Libri su autostima e introversione

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  1. tandream
     
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    Salve di nuovo a tutti,
    i libri mi hanno sempre aiutato molto e adesso dopo averne letti vari (pochi in realtà) che sempre poi faccio miei nella vita quotidiana volevo chiedere consigli per qualche testo illuminante (non da usare necessariamente come torcia... :D ) che appunto faccia luce sull'autostima, l'introversione e perchè no, le dipendenze.
    Oltre naturalmente al libro di L. Anepeta che già ho letto chiedo consigli dunque su qualche testo che tratti di questi argomenti, se ne avete letti e come vi sono sembrati.
     
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    Ciao tandream, non saprei suggerirti libri sull’autostima in particolare, anche perché ti confesso che il termine non mi è mai troppo piaciuto, mi è sempre apparso come facente parte di un lessico, quello del cosiddetto “pensiero positivo“, a cui io mi sento estranea. Imparare a rispettare se stessi, riconoscendo e valorizzando nella giusta misura le proprie qualità, ma anche accettando i propri limiti, penso sia un impegno che richieda qualcosa di più che non ciò che certe facili ricettine svelte svelte ti promettono di ottenere: in capo ad un mese la tua vita cambierebbe da così a così, bastano quattro esercizietti tutti i giorni ... Mirabilia !!! Ma è naturalmente solo una mia opinione.
    Posso invece suggerirti alcuni articoli seri di Luigi Anepeta pubblicati su www.nilalienum.it che affrontano il tema della dipendenza da diversi punti di vista. In questo sito, utilizzando la funzione Ricerca puoi trovare molto altro materiale, non solo su questo tema.
    Concordo con la tua ottima riflessione: non vi sono torce di tale splendore cui affidare ciecamente la sicurezza del nostro cammino. Qui si va avanti tutti a tentoni, tutti, a volte, sull’orlo di un precipizio.
    Ciao
    Rossana


    La dipendenza maschile:
    http://sl.wus0.com/quclk.go?rd=http://www....0&qu=dipendenza

    Della struttura ossessiva e d’altro
    http://sl.wus0.com/quclk.go?rd=http://www....0&qu=dipendenza

    La dipendenza compulsiva da non sostanze
    http://sl.wus0.com/quclk.go?rd=http://www....0&qu=dipendenza

    Sull’indipendenza psicologica
    http://sl.wus0.com/quclk.go?rd=http://www....0&qu=dipendenza

    La dipendenza femminile
    http://sl.wus0.com/quclk.go?rd=http://www....nza%20affettiva



     
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  3. tandream
     
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    Grazie per i link molto interessanti, per quanto riguarda le dipendenze e soprattutto quelle affettive questo sito è davvero fatto bene:

    http://www.maldamore.it/Dipendenze_affetti...relazionali.asp


    Amare è come una droga: all'inizio viene la sensazione di euforia, di totale abbandono. Poi il giorno dopo vuoi di più. Non hai ancora preso il vizio, ma la sensazione ti è piaciuta e credi di poterla tenere sotto controllo. Pensi alla persona amata per due minuti e te ne dimentichi per tre ore. Ma, a poco a poco, ti abitui a quella persona e cominci a dipendere da lei in ogni cosa. Allora la pensi per tre ore e te ne dimentichi per due minuti. Se quella persona non ti è vicina, provi le stesse sensazioni dei drogati ai quali manca la droga. A quel punto, come i drogati rubano e s'umiliano per ottenere ciò di cui hanno bisogno, sei disposto a fare qualsiasi cosa per amore. (Paulo Coelho)

    Si è già sviata forse un po' la discussione, però in effetti, il mio "problema" sono proprio le dipendenze, di ogni tipo.

    Ripropongo cmq la mia richiesta iniziale, non per altro, ma i libri di quel genere li trovo divertenti e il trovarli divertenti mi aiuta paradossalmente ad aumentare una certa sicurezza in me stesso.
     
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  4. star***
     
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    Ciao io posso suggerire questo romanzo "Qualcuno con cui correre" David Grossman..che è intriso di introversione..bellissimo e adattissimo secondo me per gli adolescenti. Io l'ho letto tutto in un fiato.....Anche se non sono adolescente!!!

    CORRE PER GERUSALEMME, ASSAF, TRASCINATO DA UN CANE, ANZI DA UNA CAGNA, Dinka, e ne diciamo il nome perché anche lei ha una parte importante nella storia.
    Dinka è stata presa dall’accalappiacani e Assaf, che lavora temporaneamente in municipio, è stato incaricato di trovarne il padrone, lasciandosi trascinare da lei. Incomincia così una vicenda che è fatta di inseguimenti, di rincorse, di ricerca, in una Gerusalemme insolita, che non è né quella degli ultraortodossi di Mea Sharim e neppure quella del Muro del Pianto.
    E’ una città di giovani, anzi di giovani sbandati, che cantano, suonano, recitano nelle strade, farebbero qualsiasi cosa per avere una dose. In questa città che rivela un disagio giovanile come le altre grandi capitali, una ragazza di sedici anni, Tamar, cerca il fratello Shay, musicista eccezionale, che è scappato di casa un anno prima perché crede che solo drogandosi può suonare come Jimi Hendrix.
    Shay è caduto nella rete di un protettore mafioso, un personaggio dickensiano che ospita in una grande casa ragazzi con aspirazioni artistiche e li sfrutta, mandandoli ad esibirsi in giro per Israele, accompagnati dai suoi scagnozzi che intascano i soldi lasciati in elemosina dal pubblico.
    Piccola, determinata, con una voce bellissima, Tamar ha elaborato un piano per far fuggire il fratello, ha preparato una grotta in una valle solitaria, portandoci tutto il necessario, per far fronte alle inevitabili crisi di astinenza di Shay.
    E’ Tamar, con la sua capacità sconfinata di amore, con il suo dono per instaurare legami con le persone più diverse (la monaca greca Teodora, Leah e la piccola Noah, il pizzaiolo, la cagna stessa che ne segue le tracce per tutta la città) la vera protagonista di questo straordinario e insolito romanzo di formazione che termina con l’incontro di Assaf con Tamar.
    La corsa di Assaf è terminata, ha incontrato la ragazza di cui si era già un po’ innamorato durante quell’inseguimento, vivono insieme i giorni del recupero di Shay, sono pronti a partire per correre insieme lungo quel percorso magico che è l’amore scoperto insieme a sedici anni.
    Quello che ammiriamo in David Grossman è la sua capacità di rinnovarsi, di cambiare. Sono passati quasi vent’anni dal romanzo, “Vedi alla voce: amore” e Grossman è la voce più autorevole che testimonia la trasformazione della letteratura ebraica.
    Mezzo secolo dopo la fondazione dello stato di Israele, sembra essere finita la ricerca di un’identità nazionale e linguistica attraverso la letteratura. Si è esaurita l’esplorazione del passato con le sue tragiche memorie, è terminata anche la scrittura di “frontiera” che ci ha fatto conoscere il sogno collettivo dei kibbutz.
    Forse la globalizzazione ha raggiunto anche Israele, se non fosse che la maestria di un grande scrittore rende unica e irripetibile la sua storia.
     
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  5. maria rossi
     
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    Fuga dalla libertà di Erich Fromm
     
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    Il commento di star***al libro di D. Grossman è così intenso profondo e partecipato, che mi ha convinto ad andare a comprarmelo !!!

    Di D. Grossman io ricordo di aver letto la sua bellissima orazione funebre per il figlio morto in guerra, nell’estate di due anni fa. Il testo è piuttosto lungo e quindi non l’incollo di seguito, ma è facilmente reperibile nel web. Ne riporto solo un breve stralcio:

    «Era un ragazzo con dei valori, parola molto logorata e schernita negli ultimi anni. Nel nostro mondo a pezzi e crudele e cinico non è "tosto" avere dei valori. O essere umani. O sensibili al malessere del prossimo, anche se quel prossimo è il tuo nemico sul campo di battaglia.
    Ma io ho imparato da Uri che si può e si deve essere sia l'uno che l'altro. Che dobbiamo difendere noi stessi e la nostra anima. Insistere a preservarla dalla tentazione della forza e da pensieri semplicistici, dalla deturpazione del cinismo, dalla volgarità del cuore e dal disprezzo degli altri, che sono la vera, grande maledizione di chi vive in una area di tragedia come la nostra.
    Uri aveva semplicemente il coraggio di essere se stesso, sempre, in ogni situazione, di trovare la sua voce precisa in tutto ciò che diceva e faceva, ed era questo a proteggerlo dalla contaminazione, dalla deturpazione e dal degrado dell'anima.»


    Il ritratto che ne emerge, di un ragazzo poco più che ventenne, morto in una guerra che il padre, intellettuale pacifista di Israele, aveva osteggiato, è non una orazione funebre, ma un testo che suscita “fame” di mondo, di uomini, di vita. Mi colpì moltissimo perché a me non provocò tristezza, malinconia, al contrario, lo sentii come un invito a vivere in un modo sempre più autentico e profondo.

    Certo non è un testo sull’ autostima che possa direttamente essere utile a tandream, ma un po’ obliquamente forse sì.


     
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  7. star***
     
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    Il libro..a parte la storia che mi è piaciuta..è bello per la profondità con cui si cala nell'animo dei personaggi. Anche il discorso che hai inserito e bellissimo e suscita dei sentimenti molto forti
    Ciaooo
     
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  8. RaBbiA__
     
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    Ciao....secondo il mio modesto parere potresti abbandonare la lettura di libri sulla tematica dell'introversione, e cominciare a leggere dell'altro: romanzi, nella fattispecie. La lettura è una cosa da introversi, e nulla come un romanzo puà farli sentire meno soli.
     
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  9. roccorock
     
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    sono daccordissimo con te RaBbia
     
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  10. cinzia 56
     
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    Carissimi sto leggendo un libro di Pino Cacucci " In ogni caso nessun rimpianto". Racconta la vita di Bonnot, anarchico, soldato. rapinatore e autista di Conan Doyle. Secondo me introverso oppositivo, più lo leggo e più mi rendo conto che è la storia di tanti di noi, che si oppongono a qst stato di cose, a qst mondo ingiusto e oppressivo, mettendo a rischio la propria vita pur di nn essere mai come vogliono loro. :ph34r:
     
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9 replies since 23/8/2008, 15:55   800 views
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