Testo della conferenza "Mistificazione e Demistificazione"

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  1. l.anepeta
     
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    Questo è l'indirizzo web per accedere al testo della Conferenza sulla Mistificazione:

    http://www.nilalienum.it/Sezioni/Archivio/MistDemist.html

    Mi auguro che esso possa essere letto, commentato, criticato e discusso.

    Luigi Anepeta
     
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  2. d0b
     
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    Gentile dottor Anepeta, per quello che ho letto di suo, mi sono fatto un ottima opinione della sua statura intellettuale. Le sue analisi, sostenute da un bagaglio culturale estremamente vasto e complesso e, suppongo, supportate da una profonda esperienza umana e clinica, sono di una brillantezza e di una accuratezza degne di un premio Nobel (e questo detto senza ombra di lusinga, tengo a precisare). Ma...a mio avviso c'è un ma, un ma esistenziale. Spesso ho l'impressione che si tende a minimizzare le difficoltà oggettive che una personalità introversa incontra nella sua vita, difficoltà che spesso non dipendono dall'introverso. Se la guardiamo da un punto di vista esistenziale, l'introverso vive una ben misera vita. E' soggetto a incomprensione, scherno, derisione, sottovalutazione, "mistificazione", mobbing, sospetti, spesso non riesce a farsi un nucleo familiare, vive nella solitudine sociale, spesso viene sfruttato, ecc. Anche se viene incluso in un raggruppamento sociale viene lo stesso lasciato in disparte, arrivando a casi estremi in cui la sua presenza non viene neanche percepita, a dispetto dei suoi tentativi di interazione. Ogni soggetto introverso ha esperienze di questo genere e sa ciò che significa e gli effetti che sortiscono. Sicuramente molto dipende dall'introverso. Molto altro dipende dalla mistificazione a qualsiasi livello. Ma non crede che "negare" questi vissuti, anche comprendendoli, sia un'altra mistificazione. Alla fin fine, pur nella sua complessità, l'introverso vive la realtà che non può vivere, non per colpa sua. Spesso è dotato di potenzialità che non potrà mai esplicare e fino a qui, niente di male, si fa una rinuncia. Ma negare la sofferenza gratuita e inflitta coscientemente o minimizzarla implicitamente, credo che sia qualcosa che si avvicini al reato, ancora più crudele della sofferenza stessa. Ho visto persone introverse, molto intelligenti e sensibili, derise per il loro silenzio comprensivo. Le ho viste soffrire maledettamente per una parola lanciata con astuta cattiveria dal buffone egotico di turno. Le ho vissute anche sulla mia pelle. Credo tutti in questo forum hanno vissuto esperienze del genere. Sanno cos'è la sofferenza e la brutalità. Sono queste mistificazioni? Sicuramente lo sono. Ma ciò non toglie il loro peso, l'effetto sulla vita già difficile di una persona, le limitazioni che comportano, la sofferenza viscerale che è destinata a ripetersi, alleviata solo da qualche sprazzo di sollievo effimero. Si insinua un sospetto di vittimismo? NO, un no categorico. Ciò di cui parlo è la realtà immediata, quella superficiale, quella di ogni giorno. Accettare la propria natura? Non credo che sia questo il problema vero. Il problema vero è farla accettare, ma ciò significherebbe smuovere l'Himalaya. Ma la sofferenza, quella non si può negare e, credo, non la si può neanche giustificare con il principio di mistificazione (di cui non nego assolutamente la validità), dato che è un fatto, un fatto reale e concreto che instaura circoli viziosi in cui si è stati trascinati. Gli introversi sono arrabbiati? Sindrome di Robespierre? Sono sacrosante e leggittime verità, più che giustificabili, più che motivate, più che legittime, perchè si fondano su un dolore tanto profondo quanto gratuitamente inflitto.
     
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  3. Koenig4
     
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    Ciao dob. Quello che dici è giusto. Non c'è solo la colpa degli Introversi che oltraggiano la propria natura mistificandosi ma c'è l'oltraggio altrui che non dipende dagli Introversi. Per il bullismo o il mobbing bisogna rivolgersi ad un legale. In teoria la LIDI stessa se fosse diventata grandissima avrebbe potuto dare un'assistenza legale efficace. Per diventare simpatico alla gente non credo che ci sia realmente qualcosa che si possa fare. Questo week end a Roma ho incontrato i soci della LIDI e sono risultato simpatico a tutti. Se la LIDI si fosse radicata nel territorio con dei dipartimenti in ogni città avrei avuto una mia comunità di riferimento. Ecco che alla fine tutto è ricondotto agli Introversi stessi. La prima lotta, interna, è la demistificazione. La seconda lotta, esterna, dipende dagli Introversi stessi credendo e appoggiando la LIDI. Se la LIDI è lontana da quello che avrebbe dovuto essere è a causa dei 500 Introversi che conoscendo la LIDI non hanno creduto nel suo progetto.
     
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  4. Koenig4
     
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    La colpa degli Introversi di mistificarsi in realtà è autoindotta dalla pressione esterna ostile. Quindi in realtà demistificarsi per recuperare la propria autenticità è anch'essa una lotta verso l'altrui ostilità. Riguardo le ragioni che hanno portato tantissimi Introversi a non credere nei progetti della LIDI io credo sia dovuto al fatto di volere tutto e subito se si tratta di giovani e dal pensare che ormai è troppo tardi per ottenere qualcosa da parte dei maturi. Io ho 43 anni e potrei fare facilmente quest'ultimo tipo di ragionamento, pensare che in fondo la mia giovinezza se n'è andata e lottare adesso non mi servirebbe più a nulla. Questo però è un ragionamento egoistico. Guardiamo invece cosa fanno gli omosessuali. La loro lotta, che ha inizio nell'ottocento, è generazionale ha lo scopo cioè di ottenere un tanto ad ogni generazione. In passato la lotta degli omosessuali era quella di non essere condannati a morte. Oggi lottano per il riconoscimento dell'unione di coppia e quando avranno ottenuto questo in un futuro ancora più lontano lotteranno per il diritto ad avere una famiglia propria con figli. Se i primi omosessuali avessero voluto tutto e subito gli omosessuali d'oggi starebbero ancora a lottare per il diritto a rimanere vivi.
     
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  5. Koenig4
     
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    Attualmente il vero problema che mi preoccupa è la stessa sopravvivenza della LIDI alla luce di questo atteggiamento egoistico e pessimistico degli Introversi stessi. Da un lato credo che orzouei abbia ragione il sistema scelto per raccogliere i finanziamenti ostacola la raccolta dei finanziamenti. Molti giovani Introversi che non hanno un conto in banca su cui appoggiarsi per effettuare il bonifico troverebbero agio nel potere versare il proprio contributo su un conto corrente postale. Anche in cosiderazione del fatto che le poste sono aperte pure il sabato e le banche no. E con una postepay si potrebbe ancora più comodamente versare da casa tramite paypal. Per quanto riguarda l'uso della sede posso dire che io sono stato insieme ad altri Introversi in sede e nella casa privata di una socia. Il beneficio che ne ho ricevuto davvero non dipendeva dalla sede ma dalle persone. Una sede può dare un'agio logistico, ma davvero credo che l'entusiasmo di chi crede può superare qualunque difficoltà. Chiudere la LIDI perchè non si può coprire finanziariamente il costo della sua sede madre davvero andrebbe a negare il beneficio, anche piccolo ma reale, che molti Introversi hanno ricevuto dall'appartenere alla LIDI.
     
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  6. ldaniela
     
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    a questo punto, come sempre, mi trovo ad andare sul personale. metto in piazza per vedere di trovare un senso, o anche, perchè no, vedere se qualcuno ha gli stessi problemi ed, a volte, con le risposte ai miei lui/lei ne trae beneficio ed io uno scambio.
    fatta questa premessa, inizio:
    tutto bello tra introversi senza dubbio. il rapporto è magico e profondo. sappiamo cogliere sfumature ed avere sensibilità empatiche nel rapporto tra noi che a volte rasentano la meraviglia. con mio figlio, nelle discussioni, lasciamo veramente libere le emozioni, arrivando a parole veramente forti, fino al raggiungimento del nocciolo della questione. così stremati ma soddisfatti, la ns unione ne esce galvanizzata.
    considerando che al di là della profondità noi introversi siamo davvero persone molto particolari, ipersensibili, iperemotive, creative, stravaganti, mistificate dall'adattamento quindi anche molto provate, devo dire che questi retaggi che portiamo all'interno del rapporto massacrano a volte il rapporto stesso. dopo l'entusiasmo iniziale, riconosciamo che, ognuno di noi, ha la propria storia e quella degli introversi, senza dubbio, ha un bagaglio a volte davvero pesante. quando questa storia viene "rilasciata" all'interno di un rapporto intimo amicale, con le aspettative di qualcosa di differente dal solito, vi garantisco che il rapporto stesso diventa un incubo!
    io mi sono posta con grande fiducia sicura di avere trovato finalmente corrispondenza empatica ma devo dire che anche tra noi, con tutto il beneficio della fiducia in un'esperienza con quelle migliori aspettative, demistificare due storie adattate ed arrabbiate col mondo, è davvero un'impresa complessa, chissà se ora i miei limiti la abbandoneranno, o se la perseveranza al raggiungimento di un benessere futuro prevarrà su questi forti dubbi...
    lo scoprirò...
    un abbraccio con bacio a tutti...

    Edited by ldaniela - 28/5/2009, 10:56
     
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  7. Koenig4
     
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    Noi speriamo che persevererai... abbiamo bisogno di una colonna portante come te... :)
     
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  8. ldaniela
     
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    grazie per la tua costante presenza marci, soprattutto oggi che mi sento così sola.....
    un grosso bacio, uno di quelli di quando ci siamo conosciuti :D
     
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  9. Koenig4
     
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    Daniela cara ti capisco benissimo. Sapendo della conferenza in sede il prossimo week end non posso non pensare quanto mi sarebbe piaciuto esserci e naturalmente quanto mi sarebbe piaciuto che ci fossi anche tu insieme a tutti gli altri soci che ho conosciuto e a quelli che non ho ancora conosciuto come imperia elisabet e senzanome. Questo però ci potrebbe dare lo stimolo per avviare qualche iniziativa significativa. Ad esempio si potrebbe tra noi soci che ci siamo conosciuti anche visivamente dare avvio a delle riunioni virtuali via webcam. E' vero tanti Introversi siamo restiì a mostrarci ma tanto ormai ci siamo visti! :) Oppure un'altra idea sarebbe quella di realizzare degli incontri anche in altre città come la tua Milano per l'area Nord o Napoli per l'area Sud. Il 21 Giugno quando il giorno è più lungo in assoluto si potrebbe fare tutto in giornata senza bisogno di pernottare. Poi vabbè c'è anche il telefono. Un carissimo saluto.
     
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  10. francescoburich
     
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    Se prendiamo alla lettera il senso della mistificazione, sia introversi che estroversi, saremmo tutti una massa umana di falsoni. NN credo che sia questo il problema. Premesso che l'uomo viene al mondo nn dotato di un libretto con le istruzioni dell'uso che ci metta al corrente quale è il modo migliore per utilizzare e comprendere il congegno che ci portiamo in testa. E solo questo nn basta, dal momento che il cervello essendo per natura un'organo dotato di una sua originale "plasticità", nn può che essere lo spartiacque dei processi mistificatori a cui tutti nn possaimo sottrarci se nn a secondo delle individuali capacità intrinseche ad ogni individuo (norma di reazione), il che comprende le capacità massime, all'interno di un limite. E'affascinante tanto mistero, ma se poi lo si ragiona in termini propri, si comprende facilmemnte che tanto mistero in realtà nn lo è. Ricordo quando d'adolescente mi hanno fatto fumare uno spinello con delle spighe di abete mischiato al tabacco...il risultato fu che io mi sentivo sconvolto come se avessi fumato l'olio di malaga. Se il cervello raccogliesse tutti i richiami che provengono dall'esterno, sarebbe semplice pensare che i manicomi dovrebbero essere riaperti. Credo personalmente che comprendere il fatto che il cervello di per sè è predisposto per mistificare e sentirsi mistificato, per ingannare e quindi manipolare qualcosa, qualcuno, o vicecersa...un po' tutti ci siamo in un qualkche modo passati. Mi voglio però soffermare sull'impatto che la mistificazione ha in Noi Introversi e di riflesso nn posso che appellarmi al mio passato che credo sia simile al passato di tante persone. All'interno di un segmento che delinea l'essere introverso o estroverso, bisogna precisare che nn si tratta mai (poche sono state l'eccezzioni, poveri loro) di un genotipo allostato puro. Quindi possiamo fare tutti i test che vogliamo e difficilmente esce fuori che uno di noi è un intro o un estro totalmente. Ma, chi come noi ha comunque il tratto più spostato verso l'introversione, anche se nn lo ricordiamo (in quanto sensa che lo vogliamo il cervello rimuove quelloc he ci fa stare male), quando eravamo bambini eravamo un po' tutti assoggettati dalle figure adulte, generalmente dai genitori e tutti coloro che impartivano (anche malignamente) le loro lezioni di vita. L'introverso è quindi per sua natura predisposto ad essere manipolato, assoggettato, suggestionato e via dicendo. E' proprio durante il tragitto di crescita che ci formiamo e che a differenza dei più estroversi (dove l'io rimane meno catturato rispetto agli introversi) che hanno un'adattamento più precoce, meno traumatico, che ci mistifichiamo e ne prendiamo atto solo in età adulta. NN credo e nn ho mai creduto che tra i tantissimi simpatizzanti della Lidi, vi sia una forma di meschinità, di vigliaccheria, di menefreghismo, verso un'associazione che sembra nn riuscire a farcela. Se continuamoa vedere le cose in un modo "mistificato", sfuggiamo ancor di più al piano di realtà. Quelloc he ci blocca è la paura, è il sentire che per la prima volta si percepisce qualciosa di bello e di riflesso al mente lo allontana, facendoci percepire che sotto sotto, cè l'ennesima presa in giro da parte di qualcuno o di qualcosa. A me è venuto anche in mente che la Lidi sotto sotto è un sistema escogitato per fare fortuna....ma questo francamente lo pensavo quando ero malato, quindi quando rivivevo la dipendenza infantile che mi portava ad aderire alle proposte che mi venivano fatte, sensa comprenderne minimamente il perchè e il percome...ma solo delegando agli altri la mia speranza, oppure per nn deludere le figure più carismatiche, più autoritarie, rispetto ame. Ma oggi che sono un'uomo, comprendo un po' più di prima che la Lidi e il suo andamento nn è altro che una presa di coscienza più autentica da parte di ogniuno di noi. Un caro saluto
     
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  11. francescoburich
     
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    La solitudine che aggroviglia l'animo degli introversi, è una solitudine diversa, particolare rispetto ad altre forme di solitudine. L aNostra, il più delle volte, fa riferirimento ad una impossibilità di contattare se stessi. Mi spiego meglio: l'introverso vive dentro di sè, il rapporto con la vita e con il mondo, ovattato da un sentire la vita stessa e il mondo che ci circonda, come la si percepisce all'interno di una fiaba. Poco tempo fa, mi sono rivisto le video cassette di Candy Candy, ed ho pianto a rotta di collo nel vedere l'amore che la dolce candy ha verso il suo "principe" Antony (che poi muore a cavallo) e successivamente s'innamora di Terence con il quale condivide la vita nel colleggio inglese. La casa di pony...dove lei ritorna nei momenti più difficili(qaundo terence è ricattato dalla ragazza con la quale recita "Romeo e Giulietta" e che salvandogli la vita, lei rimane in carozzina, e la madre lo costringe tramite ricatti morali a sposare al figlia. Candy, quandoo torna ala casa dim pony, rivive la sua infanzia, i suoi affetti, le sue corse sfrenate verso la collina che per lei rappresentava la libertà.Piangevo e ricordavo le mie radici, la mia sofferenza, l'umiliazioni che ho dovuto ingoiare, il nn essere compreso, le fasi dell'indurimento che sono state caratterizzate dalla fase-antitetica che così mi ha mistificato e reso per lungo tempo un lupo mannaro. mi mancava solo la peluria per essere uguale a lui, ma nel tetto mi ci mettevo davvero e ululavo rabbia e rabbia a nn finire. ma trovando Voi, trovando persone con le quali posso essere un po' più me stesso, confido maggiormente in me.
    Un grande abbarccio a tutti e un grande bacio.
     
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  12. Koenig4
     
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    La mia idea è questa. Conto prima o poi di andare a scilla, in calabria, in ferie. Se lo faccio questa estate potrei chiedere a trux e a eu-diamon, che sono calabresi, di raggiungermi in treno, con andata e ritorno in giornata, per poterci incontrare anche per poche ore. Lo stesso si potrebbe fare in altre città d'Italia e con altri soci in maniera di conoscerci un pò tutti. Successivamente si potrebbe dare avvio alle riunioni con la webcamera. Tempo fà trux mi diceva che era troppo timido per usare la cam ma se ci incontriamo possiamo superare quella timidezza. Io credo che le webcam sono una importante leva per uscire dalla stagnazione. Anche se devo io per prima imparare ad usarle! :)
     
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  13. ldaniela
     
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    eccomi appena tornata dalla casa di pony, due zie che, per quello che sono in grado di capire a quasi 90 anni, mi coccolano appena chiedo, sono molto vecchie spero che vivano in eterno. in mancanza loro ho trovato voi, siete davvero fantastici, grazie marcello per il sostegno, grazie franc perchè quando mi racconti il tuo vissuto, silenziosamente mi limito ad ascoltare, mentre nn ti accorgi di che sostegno mi dai
    uno dei miei grossi baci a tutti

    ps marci hai postato mentre scrivevo, ogni proposta è ben accetta. in calabria, che io sappia, c'è anche orzouei
     
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  14. l.anepeta
     
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    L’articolo sulla mistificazione è complesso e eccessivamente sintetico, quindi esposto ad equivoci di ogni genere.
    Non penso che gli introversi soffrono perché mistificano (per quanto anche questo può capitare): il problema è che, in genere, soffrono e mistificano.
    La mistificazione si realizza secondo due modalità spesso associate. Per un verso, a livello inconscio e spesso conscio, essi rimangono irretiti da un confronto quotidiano con i normali che evoca alternativamente emozioni di rabbia, di invidia e di disprezzo. Per un altro verso, in conseguenza di questo, sono dissociati tra il desiderio (spesso rimosso) di essere come i normali o peggio di loro, non fosse altro che per dargli una lezione, e il desiderio opposto di differenziarsi radicalmente da essi per non riconoscere alcunché di comune.
    Agisce in loro insomma la sirena di una “normalizzazione”, che risulterebbe soggettivamente vantaggiosa (per quanto impossibile se non in forma mimetica), e la suggestione di una differenziazione portata all’estremo, antitetica.
    Non ho dubbio alcuno che questa situazione sia dovuta al fatto di interagire con un mondo nel quale i normali adottano mistificazioni di ogni genere e, per tutelare la loro precaria normalità, proiettano sui diversi gli aspetti rimossi e malvissuti legati alla loro componente introversa, alla fobia della debolezza, ai pregiudizi nei confronti di ciò che ai loro occhi risulta “strano”, ecc.
    Il problema degli introversi, nell’attesa che il clima culturale cambi (i tempi non sono prevedibili), è di fuoriuscire dalla trappola dissociativa cui ho fatto riferimento, che comporta un circolo vizioso tra emozioni negative e senso di colpa la cui conseguenza è che essi “devono” testimoniare, con il loro disagio, che la normalità è comunque vincente.
    Questo significa mettere da parte il confronto accettando la diversità (culturalmente determinata) dei vari modi di essere umani, e recuperare il bisogno di differenziazione sotto forma di un processo di individuazione il cui obiettivo è di riuscire ad oggettivare le qualità personali e di costruire un micromondo di relazioni sintoniche e di pratiche di vita significative.
    Mi rendo conto che non è affatto semplice. Ritengo, però, che sia possibile. Aspettare le rivoluzioni culturali è come puntare sul biglietto di una lotteria. Prima o poi si realizzano: quando non lo sa nessuno.
    Certo tutto sarebbe più facile se localmente gli introversi solidarizzassero e mettessero in comune i loro problemi e le loro energie creative. Non pare, però, che la cosa sia semplice.
    Luigi Anepeta
     
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  15. Koenig4
     
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    dob se, anche privatamente, mi dici di quale regione e provincia sei posso vedere di riorganizzare il mio piano ferie nella prospettiva di incontrarci personalmente. Ciao.
     
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28 replies since 26/5/2009, 22:49   769 views
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