa per le MIE storie.

    Mi sento un pò in imbarazzo a dire queste cose ad uno che scrive... veramente, e non solo fanfic, come me :huh: (che vergogna).
     
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  5. Yorick75
     
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    CITAZIONE (yukino76 @ 24/11/2012, 15:16) 
    Mi sento un pò in imbarazzo a dire queste cose ad uno che scrive... veramente, e non solo fanfic, come me :huh: (che vergogna).

    Beh, lasciamelo dire , il tuo imbarazzo è fuori luogo. Io non sono uno che scrive veramente. Tanta velleità, piuttosto. Sono uno che tenta / ha tentato di scrivere. Basta. Tu invece scrivi e ti metti in gioco, hai una tua passione e la eserciti nel tuo campo. Lo trovo molto bello e, in fondo, lo invidio anche.
    Io sono rimasto impantanato in un limbo dal quale non esco per paura, per codardia, per vigliaccheria.
    E poi non c' è alcuna dualità. Eleonora C. Caruso, che nasce nel mondo della fanfiction, ha scritto un romanzo che ho apprezzato.

    Tornando a te.

    Tu puoi controllare solo la tua immaginazione, non quella degli altri. Gli altri, come te, hanno tutto il diritto di esercitarla. Questa tua delusione, questa tua rabbia è sì giustificabile, ma poi ti devi rendere conto che anche gli altri hanno le loro aspettative, il loro desideri, le loro cose, etc. e se queste non collimano con le tue non sono da eliminare come nemici. Sia ben chiaro che se una cosa non ti piace, hai tutto il diritto di non leggere, di esserne una critica feroce, però poi non puoi nutrire così tanto rancore da rimanerne invischiata come un tordo.

    Sprechi energia finché non ti lasci la cosa alle spalle. E' venuto quel momento, non credi ?
     
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  6. yukino76
     
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    CITAZIONE (Yorick75 @ 25/11/2012, 23:38) 
    CITAZIONE (yukino76 @ 24/11/2012, 15:16) 
    Mi sento un pò in imbarazzo a dire queste cose ad uno che scrive... veramente, e non solo fanfic, come me :huh: (che vergogna).

    Beh, lasciamelo dire , il tuo imbarazzo è fuori luogo. Io non sono uno che scrive veramente. Tanta velleità, piuttosto. Sono uno che tenta / ha tentato di scrivere. Basta. Tu invece scrivi e ti metti in gioco, hai una tua passione e la eserciti nel tuo campo. Lo trovo molto bello e, in fondo, lo invidio anche.
    Io sono rimasto impantanato in un limbo dal quale non esco per paura, per codardia, per vigliaccheria.
    E poi non c' è alcuna dualità. Eleonora C. Caruso, che nasce nel mondo della fanfiction, ha scritto un romanzo che ho apprezzato.

    Tornando a te.

    Tu puoi controllare solo la tua immaginazione, non quella degli altri. Gli altri, come te, hanno tutto il diritto di esercitarla. Questa tua delusione, questa tua rabbia è sì giustificabile, ma poi ti devi rendere conto che anche gli altri hanno le loro aspettative, il loro desideri, le loro cose, etc. e se queste non collimano con le tue non sono da eliminare come nemici. Sia ben chiaro che se una cosa non ti piace, hai tutto il diritto di non leggere, di esserne una critica feroce, però poi non puoi nutrire così tanto rancore da rimanerne invischiata come un tordo.

    Sprechi energia finché non ti lasci la cosa alle spalle. E' venuto quel momento, non credi ?

    Ho preso la mia decisione: non mi lasci la cosa alle spalle... nel senso che, analizzandomi nel profondo, ho capito che io VOGLIO arrivare alla fine della storia, VOGLIO credere in un finale positivo, VOGLIO viverla positivamente. Sono IO che masochisticamente mi sto chiudendo questa possibilità, e non l'autrice. Se scappo ora, magari sarò sollevata per un pò, ma poi la cosa si ripresenterà, in altre forme e con vari strascichi, in primis una perdita della fede nel potere salvifico della scrittura e della lettura.
    Devo imparare a canalizzare la mia empatia in qualcosa di positivo, non CONTRO di me. (in questo senso capisco il post di Ilaria, inconsciamente mi stavo provocando IO sofferenza).
    Del resto, è ciò che in qualche modo tu hai cercato di dirmi, giusto? ^_^

    PS Oltra alle fanfiction, esistono siti su cui puoi pubblicare storie ORIGINALI, sotto pseudonimo.
    Quando scrivo (anche se sotto pseudonimo e per estranei), devo condividere con qualcuno ciò che ho scritto, altrimenti non ne vedrei il senso.
     
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  7. Yorick75
     
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    CITAZIONE (yukino76 @ 26/11/2012, 11:58) 
    Ho preso la mia decisione: non mi lasci la cosa alle spalle... nel senso che, analizzandomi nel profondo, ho capito che io VOGLIO arrivare alla fine della storia, VOGLIO credere in un finale positivo, VOGLIO viverla positivamente. Sono IO che masochisticamente mi sto chiudendo questa possibilità, e non l'autrice. Se scappo ora, magari sarò sollevata per un pò, ma poi la cosa si ripresenterà, in altre forme e con vari strascichi, in primis una perdita della fede nel potere salvifico della scrittura e della lettura.
    Devo imparare a canalizzare la mia empatia in qualcosa di positivo, non CONTRO di me. (in questo senso capisco il post di Ilaria, inconsciamente mi stavo provocando IO sofferenza).
    Del resto, è ciò che in qualche modo tu hai cercato di dirmi, giusto? ^_^

    PS Oltra alle fanfiction, esistono siti su cui puoi pubblicare storie ORIGINALI, sotto pseudonimo.
    Quando scrivo (anche se sotto pseudonimo e per estranei), devo condividere con qualcuno ciò che ho scritto, altrimenti non ne vedrei il senso.

    Sì, ci sei arrivata dopo qualche giro :D , ma è molto importante che tu abbia fatto questo passo in avanti. Finalmente sei pronta per lo step successivo. Spero che manterrai l’ impegno, poi mi fai sapere ;)

    Anche io scrivo per gli altri. Ho pubblicato su un piccolo sito quest’ anno – che poi, tra l’ altro, la responsabile ha deciso di chiudere. Si può anche scrivere per se stessi, ma è un’ altra cosa. Come per te, vale per me che nessuno sa che scrivo. Nessuno proprio, ma non ho avuto problemi a pubblicare con nome e cognome. Come nessuno sa del tempo che impiego in questa attività. Una roba segreta, da carbonaro.
    Ci sono altri siti che seguo, avevo il progetto di inviare i miei scritti seguendo anche un ordine, tutto mio, d’ importanza, proprio per mettermi alla prova, ma poi mi sono arenato. Come detto ho un altro racconto ormai concluso, devo solo rifinire la parte finale. Lo farò, entro quest’ anno, perché non mi va di tenerlo in sospeso. Ma adesso non ci ho voglia. Ho decisa di prenderla così.

    [Devi / dobbiamo uccidere il cane ! Mi sono ricordato adesso, di aver letto tempo fa in un libro, guarda il caso beffardo, la citazione di un passo da La ragazza dello Sputnik (pg 19-21). Tu l' hai letto ? Nel post precedente non lo citi...]
     
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  8. yukino76
     
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    Già, ho impiegato un pò ad arrivarci. ^_^ E, in fondo, proprio dopo aver preso questa decisione, ho sentito un cambiamento dentro di me, in positivo. Ho realizzato che era più doloroso scappare che restare, ho realizzao che, sì, mi ero fatta un film mentale tutto mio concentrandomi sulla parte dolorosa della storia e precludendomi, IO, il finale positivo, e scappare avrebbe significato convivere con questo film mentale negativo quando potevo arrivare alla "soluzione". E mi incaponivo a voler dimostrare che, no, non poteva esserci un finale positivo, e quindi era una storia che poteva portare solo sofferenza, sofferenza e sofferenza... Sono IO che mi sono crogiolata nel dolore, masochisticamente, non volendo vedere "oltre" e leggendolo nel modo sbagliato (così come ho "sofferto" con il protagonosta, perchè non posso gioire con lui al momento della riscossa?).
    Come dice Proust: "per guarire da un sogno, non bisogna smettere di sognare ma sognare tutto il sogno".

    Rimane il fatto, indubbio, che ho decisamente un'empatia troppo sviluppata e una sensibilità anch'essa esagerata (soprattutto in merito a certi temi). Però, è inutile combattere questa cosa, è una mia caratteristica psicologica, e anche biologica (a quanto ho letto), quindi inutile scappare da me stessa. Ho vissuto gli ultimi mesi in una sorta di lotta interiore tra la mia mente ("stupida, come fai a stare a male per un'opera di fantasia?") e il mio cuore ("ma io sto male.. veramente!!!"), lasciando che la mente prendesse il predominio ("scappa e dimentica, soffoca la tua immaginazione e la tua sensibilità"), e... ho sbagliato. Adesso che ho deciso di vivere le mie emozioni e la mia immaginazione liberamente, sto decisamente meglio.
    Avevo deciso di smettere di scrivere, perchè, imbrigliando la mia immaginazione, non provavo più nulla quando iniziavo a scrivere. E adesso... nuova linfa e nuova vitalità creativa: devo imparare a incanalare questa spiccata empatia e sensibilità in positivo.
    E' stata un'illuminazione, e spero che questa esperienza mi sia servita anche per il futuro. Non posso scappare da me stessa, io sono COSI', e devo conviverci e trovare gli aspetti positivi di ciò, limando quelli negativi.

    Parlando della scrittura, io la trovo terapeutica, e l'ho ulteriormente capito con questa esperienza: nel momento in cui ho deciso di smettere di scrivere (scappando da me stessa) mi sono sentita VUOTA. Lo stesso dicasi per la lettura, la mia vita è stata accompagnata dai libri; fin da piccolina il regalo più bello che potessi ricevere era un libro(più che una bambola o qualsiasi giocattolo), perchè con quello potevo "viaggiare" e conoscere paesaggi, gente, storie... e innamorarmi anche. La mia vita interiore è stata sempre molto più ricca di quella esterna, anche oggi, ma, questo... faccio ancora fatica ad accettarlo.
    Però... nessuno che mi conosca "dal vivo" ha mai letto qualcosa di mio; non ne parlo proprio, ad essere sincera, perchè se ne parlo ovviamente mi viene chiesto di mostrare ciò che scrivo, e per me è troppo... imbarazzante :wub: (tra le righe di qualsiasi opera scritta c'è lo scrittore, il suo modo di sentire, il suo modo di sentire, il suo essere: fare leggere qualcosa di mio è come... spogliarmi, quindi... NO).

    Murakami: no, "La ragazza dello Sputnik" mi manca, ma lo leggerò, prima o poi.
    A proposito... la tua firma ha a che fare con Murakami? Mi ricorda qualcosa. Forse una frase di "Norwegian wood"?
    Citando Murakami, ne "La fine del mondo e il Paese delle meraviglie", ho letto questa frase: "Esiste anche questo al mondo, la tristezza di non poter piangere a calde lacrime. È una di quelle cose che non si può spiegare a nessuno, e anche se si potesse, nessuno capirebbe. È una tristezza che non può prendere forma, si accumula quietamente nel cuore come la neve in una notte senza vento.”
    Tempo fa ho avuto un'intuizione che mi ha colpita: leggendo "Dance Dance Dance", il protagonista, uno scrittore (di articoli di giornale), parlando del suo lavoro e volendolo in qualche modo descrivere... metaforicamente... se ne esce con questa frase (più volte ripetuta nel libro): "Scrivere è un pò come... spalare la neve". Nel libro, sembra che questa definizione sia legata più che altro a come il protagonista vede la scrittura (la SUA scrittura di giornalista): come un qualcosa di regolare, un pò anonimo, pianificato ma non creativo, una sorta di attività monotona. Questo è ciò che sembra, nel contesto del libro... ma... se ci fosse un altro significato? SE stesse parlando di quella neve metaforica?
    Forse il mio è un volo pindarico, :rolleyes: , ma non escludo che tra la "neve" dei due libri ci sia un qualcosa di affine: una neve metaforica. Scrivere è un pò... spalare via quella "tristezza". Potrebbe, no? Incanali fuori il casino che hai dentro, organizzandolo, strutturandolo e ... trasformandolo in qualcosa di positivo e meno freddo.

    Un bel pò di altra carne al fuoco.

    PS Non si scrive su comando, bisogna scrivere quando ti senti di farlo, perchè farlo "su comando" è frustrante.
     
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  9. Yorick75
     
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    CITAZIONE (yukino76 @ 27/11/2012, 10:11) 

    Hai raggiunto ormai un buon grado di consapevolezza. Usala.

    E' una parte di te che devi imparare ad accettare e a conviverci. E' un lavoro duro, ma darà i suoi frutti.

    Io dico che piano piano. Superare il tuo pudore. E' un possibilità che ti devi dare.

    Ho tutto in testa ma non riesco a dirlo è il titolo di un brano strumentale degli Afterhours (da Germi). Non ci avevo mai pensato, però.Non ricordo se c'è qualcosa di simile, ma,sì, in Norvegian Wood ci sta bene.

    Scrivere è un tentativo, un nobile fallimento, di dare una struttura, un senso, un ordine alle mie cose, è mettere a posto le cose del mondo, come le ho viste, sentite, immaginate, vissute.Scrivere serve a fermare, a fermare il tempo, a illudersi che non sia tutto vano.
    Quando scrivo la mia paginetta al dì, mi sembra che quel giorno sia stato vero, reale, concreto.
    [Questo è la natura della mia esigenza]

    La neve si accumula, formando monticchi casuali e informi. Spalare è il gesto con il quale questa neve si toglie, si depone altrove, si compatta, si libera un passaggio. La neve poi tornerà a cadere e noi saremmo di nuovo pronti a spalare. E' una metafora della scrittura, è una metafora della vita. Sì, immagino che le due frasi siano sono collegate. Molti scrittori hanno temi ricorrenti, a volte ossessioni, che formano il filo rosso che tiene insieme la loro opera.
    Non sono d' accordo con una visione romantica della scrittura. Il demone che s' impossessa e muove le dita magicamente sulla tastiera.
    Scrivere è anche un atto monotono, ripetitivo. C' uno scrittore che disse, non ricordo chi, che in tutta la sua vita ha avuto in totale cinque minuti di ispirazione. Il lampo dura davvero poco, poi è artigianato, è mestiere. Ci sono delle regole, ma valgono anche tutte le eccezioni. E' vero. Stai sicura che due più due non fai mai quattro, ma cinque, sei... Qui sta il bello : ognuno ci mette il suo. Ognuno ci mette il sangue, il sangue del proprio cane.

    [Non l' hai letto, allora te lo devo scrivere il pezzo]

    << Ho la testa piena di cose che vorrei scrivere. E' come un assurdo magazzino tutto stipato di roba>>, disse Sumire. << Immagini, scene, frammenti di discorsi, di figure di persone... A volte queste cose sono così scintillanti, piene di vita, e sento che mi urlano : Scrivici ! In quei momenti mi sembra che stia per nascere un romanzo meraviglioso. E' come se stessi per andare in un posto completamente nuovo. Ma mi siedo al tavolo e provo a scrivere, mi rendo conto che qualcosa di essenziale è andato perduto. L' esperimento è fallito : non ho prodotto nessun cristallo, e mi ritrovo in mano dei sassi. E non sono andata proprio da nessuna parte.>> Sumire, la fronte corrugata, raccolse il duecentocinquantesimo sassolino e lo gettò nel laghetto. <<forse mi manca qualcosa. Qualcosa di assolutamente essenziale per diventare uno scrittore.>>
    Per qualche attimo scese un profondo silenzio. Sentii che aveva bisogno di una delle mie banali osservazioni.
    <<nell' antica Cina, intorno alle città si erigevano delle alte muraglie, nelle quali venivano costruite delle grandiose e splendide porte>>, dissi, dopo aver riflettutto quache istante.
    <<a queste porte era attribuito un significato molto importante. Il loro scopo non era solo quello di permettere alla gente di entrare e di uscire, ma si credeva che in esse abitassero gli spiriti della città. O che avrebbero dovuto abitarvi. Un po' come nell' Europa del Medioevo si riteneva che chiese e piazza fossero il cuore della città. Per questo ancora oggi in Cina resto molte di quelle magnifiche porte. Sai come facevano gli antichi cinesi a costruirle ? >>
    <<non ne ho idea>>, disse Sumire.
    <<andavano nei luoghi dove in passato si erano svolte delle battaglie, e lì raccoglievano tutte le ossa, sparse per terra o sepolte, che riuscivano a trovare. In un paese ricco di storia come la Cina, i campi di battaglia non mancavano certo. Poi all' ingresso della città costruivano delle enormi porte in cui venivano incassonate le ossa. Gli abitanti speravano che, grazie a questo tributo in loro onore, i soldati defunti avrebbero protetto le loro città.
    Ma non era ancora abbastanza. Finito di costruire le porte, radunavano un certo numero di cani vivi e con il pugnale gli tagliavano la gola. Quindi versavano il loro sangue ancora caldo sulle porte. Mischiando le ossa consumate e il sangue fresco, gli antichi spiriti avrebbero acquistato un potere magico. O almeno questo è ciò che credevano.>>
    Sumire aspettava in silenzio il seguito della storia.
    <<Scrivere romanzi è un po' la stessa cosa. Puoi raccogliere tutte le ossa che vuoi, costruire la porta più splendida del mondo, ma ciò non basta a produrre un romanzo che sia vivo. Una storia, in un certo senso non appartiene a questo mondo. Per creare una storia è necessario un battesimo magico, che riesca a mettere in contatto questo mondo con quell' altro. >>
    << Cioè vorresti dire che anch' io devo trovarmi il mio cane.>>
    Annuii.
    << E che devo far scorrere il sangue caldo.>>
    <<può darsi.>>
    Sumire si morse le labbra e restò per un po' a pensare lanciando ancora molti di quei poveri sassolini nel laghetto.
    << Se posssibile, vorrei evitare di uccidere un animale>>, disse infine.
    <<naturalmente intendevo solo in senso metaforico>>, spiegai. <<non voglio mica farti uccidere davvero un cane.>>

    Anche qui non credo che la metaforica riguardi solo la scrittura.
    Annuii.
    << E che devo far scorrere il sangue caldo.>>
    <<può darsi.>>
    Sumire si morse le labbra e restò per un po' a pensare lanciando ancora molti di quei poveri sassolini nel laghetto.
    << Se posssibile, vorrei evitare di uccidere un animale>>, disse infine.
    <<naturalmente intendevo solo in senso metaforico>>, spiegai. <<non voglio mica farti uccidere davvero un cane.>>


    Anche qui non credo che la metafora riguardi solo la scrittura.
     
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  10. Ikigen
     
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    BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
     
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  11. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    effettivamente, non vi sentireste più a vostro agio a mandarvi degli mp?
     
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  12. yukino76
     
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    Scusate.... mi sono lasciata prendere la mano. :innocent.gif:
    Quando si inizia a parlare di scrittura mi lascio un pò troppo trasportare.
    Ma.. al di là di tutto, spero che questa LUUUNGA ^_^ discussione possa essere di aiuto ad altre persone che abbiano sperimentato, o stiano sperimentando o sperimenteranno questa sorta di "tilt" che ho vissuto io. Parlarne mi è veramente servito, e magari a qualcuno servirà leggere una esperienza analoga (prima di aprire questo post, in effetti, avevo cercato nel sito esperienze analoghe).
    Ancora scusa per la prolissità dei miei post.
     
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  13. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    CITAZIONE (yukino76 @ 28/11/2012, 02:50) 
    Scusate.... mi sono lasciata prendere la mano. :innocent.gif:
    Quando si inizia a parlare di scrittura mi lascio un pò troppo trasportare.
    Ma.. al di là di tutto, spero che questa LUUUNGA ^_^ discussione possa essere di aiuto ad altre persone che abbiano sperimentato, o stiano sperimentando o sperimenteranno questa sorta di "tilt" che ho vissuto io. Parlarne mi è veramente servito, e magari a qualcuno servirà leggere una esperienza analoga (prima di aprire questo post, in effetti, avevo cercato nel sito esperienze analoghe).
    Ancora scusa per la prolissità dei miei post.

    addirittura chiedere scusa! :D ma no, non c'è bisogno :)
    non hai fatto niente... semplicemene la discussione era diventata una sorta di corrispondenza fra te e yorick e ad un certo punto io mi sono chiesta se davvero non era meglio a quel punto che vi scriveste privatamente, più che altro per voi.
     
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  14. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    ho tolto i messaggi di albatros e alexey
     
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  15. alexey86
     
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    Che delusione: mi aspettavo un intervento del tipo "dai su non rompete le palle che ho anche altro da fare. Circolare, circolare!" :D
     
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83 replies since 1/11/2012, 14:48   6485 views
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