Pro... e contro della diffusione online

che ne pensate?

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. maria rossi
     
    .

    User deleted


    ovviamente sono andata a vedere quel post...e ho lasciato un commento, non ho resistito. scusate, in effetti mi sono fatta lo scrupolo se avesse senso o meno farlo e dicendo che csa ma poi la le mie mani hanno preso il via e... vi lascio quel che ho scritto.

    Marxista mi ci considero pure io, e, forse proprio per questo, mi sono iscritta alla Lidi.
    L'introversione non è una patologia, nè un disagio o una discrepanza sociale...può diventarlo, come tutto ciò che umano. L'introversione non è una parola magica per dare un patentino a qualcosa o qualcuno. E la lidi non è nata per questo. Non c'è alcuna esclusività autocompiacente da rivendicare, nessuna risposta consolatoria su cui adagiare.
    C'è solo la voglia di deconolizzare la propria coscienza critica e di de-privatizzare il proprio dolore, socializzarlo, metterlo in circolo e dargli un senso. Dierei sia umano, più che odierno o moderno!
    Un senso e una dignità al proprio dolore perchè spesso anche chi è introverso conosce percorsi di vita penalizzati e penalizzanti che sfociano-ancor più spesso- in disagi psichici più o meno gravi (chi ti scrive, una di queste persone) che vengono risolti e liquidati in ambiti tutti privati. E invece di privato spesso c'è solo quello che di unico e irripetibile ognuno di noi aggiunge e varia nell' eredità di modelli fortemente condolidati e di copioni già scritti da altri.

    «Le circostanze fanno l'uomo non meno di quanto l'uomo faccia le circostanze.».
    Il confine fra oggettivo e soggettivo, fra personale e collettivo, fra natura e cultura, fra appartenenza e individuazione, eredità e innovazione è molto più labile e interdipendente di quanto non ci piaccia pensare. Demistificare il portato dialettico che sottende ogni vicenda umana restituendo coerenza e dignità a ciò che apparentemente sembra solo contraddittorio, discrepante e disfunzionale; credere al parodosso che più l'uomo accetti la sua condizione di prodotto storico più possa acquisire strumenti per scegliere la sua vita liberamente e autenticamente; farsi carico della propria individuazione come unica e vera condizione per una solidarietà aperta, spregiudicata e fra pari non è un grosso problema ma un grosso impegno, laico.
    La storia di molte minoranze storiche insegna che ha senso inscrivere la propria specificità in uno dei tanti modi di essere che appartiene allo spettro umano, che sempre umano -quindi appartenente a tutti noi- è. Nella nostra specificità vogliamo umanizzarci, nessuno si senta escluso!
     
    Top
    .
4 replies since 1/2/2009, 18:40   199 views
  Share  
.
Top