Ciò che si legge in giro

ulteriore spiegazione della frase su Famiglia Cristiana

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  1. star***
     
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    Dopo aver letto questa frase su famiglia cristiana ho risposto così:

    Buongiorno, ho letto delle cose sul Vostro sito, e lo trovo molto interessante, però devo dire che mi ha colpito (in maniera molto negativa) questa frase:

    La ricetta dell'ottimismo.
    La qualità della vita non sta nel fare bene per sé, ma nel far bene nel mondo. Depressione e pessimismo, invece, sono figli dell'individualismo e della "fretta di vivere"
    (Famiglia Cristiana, n. 42, 2006)

    Questo mio approccio è sicuramente pessimistico, perchè di tutte le cose positive ho colto proprio la cosa più negativa. Però è proprio quello che volevo sottolineare. Penso che tutte le persone attraversino dei momenti buii, nella propria esistenza, da qui nasce il bisogno di cercare conforto e spiegazioni sul proprio stato d'animo. E leggere frasi del genere, così incisive, trasmette un senso di colpa cosmico. Oltre a stare male, sentirsi inadatto a vivere, incapace di cambiare le ingiustizie che imperversano nel mondo, essere pieni di sensi di colpa verso i proprio cari che ti vedono soffrire, ci si sente additati come egoisti e cattivi. Scusatemi, ma non condivido questo approccio. Perchè la sofferenza è un sentimento terribile, e va capita, vissuta e superata. Ci aiuta nella crescita e a capire che è vero che siamo noi gli artefici della nostra felicità. Ma la strada è molto lunga e faticosa e non dipende affatto dal nostro egoismo, ma da ciò che gli altri si aspettano da noi, dalla nostra incapacità di rendere felici tutti il mondo vicino e lontano e dal nostro vissuto.
    Cordiali Saluti
    Alessia
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    A volte odio la superficialità delle cose
    Ciao
     
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  2. maria rossi
     
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    brava hai fatto bene. ma la cultura cattolico-cristiana purtroppo si fonda sul senso di colpa e ricatta le coscienze con quest'arma tremenda! credo che solo questo dovrebbe far indignare qualsiasi credente/praticante nei confronti della propria istituzione ecclesiastica. la religione deve essere vissuta come ricerca interiore e coltivazione della spiritualità seguendo la propria coscienza e la propria umanità e questo automaticamente si traduce anche nell' agire con/per/insieme agli altri. non c'è bisogno del ricatto del male e della cattiveria! chi usa questi mezzi usa il terrore, la soggezione e la forza per la soppressione del bisogno di individuazione come se in se racchiudesse il germe del male e dell'egoismo ma questo significa, ne più ne meno, avere sfiducia nell'essere umano e non permettere una vera solidarietà fra persone; credere che la natura umana sia intrinsecamente malvagia e che solo l'intervento e la cura divina lo possano redimere e aiutare nel fare del bene...questo non solo mistifica la reale natura umana e le sue sacrosante ambivalenze ed interdipendenze ma impone e giustifica un potere "esterno"sulle persone e sulle coscienze che le umilia e degrada ,secondo me.

    Edited by maria rossi - 17/6/2008, 18:14
     
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1 replies since 22/3/2007, 10:24   294 views
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