Non garantisco l'attendibilità ma... regge

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  1. davideTHEred
     
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    La storia segreta dell'AIDS

    di Giuseppe Cosco

    Dopo che per anni siamo stati terrorizzati dallo spettro terrificante dell’AIDS, oggi non se ne parla quasi. Forse per questo è venuto il momento di riscrivere la storia di questa misteriosa sindrome, che colpisce selettivamente omosessuali e drogati. C’è chi sostiene che questa terribile malattia è stata creata in laboratorio come arma di sterminio controllato (1).

    In vero, assistiamo al propagarsi di nuovi razzismi, culminanti in “programmi di controllo” che celano genocidi e stermini accuratamente programmati in ambienti militari e asettici laboratori, dove si studiano nuovi tipi di morte. In certi ambienti scientifici, si svolgono esperimenti, capaci di suscitare veri e propri flagelli. La nostra, in fondo, è un’Era di pericolosi angeli sterminatori o, se preferite, anticristi.

    Un documento del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, gli Atti del 91° Congresso – Sottocomitato del Dipartimento della Difesa, 1 Luglio 1969, dice testualmente: “Gli studi sulla biologia molecolare progrediscono con straordinaria velocità. (…). Entro cinque o dieci anni sarebbe possibile produrre un nuovo agente biologico che non esiste in natura, e contro cui non è stata acquisita nessuna immunizzazione naturale”. Nel periodo di tempo previsto, “cinque o dieci anni”, scoppia l’epidemia denominata AIDS.

    La storia dell’AIDS, dunque, sarebbe molto diversa da come fino ad ora è stata raccontata. La verità sarebbe ben altra e nel mio libro (2) documento cosa si nasconderebbe dietro la cosiddetta “peste del XX secolo”.
    Nel 1981, presso il "Centers for Disease Control" di Atlanta, in Georgia, si cominciò a parlare di una nuova malattia molto contagiosa denominata: "Sindrome di immunodeficienza acquisita" provocata, a quanto dicevano e dicono, da un virus. Robert C. Gallo e Luc Montagnier, gli scopritori spiegarono che l’AIDS è: “...una malattia devastante causata da una classe di agenti infettivi - i retrovirus - che erano stati individuati per la prima volta in esseri umani solo qualche anno prima. ...fu isolato un nuovo virus - il virus dell'immunodeficienza acquisita dell'uomo (HIV, da human immunodeficiency virus) - e si dimostrò che esso era la causa della malattia...” (3). E solo nel 1984, l’allora Ministro della Sanità statunitense Margaret Heckler ed il virologo Robert Gallo, dell’Istituto Superiore di Sanità, annunciarono al mondo, nel corso di una conferenza stampa, che era stata individuata una nuova malattia virale, trasmessa attraverso il sangue o i rapporti sessuali.

    Si disse e ancora si dice che esso opera sulla cellula a livello genetico in maniera tale che il DNA delle cellule infettate riceve “comandi” direttamente dall’RNA virale, differentemente di come solitamente avviene nelle cellule, dove i “comandi” sono trasmessi dal DNA, mentre l’RNA si comporta soltanto da messaggero. Questo modus operandi gli deriva da un particolare enzima, la trascrittasi inversa, che costruisce una coppia di DNA a partire dall’RNA virale, che poi va ad integrarsi nel patrimonio genetico (DNA) della cellula ospite. Il “virus dell’immunodeficienza acquisita” infetterebbe i linfociti T (helper), adibiti alla produzione di anticorpi da parte del sistema immunitario.

    Diversi scienziati sono convinti che non sia, com’è sancito dall’ortodossia medica, il virus HIV a causare l’AIDS e, tra questi, il famoso scienziato Peter Duesberg (http://www.duesberg.com/), esperto, a livello mondiale, di retrovirus e professore di biologia molecolare alla University of California di Berkeley, scopritore, nel 1970, del primo gene collegato al cancro, che, tra l’altro, afferma: “Il virus di Gallo non è la causa dell’AIDS perché non rispetta i postulati di Koch e Henle di malattia contagiosa e perché non rispetta sei regole cardinali della virologia” (4). In sostanza Koch ha affermato che si può parlare di malattia contagiosa solo quando l’agente infettante, oltre a causare la stessa affezione in tutti quegli individui coi quali viene a contatto, è anche sempre presente in ogni stadio della malattia.

    Con l’AIDS tutto ciò non avviene, infatti, “ci sono molti casi di persone con tutti i sintomi dell’AIDS ma che non presentano alcuna infezione da Hiv, così come ci sono soggetti che sono stati infettati dall’Hiv da oltre 10 anni e che non mostrano alcun segno di malattia” (5).

    E’da sottolineare, invece, che il modello dell’HIV (nome attuale del virus di Robert Gallo deciso da un apposito comitato scientifico al posto dei nomi LAV e HTLV-III) sta miseramente fallendo ad ogni test scientifico. La ricerca basata su di esso non è stata in grado di fornire non soltanto una cura efficace o un vaccino, ma neanche una spiegazione teorica per il meccanismo che causa lo stato patologico. Che l’HIV non sia la causa dell’AIDS sono ormai diversi scienziati a crederlo, tra i quali, oltre al prof. Duesberg, i premi Nobel Walter Gilbert e Kary B. Mullis, ecc.. Quest’ultimo è stato insignito del prestigioso riconoscimento per la Chimica nel 1993, per aver scoperto la Polimerase Chain Reaction (PCR), metodo per amplificare il DNA applicato pure nello studio dell’HIV. Neppure Eleni Papadopulos-Eleopulos ci crede.

    Gli scienziati, sulla causa dell’Immunodeficenza acquisita (AIDS), propendono per spiegazioni diverse, che possono essere suddivise in due correnti: la prima attesta che l’HIV è necessario ma insufficiente, perché asserisce che devono essere presenti altri cofattori per far esplodere la malattia. La seconda corrente, invece, attesta che questo virus sarebbe niente più che il segno di una immunodeficienza già preesistente, provocata da agenti non per forza di cose infettivi, che potrebbero essere anche chimici, comportamentali e/o ambientali. Il prof. Duesberg ha precisato inoltre: “promuovo le mie idee per integrità scientifica, perché quando scopri che una strada non funziona è giusto cercarne altre”, aggiungendo che “chi sostiene che l’Aids è provocato dal virus Hiv spinge migliaia di persone a prendere una medicina dannosa come l’Azt e convince i sieropositivi che la loro vita è di fatto finita, terrorizza il mondo intero riguardo ai rapporti sessuali, e specula sull’esistenza di persone malate”.

    Ci stanno ancora altre teorie, molto inquietanti, sull’Aids e chi le diffonde viene tacciato di cospirazionismo, di paranoia e ridicolizzato. Alcune di queste gravi accuse meritano, per lo meno, di essere conosciute dall’opinione pubblica, visto che non trovano spazi sui mass media che diffondono soltanto le teorie “ufficiali”. Ecco di seguito un breve sunto di queste gravissime accuse. Taluni studiosi hanno sostenuto che questa terribile malattia è stata creata in laboratorio come arma di sterminio controllato.

    Sorprende, inoltre, sapere che il virus responsabile dell’immunodeficienza acquisita è stato scoperto da Gallo, addirittura, un anno prima che si manifestasse la malattia! “Nessun altro ricercatore, mai, nella storia della medicina, è riuscito a scoprire l’agente patogeno di una epidemia l’anno prima che l’epidemia scoppiasse. Solo Robert C. Gallo c’è riuscito”(6), hanno denunciato i giornalisti Francesco Romano e Elizabeth Vogel. Come si spiega questo anacronismo? La storia “ufficiale” dell’AIDS racconta che il dott. Robert Gallo ipotizzò un virus come causa dell’Immunodeficienza acquisita, a febbraio 1983, tuttavia, Jerome Groopman, sulla rivista “Nature”, già cinque mesi prima, a settembre dell’82, aveva scritto: “Robert Gallo del National Cancer Institute sta studiando i pazienti di AIDS in funzione del virus HTLV perché il virus HTLV ha una simpatia per i T-linfociti, e perché è endemico dei Caraibi” (“Nature”, 9 settembre 1982).
    La storia della “sindrome di immunodeficienza acquisita” è del resto un vero e proprio maledetto puzzle con risvolti e sorprese, così inquietanti, da sembrare incredibili e guai a chi denuncia il misfatto. Ci ha provato il professor Duesberg pubblicando assieme a Bryan Ellison il libro: “Why We Will Never Win the on AIDS”, ebbene, una Corte Federale Di New York, il 29 dicembre del 1995, ha ordinato che tutte le copie del libro venissero ritirate e distrutte. Una precedente ordinanza dello stesso giudice vietava la distribuzione del libro ovunque in America, anche gratuitamente (7). Come interpretare questa congiura del silenzio?

    E se davvero Duesberg avesse ragione a sostenere che l’Hiv non è la causa dell’AIDS? Allora sarebbe davvero tremendo per l’ortodossia sull’AIDS, perché: “dal 1987 sta prescrivendo a più di 200.000 sieropositivi, non importa se colpiti o meno dall’AIDS, una micidiale accozzaglia di farmaci venefici, come la pentamidina e i chemioterapici (tipo l’AZT, il ddl e il ddc); ...sta infliggendo mortifere prognosi di AIDS a centinaia di migliaia di persone risultate sieropositive al test dell’HIV” (8).

    Ma se non è l’HIV, cos’è?

    Il “Sunday Express” (26 ottobre 1986), scrisse che, secondo tre studiosi, “l’AIDS, la patologia mortale apparsa nel 1979 negli USA e che miete vittime in tutti i continenti, è stata ‘inventata’ in laboratorio”. Nel frattempo si levano, da più parti, accuse gravissime mentre le bugie dette sull’AIDS “...ancora oggi si ripetono per coprire lo sterminio dei negri, dei drogati e degli omosessuali...” (9).

    E’, infatti, ormai evidente che ben lontana “dal minacciare la popolazione eterosessuale in generale, l’AIDS resta confinato, principalmente, ai tossicodipendenti ed agli omosessuali maschi di particolari zone urbane” (10).

    Cosa si cela dietro l’AIDS?

    C’è chi ha parlato di sterminio, di congiura contro una parte dell’umanità. La popolazione nera degli Stati Uniti crede che “l’unico dato in comune tra le vittime dell’AIDS... non è né il sesso né la droga, ma sono le manipolazioni dell’uomo bianco. Secondo queste storie ai drogati viene fornita eroina opportunamente tagliata con sostanze che danneggiano il sistema immunitario, mentre gli omosessuali e gli africani vengono infettati mediante vaccinazioni di massa, col pretesto di proteggerli da altre malattie. Oppure accusano il governo di praticare la guerra batteriologica contro i propri cittadini omosessuali mettendo in giro un virus (!) che contagia a preferenza gli omosessuali” (11).

    Leggiamo ancora, nel dossier inchiesta di Romano e Vogel, che “la rivista gay New York Native, nell’83 pubblicò la lettera di un dipendente del laboratorio di guerra biologica di Fort Detrick il quale assicurava di aver partecipato all’operazione, che era iniziata nel ‘78. La lettera era anonima ma è stata pubblicata anche in Unione Sovietica dalla Literaturnaya Gazeta (il 30.10.85 secondo Covert Action)... Secondo un articolo apparso con rilievo nel Times di Londra l’epidemia di AIDS in Africa ed in Sud America segue la vaccinazione in massa contro il vaiolo, effettuata nei primi anni ‘80. Per estirpare il vaiolo dalla faccia della terra l’OMS avrebbe vaccinato almeno 70 milioni di negri dell’Africa Centrale” (12).

    La gravissima accusa fu pubblicata prima da un giornale di New Delhi “The Patriot” (ottobre 1985), e poi ripresa e stigmatizzata dalla sovietica “Literaturnaya Gazeta” il 30 ottobre dello stesso anno. In Brasile, la notizia che il virus dell’AIDS era un prodotto dell’ingegneria genetica, messo appunto come terribile arma biologica, fu pubblicata dal giornale “L’Estado de Sao Paulo”. In Inghilterra, il 26 ottobre 1986, il quotidiano londinese “Sunday Express” ripubblicò la terribile accusa.

    La “Pravda”, nell’ex Unione Sovietica, il 31 ottobre 1986, corredò una vignetta, che raffigurava un militare che dava un pacchetto di dollari ad un medico che aveva una provetta con dentro il mortale virus con una didascalia che ribadiva l’accusa della creazione del virus nei laboratori del Pentagono. La rivista francese “Eléments” (n. 63, 1988) rilanciò l’accusa con un articolo titolato “AIDS, il Pentagono sotto accusa”. Tutto ciò sembra essere però passato sotto silenzio.

    E se l’AIDS fosse, davvero, una vera e propria strage programmata di omosessuali, drogati, gente di colore e poveri del mondo?

    Proviamo a prendere sul serio queste gravissime accuse. Non c’è dubbio che un certo razzismo considera i gay e i drogati delle minoranze moleste, di cui se ne potrebbe benissimo fare a meno. Quanto alle sterminate masse di poveri del Terzo Mondo, che non producono e coi loro bisogni pongono problemi alle nazioni più ricche, un loro sterminio si concilierebbe molto bene con il modello di una società basata sul mercato, la produzione e il consumo. Secondo una filosofia alquanto cinica, occorre qualcosa che sostituisca le guerre e le grandi epidemie che in passato avevano la funzione di calmierare e selezionare la popolazione del pianeta.

    E’atroce pensare che scienziati e studiosi possano mettersi al servizio di un tale disegno, ma d’altra parte non si può negare che in certi santuari della scienza medica si agisca contravvenendo al giuramento di Ippocrate e, invece, si sacrifichino vittime umane per teoremi di morte. Lo ha denunciato il dott. Robert Newman, presidente di un grande ospedale di New York, il “Beth Israel Medical Center”. Parlando dei tossicodipendenti ha dichiarato: “Nessuno lo ha ancora detto apertamente, ma sono sicuro che molti sono d’accordo che dovremmo lasciarli morire tutti” (13). Questa logica di morte è confermata anche dalle parole di Julian Huxley, fondatore della Società Eugenetica Britannica, il quale ha asserito che: “L’intelligenza di un nero è differente da quella di un bianco, come lo è il corpo (...). Del resto è sufficiente vedere il comportamento religioso dei negri per comprendere le differenze: urlano, danzano, si abbandonano alle emozioni più violente (...). Negri e bianchi presentano differenze organiche inarmonizzabili”. E’ in base a queste convinzioni che l’uomo arriva a sterminare i propri simili. Ma poi, dovremmo forse stupirci che si possano organizzare simili crudeli stermini al termine di un secolo segnato dal nazismo e dallo stalinismo? Questo abominio, d’altronde, è stato denunciato, soprattutto nei primi anni ’80, da alcuni studiosi e ricercatori che la pensano proprio cosi e, a supporto delle loro gravissime accuse, indicano alcuni documenti del governo degli Stati Uniti.

    Tra questi, il Memorandum 200 per la Sicurezza nazionale è uno dei primi e forse il più importante. Fu “redatto nell’aprile del 1974 dall’allora Consigliere americano per la Sicurezza nazionale, Henry Kissinger. Il documento, a lungo tenuto segreto, fu reso di dominio pubblico nel 1990 grazie alla legge per la libertà d’informazione, e collocato negli Archivi nazionali americani. Si tratta di un documento agghiacciante, che denota il cinismo di un governo quando afferma: “Lo spopolamento, dovrebbe essere la principale priorità della politica estera americana verso i Paesi del Terzo mondo” (14).

    Un altro documento terribile è il “Global 2000 Report to the President” presentato dal Dipartimento di Stato americano. Il giornalista Rogelio Maduro nel suo libro “The Ozone Scare” scrive: “Questo dossier fu elaborato dal Consiglio della Casa Bianca per l’Ambiente e dal Dipartimento di Stato a partire dai primi giorni della presidenza Carter. Decine di alti funzionari e centinaia di consulenti hanno lavorato a questo rapporto che proponeva di fare del ‘controllo demografico’ la pietra angolare delle politiche di tutti i futuri presidenti americani. Nel rapporto e nei documenti che lo accompagnano, si trovano tutta una serie di profezie terrorizzanti: crisi delle risorse idriche, penuria di energia, carenza di materie prime strategiche. La causa di tutto ciò? La crescita demografica. (...). E’ dunque necessario, concludeva il documento, che il governo faccia convergere politica estera ed interna con l’obiettivo di eliminare questi uomini di troppo. (...). Dal momento in cui questo documento è stato reso di pubblico dominio, sezioni intere del governo americano non lavorano che per mettere in pratica le sue raccomandazioni: il genocidio” (15).

    Questo programma non è condiviso solo dagli americani. Il celebre documentarista Jacques Cousteau, che fu un accanito propugnatore del programma xenofobo in Francia, scrisse: “Noi vogliamo eliminare le sofferenze, le malattie? L’idea è bella ma non può rivelarsi positiva nel lungo termine. C’è da temere di compromettere così l’avvenire della nostra specie. E’ terribile da dirsi. E’ necessario che la popolazione mondiale si stabilizzi e perciò è necessario eliminare 350 mila uomini al giorno” (16). E Filippo duca di Edimburgo, marito della Regina Elisabetta II presidente del WWF internazionale, affermò: “Nel caso che io rinasca, mi piacerebbe essere un virus letale così da contribuire a risolvere il problema della sovrappopolazione”. (Deutsche Press Agentur, DPA, 8 agosto 1988).

    Ecco un altro esempio del disprezzo verso le popolazioni del Terzo mondo. Il patologo dr. Cornelius Rhoades, che qualche anno dopo avrebbe diretto il reparto di patologia del Rockefeller Institute, nel 1932, diede inizio ad una vasta ricerca sul cancro. In definitiva effettuava orribili esperimenti, tra cui far insorgere deliberatamente delle infezioni sui malati. Trenta portoricani, morirono a causa di questi orribili esperimenti.

    Rhoades come giustificazione sostenne che: “I portoricani sono la più sporca, la più fannullona, degenerata e ladra razza sulla faccia della terra... e che perciò tutti i medici potevano deliziarsi nell’abuso e nella tortura di questi sciagurati”.

    Alla luce di considerazioni così sinistre non è più fantascienza credere a quanto sostengono alcuni scienziati, e cioè che “l’AIDS fu in effetti il risultato di un programma di ricerca a lungo termine”. Qualcuno afferma addirittura di averne le prove, come il russo Jakob Segal, docente di biologia all’Università di Humboldt, nella ex Germania orientale. Il professor Segal è certo che l’AIDS è stato messo a punto nel laboratorio di Fort Detrick, nel Maryland, un centro di ricerca su armi chimiche e biologiche. Segal per dimostrare la gravissima accusa pubblicò tutti i dati, che aveva raccolto nel 1986, in un libro dal titolo: “AIDS: una malattia prodotta in America”.

    In esso lo studioso sostiene che: “il virus della immunodeficienza (Hiv), che molti scienziati ritengono evolva in AIDS, è quasi identico ad altri due virus: il Visna, una malattia mortale che colpisce le pecore, il BVL (Bovine Leukemia Virus), ma non l’uomo, e il virus della leucemia delle cellule T: Htlv-1 (Human T Cell Leukemia Virus). Il Laboratorio di alta sicurezza di Fort Detrick realizzò l’unione dei virus Visna e Htlv-1. Il risultato fu l’Hiv messo a punto tra la fine del 1977 e la primavera del 1978. Il ‘cocktail’ di Fort Detrick venne testato su carcerati che decidevano volontariamente di partecipare all’esperimento in cambio della libertà anticipata. Siccome i sintomi non si manifestano prima di 6 mesi, i test furono giudicati fallimentari e i carcerati vennero rilasciati”.

    “Alcuni di loro erano omosessuali, - continua Segal - e una volta arrivati a New York, ignari delle loro condizioni, cominciarono a trasmettere il contagio a persone del giro dei gay newyorckesi. E qui, nel 1979, si manifestò il primo caso conclamato di AIDS, e la malattia cominciò a diffondersi rapidamente”.

    Un altro ricercatore Robert Strecker, confermò le accuse fatte da Segal. Egli affermò: “Quando si studia la natura del virus dell’AIDS si scopre qualcosa di estremamente interessante. I geni del virus dell’AIDS non esistono nei primati o nell’uomo. Se si prende il materiale genetico di primati, scimpanzé, esseri umani e lo si riordina, non si può ottenere l’AIDS”. Per Segal l’AIDS si sarebbe diffuso a causa di un incidente; per Strecker, invece, sarebbe stato iniettato volutamente ai membri della comunità omosessuale americana durante il programma per la vaccinazione contro l’epatite B.

    Nel frattempo si continua a morire di AIDS specialmente tra le categorie a rischio (omosessuali e drogati) e nel Terzo mondo. Tra i Paesi dove vi sono più persone colpite dall’AIDS vi è l’India “che conta già quattro milioni di abitanti sieropositivi e rischia di diventare il Paese più colpito dall’epidemia dell’AIDS. Lo ha denunciato a Manila il ministro della sanità indiano, signora Renu Ka Chowdury...”(Rai-Televideo del 26 ottobre 1997). Dopo quanto esposto il fatto che segue fa venire la pelle d’oca. Il 19 gennaio 1989 “‘Nature’ esce con una serie di articoli sconcertanti sull’India. “Saranno sterilizzate tutte le mucche improduttive” scrive ‘Nature’. Poi c’è la notizia che riguarda direttamente la nostra storia: “entro il ‘92, dice ‘Nature’, tutti i bambini indiani saranno vaccinati contro una serie di malattie”. (...). Tutti i bambini indiani dovranno essere immunizzati entro il 1992.

    “Chiaramente qualcosa non funziona nella redazione di ‘Nature’. In India ci sono più di 200.000.000 di bambini, e il 92 inteso come anno non è una scadenza realistica. (...). Alla fine del 1988 in India si contavano 9 casi di AIDS”(17). Traete da soli le conclusioni. Sulla base di questi fatti esposti c’è da chiedersi con inquietudine che cosa ci riserva il futuro. Che sia davvero in atto una mortale congiura? Come si è visto non sono in pochi a crederlo. Alcune delle tesi riportate in questo studio ricevono, oggi, numerose conferme, anche molto autorevoli.

    Un altro fatto, alquanto enigmatico, fa notare “Nexus. New Time” (edizione italiana, anno IV, n. 29, 2000) è quanto scrisse, il 30 aprile scorso, il Washington Post che, tra l’altro: annunciava un’iniziativa della National Security Agency (NSA) volta a collocare lo studio dell’Aids e tutti gli istituti pubblici della sanità, che lo stanno conducendo, sotto il controllo della Central Intelligence Agency (CIA)… Il Presidente Clinton, consigliato dal National Intelligence Council (NIC) di dichiare formalmente l’epidemia globale di AidS una ‘minaccia alla sicurezza nazionale’ degli Stati Uniti, ha trasformato questa politica in legge. L’azione prefigura la probabile persecuzione, se non l’incarcerazione o l’assassinio, degli scienziati ‘dissidenti’ che si occupano dell’AIDS… (Fonte: dr. Leonard Horowitz, Idaho Observer, USA, luglio 2000)”.



    Note bibliografiche:

    1 G. Cosco, “Storia segreta dell’AIDS”, Ediz. Segno, Udine 1996.

    2 Ibid.

    3 R. C. Gallo e L. Montagnier, L’AIDS nel 1998, in “Le Scienze”, n. 44, dicembre 1988, pag. 19.

    4 “Science”, 29 luglio 1988.

    5 C. Thomas Jr., Kary B. Mullis e Philip E. Johnson, What cause AIDS?. L’articolo pubblicato sulla rivista “Reason” (giugno 1994) è riportato in “AIDS una questione aperta”, a cura di Raul Vergini, GUIDE ALLA SALUTE di CARTAduemila, Andromeda, Bologna 1995, pag. 10.

    6 Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, Cesco Ciapanna Editore, Roma, marzo 1989, pag. 118.

    7 “Nexus New Time”, Edizione italiana, n. 6, luglio-agosto 1996, pag. 7.

    8 Dalla lettera di Peter Duesberg pubblicata in “La rivista dei libri”, novembre 1996, pag. 42.

    9 Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, cit., pag. 134.

    10 C. Thomas Jr., Kary B. Mullis e Philip E. Johnson, What cause AIDS?, cit., pag. 12.

    11 Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, cit., pagg. 96-97.

    12 Ibid., pag. 97.

    13 “Science”, 12 febbraio 1988.

    14 “XFACTOR”, pubblicazione edita dall’Istituto Geografico De Agostini, n. 14, 1997, pagg. 16-17.

    15 “L’Italia”, settimanale, 22 marzo 1995.

    16 “Corriere dell’Unesco”, novembre 1991.

    17 Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, cit., pag. 153.
     
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  2. vivatruffaut
     
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    Avevo letto qualcosa del genere anch'io...
     
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  3. felicsol
     
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    Io non ho mai letto niente di simile e la cosa mi sconcerta...Se dovesse essere vero....Dio mio...è terribile pensare che esistano persone così orribili.
     
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  4. imperia69
     
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    Qualche anno fa, in libreria, colpì la mia attenzione un piccolo libro dal titolo "Virus, l'invenzione della realtà - l'affare AIDS", di Alessandro Pozzetti e Domenico Ferrari, edizioni Accademia degli incolti, dove si argomenta appunto che l'AIDS è una malattia inventata.
    Vale la pena leggerlo, per avere un punto di vista diverso da quello della scienza "ufficiale".

    Una piccola nota: dopo anni che non se ne parlava quasi più, negli ultimi tempi, non so se ci avete fatto caso, si è tornati a parlare spesso di HIV/AIDS.
    il fatto che nel 2008 due case farmaceutiche abbiano lanciato dei nuovi farmaci è meramente casuale???
     
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    Non ho una preparazione scientifica che mi consenta di esprimere valutazioni su questo piano in ordine all’origine del virus HIV. Provo però ad analizzare lo scritto di Leonard Horowitz, che risale comunque al 2000, come se descrivesse un fenomeno di carattere storico-sociale, perché di fatto la diffusione a livello planetario del virus è anche un fenomeno storico-sociale.
    Intanto anche l’articolo, pur corredato da molti dati, informazioni, fonti, mi sembra costruito in modo tale da suscitare una reazione angosciosa, di sconcerto, in fondo paralizzante, per cui la nostra prima reazione è: “Che uomini schifosi, che umanità corrotta, tutto questo è terribile!”. Mi pare cioè che faccia la stessa operazione, rovesciata, che inizialmente, consapevolmente o meno, fu fatta attraverso i mezzi di comunicazione di massa: terrorizzare l’opinione pubblica, canalizzando la paura verso minoranze identificabili facilmente, omosessuali e drogati. Nell’articolo i responsabili additati non sono più questi gruppi socialmente deboli e tradizionalmente malvisti dalla pubblica opinione, ma scienziati corrotti che, al chiuso dei loro laboratori, contravvenendo al giuramento di Ippocrate, hanno collaborato, con ambienti militari o comunque con strutture di potere, a creare un’arma di distruzione di massa “controllata”: insomma una pulizia etnica in grande stile, delle fasce deboli, improduttive dell’umanità.
    Ora, ipotizziamo che a qualcuno venga in mente di fare qualcosa del genere, se non è stupido completamente, affinché l’operazione abbia un serio risvolto economico, deve far sì che l’arma di distruzione di massa agisca in pochissimo tempo, che cioè la popolazione mondiale possa diminuire rapidamente, liberandosi “dei pesi morti”, della “zavorra” che so, in pochissimi mesi. Avrebbero dovuto utilizzare, cioè, un virus che agisce in pochissimo tempo, come il virus Ebola, a causa del quale il contagiato nel giro di pochi giorni muore. Il virus dell’HIV, invece, ha un periodo di latenza lunghissimo, e attualmente, credo, il sieropositivo prima che passi dalla fase della sieropositività alla malattia conclamata, se curato, può condurre una vita normale anche per decenni: l’Aids cioè, si è rivelata nel tempo una malattia sicuramente inguaribile, mortale, ma non incurabile. Come arma per un genocidio “controllato” di drogati, omosessuali, poveri del pianeta mi sembra poco efficace. L’evoluzione della diffusione del virus, peraltro, se i dati che ci forniscono sono attendibili (ma non saprei qui indicare nessuna fonte, ricordo di averlo letto o sentito), dimostrerebbe che, mentre fra drogati e omosessuali il contagio diminuisce, esso aumenta fra gli eterosessuali: molte sono le donne sposate o con un partner fisso che, pur non conducendo uno stile di vita a rischio, vengono contagiate dai loro compagni, insospettabili rappresentanti della “middle class” della parte del mondo “produttiva”. Il contagio è aumentato sicuramente in vaste zone dell'Asia e dell'Africa, ma c'era bisogno di diffondere un nuovo virus per aumentare la mortalità in queste aree povere del mondo ? Malattie tradizionali e millennarie erano e sono più che sufficienti, quanto quella più antica, la fame, per creare una emergenza demografica in questi posti.
    Quel manipolo di congiurati contro l’umanità, dal mio punto di vista, avrebbe fallito quasi in pieno l’obiettivo di liberare il pianeta dal problema degli “scarti”. L’arma, come un boomerang, sembra silenziosamente colpire anche quelli che voleva tutelare: l’onesta, timorata, assennata, giudiziosa, alfabetizzata “opinione pubblica” che non poco contribuì agli inizi degli anni ‘80 sostenere la campagna mediatica orchestrata di una moderna “caccia all’untore”.
    In ogni ambito la “teoria del complotto” come spiegazione di un fenomeno collettivo mi ha sempre poco convinto, essa è in fondo una teoria rassicurante, sposta le responsabilità di un evento, anche catastrofico, su pochi soggetti, assolvendo tutti gli altri. E’ una teoria che tende ad individuare una singola causa per fatti che a me appaiono più complessi, come in questo caso. Certo, neanche vale comunque il motto “tutti colpevoli nessun colpevole”. Dell’articolo proposto a me sembra più credibile l’ipotesi che il virus dell’HIV sia il frutto di esperimenti di laboratorio, forse incautamente sfuggiti al controllo di chi, in nome della libertà di ricerca, pensa che non vi siano limiti di sorta da rispettare.
    Che l’ Aids sia poi diventato un affare planetario per le case farmaceutiche è un altro discorso, che meriterebbe ulteriori riflessioni e commenti.
     
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  6. davideTHEred
     
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    Cari voi tutti interessati a questa discussione,

    ho postato l'articolo ma è stata più una provocazione che un reale credo.
    Io credo che la teoria alternativa che il virus hiv non sia il diretto responsabile dell'AIDS è una pura malignità nei confronti dei pazienti che, in effetti, incolpevoli, a volte vittime di violenza, a volte vittime di ignoranza, contraggono il retrovirus, perché è orchestrata da un manipolo di medici che, pur di andare contro l'ortodossia medica, criticabilissima, convincono le persone che l'hiv non causi l'AIDS impedendogli cure che, anche se con terribili effetti collaterali, impediscono in molti casi l'insorgenza della terribile malattia (non più terribile dal punto di vista medico del cancro o dell'epatite c o della fibrosi cistica o di altre malattie, terribile per lo stigma sociale che la circonda, fomentato dai mass media e dagli scribacchini di giornalisti o dagli esibizionisti attoracci mancati dei tg), le cure consistono in effetti in antiretrovirali ossia sostanze che inibiscono la creazione di qualsiasi cellula ad RNA, come gli antibiotici e gli antitumorali agiscono a casaccio e, se la persona campa di più e in molti casi può vivere una vita tollerabile (bisognerebbe chiedere a loro), le persone a 30 anni ne dimostrano 50 e la loro vita è comunque un calvario.

    Io credo, un'opinione personale, che il retrovirus sia stato creato in laboratorio con la combutta delle case farmaceutiche e di quelle di preservativi (che prima non usava nessuno se non come anticoncezionale ma molti preferivano " contraccettare" la donna, perché in effetti col preservativo l'uomo non prova lo stesso piacere che senza, o ricorrere al caro vecchio, ma non tanto sicuro, salto della quaglia o coitus interruptus che dir si voglia):

    il retrovirus ha una conformazione tale che, oltre ad avere tante sottotipi, cambia continuamente proteine, quindi trovare un farmaco che lo debelli (cosa fatta per il virus herpes/herpes zoster e per tanti altri virus) è molto difficile

    Quindi la malattia è cronica e trattata a vita con farmaci che passa la mutua e che fruttano alle lobby farmaceutiche forse più di quanto fruttano i cosiddetti malati mentali.

    I preservativi, unico metodo conosciuto di profilassi, costano più di un euro l'uno ed in effetti se non sei almeno benestante non puoi comprare sempre, quindi o non scopi o hai rapporti con partner fissi (che non è detto che non ti mettano le corna e non ti fottano) oppure, ma il rischio c'è sempre dati i 6 mesi di latenza nei quali il virus non è rilevabile tramite test elisa, tu e il tuo partner fate analisi semestrali, il rischio permane.
    I preservativi a Roma vengono dati gratis da due associazioni, una a termini ed una penso nel municipio delle torri, ma perché non in ospedale o nelle scuole come fanno in tanti paesi? E' immorale per la chiesa? Non penso che uno dei comandamenti sia diffondi la morte e lo stigma sociale...

    L'ignoranza che circola tra i giovani etero omo trans o truns trins trons che siano è spaventosa, ad esempio nessuno sa che l'hiv si prende anche per via orale (anzi, soprattutto), quindi, magari, i signori della durex dovrebbero scrivere sul foglietto che non solo i froci o chi scopa col culo o chi scopa completamente prende l'hiv ma anche chi fa e subisce fellatio o cunnilingus e che anche un bacio profondo con uno sconosciuto (se in fase aids con ulcere in bocca) può provocare contrazione del retrovirus.
    Forse perché così vendono più "guanti" a chi contrae il virus e dovrebbe farlo solo col preservativo.

     
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  7. vivatruffaut
     
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    Benissimo hai fatto a ricordare il rischio del contagio nei rapporti orali, o anche nel bacio, in caso di perdite di sangue dalla bocca. Infatti, se ne parla raramente e invece andrebbe segnalato soprattutto agli adolescenti, che il più delle volte lo ignorano.
     
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6 replies since 22/8/2008, 21:04   444 views
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