Modelli autentici

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  1. maria rossi
     
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    "noi non abbiamo autentici modelli,
    e questo ci costa tempo, giri viziosi, errori,
    ma non necessariamente è solo uno svantaggio."

    christa wolf
     
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  2. maria rossi
     
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    La cipolla

    La cipolla è un'altra cosa.
    Interiora non ne ha.
    Completamente cipolla
    fino alla cipollità.
    Cipolluta di fuori,
    cipollosa fino al cuore,
    potrebbe guardarsi dentro
    senza provare timore.

    In noi ignoto e selve
    di pelle appena coperti,
    interni d'inferno,
    violenta anatomia,
    ma nella cipolla - cipolla,
    non visceri ritorti.
    Lei più e più volte nuda,
    fin nel fondo e così via.

    Coerente è la cipolla,
    riuscita è la cipolla.
    Nell'una ecco sta l'altra,
    nella maggiore la minore,
    nella seguente la successiva,
    cioè la terza e la quarta.
    Una centripeta fuga.
    Un'eco in coro composta.

    La cipolla, d'accordo:
    il più bel ventre del mondo.
    A propria lode di aureole
    da sé si avvolge in tondo.
    In noi - grasso, nervi, vene,
    muchi e secrezioni.
    E a noi resta negata
    l'idiozia della perfezione.

    Wislawa Szymborska
     
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  3. maria rossi
     
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    "E' impossibile comprendere l'essere uomano e i suoi disturbi emotivi e mentali senza comprendere la natura e il valore dei conflitti morali. Il progresso della piscologia non sta nella distinzione di un preteso regno naturale da un preteso regno spirituale e nel concentrare nel primo ogni attenzione, bensì nel ritorno alla grande tradizione dell'etica umanistica, che considerava l'uomo nella sua totalità fisico-spirituale, ritenendo che compito dell'essere umano sia di essere se stesso e che la condizione per attingere questa meta sia che l'essere umano stia dalla parte di se stesso. Ho scritto questo libro con l'intento di riaffermare la validità dell'etica umanistica e di mostrare che la nostra conoscenza della natura umana non conduce al relativismo etico bensì, all'opposto, alla convinzione che le fonti delle norme per la condotta morale si debbano trovare nella natura stessa dell'essere umano; che le norme morali si fondano sulle qualità intrinseche dell'uomo e che violarle comporta disintegrazione mentale ed emotiva. Tenterò di dimostrare che la struttura caratteriale della pesonalità matura e integrata, del carattere produttivo, costituisce la fonte e la base della "virtù" e che il "vizio", in ultima analisi, è indifferenza rispetto a se stessi ed alla mutilazione di sè. Non la rinuncia a se stessi nè l'egoismo bensì l'amore di sè; non la negazione dell'individuo bensì l'affermazione del suo sè veracemente umano sono i valori supremi dell'etica umanstica. se l'uomo deve affidarsi a valori, deve conoscere se stesso (la sua storia) e la capacità di bontà e produttività della sua natura."

    Erich Fromm, Dalla parte dell'uomo

    Edited by maria rossi - 15/4/2008, 14:55
     
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  4. maria rossi
     
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    alcuni passaggi di un gran libro Il negro e l'altro di fanon.
    una lettura che si può fare di queste frasi è sostituire all' antinomia bianco-nero quella di uomo-donna o di estroverso-introverso.
    il senso ne resta inalterato. il percorso di autoschiavizzazione, nell'interiorizzare modelli collettivi che presuppongono il diprezzo e il disconoscimento di chi siamo è stato uguale anche per le donne, anche per gli introversi. e lo è ancora...essere "altro" dalla norma senza farsi irretire dalla logica del "o così o così" non è ancora facile per nessuno. tempi duri.

    "L'inconscio collettivo,senza ricorrere ai geni, è semplicemente l'insieme dei pregiudizi, dei miti, delle attitudini collettive di un gruppo.[...] è culturale, vale a dire acquisito. La civiltà europea si caratterizza attraverso la presenza, presso l' inconscio collettivo, d'un archetipo: espressione di istinti malvagi, dell'oscuro inerente ad ogni Io, del selvaggio non civilizzato, del negro che sonnecchia in ogni bianco.Il negro.
    In Europa il negro, sia in concreto sia come simbolo, rappresenta il lato perverso (negativo, inferiore) della personalità. In tutti i Paesi civilizzati e civilizzatori, il negro simboleggia il peccato. L'archetipo dei valori inferiori è rappresentato dal negro. Nello strato più profondo dell'inconscio europeo si è elaborata una zona eccessivamente negra dove sonnecchiano gli impulsi più immorali, i desideri meno confessabili. E poichè ogni uomo sale verso il candore e la luce, l'europeo ha voluto respingere questo non civilizzato che tentava di difendersi.
    Quando la civiltà europea si trovò in contatto col mondo negro, con quei popoli selvaggi, furono tutti d'accordo: quei negri erano il principio del male. Questo meccanismo di proiezione è sato descritto dalla psicoanalisi classica. Nella misura in cui scopro in me qualcosa di insolito, inquietante, riprovevole, non conforme non ho che una soluzione: sbarazzarmene, attribuire all'Altro la paternità. In questo modo pongo fine a un circuito di tensione che rischiava di compromettere il mio equilibrio. In europa il negro ha assunto una sua funzione: quella di rappresentare sentimenti inferiori, le cattive inclinazioni, il lato oscuro dell'anima. L'inconscio collettivo non dipendende da ereditarietà cerebrale: è la conseguenza di ciò che chiamerei imposizione culturale irriflessa. Non c'è da stupirsi se un uomo delle Antille (un negro di un paese colonializzato dai Francesi), attraverso l'inconscio collettivo "dominante" ha fatto propri tutti gli archetipi dell'europeo.
    Concludiamo: un uomo delle Antille è bianco attraverso l'inconscio collettivo, attraverso una gran parte dell'inconscio personale e attraverso una gran perte dell'individuazione. Ma il colore della sua pelle è nero. Tutte le incomprensioni partono da questo equivoco. Appena si accorge che il negro è il simbolo del peccato, prende a odiare il negro. ma constata ch è un negro. per sfuggire a questo conflitto le soluzioi sono due. O domando agli altri di non badare alla mia pelle; oppure, al contrario, voglio che se ne accorgano. Cerco allora di valorizzare ciò che è cattivo (poichè irriflessivamenrte ho ammesso essere il nero il colore del male). Per porre fine a questa situazione nevrotica in cui sono obbligato a scegliere una soluzione malsana, di conflitto, nutrita di fantasmi, antagonista, infine inumana, non ho che una via: sorvolare questo assurdo dramma che gli altri mi hanno fabbricato intorno, scartare questi due termini ugualmente inaccettabili e tendere all'universale, attraverso un particolare umano. Al limite estremo, il mito delnegro, l'idea del negro arrivano a determinare un'autentica alienazione."

    Edited by maria rossi - 24/4/2008, 14:57
     
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  5. maria rossi
     
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    EVA NON E' ANCORA NATA

    (Polli d'allevamento, 1978)

    Che strano non sa neanche cuocere due uova
    e poi la vedo quando studia coi capelli corti e le sue passioni
    e avverto il senso di una donna nuova.
    Però se guardo in certe strane discrepanze
    allora non capisco e mi spavento:
    com'è insensata, misteriosa e buffa la sua scelta
    di un paio di sandali d'argento.

    Come son giusti gli uomini coi loro indumenti maschili,
    con le loro camicie, le loro scarpe.
    Come son giusti gli uomini, l'impegno civile, le idee,
    l'odor di tabacco inglese e le barba rasata...
    Eva non è ancora nata...

    Come son giusti gli uomini che sanno giocare a biliardo,
    che fanno i commenti su l'ultima partita.
    Sono affezionatissimi alle loro innocenti manie
    e parlano alla propria donna con aria annoiata...
    Eva non è ancora nata...

    Noi abbiamo fatto del nostro meglio
    per peggiorare il mondo...
    Noi così cortesi, così lontani,
    due secoli di baciamani...

    Come son giusti i giovani insieme alle loro ragazze,
    coscienti che questa polemica è superata.
    Come son più sensibili di fronte a una nuova realtà,
    le idee sono buone ma la costola è malandata...
    Eva non è ancora nata...

    Che strano non capisco un sandalo d'argento
    e non capisco certe irrequietezze
    che non mi appartengono e che non amo.

    Può anche darsi che ci sia qualcosa,
    forse il sintomo di un mutamento...
    aspettiamo...
     
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4 replies since 18/3/2008, 10:48   386 views
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