Gruppo disagio femminile

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  1. maria rossi
     
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    giovedì scorso si è riunito il gruppo che vorrebbe contribuire alla riflessione sulla natura introversa
    dando particolare rilievo alle tematiche del disagio femminile.
    c'ero anche io e tra domani e dopo domani spero di riuscire a buttare giù due righe sull'incontro che c'è stato e
    sul lavoro che questo gruppo vorrebbe svolgere.

    un saluto
    maria

    Edited by maria rossi - 29/3/2008, 21:03
     
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  2. vivatruffaut!
     
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    Solo due righe? Non ci credo. :-D
     
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  3. maria rossi
     
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    neanche io!
    ...però giuro che ci provo!

    Edited by maria rossi - 8/3/2008, 14:25
     
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    Ciao Maria, eventualmente potresti poi inviarmi le due righe ( :D )? Potrei così inserirle sul sito, nella sezione dei Gruppi, anche per informare i lettori che il Gruppo è attivo...
     
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  5. maria rossi
     
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    certamente. ciao!
     
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  6. maria rossi
     
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    “Il 65% delle esperienze psicopatologiche è vissuto da donne.”

    “Su dieci soggetti che, per i disturbi più diversi, entrano in terapia, i tratti dell'introversione e alcune tappe tipiche della carriera introversa sono ricostruibili in una percentuale estremamente significativa (6-7 su dieci).”

    Facendo un semplice sillogismo molte donne introverse soffrono e stanno male. Come queste due connotazioni forti e inestirpabili dell’essere si combinino spesso in un vicolo cieco esistenziale è facile constatarlo. Come questo vicolo cieco però sia stato storicamente e culturalmente favorito e determinato, sembra meno semplice da ricostruire e rintracciare.

    Il gruppo che si riunirà ogni due venerdì al mese alle 20.30 presso la sede della Lidi vorrebbe partire da qui.
    Indagare e interpretare questi due dati tentando di ricostruire un percorso di approfondimento interdisciplinare a tutto campo per cercare di restituire un senso alla sofferenza (femminile ed introversa) che vada un po’ aldilà delle spiegazioni che ne danno le mentalità correnti, il senso comune e l’ideologia neopsichiatrica e tutti i suoi derivati.Per fare questo sarà imprescindibile rivedere i concetti di normalità e malattia (indagando i vari campi del sapere che in questa antinomia sono chiamati in causa) poiché, come si vedrà, essi hanno già in se un assunto ideologico non poco capzioso: il presunto carattere disadattativo, sostanzialmente difettoso e disfunzionale, dell'introversione e della femminilità apparentemente confermato dal fatto che entrambe le categorie si “ammalano di testa” spesso.

    Intendiamo dimostrare che questa circostanza non è legata all'introversione o alla femminilità in sé e per sé bensì allo stato di cose esistente nel mondo, che espone, quasi inesorabilmente, coloro che hanno un determinato corredo genetico (e/o di genere), al rischio di sviluppare un disagio psichico. “Il mondo sociale è organizzato, a livello istituzionale e culturale, in maniera tale da promuovere lo sviluppo e l'inserimento del cittadino medio, e non offre adeguate opportunità di sviluppo a coloro che hanno una vocazione ad essere che non coincide con tale modello.”

    Il mondo, le strade, le città, la comunicazione, il sistema sanitario, quello pedagogico,le reclames, i vestiti, le carriere lavorative, il linguaggio,le mode, i mezzi di trasporto tutto è a misura d’uomo, di un uomo spesso inteso come maschio, bianco, sano ed estroverso in una parola normale.
    Tutte le altre possibili declinazioni o variazioni dell’umanità rispetto a questa prevalente unità di misura sembra quasi siano da considerarsi imperfezioni, errori a cui rimediare o forme inferiori irrimediabili a cui rapportarsi con carità cristiana.
    Ecco allora che la donna introversa può vivere su di se una doppia condanna o un doppio senso di inadeguatezza, di sminuimento della sua individuazione. richieta cm'è a vvere il ruolo di cura e di attenione verso glia ltri, in virtù della sua iperdotazione emozionale e del portato sociocentrico tipico del coredo introverso, può incappare in percorsi sacrificali perfezionistici dannosi e patogeni.


    Se l'intento sarà raggiunto, ci auguriamo che esso possa contribuire al riconoscimento sociale del problema, alla rivalutazione di valori, risorse e qualità di cui l’introversione e la femminilità sono intrinsecamente portatrici e al riscatto di una fetta di popolazione che tanto utile (se non salvifica!) potrebbe rivelarsi nell’incarnare e promuovere modi nuovi e originali di rispondere alle grandi “sfide” che gli esseri umani dovranno affrontare nei prossimi decenni.

    Il doppio nodo della femminilità e dell’introversione pongono delle questioni e dei rilievi particolari tutti da individuare e districare. Abbiamo un punto di partenza ed un’ipotesi molto ampia e aperta da suffragare o confutare; l’esempio e gli stimoli del lavoro del dottor Anepeta e tutto un mondo di saperi, personalità e valori spesso rimossi, misconosciuti se non addirittura rinnegati saranno le cartine, le mappe con le quali ci aiuteremo ad orientare le nostre sensibilità, inclinazioni e interessi. la consapevolezza soggettiva non basta: "Il mondo, è organizzato in maniera tale da squalificare pregiudizialmente alcuni modi di essere, ponendo ostacoli di vario genere allo sviluppo della loro personalità." E’ giusto tentare di porre le condizioni con cui certi modi dell’essere umano (come il femminile e l’introversione, appunto, ma non solo loro!) "non siano più costretti a pagare, in nome della congiuntura tra il caso genetico e la normalità dominante, i prezzi che attualmente pagano e che coincidono spesso con una qualche forma di disagio psichico." È assolutamente necessaria una presa di coscienza sociale e culturale perché è lì che i margini della questione possono essere spostati un po’ più in là, lasciando lo spazio necessario ad altri modi di esistere e di sentire di dispiegarsi e attecchire.

    *le virgolette sono tratte da scritti del dott. anepeta presenti sul sito stesso della lidi

    m'aria

    Edited by maria rossi - 23/3/2009, 15:37
     
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  7. maria rossi
     
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    "noi non abbiamo autentici modelli,
    e questo ci costa tempo, giri viziosi, errori,
    ma non necessariamente è solo uno svantaggio."

    christa wolf

     
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  8. imperia69
     
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    WOW! Christa Wolf è una delle mie autrici preferite praticamente da sempre!
    Da quale libro è tratta la citazione?
     
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  9. maria rossi
     
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    l'ho trovata in un libro che ripercorreva la storia di alcune scrittrici tedesche dal '700 a oggi.

    perchè non scrivi un pò di lei o di un suo libro/personaggio in realzione a questa"sezione" del forum?

    ciao
    a presto
     
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8 replies since 22/1/2008, 13:45   541 views
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