I gruppi di auto-aiuto

dedicato a chi soffre o ha sofferto

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  1. domanipensami
     
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    Trasmettere o raccontare le emozioni provate dopo un racconto o una testimonianza vera e drammatica nei contenuti è difficile per me ma tenterò ugualmente. Quanto raccontato durante l'incontro presso la sede venerdì ha lasciato un senso di amaro dentro la mia anima un cocktail di rabbia,frustazione e impotenza tale che non sono stato capace di parlarne . Questo stato d'animo crea in me una specie de soppressione della capacità di comunicare e a volte sembro non interessato al racconto. La mia vicinanza non va oltre alla goffagine di star seduto su una poltrona mentre c'è chi ha bisogno di essere tratto in salvo da una barca piena di acqua. Non voglio riportare le parole o i racconti dei presenti poichè non credo sia giusto ma voglio testimoniare la mia emozione nell'ascoltare e ripensare.
    "non si dovrebbe raccontare mai niente né dare dati né tirare in ballo storie né fare in modo che la gente ricordi degli esseri che non sono mai esistiti né hanno mai messo piede su questa terra né attraversato il mondo o che invece ci sono passati ma erano già in salvo nell'orbo e incerto oblio. Raccontare è quasi sempre un regalo compreso quando porta e inietta veleno il racconto, è anche un vincolo e un concedere fiducia che prima o poi non si tradisca, raro il vincolo che non si aggrovigli o non si annodi, e perciò finisca per stringere e si debba tirare di coltello o di lama per reciderlo."
    Non so per quale magia o inganno chi racconta ci ha lasciato vedere quello che invece andava cancellato o taciuto, chi ha raccontato ha donato la fiducia e la sua candida anima. Ha strappato un cerotto dal suo essere, in una sfrenata liberazione nei momenti in cui ha ceduto alla tentazione di rileggere dentro la sua anima, con la capacità di sostenere la storia, contro l'imposizione della normalità. In un moto di verità e riconciliazione attraverso la volontà di ritornare alla continuità storica della vita. Riconoscere quello stato di esistenza con un'amputazione o rimozione o asportazione di anni. Servono verità e riconciliazione. In uno stato esistenziale di fatti che non dovrebbero o non avrebbero dovuto verificarsi mentre la parola diffonde dentro me l'ignoto mondo di chi soffre o ha sofferto. Tutto si trasforma in quello che dobbiamo fare chi parla e chi ascolta. Riappropriarsi della libertà di comunicare e associarsi a un'altra mente, una personalità con una struttura che permetta un'attività intellettuale condivisa come un cuscino.


     
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  2. magda.
     
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    CITAZIONE
    ...Ha strappato un cerotto dal suo essere...contro l'imposizione della normalità...

    Ciao, sono Magda
    mi piace molto ciò che ho appena letto e mi stimola una riflessione...
    :wub: più volte mi sono soffermata ad "ascoltare" le piaghe della mia anima "pulsare"...sono passata dal guardarle sanguinare autocommiserandomi al leccarle amorevolmente cercando di attenuare il dolore...a volte qualcuna si cicatrizza e altre volte mi massacro nuovamente come se la mia anima non fosse sufficientemente segnata...però mai avevo "pensato" ad un banalissimo "cerotto" :wacko: e questo "rimedio" mi piace veramente tanto...mi piace visualizzare la possibilità di coccolarmi amorevolmente e di "medicarmi" con semplicità...la semplicità che purtroppo non so cosa sia...sono bravissima a complicarmi la vita con i mulinelli dei miei pensieri...ho cercato amorevolmente di "spegnerli"...a volte mi basta strafogarmi di cibo per non sentire altro che lo schifo dell'intasamento...altre volte riesco a spostare la compulsione in atteggiamenti più sani per me e allora parto con colla e pennelli, con colori e stoffe e legni e vetri...e creo...non sono un'artista...tutto ciò che risulta dai miei "capolavori" è il quadro di me...il mio malessere, la mia difficoltà a rapportarmi con l'esterno, la mia gioia infantile per le piccole cose,..."contro l'imposizione della normalità"...la normalità...la normalità non so cosa sia ed ho molta difficoltà ad uniformarmi nuovamente...oggi che finalmente ho toccato il piacere di "vivere" ciò che realmente è importante per me, rientrare nell'imposizione della normalità mi sta terribilmente stretto e mi adeguo quel tanto che basta per poter andare al lavoro ogni giorno e...e nulla di più...e questo mi fa sentire terribilmente diversa...
    ma posso scegliere...almeno oggi posso scegliere fra la finzione della normalità e vivere la mia vita come se recitassi quotidianamente una parte o pagare il prezzo, piccolo o grande non so, per vivere la "mia" vita, oggi e non domani...
    grazie, grazie ancora per questo forum che non ho ancora capito da chi e come sia gestito...
    buona giornata
     
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  3. domanipensami
     
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    la normalità è il salire ogni giorno su un bus per andare al lavoro, circondato da persone cieche bendate sin dalla nascita senza speranza, devo sempre portarmi un fazzoletto profumato per nn sentire il loro puzzo di decomposizione che emanano, non ce la faccio più a sopportare ogni giorno è più lungo del precedente e non c'è luce e non c'è gioia e non c'è amore, putride anime che vagano su questa terra. la normalità è la mortalità di queste anime senza luce che non si fermano mai davanti ad un fiore,datemi la luce per guidare questo gregge verso la morte.sono stanco di accumulare nel mio giardino l'immondizia che gli altri lasciano e la mia anima diventa sempre più nera e mi porta dentro un abisso di immoralità falsità disonestà dove sono perso come ho perso me stesso e la voglia di amare, datemi ogni droga per inabissarmi nell'oblio vorrei passare come il vento che spazza via l'aria insalubre inquinata dannata, voglio tornare ad essere un'anima antica
     
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  4. magda.
     
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    CITAZIONE
    ...sono stanco di accumulare nel mio giardino l'immondizia che gli altri lasciano e la mia anima diventa sempre più nera...ho perso me stesso e la voglia di amare...

    Ciao, sono Magda
    c'è stato un lungo periodo della mia vita in cui ero una sorta di "parafulmine" che attirava l'immondizia degli altri...o meglio...non ero capace di lasciare agli altri la loro immondizia e permettevo loro di scaricarmela tutta addosso...e la mia anima? bè...non era nè bianca nè nera...forse di tutti i colori...o forse non era neanche la mia anima perchè ero troppo "impegnata" a vivere la vita che volevano gli altri...
    poi lentamente ma fermamente mi sono messa in discussione e ho cominciato, dolorosamente, a lavorare su di me...strappando erbacce, riempiendo bidoni di spazzatura...ma soprattutto ponendo dei limiti...i miei limiti oltre cui "gli altri" non potevano e non possono sconfinare...
    io non mi ero persa...non mi sono persa...non sapevo neanche chi ero :wacko: a volte riesco ad intracedere la magdina fra i suoi fiori e i suoi colori...altre volte riesco anche a stare bene con me...a volte mi perdo e la giostra dell'abitudine mi riporta a vecchi schemi da cui faticosamente cerco di allontanarmi...
    anche io sono tanto stanca...
    vorrei trovare un interruttore per spegnere le voci stridule delle persone che parlano parlano parlano...ma non ho alcun potere sugli altri...e quindi lavoro su di me...con fatica, a volte con rabbia, a volte mi lascio andare e altre volte parto come un caterpillar...ma continuo a concentrare l'attenzione su di me per non perdermi ancora...
    con amore
     
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  5. Koenig43
     
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    Io invece provo da sempre a risanare i bombardamenti del 43 nella "mia città". E' il significato del numero nel mio nick.
     
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4 replies since 8/12/2007, 13:53   417 views
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