Rappresentiamo noi stessi

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  1. domanipensami
     
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    RAPPRESENTIAMO NOI STESSI


    La possibilità offertaci con l’apertura della sede di avere uno spazio per ritrovarci e confrontarci fra di noi va sfruttata non farlo sarebbe un peccato. La sede deve essere un punto di ritrovo, di comunicazione socio-culturale per attività atte a far agire tutti gli introversi consci del proprio valore emozionale propositivo verso la società . Poiché abbiamo la tendenza a reprimere il nostro lato emotivo, non permettiamo alla nostra creatività di esprimersi. “ La creatività è un processo fondamentalmente intuitivo. La capacità intuitiva può essere attiva solo se le emozioni sono mature, sane e forti. Quando ci allontaniamo dal crescere emotivamente inevitabilmente la nostra capacità intuitiva ne risente”. L’idea è quella di ritrovarci insieme per mettere in scena i propri vissuti ovvero raccontarci attraverso una recita. Non dobbiamo pensare al teatro-terapia che tra l’altro usa la parola terapia che significa cura medicina o simili, noi non dobbiamo essere curati perché non siamo malati ma educati alle emozioni. Sicuramente la messa in scena dei propri vissuti di fronte ad un gruppo implica l’educazione alla percezione delle proprie emozioni attraverso il corpo e la voce. Questa rappresentazione di se stessi serve ad aumentare la propria autostima. Mentre nel teatro classico si imparano delle parti qui la differenza la fa l’improvvisazione, tutto deve essere spontaneo per non perdere il contatto con le emozioni .Siamo spesso vessati dal peso dei ricordi e viviamo l’ansia del futuro l’improvvisazione ci aiuta a vivere meglio il presente. L’improvvisazione in questo casi significa far affiorare i ricordi, le emozioni e i vissuti anche tragici “ il risultato non rispecchia una realtà storica ma una realtà psichica. L’immaginazione messa nelle condizioni di poter creare” facendoci cercare dentro di noi tutte le potenzialità del nostro sentire. Il pubblico che osserva deve essere coinvolto emotivamente con empatia, trascinato dall’attore che recita se stesso, questo spero si riallacci emotivamente a quanto già provato a Caprarola. Il palcoscenico alla fine sarà come il salotto di casa e gli spettatori gli ospiti mentre chi recita deve sentirsi il padrone del proprio spazio e di se stesso. Nelle rappresentazioni che effettueremo potranno essere sviluppati momenti di ilarità e momenti più drammatici inoltre i racconti-recite potranno essere ripresi o continuare in momenti successivi.

    MAURO

     
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0 replies since 2/12/2007, 12:40   189 views
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