Nuove terapie

per un gruppo di lettura della LIDI

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. maria rossi
     
    .

    User deleted


    La letteratura in pericolo di T.Todorov. "Questo piccolo e sferzante saggio, il trentacinquesimo nella lunga carriera di uno degli intellettuali europei più autorevoli, prende di mira l'insegnamento scolastico della letteratura, che anziché accostare i testi si ferma alle metodologie interpretative, e in generale la critica letteraria, che privilegia testi autoreferenziali e di scarso interesse per il pubblico più vasto dei lettori. Insomma, secondo Todorov la letteratura moderna sarebbe stata inaridita dai tecnici della materia e soffrirebbe oggi di un distacco con il mondo reale. È tempo, dunque, di restituire alla letteratura la sua funzione, ovvero quella di offrire ai lettori un senso alla loro esistenza. Contro i professori, gli scrittori che scrivono solo di sé e i critici che predicano una letteratura autoreferenziale e che insegna solo la disperazione, devono sollevarsi i lettori comuni, che continuano a cercare nei libri la possibilità di riflettere sulla propria vita e sulle proprie esperienze."




    Un romanzo può curare. Lo teorizza il filosofo Tzvetan Todorov.
    E in Inghilterra ci credono anche i medici, che sempre più spesso consigliano la lettura per i disagi psichici
    di Barbara Placido

    Salviamo la letteratura, sarà lei a salvarci la vita. Parola di Tzvetan Todorov, filosofo bulgaro-francese, appena uscito in libreria con "La letteratura in pericolo" (Garzanti). Perché i romanzi ci permettono di reinventare il nostro mondo interiore. Di farci orientare nella vita. E, a volte, persino di curarci. Lo testimonia il boom dei gruppi di lettura che imperversano nei Paesi anglosassoni. Ma adesso ci credono persino i medici. Vicino Liverpool ogni settimana decine di gruppi di persone si incontrano per leggere assieme. Scelgono da "Jane Eyre" allo "Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta" e, a turno, uno di loro legge ad alta voce, dall’inizio alla fine. Quello che li accomuna non è solo l’amore per la parola scritta. Anzi, come racconta Kate McDonnell, una delle fondatrici e organizzatrici dell’iniziativa “Get into Reading” (Mettiamoci a leggere), «molti tra i partecipanti non avevano mai letto prima una poesia; guardavano questi testi come fossero problemi algebrici - estranei, del tutto incomprensibili». Li accomuna piuttosto il malessere, spesso psicologico e mentale, talvolta fisico; e il desiderio di stare meglio, di trovare conforto. L’iniziativa ha successo: leggere aiuta. Jane Davis, dell’università di Liverpool, e Kate McDonnell sono entusiaste: il feno- meno è in crescita. Ed è in crescita anche l’approvazione da parte di medici e psicologi dell’NHS, il servizio sanitario pubblico. Sarà pur vero, ha affermato Raymond Tallis, uno dei più stimati geriatri in Inghilterra, che non esistono studi scientifici che provino il potere taumaturgico del libro, ma di fatto i risultati ci sono. Il dottor Allan Yates, uno dei dirigenti del servizio sanitario di Liverpool, racconta: «Sono rimasto incantato quando ho visto come leggere dia sostegno a chi ha problemi di salute mentale». Incantato e stupito, continua Yates, poiché «in genere chi soffre di disturbi psicologici non riesce a parlare della propria, o dell’altrui, vita emotiva. Leggere insieme aiuta a superare questa difficoltà, a comprendere le proprie emozioni». Non stupitevi quindi se scoprirete che oggi, a Liverpool come in altre parti del Regno, a coloro che si presentano dal medico afflitti da depressione, ansia, ma anche da demenza senile, dai postumi di ictus e attacchi di cuore, non vengono prescritti eccitanti o tranquillanti né consigliate sedute di terapia; bensì viene suggerito di partecipare a un gruppo di lettura. E trovare un gruppo a cui partecipare non sarà difficile: negli ultimi tre anni sono fioriti ovunque. Nelle scuole, negli ospizi, nelle biblioteche, nelle comunità di recupero per tossicodipendenti, nei reparti di psichiatria e negli ospedali; anche qui oggi è possibile individuare readers in residence, ovvero lettori residenti uniti dallo slogan “letteratura invece di litio”. Due a zero, quindi, per la letteratura: perché i medici sono ben contenti di prescrivere meno psicofarmaci a carico del sistema pubblico, e i pazienti non solo acquistano fiducia in se stessi e negli altri, e dunque stanno meglio; ma cominciano, spesso ricominciano, ad amare i romanzi e persino la poesia. Come è accaduto a Mary, un’amabile signora sulla sessantina, cui la depressione aveva ammazzato qualsiasi voglia di leggere. «Da bambina i romanzi, la poesia, erano una parte importante della mia vita. Dopo essermi ammalata ho avuto una sorta di rifiuto: non riuscivo ad arrivare in fondo alla pagina. E questo aveva creato un vuoto nella mia esistenza. Adesso grazie a “Get into Reading” ho ripreso a leggere e il mio umore è nettamente migliorato».La sua esperienza non è certo insolita. La depressione si accompagna spesso a una mancanza di interesse per il mondo. Ricominciare a leggere può essere un primo passo verso la guarigione. Lo stesso accade a tante persone anziane, che hanno perso la memoria o sono afflitte da demenza senile. Su di loro sono proprio le poesie ad avere un effetto straordinario. «C’era una signora in un ospizio», racconta McDonnell, «che stava sempre da sola, in silenzio. La nostra reader in residence le ha proposto di leggere insieme una poesia. Lei l’ha mandata a quel paese. Ma dopo varie insistenze la signora ha desistito. E mentre ascoltava la poesia ha iniziato a recitarla: si ricordava quei versi dai giorni di scuola». Succede spesso, tra gli anziani, che una poesia riporti loro ricordi che credevano svaniti, o rimetta in moto la memoria. «La verità è», dice orgogliosa Kate McDonnell, «che fino ad oggi non c’è stato un solo gruppo dove leggere insieme non abbia funzionato».Un successo, certo. Ma, le organizzatrici lo sanno,mai garantito. La letteratura può essere tutto il contrario che salvifica. Basta pensare a quanti sono stati i grandi scrittori - da Pavese a Hemingway, da Sylvia Plath a Virginia Woolf - che si sono suicidati. E non è nemmeno servita a evitare l’olocausto, come dimostra l’enorme cultura di molti ufficiali delle SS, descritta di recente anche ne Le benevole di Jonathan Littell. Il bilancio è delicato: a partecipare ai reading groups sono spesso persone fragili. «Ma la sofferenza», spiega McDonnell, «può avere un valore catartico. È per questo che i partecipanti non la scansano, anzi». E continua. «In uno dei primi gruppi organizzati proprio per persone con difficoltà psicologiche, leggevamo una poesia molto bella, una specie di testamento in versi del poeta inglese Alfred Tennyson, quando una donna è scoppiata a piangere. Ho subito detto, “smettiamo, leggiamo qualcos’altro”. “No, no”, ha detto lei. E si è messa a parlare. Ha raccontato che solo sei settimane prima era morta sua figlia. Era stato questo il motivo che l’aveva spinta a venire da noi. C’è stato un grande silenzio. Poi ci ha raccontato la sua esperienza. È stato allora che ho capito quanto sia prezioso, straordinario l’effetto di questi gruppi». Straordinario perché a differenza di chi si riunisce per giocare a bridge, o per camminare in montagna, o per cucinare, qui, spiega Jane Davis, «ci si trova a parlare quando ci si è appena incontrati, di temi difficili e importanti: di morte, tradimento, malattia, delle proprie paure e delle proprie speranze». Ma lo si fa non parlando di sé, bensì dei protagonisti dei romanzi. «L’uso della terza persona permette di trovare un equilibrio tra distanza e intimità », dice McDonnell. E il racconto fornisce sempre un’ancora di salvezza. «Succede spesso», continua Kate, «che se durante un incontro una persona si mette a piangere o a parlare di argomenti molto intimi, dopo un po’ sarà quella stessa persona a dire “torniamo al romanzo”. Così gli incontri non si chiudono mai su una crisi e nessuno si sente mai esposto al ridicolo o al patetico». A rendere questi incontri diversi dalla canonica terapia di gruppo è la centralità non dei partecipanti e dei loro sentimenti, bensì del libro, del testo. «Non ho niente contro la psicoterapia. O contro gli psicofarmaci. Per alcuni funzionano. Ottimo. Per altri funziona leggere», sostiene Jane Davis, i cui gruppi raccolgono persone delle più disparate estrazioni sociali. A cui vengono proposti libri importanti, complessi, difficili. «Inizialmente gli assistenti sociali ci dicevano di individuare cose leggere e soprattutto a lieto fine», spiega. «Ma chi è depresso, chi soffre, non può essere accontentato con poco». In pole position ci sono Tennyson, Dickens, Jane Austen, Ted Hughes, le sorelle Brönte, Shakespeare, a portare i lettori in posti che non avrebbero mai immaginato di visitare. E a ordinare la loro esperienza. Oggi questa grandissima eredità è sempre più minacciata. Non solo perché tv e Internet decidono modalità e tempi di fruizione della cultura. Ma anche perché imperversa una mentalità che deride i romanzi come inutili e scollati dalla realtà. Niente di più falso. Perché la letteratura, come ancora dice Todorov, «non è il lusso di un’élite ma uno strumento concreto che ci permette di capire e affrontare il mondo».



    Edited by maria rossi - 24/3/2009, 17:17
     
    Top
    .
  2. flaneur62
     
    .

    User deleted


    Avevo già letto un altro messaggio sulla proposta per un gruppo di lettura come pure la discussione per quello di teatro.... Mi sembrano due ottime proposte.... Non credo neanch'io che siano risolutive, curative, ma penso rappresentino dei momenti importanti per condividere qualcosa, per discutere, per approfondire. Leggere vuol dire ovviamente muovere il cervello, studio, far girare idee. Ma anche passare dei momenti piacevoli. La lettura è pure leggerezza, piacevolezza, divertimento. A me per esempio piace moltissimo, in primavera o in estate, leggere sdraiato sull'erba in un parco o in campagna. Ho passato e passo dei bei momenti così. Non ne farei una questione di "aiuto" quanto proprio di condivisione e di convivialità: e di questo credo che in questo momento abbiamo bisogno tutti, introversi estroversi, controversi.....


    Detto questo passerei all e questioni pratiche: come si organizza un gruppo di lettura? Si può pensare di cominciare a raccogliere proposte sui titoli, si sceglie un genere o si sceglie un argomento, un tema, un periodo ? E qual'è il numero ideale di persone da coinvolgere per far partire il progetto? Si può pensare di dividersi magari in sottogruppi se si riscontrano affinità di interessi ?

    Spero che la cosa parta e riesca, mi piacerebbe davvero :)

    A presto ...
     
    Top
    .
  3. star***
     
    .

    User deleted


    guardandomi intorno vedo sempre molta superficialità nell'affrontare il problema del malassere psichico, e quindi penso anche io che il gruppo di lettura, come qualsiasi altra cosa, non sia il miracolo che tutti aspettiamo. Ma penso che tutte queste cose possano aiutarci sempre a sentirci meno soli, a costruire qualche cosa che ci possa dare soddisfazione. Questa è una buona idea, mi piace! Ciao
     
    Top
    .
  4. star***
     
    .

    User deleted


    A proposito sto leggendo un libro molto carino si chiama la bruttina stagionata di Carmen Bovito...affronta la tematica dell'introversione in maniera molto leggera......................... Ho proposto ad alcune persone il gruppo di teatro. Io non mi sento molto portata per il gruppo teatrale. Ciao
     
    Top
    .
  5. maria rossi
     
    .

    User deleted


    per iniziare è semplice: quale libro vi piacerebbe leggere per primo, insieme ad altri?

    chiunque fosse interessato potrebbe rispondere a questa domanda e poi da qui partire...
     
    Top
    .
  6. elisabet
     
    .

    User deleted


    E' vero che non ci corre dietro nessuno ma la lettura di libri interi, soprattutto fatta ad alta voce, richiederebbe molto tempo e forse alla lunga potrebbe diventare noiosa e demotivante se il libro non è di nostro interesse. Si potrebbe ovviare a questo adottando un altro metodo di lavoro, proponendo cioé di leggere a turno brani od incipit di libri che sono stati importanti nella nostra vita. Credo che questo aiuterebbe anche ad approfondire la conoscenza reciproca (vi capita mai quando entrate in una casa di sbirciare cosa c'é in libreria?) permettendo ad ognuno di leggere anche da solo testi che hanno suscitato interesse. E' un metodo che sembra rispondere dialetticamente ai bisogni di integrazione/individuazione, che ne dite? Qualsiasi metodo scegliate, buone letture Elisabetta
     
    Top
    .
  7. domanipensami
     
    .

    User deleted


    cara elisabetta tutti noi introvrsi la prima cosa che guardiamo è la libreria se in una casa nn ci sono libri è bruttissima.
    certamente leggere tutto un libro ad alta voce può diventare noioso e lunghissimo specialmente se scegli Anna Karenina. credo che bisognerà fare delle scelte sui metodi e per questo dovremo incontrarci ... importante sarà partecipare
     
    Top
    .
  8. maria rossi
     
    .

    User deleted


    PROPOSTA 1° INCONTRO LETTURA COLLETTIVA

    DE "L'ALTRA VERITA'" DI ALDA MERINI

    DOMENICA,16 MARZO, ALLE 10.30 nei giardini del SANTA MARIA DELLA PIETA'


    semplice,gratuito,ecologico,attivo e aperto a tutti.

    Edited by maria rossi - 11/3/2008, 15:37
     
    Top
    .
  9. flaneur62
     
    .

    User deleted


    Bella cosa iniziare il gruppo di lettura in un giardino... Non abito più a Roma da diverso tempo, ci vengo una/due volte l'anno, e i giardini di S.Maria della Pietà non li ho mai visti. Magari la prossima volta andrò a farci un salto magari pensando a quallo che scriverete qui sul forum sul gruppo....

    E' pensabile formare altri gruppi partendo dalle città di residenza? Io vivo a Verona, per esempio e quindi a 2 ore di treno da Milano, una e mezza da Venezia- dove i giardini non mancano- 2 da Bologna.....

    Intanto in bocca al lupo per la prima lettura....
     
    Top
    .
  10. elisabet
     
    .

    User deleted


    Il parco del S. Maria non è solo bello dal punto di vista botanico ma è bello anche perché è in qualche modo un posto "liberato" almeno per chi lo ha visto con il vecchio manicomio attivo.Facci un salto se ti capita, è facilmente raggiungibile con il treno urbano collegato alla metro a Valle Aurelia. Buone letture anche a te Elisabetta
     
    Top
    .
  11. maria rossi
     
    .

    User deleted


    creare altri gruppi di lettura sarebbe bellissimo per non dire solo auspicabile.

    so per certo che in molte città esistono dei gruppi di lettura legati alle biblioteche comunali. torino, per esempio, ne ha uno che può usufruire di una sede che -fra le altre cose- contempla anche una sala munita di 6 amache in giunco, addirittura!
    potresti provare a dare un'occhiata su internet.
    certo, molto probabilmente, non avranno un taglio come quello della lidi ma se non si hanno altri soci o "simpatizzanti" nei paraggi potrebbe essere una via.

    spero che altri soci o aspiranti tali delle tue parti, si facciano vivi. o magari che tu abbia qualche amico o conoscente da coinvolgere nel progetto. sarebbe molto bello.

    Edited by maria rossi - 12/3/2008, 10:03
     
    Top
    .
  12. maria rossi
     
    .

    User deleted


    a questo proposito...ma non è che si potrebbe creare un cicolo di lettura virtuale?
    uno spazio nella rete per tutti quei soci o frequentatori del forum che non vivono a roma e che però parteciperebbero volentieri a questa iniziativa? forse la tecnologia potrebbe essere d'aiuto. si potrebbe creare uno "spazio"-legato ma separato dal forum- dove confrontarsi su delle letture condivise (anche se) a distanza....non so forse sarebbe complicato o forse non ne varrebbe la pena...però potrebbe essere un'altra soluzione anche questa.
     
    Top
    .
11 replies since 19/2/2008, 15:06   471 views
  Share  
.
Top