Tim Burton

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  1. Koenig4
     
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    ( Timothy William Burton )

    Da Internet ( fonte ) :

    Figlio di una famiglia piccolo borghese, un bambino un po’ introverso che ama rifugiarsi nel proprio mondo immaginario popolato da creature fantastiche, il piccolo Timmy viene snobbato dai compagni di scuola e compatito dagli insegnanti, che consigliano ai genitori di farlo seguire da uno specialista...

    Da Wikipedia ( fonte ) :

    « A Hollywood ci vado solo per lavorare, non vivo più a Los Angeles, la mondanità non mi piace, mi sento vicino ai miei personaggi poco integrati e in conflitto con la società: anch'io tendo a interiorizzare tutto, sono chiuso, solitario e arrabbiato. »
    ( Tim Burton )

    Da Internet ( fonte ) :

    IL TEMA DEL DIVERSO NEL CINEMA DI TIM BURTON

    Avventurandosi nella cinematografia di Tim Burton si approda continuamente ad una figura: il Diverso. A partire da Vincent, il bambino introverso del suo primo cortometraggio, per proseguire con Edward mani di forbice, il Pinguino, Beetlejuice,
    Ed Wood, fino ad approdare agli ultimi, Edward Bloom, Willy Wonka e al Victor della Sposa Cadavere. Senza dimenticare
    i curiosi personaggi di “Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie”, creati dal genio di Burton, questa volta in veste di scrittore e poeta. Stralunati, eccentrici, feriti, romantici, sensibili. Costretti alla solitudine, perchè incompresi, sviluppano un ricco mondo interiore, fantasmagorico, ricco di magia, in cui il concetto fondante non è quello di realtà, ma quello di possibilità o ancor più di visione. Sono dei visionari. Come pure il regista che di fatto ogni volta è Edward, Willy Wonka, Victor.
    E’ evidente, infatti, e innegabile la forte impronta autobiografica del suo cinema. Non a caso, Burton, oltre che regista è spesso anche sceneggiatore delle sue opere. E sempre per il medesimo motivo, la sua impronta cinematografica è netta. Il diverso, il gotico, l’importanza della fantasia, lo sguardo fanciullesco, il romanticismo e la malinconia dei suoi personaggi, ma anche il sarcasmo e la dissacrazione riservata all’ipocrisia, alla stupidità e al falso moralismo della società moderna. Dietro alla favola, spesso, si celano attacchi violenti ai valori del perbenismo borghese, alla famiglia, allo stato imbelle ( per esempio di fronte all’attacco dei marziani in Mars Attacks! ), al limitato e limitante razionalismo scientifico, che investe ormai ogni sfera della nostra esistenza.
    Dalla prima parte della sua opera, senz’altro più dark dell’ultima, si evince però un certo pessimismo di fondo, che trova un esito diverso nelle sue ultime opere. E’, infatti, espressa chiaramente un’impossibilità di comunicazione, di dialogo e di comprensione tra il Diverso e tutti gli altri, i mediocri, i “normali”, la gente comune. Anzi, ancora di più, vi è un netto rifiuto.
    Pensiamo a Edward ( Edward mani di forbici ), all’inizio ipocritamente accettato in “società” e poi scacciato e costretto all’isolamento. Oppure al personaggio del Pinguino ( Batman- Il ritorno ), abbandonato per la sua deformità fisica dagli stessi genitori, esponenti dell’alta società, nelle fogne di Gotham City. Quest’ultimo, caso emblematico -e il più drammatico- di una vera e propria ghettizzazione del diverso, confinato nel sottosuolo, nel buio, nelle fogne, il luogo destinato alle sozzure, anche metaforiche, della società, salda invece ai piani superiori ai principi di apparenza e esteriorità. Questa frattura, però, conduce spesso a risvolti ed esiti negativi. Nel “migliore” dei casi i nostri personaggi, non riconosciuti e incompresi, si chiuderanno nella solitudine e nell’indifferenza altrui, o metaforicamente, nel castello abbandonato ai confini della comunità, come avviene in Edward mani di forbici. Nel peggiore, come rappresenta in modo esplicito la storia del Piguino, pieni di rancore e odio, useranno questi sentimenti per architettare una feroce vendetta contro la società. E in questo film, in cui viene messa in scena una vera e propria genealogia del diverso, è difficile stabilire da che parte stia il regista. Se parteggi per Batman al servizio della cittadinanza o per il Pinguino.
    Come ho già accennato, invece, nei film più recenti si assiste a una rottura del paradigma burtoniano. I temi permangono. E’ l’esito che cambia. Ne è testimone anche un vero e proprio ribaltamento cromatico, molto evidente, come nell’ultima creazione del regista La sposa cadavere, confrontato al precedente A Tim Burton’s Nightmare Before Christmas. Se le atmosfere dei primi film erano cupe, ombrose, gotiche, espressioniste quasi ( si ricordi la fotografia in bianco e nero di “Ed Wood” ), le sue opere più recenti sono letteralmente invase dal colore. Non a caso Big Fish, che segna in modo eclatante la svolta cinematografica del regista, è il film più colorato della sua filmografia. Non solo. C’è una ridondanza, un eccesso di colore. I toni accesi ricordano quasi la pittura fauvista. Sembra che Tim Burton abbia voluto sottolineare in ogni modo questo suo cambiamento di rotta. A una determinata scelta cromatica, si affianca un nuovo modo di risolvere le vicende dei suoi personaggi.
    Edward Bloom, nonostante la sua eccezionalità, nel vero senso etimologico della parola, non subisce il rifiuto della società e riesce a trovare negli altri personaggi stravaganti del racconto, e perciò diversi come lui, degli amici. Indimenticabile, tutta la sfilata di freaks burtoniani. Il gigante, le gemelle siamesi, il poeta-rapinatore, il capo-circense, la strega. La mancata accettazione da parte dei mediocri, viene sostituita con la comprensione degli altri Diversi. E’ così Edward non è più solo. Anche ne La fabbrica di cioccolato agisce lo stesso meccanismo. Willy Wonka, ragazzino ferito e disprezzato ( e quindi non riconosciuto ) dallo stesso padre, si trasforma da “adulto” in un eccentrico-cinico e nevrotico, insofferente ai bambini, con una vera e propria idiosincrasia per tutto ciò che riguarda i facili sentimentalismi e la famiglia, tant’è che fa fatica o si rifiuta ( e qui Freud avrebbe qualcosa da dire ) di pronunciare tutte le parole riguardanti l’area semantica del nucleo famigliare. Ma attraverso la conoscenza dell’animo saggio e gentile di Charlie, un vero e proprio “Piccolo Principe” cinematografico, riuscirà a trovare in lui e nei suoi originali parenti, una nuova famiglia.
    Infine, nell’ultimo capolavoro, La sposa cadavere, Tim Burton non risparmia il suo talento e mette in scena una storia dark e romantica, che funziona allo stesso modo. Victor, sensibile e introverso, altro Diverso della storia oltre alla Sposa cadavere, riesce a trovare nel noioso, superficiale e grigio mondo vittoriano, che non a caso Oscar Wilde chiamava
    “the Age of Mourning” ( cioè “l’epoca del lutto” ), affollato di personaggi terribili, egoisti e bigotti, un’altra anima gentile e delicata. Diversi ma simili. Qualcuno, che ha gli “occhi” per riuscire a scorgere la sua bellezza, dietro alla sua goffaggine. Qui, al meccanismo di accettazione e riconoscimento da parte di un nuovo nucleo “famigliare”, Burton sostituisce il mito platonico delle anime gemelle. “Il contatto delle anime che si sono riconosciute tra la folla delle forme effimere”. Emblematico anche qui il capovolgimento cromatico rispetto al predecessore A Tim Burton's Nightmare Before Christmas, l’altra pellicola girata in stop motion. Se nel primo ( cronologicamente ), il mondo dei vivi era il mondo colorato e luccicante del Natale, contrapposto al mondo di Halloween, gotico, lugubre e dipinto con le sfumature del nero e del grigio, nel secondo, è proprio il mondo dei vivi ad essere tetro, triste e grigio, in coppia antitetica con il mondo dei morti, colorato e gioioso. Una festa danzante di blu, rossi e gialli. E in questo modo, il mondo per cui “parteggia” Burton e nel quale si identifica, passa dall’essere grigio a multicolore.
    Questo ribaltamento, tutt’altro che dettato da un ubbidire alle logiche commerciali cinematografiche, rivela un mutamento interiore autobiografico, probabilmente dovuto all’incontro con la sua attuale compagna e attrice, Helena Bonham Carter. In questo modo, il suo cinema, da espressione di paura e rifiuto dell’altro, e in un certo senso anche della Vita, diventa inno alla Vita, alla gioia, all’amore, alla libertà. Come testimonia la frase che il regista mette in bocca al protagonista di Big Fish: “morire è la cosa peggiore che mi sia mai capitata”.

    Edited by Koenig4 - 8/12/2009, 13:16
     
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  2. Paolo_64
     
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    Amo Tim Burton.Il suo mondo scuro mi piace.Alle volte penso che ci siano personaggi nel cinema,nella musica nell'arte con i quali condivido molto.Tutte le cose che fanno mi piacciono sempre.Forse era una domanda che volelo fare e qui sono ot.Può esistere un film una musica "di introversione".Per esempio il mio gruppo referito sono i Radiohead certo che a leggere i testi...
     
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  3. yukino76
     
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    Ho sempre adorato Tim Burton.
    Visionario, dark, sensibile.
     
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  4. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    i primi film erano veramente bellissimi...

    edward mani di forbice per me è il manifesto dell'introversione emarginata - l'ho sempre considerato la storia della mia vita fino all'adolescenza, ci sono affezionatissima.

    anche ed wood mi è piaciuto un sacco, che soggetto era quel tizio! :D

    poi ovviamente nightmare before christmas, che è l'unico caso al mondo di cartone animato con le canzoni che mi piace.
    secondo me poi è molto educativo, perchè insegna ai bambini che non bisogna vergognarsi di quello che si è, ma anzi, se si prova a cambiar pelle, si va incontro a inevitabili fallimenti e disastri.


    sono affezionata anche alla sposa cadavere, secondo me ha la sua morale... ed anche la fabbrica di cioccolato è carino, ma quello vecchio lo preferisco.

    ultimamente si è venduto un sacco, alice nel paese delle meraviglie è stato una delusione totale :(
    per non parlare del pianeta delle scimmie! :o: secondo me l'hanno drogato per convincerlo a girarlo.
    e poi oh... vogliamo dirla una cosa??? e basta co sto johnny deeeeeeeeeeeeeeepp!! il cappellaio matto si è rivoltato nella tombaaaaaaaaaa!!!


     
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  5. tandream
     
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    Sì, i suoi primi film mi hanno fatto e mi fanno sognare ancora adesso, negli ultimi tempi si è troppo "rilassato" spesso succede che a fine carriera si preferisce riposare sugli allori... prendete ad esempio Robert De Niro cha fa filmettini di serie Z tanto per passare il tempo e intascare qualche soldo in più per aggiungere alla pensione :D ma resta un grande.
     
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  6. Heronblue
     
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    boh, negli ultimi tempi l'ho trovato molto deludente, il pianeta delle scimmie è scialbo ma almeno tiene l'attenzione, il sonno mi viene guardando i film più recenti, alice nel paese delle meraviglie e la fabbrica di cioccolato.
    Con l'aumento di mezzi a disposizione, è progressivamente diminuita la fantasia (tant'è che tutti gli ultimi film non sono sceneggiature sue, neanche la sposa cadavere), e si è conformato agli standard hollywoodiani che odiava.

    johnny depp? c'è un solo film in cui abbia recitato in questi ultimi tempi? :P

    Edited by Heronblue - 14/11/2012, 01:25
     
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  7. Heronblue
     
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    beh dopo aver visto questo ho più o meno intenzione di rivedere le mie opinioni

     
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6 replies since 28/12/2008, 11:12   545 views
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