Vai col tango!

Proposta per l'avvio di un nuovo gruppo orientato all'approfondimento musicale

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  1. maria rossi
     
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    Le diverse accezioni

    Sono state proposte diverse accezioni e varianti di significato del termine musica:

    Musica come suono: Una delle più comuni definizioni di musica è di quella di arte del suono organizzato, o - più specificatamente - di arte del produrre significati e sensazioni, più o meno complessi - e comunque di natura volontaria - organizzando suoni e silenzio. Simili definizioni - comunemente accettate - sono state ampiamente adottate sin dal Diciannovesimo secolo, quando si iniziò a studiare scientificamente la relazione tra il suono e la percezione.
    Musica come esperienza soggettiva: Un'altra delle definizioni comuni di musica implica che la musica debba essere piacevole o melodica. Questo punto di vista tiene conto del fatto che alcuni tipi di "suono organizzato" non sono musica, mentre altri lo sono. Esistono versioni più elaborate di questa definizione che tengono conto del fatto che ciò che è considerato musica varia da cultura a cultura, e da epoca ad epoca. Questa definizione fu predominante nel Diciottesimo secolo. Mozart, per esempio, usava dire che "la musica non dimentica mai sé stessa, essa non deve mai cessare di essere musica."
    Musica come una categoria della percezione: La definizione cognitiva, meno comune, asserisce che la musica non è semplicemente suono, o la percezione di esso, ma una rappresentazione interna che percezione, azione e memoria contribuiscono a creare. Questa definizione è influenzata dalle scienze cognitive, il cui scopo è la ricerca delle regioni del cervello responsabili dell'analisi e della memorizzazione dei vari aspetti dell'esperienza dell'ascoltare musica. Questa definizione include anche arti differenti come ad esempio la danza.
    Musica come approfondimento storico e antropologico: Il cammino e l'evoluzione del pensiero musicale corrono di pari passo con il cammino dell'uomo nella storia. L' antropologia trova nell'etnomusicologia risposte che altri studi sull'uomo non riescono a dare.
    Musica come costrutto sociale: Le teorie post-moderne asseriscono che, come l'arte, la musica è definita innanzitutto nel suo contesto sociale. Da questo punto di vista la musica è ciò che ognuno chiama musica, che sia fatta di silenzio, di suoni, o di performance. La famosa opera "4'33"" (4 minuti e 33 secondi) di John Cage ha origine da questa concezione della musica.
    Musica come cura del corpo e/o dello spirito Musicoterapia: Le qualità liberatorie della musica si concretizzano da sempre dovunque nel mondo. Il benefico potere derivante dall'ascoltare musica, o dal crearne e riprodurne distingue i due rami principali riconducibili alla scienza stessa, che nascono sempre dalla radice unica, la Musica. Osservata in Europa, e nell'occidente in tempi relativamente recenti, dopo il Cinquecento, diviene strumento terapeutico vero e proprio, fino all'uso odierno che spazia dalla cura di depressioni, malattie psichiche anche molto gravi, disturbi neurovegetativi ecc. In tempi più antichi e tutt'ora in siti culturalmente poco occidentalizzati può definirsi musicoterapia un aspetto fondamentale dell'educazione civica, intesa come "consapevolezza d'esser vivi" quindi esistere. In Africa, ad esempio, fare musica con rudimentali strumenti quali semplici percussioni o flauti di bambù è patrimonio comune nella società; parimenti lo è il partecipare ballando e cantando, oltre che, ovvio, ascoltando. Fondamentale è la partecipazione alla Musica, che è eletta a cura, preghiera, dialogo, discussione nel senso più civilmente umano dei termini. In realtà il diritto civile per questi popoli si concretizza, trovando la sua più schietta espressione, proprio nella Musica.
    Musica come tutto ciò che soddisfa desideri e aspirazioni: secondo la derivazione del termine dal verbo greco "mwsqai" (= desiderare, aspirare a...) dal quale Platone avrebbe fatto derivare il termine "musa". Il recupero di questo concetto di musica dalla etimologia del termine "musa" ipotizzata da Platone permette di distinguere la musica dal suono con il quale spesso viene confusa. L'idea comune infatti che la musica sia fatta di suoni rende difficoltoso comprendere perché non è sempre vero che il suono "fa" musica (ciò che è musica per qualcuno può non esserlo per altri). Perché il suono "faccia" musica occorre appunto che chi lo percepisce ne ricavi soddisfazione, che questa soddisfazione colmi un desiderio e che l'oggetto del desiderio coincida con uno stato fisico o mentale, reale o fantastico, a cui la persona aspira.
    A causa della larga gamma di definizioni, lo studio della musica è effettuato in una grande varietà di forme e metodi: lo studio del suono e delle vibrazioni (detto acustica), lo studio della teoria musicale, lo studio pratico, la musicologia, l'etnomusicologia, lo studio della storia della musica.

     
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21 replies since 8/1/2008, 15:06   926 views
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