Appunti di viaggio osservando la vita

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  1. marinoni
     
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    Appunti di viaggio osservando la vita

    Il mattino nasce uggioso, la giornata non promette nulla di buono, il celo piange lacrime inquinate, che sanno di umanità, hanno il sapore del cibo avanzato, prima di sera l’aria sarà pulita e il mondo saprà ancora di nuovo.
    Guardo i bambini che vanno a scuola accompagnati dalla mamma, sono chiuso dentro la mia macchina rigorosamente in fila, come ogni volta che a Roma piove, guardo i loro visi, qualcuno piange, qualcuno a bisogno di essere tirato a forza per entrare dal cancello della scuola, e mi chiedo, perché abbiamo costruito un mondo così freddo e umido, dove sono i colori dell’arcobaleno? Perché le bocche sono inchiodate, e la fronti arricciate ?
    Mi viene voglia di giocare con la fantasia, e dipingo con il pensiero un sorriso su ogni viso, e bello essere presenti alla nascita di qualcosa, quando stai qualche secondo prima che inizi, magari quando stai osservando un viso che si sta preparando alla nascita di un sorriso, vedi gli occhi che cambiano luminosità, la fronte che si distende, le guance che aumentano di volume, e le labbra che si dilatano, eccolo sta per nascere è come un fiore, assisti e non puoi fare a meno che farti travolgere.
    È bello sognare chiusi dentro una scatola di lamiera, in attesa che la strada ti dia il passo, incrocio lo sguardo di chi mi attraversa la strada, e penso sarà felice della sua vita ? avrà qualcuno che lo ama? La sua casa sarà calda, e decorosa? Poi mi rendo conto che i tratti del viso mi parlano di una sofferenza sottile, di una noia esistenziale sempre uguale, e lo sguardo non è più interessato a ciò che vede, questi strani pensieri che sono con me parte di me, e penso che oggi è così devo stare in loro compagnia, farmi rapire mi sento lontano dal mondo, lo osservo con chiarezza e lucidità, e penso che ogni tanto è bello guardare il mondo dalla finestra, si, mette un po’ di tristezza mista a malinconia, ma è una mia caratteristica e non posso sottrarmi, come quando scende la notte col suo mantello e tutto ricopre, non puoi fare nulla se non attendere che il giorno alzi il suo mantello nero.
    Osservare la vita e sentirsi vicini e lontani allo stesso tempo, sentire un forte desiderio concentrarsi sulle cose decorose, il bello, il pulito, il semplice, in fondo la natura lo ha fatto prima di noi, ci mostra il suo decoro ad ogni stagione, è difficile non pensare che il mondo non sia terra di confine dove la cura, i particolari non esistono perché niente è stabile e tutto passa in un attimo fugace.
    Penso a chi decide di fare casa, all’attenzione che ci vuole per i particolari di quella casa che ti permetterà di sentirti a tuo agio, di sentirti a casa, e penso se mi sono mai sentito a casa nella mia vita, forse è più facile comprarsi una casa che sentirsi a casa.
    Nella mia casa ospito tutto il bagaglio accumulato in questi lunghi anni di vita, mi sento pieno di masserizie, di oggetti inutili, di cose comprate tanto per comprare, e riempiono dei spazi polverosi, cose inutilizzabili, e il mio pensiero ricorda una frase, la natura si veste di essenzialità, mi rendo conto della difficoltà che ho di vestire l’esenziale, ogni paura mi costringe a riempire una parte di me con qualcosa, e poi un giorno mi rendo conto di non avere più un vuoto da riempire, e mi chiedo ho comprato tutto ciò che la vita mi ha offerto pensando di fare casa, ma in realtà non ho mai cominciato a fare casa, e vorrei ripartire da qui da questa giornata così strana, mi prendo per mano mi accompagno in questo giorno dove non sono inserito da nessuna parte, ma sospeso, semplice osservatore della vita, e devo dire che alla malinconia si aggiunge gioia e semplice divertimento, perché no? Perché non posso essere ogni tanto solo osservatore della vita, domani sarà un giorno nuovo e forse abiterò il mondo, ma oggi mi limito ad osservarlo con la curiosità di chi lo vede per la prima volta, osservare è stupendo, sembra una trasgressione, sembra di spiare la vita di nascosto per rubargli qualche segreto nascosto tra le pieghe del suo mantello colorato, e i particolari diventano importanti ognuno di loro suscita numerose domande, e mi chiedo ma ieri dove ero, mi sforzo di ricordare ma non trovo traccia di particolari nel mio ieri, come se abitare la vita ti impedisse di osservarla, e per poterla osservare ti devi fermare, uscire e da fuori spiare come fosse il buco di una serratura, sicuro di non essere visto da nessuno, ma consapevole che ciò che vedi lo penetri nei minimi particolari, la lente è attiva e se rimango fuori dalla vita ancora un po’ potrò osservare ciò che mai potrei vedere se salissi sul treno di questo giorno in cui non mi sono presentato in orario per partire insieme a tutti per fare la vita, non so come sia successo che oggi sono rimasto fuori, è successo, il treno per la vita è partito e io sono rimasto fermo ad osservare la vita che passava e devo dire in tutta onestà di essermi fatto un regalo, una concessione oggi non appartengo a nessuno, oggi non sono nessuna di quelle etichette che mi rappresentano, solo un semplice e perché no anche tenero osservatore della vita, pieno di speranza di imparare il mestiere di vivere, come un garzone al suo primo impiego, mi rendo conto che gli sguardi parlano più delle parole, e le parole non dette accarezzano il sentire, rendendo intimo e segreto l’incontro, come un vuoto che vuoto non è, come una voce dove voce non c’è, quale altro stratagemma la vita metterà in atto perché io impari ad amarla? Ogni volta che ho cercato di snobbarla mi ha stordito con il suo pianto, rendendomi incapace di ogni violenza e cattiveria.

    Penso a chi leggerà questi miei pensieri, se sentirà il desiderio di analizzarmi per scoprire da dove provengono, o se si accontenterà di essere un semplice lettore di pensieri e riflessioni di appunti di un viaggio scritti da un uomo in cerca di fare casa, ma qualunque sia la vostra chiave di lettura sarò felice di leggervi.
    Renzo Marinoni
    :rolleyes:
     
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  2. domanipensami
     
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    questa società liquida dove tutto ciò che era solido viene annullato sbriciolato nel nome del mercato globalizzato non ci permette più di fermarci a guardare la pioggia da un finestrino o dalla finestra. Tutto diventa relazionato al dio denaro se osservo non produco per questa società non sono idoneo non vado bene. Questa società ci fa vivere in queste città congestionate dal traffico, chiusi in queste scatole di latta diventiamo dei mostri aggressivi. Il brutto è checi tolgono i valori con cui siamo cresciuti la famiglia quasi non esiste più, tra divorzi e figli che non nascono più. L'amore è ridotto ad un prodotto consumistico si esce il sabato ci si incontra in discoteca e si fa l'amore ..il sabato successivo sotto ad un'altra/o . Che relazioni sono queste? Gli anziani vengono inviati in case di cura e quando muoiono non vogliamo vederli meglio se ce li fanno trovare impacchettati perchè la morte non vogliamo vederla più. Vogliamo l'eterna gioventù ragazzi fino alla fine. Il lavoro e la pensione poi sono un miraggio nel futuro prossimo. Allora galleggeremo su un mare liquido senza confini con la sola speranza di rimanere aggrappati a questa società perchè cadere significherà diventare un rifiuto. Chi non produce chi non si allinea a questa società viene scartato etichettato non idoneo. allora fermarsi a guardare un bambino una bella ragazza un fiore potrebbe essere pericoloso e forse impossibile. voglio comunque credere e sperare che non tutto è perduto e che sarà possibile fermarsi ogni tanto a guardare il mondo intorno a noi. Questa è la prima risposta ai tuoi pensieri ne seguiranno altre,per il momento un abbraccio.
     
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  3. titan03
     
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    Caro Renzo

    Le immagini dello "spettatore della vita" e dell'"accumulatore di informazioni" che evochi nel tuo post mi appartengono molto, perché anche io conservo dentro di me un bagaglio immenso di vicende vissute "dall'esterno", un archivio confuso di esperienze più spesso indirette che dirette, tanto che mi trovo nella paradossale situazione di aver capito tutto in teoria e di aver sperimentato molto poco sulla mia pelle in pratica.

    Osservare il mondo che si evolve credo che sia una delle peculiarità più importanti della personalità introversa, che però in sé ha ben poco significato se ci si limita ad "archiviare" i dati che ci provengono dall'esterno, senza trasformarli in informazione: occorre cioè dare un senso alle cose che viviamo, adattarle alle nostre inclinazioni, e sperimentarle su di sé nel quotidiano, in un processo di continua crescita, di continua evoluzione della nostra identità. Per vivere a fondo la nostra vita, senza avvertire un senso di vuoto, di staticità, è di fondamentale importanza che ogni tanto ci tuffiamo nella realtà per mettere alla prova la coerenza del nostro bagaglio di esperienze, in modo che la nostra mente si alleni ad immaginare soluzioni, a "correggere il tiro", e in definitiva a prendere consapevolezza di noi stessi, delle nostre potenzialità e dei nostri limiti.

    Prendiamoci tutto il tempo che ci occorre per far sì che la nostra forma mentale si definisca ed inizi a produrre i primi risultati: la fatica immane del non farsi trascinare dalla frenesia del modello di vita corrente sarà con il tempo ripagata da una saggezza e da una risolutezza insospettate.

    Ora, dato che il sonno sta prendendo il sopravvento su di me, chiuderei qui questo messaggio sperando di aver scritto qualcosa di sensato.

    A presto
    Francesco

    PS: a proposito dell'argomento, vorrei segnalare un cortometraggio di Bruno Bozzetto molto significativo. Si tratta di "Una vita in scatola" ed è reperibile all'indirizzo:

    https://www.youtube.com/watch?v=26AxQdVYQNE

    Personalmente mi sono quasi commosso quando l'ho visto per la prima volta...
     
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  4. vivatruffaut
     
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    Molto bello. Bozzetto è un grande. Ho inserito il link in un post nel mio blog, che, guarda caso, ha il sottotitolo pirandelliano "Riflessioni di un forestiero della vita". Il blog è privato, ma potete chiedermi di permettervi di accedere, mandandovi l'invito via email. L'indirizzo lo trovate nel mio profilo utente, alla voce "sito web". Ciao!
     
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  5. domanipensami
     
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    la nostra è una condizione sociale ed educativa claustrofobica veniamo sin da piccoli educati in strutture al chiuso ospedale asilo nido scuola palestra chiesa casa caserma università lavoro manicomio tutto rigidamente chiuso in luoghi dove ci misurano ci pesano ci insegnano ci distruggono il cervello ci prescrivono medicinali ci puniscono ci trasmettono cultura spazzatura e se proviamo a ribellarci ad uscire dalla scatola ci segano le dita come sul video. Ribelliamoci
     
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  6. titan03
     
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    CITAZIONE (domanipensami @ 29/10/2007, 21:53)
    se proviamo a ribellarci ad uscire dalla scatola ci segano le dita come sul video. Ribelliamoci

    Si può fare. Io ho cominciato a ribellarmi, e non solo finora nessuno è riuscito a segarmi le dita (anche se ci ha provato), ma ho scoperto pure di avere il pollice opponibile (non è una battuta, intendo dire che mi sono ricordato di essere un

    image

    e non un

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    ).

    Francesco
     
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  7. domanipensami
     
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    grande francesco iniziano così le rivoluzioni piano piano in sordina per poi esplodere in un'inarrestabile sinfonia popolare dove i musicisti sono dei suonatori che le suonano veramente, è inevitabile che nascerà una opposizione culturale a questa società barbara e brutale che vuol distruggere usi e costumi dei vari popoli. ma sarà un cammino lento e noi inizieremo i primi passi per cambiare questo sistema .
    sto farneticando? ditemelo voi ora vado a mangiare
     
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  8. fratilli
     
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    più delle tue parole
    mi colpisce l'oceano di emozioni negli spazi bianchi tra le lettere
    la tua casa è densa, di pietra, fondamento del tuo essere morale
    ravvivata da grandi aperture su universi timidi e umidi
    dalle quali osservi il declino dell'occidente
    anche io ho perso il treno, come molti forse qui
    a tratti
    la rabbia del'esclusione mi porta a risalire
    poi mi accorgo che l'unico treno che mi posso permettere è un viaggio interiore
    faticoso
    quasi sempre in salita
    con troppe fermate
    e spesso senza una destinazione precisa

    al tuo abitare dentro
    ai tuoi grandi viaggi
    alla grandezza del tuo strano sentire
     
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  9. alanisluce
     
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    Cerco una notte che sia fialmente notte
    che non nasconda il cielo oscurato dalla volontà di non sentire
    che conforti nel riposo
    che culli nell'oblio di dolore affrancato e non più sedato

    Cerco una notte che mi riconsegni il mio buio
    che fiochi la luce perchè stanca e non perchè troppo viva
    che accenda il buio della mia anima errante
    che nei suoi odori s'accende e splende e non più s'arrende

    Cerco una notte che sia vera e non solo nera
    che sia artefice senza diventarne carnefice
    che mi nutra e non mi spolpi viva
    che mi addormenti senza stordirmi

    Cerco una notte che sia finalmente notte
    in cui abbandonarmi senza dovermi perdere
    una notte leggera come la piuma sul mio cuore
    che mi riconsegni ardente al mattino che di luce splendente al cielo s'appresta

    ...
     
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  10. Jericho26
     
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    CITAZIONE (domanipensami @ 30/10/2007, 20:01)
    grande francesco iniziano così le rivoluzioni piano piano in sordina per poi esplodere in un'inarrestabile sinfonia popolare dove i musicisti sono dei suonatori che le suonano veramente, è inevitabile che nascerà una opposizione culturale a questa società barbara e brutale che vuol distruggere usi e costumi dei vari popoli. ma sarà un cammino lento e noi inizieremo i primi passi per cambiare questo sistema .
    sto farneticando? ditemelo voi ora vado a mangiare

    Bella.. io sto dalla vostra! :D
     
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  11. alanisluce
     
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    Oggi la pioggia chiedeva lentezza..nei movimenti, negli sguardi, nei gesti in parola...

    oggi la pioggia chiedeva di essere ascoltata, odorata, anche solo guardata...e non maledetta nella fretta di una giornata che si è sciolta come candela al fuoco violento...

    e nella pioggia trovar conforto..nel suo cadere lento e poi all'improvviso audace...nel suo colorare l'aria di suono...continuo..continuo..

    e nella pioggia sciogliere nodi e pensieri..lasciarli cadere..umidi..a terra...

    mentre raccolgo solo cera di una candela che brucia su pelle sottile...

     
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  12. trl
     
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    Rispolvero questa vecchia ma che trovo bellissima discussione...
    Mi piace molto l'idea di non salire sul treno della vita ogni tanto e di rimanere ad osservarla scorrere...ultimamente lo faccio spesso ma forse non con coscienza....ho passato lunghi periodi sul treno della vita molto di corsa...una specie di freccia rossa su di giri....ho fatto una fatica bestia a scendere....d'altronde ero il macchinista del mio treno...avevo preso velocità con tutti i benefici che ne conseguono i questa società...grazie a dio sono sceso...ed ho ritrovato il tempo...certo non si può sempre stare ad osservare...ogni tanto bisogna salire nel mondo reale....ma sarebbe bello riuscire a salire e scendere quando si vuole e sopratutto salire su un treno che vada alla "nostra" giusta velocità...
    Personalmente se è troppo veloce mi pare di essere in trappola perche ogni volta che voglio scendere è come si mi dovessi buttare con tutto il male che ne consegue....vorrei un trenino che va' e poter chiedere al macchinista di poter scendere dove e quando mi pare...solo l'idea mi permetterebe di stare su più a lungo ed andare più lontano in tutta armonia...
     
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  13. Tecno Sandro
     
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    Molto bella e poeticamente classica la metafora del treno che non corre alla velocità che vogliamo, peraltro a me piacciono molto i treni e se potessi ci girerei il mondo in treno. :)
    Però mi rende un visione della vita troppo lineare, in un mondo che forse bisogna cominciare a vedere da diverse prospettive e orizzonti, alla ricerca di un punto di vista nuovo, che solo noi privilegiati che ci possiamo fermare a riflettere possiamo vedere.
    Internet per esempio è un modo concreto di dare la possibilità, ludica si ma fino ad un certo punto, di confrontarci tra noi, dando nuovi spunti e nuove idee anche pratiche.
    La grande giostra che gira tutta intorno a noi fatta di miliardi di ingranaggi che girano apparentemente senza senso, ma di cui a molti ne invidiamo la bellezza e l' eleganza di girare all' unisono, spesso attorno a noi si ferma. O meglio, siamo noi che ci fermiamo a guardarla girare e girare e girare e ci chiediamo a che serva, ma se la guardiamo bene grazie al nostro sguardo pieno di profondità e spesso empatia ci sono dei sottilissimi fili che collegano questa miriade di meccanismi tra loro apparentemente disgiunti, sta a noi scovarli nello sguardo del prossimo.
    Concordo con Titan03 quando dice che ogni tanto bisogna tuffarsi nella realtà per metterci alla prova, magari sforzandoci di uscire dalla pigrizia (come la mia :P ).
    Quando poi sempre Titan03 parla di risolutezza inaspettata nel momento in cui prendiamo finalmente una decisione sofferta e ampiamente maturata nella nostra naturale prudenza e ponderatezza, questo non sarà altro che il premio per aver aspettato e sofferto di poter esprimere appieno la nostra vera personalità.
    Mi che capitato qualche volta a me che sono stato uno degli esseri piu' indecisi e rimuginanti, prima di fare qualsiasi cosa, un pò piu' deciso col passare degli anni :rolleyes:
     
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12 replies since 26/10/2007, 14:17   565 views
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