Che cos'è oggi la scienza?

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  1. maria rossi
     
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    forse l'uomo perde il pelo ma non il vizio, forse è davvero difficile uscire dal pregiudizio e dalla superstizione (chi di noi non deve fare i conti con quelli che ha verso se stesso medesimo!) ma di questi tempi tutto sembra andare al contrario di come dovrebbe. la psichiatria di oggi, che come tutte le scienze umane e sociali ci tiene tanto a dirsi/ritenersi/dimostrarsi scienza pura (concetto di primato ideale e discutibile, oltretutto) con scarsi e disumani risultati, dovrebbe leggere un articolo come questo e interrogarsi sul suo statuto, le sue pratiche e leggittimazioni ideologiche di scienza "esatta", mettersi un pò in discussione e scoprire che il concetto di scienza a cui si rifà è irreale, inesatto e mistificato. e che nessuna definizione di se può assurgere a dogma assoluto e inamovibile, eludere l'essere messi in crisi, criticati e confutati. la storia insegna...




    Cos'è diventata la "scienza" nell'era del neo-liberismo

    Le priorità di ricerca dettate dai produttori, attraverso le istituzioni politiche, mette a repentaglio la posizione sociale e intellettuale della scienza. Un ricordo di Daniel Amit, attraverso uno dei suoi ultimi articoli: «La difesa autoritaria di un concetto ideale di scienza, escludendo altri modi di conoscere, serve come copertura perfetta per un sistema sempre più in crisi, sempre più violento» (Daniel Amit*)

    Gli argomenti popolari più usati per difendere la scienza e il suo ruolo sono:
    a. Che l'attività umana chiamata «Scienza» abbia un significato chiaro, univoco e immutabile, e che quando ci si riferisce alla scienza, oggi ci si riferisca a una tradizione gloriosa, permanente e ben definita;
    b. Che il motore principale della tecnologia sia la scienza, ovvero che senza la «Scienza» non sia tecnologia;
    c. Che l'accento posto sullo sviluppo tecnologico non possa che far progredire il livello intellettuale della «Scienza»;
    d. Che lo sviluppo della tecnologia abbia in fin dei conti (con alcuni sconti) un effetto sociale positivo, ovvero che uno stretto rapporto scienza-tecnologia non può che fornire un buon argomento in favore del ruolo sociale della scienza.

    CONTRODEDUZIONI

    Esaminiamo una per una queste tesi:

    a. Il senso dell'attività scientifica: una volta, alla domanda «cosa è la fisica?» si rispondeva: «quello che fanno i fisici». Carino, ma o la domanda non ha senso, o non siamo arrivati a una risposta sensata. Sembra un tentativo di nascondersi dietro nomi celebri: Newton, Maxwell, Einstein... Ma è proprio questo che facciamo noi fisici oggi? Siamo almeno consapevoli delle motivazioni che animavano quegli scienziati, i loro metodi? Lo stesso può essere detto per la biologia: Darwin, Crick, Watson, Huxley. O la medicina: Pasteur, Sabin (polio).

    Siamo stati educati all'idea che la scienza moderna sia stata spontaneamente generata, ex novo, a partire dal Rinascimento, da Copernico, Galileo, Newton... Ma l'eccezionale libro di Lucio Russo (La rivoluzione dimenticata, Feltrinelli 1996) presenta ampia e convincente testimonianza dell'esistenza di una scienza, giustamente chiamata moderna, nel mondo ellenistico. Inoltre, raramente a scuola ci raccontano che i pionieri della scienza moderna, (Leonardo, Galileo, Newton, Darwin) conoscevano, e apprezzavano questa scienza ellenistica, e si consideravano i suoi eredi, impegnati nell'estenderla.

    Cosa significa? Che c'è stato uno iato di più di 1500 anni in cui si esercitava talmente poco questo tipo di attività da consentire la nascita del mito che la scienza non fosse mai esistita. Un'altra indicazione che qualcosa di fondamentale sia mutato, viene da un'autorità, da Sir Michael Atiyah, ex presidente della Royal Society: «Rischiamo di perdere la nostra strada e la nostra identità. L'ethos scientifico sta diventando sempre più difficile da discernere.» La mia preoccupazione è che la perdita odierna dell'identità sia una versione moderna di quello che è accaduto alla scienza ellenistica: come essa scomparve e fu a poco a poco dimenticata sotto l'impatto della Roma tecnologica, così oggi la scienza sta perdendo la sua identità sotto la spinta di un'America ossessionata da tecnologia e da guerra, in risposta alla paura.

    b. Scienza come motore della tecnologia: anche a questo proposito la storia e molto meno chiara, e non sempre conforme alle verità che ci sono propinate. Edison non si è basato sulla scienza per fare una delle scoperte tecnologiche più fondamentali della storia moderna. Né lo è stato il motore a vapore (o a calore) inventato prima che fosse formulata la termodinamica. Anzi, la fisica dell'epoca si era fortemente opposta all'idea. E nemmeno la tecnologia principale dell'agricoltura (la selezione delle specie) aveva dovuto aspettare Darwin. Quindi non si può sostenere, senza altri ragionamenti e ulteriori dati, che la «Scienza» sia la condizione sine-qua-non dello sviluppo tecnologico.

    c. Il feedback della tecnologia sulla scienza: uno degli effetti problematici dell'attività politica radicale degli anni '60-70 è stata di porre l'accento sulla «rilevanza sociale» della scienza contro le «torri d'avorio». Come tante altre idee buone, anche questa è stata cooptata dalle forze egemoni, per fare della scienza un elemento accessorio del sistema prevalente di sviluppo economico. In questa direzione spingono le autorità americane, e in Europa stiamo copiando questo approccio in un modo acritico.

    Basterebbe guardare quale tipo di progetti viene promosso dalle agenzie nazionali e internazionali, per rendersi conto che la maggior parte dei finanziamenti vengono assegnati a progetti che giovano a un'idea sbagliata o discutibile di sviluppo economico, che promuove il virtuale, il superfluo, il militare, a spese del sociale e della conservazione ecologica. Basterebbe menzionare che nella Unione europea 4,3 miliardi di Euro vengono stanziati alla ricerca in nanotecnologia. La biotecnologia gode di più di 8 miliardi di $ (pubblico e privato) nei soli Usa, e la distinzione tra le due tecnologie è assai ambigua. Spinto dalla facilità di ottenere finanziamenti e dall'esposizione mediatica, il mondo della ricerca collabora al odierno processo di produzione-commercializzazione.

    Negli ultimi decenni, l'amalgama scienza-tecnologia significa sempre meno scienza, sempre più tecnologia. Basterebbe riflettere sul fatto che non esiste quasi facoltà di scienza di livello dignitoso che non conti tra i suoi dipartimenti (centri, istituti) uno di biotecnologia. Lo stesso si potrebbe dire dell'attività universitaria nelle nanotecnologie. In questi due casi (e non sono gli unici) non ci si propone nemmeno l'eufemismo di dare una facciata scientifica all'attività tecnologica. L'infante si chiama per proprio nome e cognome.

    Quello che si fa in molte attività, classificate scientifiche, è lavoro di sviluppo tecnologico a basso costo per l'industria (e a costo quasi interamente sociale). Non è lavoro scientifico, certamente non nel senso che i migliori «platonici» tra noi (Bricmont, Chomsky) difenderebbero. Che questa situazione non sia messa in discussione, è in gran parte dovuto a una stretta cooperazione tra mondo economico, sistema politico e mediatico da un lato, con il mondo della ricerca dall'altro. Questa collaborazione non può essere ingenua. Fa parte di una mentalità superficiale che ritiene qualsiasi mezzo legittimo purché prometta una «crescita» economica. A qualcuno ciò potrebbe sembrare l'apice dell'evoluzione umana. Al contrario, rientra in quel tipo di rischio provocato da un'evoluzione genetica che riducesse la varietà a una singola specie (come l'agricoltura imposta ai paesi africani dall'Fmi), contrapposta a un'evoluzione che invece producesse la diversità.

    d. Lo sviluppo tecnologico sempre positivo per la società: anche qui, dipende molto dal periodo storico. Servirebbero studi dettagliati e quantitativi della questione; e in parte esistono già. Almeno dall'inizio degli anni '90, gran parte dello sviluppo tecnologico ha davvero poco a che fare con il bene sociale. La tecnologia è indirizzata in primo luogo a trovare sbocchi alla sovrapproduzione di un sistema industriale in crisi e di un sistema finanziario stagnante. Mi sembra che questo sia vero per tutte le aree della tecnologia, da quella dell'astrofisica (satelliti, spazio, analisi delle immagini); della comunicazione (cellulari, internet, etc); dell'informatica (computer, software sterminato, virus anti-virus...); della biologia (manipolazione genetica, clonazioni...) e della sanità (farmaci cronici, farmaci fittizi, brevetti segreti, macchinari costosissimi che servono poca gente...); dell'alimentazione (Ogm con semenze controllate, brevetti su specie, distribuzione dell'acqua). Tutti questi sviluppi vengono poi difesi in nome della prosperità virtuale che ci circonda, pubblicizzando i benefici drammatici riservati ai pochi.

    Il principale problema odierno non è la collaborazione della scienza con i militari, da sempre attuata, almeno dai tempi della gloriosa scienza ellenistica (i celebri specchi ustori di Archimede). Le guerre e la centralità dell'apparato militare (anche in tempi di pace) derivano da un sistema economico-sociale che difende globalmente i suoi privilegi accumulati. Il problema è piuttosto l'integrazione della scienza con questo sistema, la sua crescente identificazione con esso, cosi come la sua acquiescenza nell'essere usata come foglia di fico. Nelle parole di Sir Michael Atiyah: «Gli scienziati sono spesso considerati un'élite segreta, una parte minacciosa dell'establishment, una componente di 'loro' non di 'noi'».

    L'ALLARME DI EINSTEIN

    A essere identificata con la «Scienza», e a essere difesa dalle sue riviste più gloriose è solo una sovrapproduzione in campi come comunicazione, informatica, macchinari di ricerca biologica, medicinali cronici, Ogm per controllo della nutrizione, cloni fortuiti. Accettare priorità di ricerca dettate dai produttori, attraverso le istituzioni politiche, mette a repentaglio la posizione sociale e intellettuale della scienza. A questo contribuisce anche un rapporto perverso con i media che stanno vendendo la scienza come un elemento di copertura del progetto economico-sociale prevalente, offrendo agli scienziati le lusinghe dell'esposizione pubblica come a ragazze di show televisivi. Sono scomparse quasi tutte le barriere fra riviste di alto prestigio, da un lato, e media ad alto turnover, dall'altro. Pubbliche relazioni e gestione dei media sono diventate componenti essenziali delle istituzioni a elevato prestigio accademico. La confusione tra tecnologia e scienza, e la difesa autoritaria di un concetto ideale di scienza, escludendo altri modi di conoscere, serve come copertura perfetta per un sistema sempre più in crisi, sempre più violento.
    Dovrebbe allarmarci l'avvertimento lanciato già nel 1917 da Albert Einstein: «L'intero venerato progresso tecnologico - l'intera nostra civilizzazione - è come un'ascia nelle mani di un criminale patologico».

    * Questo articolo è un ampio stralcio di un testo apparso sul n. 9 della rivista Prometeo nel 2005.

    (il manifesto, 10.6.08)
     
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  2. Misanthropist
     
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    Citazione molto stimolante.
    Tenterò di rispondere alla domanda con una sola parola.

    Cos'è oggi la Scienza?

    Propaganda.

    Forse, come tutte le cose, lo è in fondo sempre stata.
     
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  3. orzouei
     
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    Si, è stato stimolante e c'è qualcosa che non mi quadra perchè o ho preso un abbaglio io, ho lo ha preso maria, o lo ha preso Amit, o lo hanno preso maria e Amit insieme. Qualcuno ora dirà che sto cavolo di orzouei con la sua misera cultura, che se riesce a mettere in fila due verbi giusti è già un evento, si permette di criticare Amit. Io rispondo che a parte i verbi quello che mi interessa maggiormente è farmi capire, riguardo alla critica ad Amit, se ho messo in discussione Dio non vedo perchè non dovrei farlo con Amit preferendo naturalmente di gran lunga quest'ultimo al primo.
    Galileo Galilei quando ha confermato scientificamente che il sole era fermo e la terra gli girava in torno non intendeva esporre un qualcosa di ipotetico o smentibile. Quella che aveva scoperto per lui era una verità assoluta così come la conosceva Dio. La sua era una verità assoluta che si contrapponeva a quella della chiesa ed era una verità a cui era arrivato tramite il metodo scientifico. Ora quello che non mi è chiaro è se Amit e maria quando parlano di “ la difesa autoritaria di un concetto ideale di scienza, escludendo altri modi di conoscere”(Amit) o “scienza esatta” (maria) intendono riferirsi al risultato o al metodo. Perchè nel primo caso la scienza moderna non ammette nessuna verità assoluta e incontrovertibile, mentre riguardo al metodo non so come la pensa ma sicuramente se non crede a verità assolute figuriamoci a metodi esclusivi. Quindi per me la scienza moderna non coincide con quella di Galileo se non per il metodo (sempre se Galileo non escludeva “altri modi di conoscere” altrimenti neanche in questo). Quindi non riesco a capire a quale scienza moderna si riferiscono Amit e maria perchè quella di cui parlano loro o è quella di Galileo se credono in verità assolute (e non è quella moderna) o se è quella moderna non è quella di Galileo perchè la scienza moderna non ammette alcuna verità assoluta.
     
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  4. Misanthropist
     
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    CITAZIONE
    Perchè nel primo caso la scienza moderna non ammette nessuna verità assoluta e incontrovertibile, mentre riguardo al metodo non so come la pensa ma sicuramente se non crede a verità assolute figuriamoci a metodi esclusivi.

    A quanto ne so il metodo iniziato con la Rivoluzione Scientifica e con l'Empirismo Inglese è oggi in crisi. Come parlare di "Osservazione" in Meccanica Quantistica?
    I Neopositivisti avevano ideato una struttura esemplificativa che sembrava ad una Medusa. Il principio era semplice: in basso ci sono i fatti osservabili, connessi a fatti non osservabili a loro volta connessi alla teoria. Esempio: Spettro dei colori(osservabile)-onde elettro-magnetiche(non osservabili)-teoria dell'elettro-magnetismo(teoria)
    Infiltrazione dall'alto. Già, ma se un alto non ce l'hai ti attacchi.
    E si arriva al problema del circolo vizioso teoria-dato. Si parte dai dati e si elabora poi la teoria o si parte dalle teoria per poi tentare di confermarla con i dati, adattandoli all'uopo?
    Un medesimo fatto può essere visto in un'infinità di modi diversi. Esempio: un pietrone legato ad una corda, oscilla. Uno Scolastico Medievale ci avrebbe visto un corpo bloccato nel suo moto verso il Luogo Naturale, un Galileiano ci avrebbe visto un pendolo. Quale delle due?
    E' quella che sia chiama Sotto-determinazione.
    Poi: quale la causa e quale l'effetto? Esempio: un bastone conficcato sulla sabbia. Si crea un'ombra(e una meridiana). Avendo la lunghezza del bastone possiamo ricavare la lunghezza dell'ombra, e il bastone provoca l'ombra. MA se invertiamo la formula, avendo l'ombra ricaveremo la lunghezza del bastone. Dovremmo dedurre che l'ombra è CAUSA del bastone??
    Induzione? Deduzione? Intuizione? Abduzione? Tutte le opzioni sono minate da un'infinità di pecche, delle quali ho esposto solo le più palesi.

    Un metodo incontrovertibile è problematico quanto un sapere incontrovertibile.
     
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  5. orzouei
     
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    Bene, vado avanti.
    Amit dice: “la scienza sta perdendo la sua identità sotto la spinta di un'America ossessionata da tecnologia e da guerra, in risposta alla paura”.
    Amit ci dice che l'America in risposta alla paura è ossessionata dalla tecnologia e dalla guerra. Quindi per Amit la paura dell'America è fondata, è legittima, c'è qualcosa che veramente fa paura all'America. Ma di cosa dovrebbe aver paura l'America? Di solito quando uno ha paura vuol dire che qualcuno sta cercando di mettere a repentaglio la propria esistenza. Quando uno teme per la propria esistenza perchè qualcuno lo minaccia la prima cosa che fa è quella di guardarsi intorno per vedere se trova qualcosa con cui difendersi. Se cerca qualcosa vuol dire che non fa affidamento sulla propria forza fisica. E più quel qualcosa è potente più lo rassicura. E cosa c'è oggi di più potente della tecnica? Amit non sembra criticare l'America per il fatto che usi la tecnica e la guerra in risposta alla paura ma che ne sia ossessionata. Se la guerra non è l'unico modo per difendersi bisognerà pur dire all'America cosa usare di altrettanto valido altrimenti è come se consigliassimo all'America di rinunciare ad esistere. Riguardo all'ossessione per la tecnica io credo che noi ne siamo ossessionati quanto l'America e non per contagio. Noi siamo ossessionati dalla tecnica perché la consideriamo l'unica salvezza. L'uomo moderno senza tecnica non riuscirebbe a sopravvivere e soprattutto non ci riuscirebbe l'uomo occidentale e ne è ossessionato perchè la considera l'unica via di salvezza per l'uomo. Quello che mi chiedo io invece è perchè maria, il manifesto(?), e tutti gli antiamericani sono così ossessionati dall'America.

    P.S. ho messo il punto interrogativo sul manifesto perchè non leggo i giornali e non voglio sbilanciarmi, riguardo a maria mi sembra che batta sempre su quel chiodo ma non è l'unica.

    Edited by orzouei - 24/8/2009, 21:20
     
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  6. maria rossi
     
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    scusa ourzei ma a me pare che tu non fai alttro che vedere persecuzioni antiamericane anche quando non cene sono affatto. tranquillo non ce l'ho con l'America, non ce l'ho con nessuno. e fra i paesi che ci sono sul pianeta gli usa mi sembra sia fra quelli che si sa difendere molto bene, non credi? temo di non rappresentare una seria minaccia, dai!
     
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  7. Allonsanfan
     
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    CITAZIONE (maria rossi @ 16/7/2010, 17:31)
    scusa ourzei ma a me pare che tu non fai alttro che vedere persecuzioni antiamericane anche quando non cene sono affatto. tranquillo non ce l'ho con l'America, non ce l'ho con nessuno. e fra i paesi che ci sono sul pianeta gli usa mi sembra sia fra quelli che si sa difendere molto bene, non credi? temo di non rappresentare una seria minaccia, dai!

    Però comunque dall'articolo traspare chiaramente l'associazione mercato= consumismo = male assoluto = spese militari = stati uniti d'america. Una concezione che va braccetto con il fatto che il Manifesto è "comunista"

    Io vedo la cosa in modo più soft.
    Ad esempio il neoliberismo, come dice una canzone dei baustelle, ha i giorni contati. E' uno spauracchio agitato spesso, una parolina che riassume i "grandi mali" per chi la pensa come i redattori del manifesto: mercato selvaggio, stati uniti, guerra. E' una semplificazione eccessiva.
    In realtà il neoliberismo è stato applicato molto meno di quel che si crede e sopratutto è in declino da un decennio circa. Da tempo è in voga un ritorno dell'intervento dello stato e dell'economia keynesiana.

    Gli allarmismi sull'uso militare della scienza sono a mio parere eccessivi. Però forse sono necessari. Forse è anche grazie ad essi che nella guerra fredda non sono state usate armi atomiche.

    Non penso che comunque la scienza sia in crisi, né ci trovo strano che al momento ci si dedichi molto alla tecnologia. La scienza ha spiegato buona parte di ciò che c'era da spiegare, adesso è il momento di sviluppare le infinite applicazioni che ci ha aperto.
     
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  8. maria rossi
     
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    ma avere un punto di vista critico su certe applicazioni della scienza non significa rinnegarne il valore o il contributo comlessivo che da e ha dato all'uomo ne tanto meno avercela con una nazione.

    e non è tanto l'uso militare della scienza o della teconologia il cuore di quell'articolo.

    che il manifesta si proclami un giornale comunista non aggiunge e non toglie valore ad un buon articolo che con l'america non ha nulla a che fare se non per rappresentare il modello occidentale per antonomasia a cui tutti tendiamo.

    è il metodo, il valore epistemologio che si da alla scienza nella nostra società capitalistica, consumistica (aggettivi che possono piacere e dispiacere ma innegabili) ad interessare in quell'articolo.

    che ci sia una moda keynesiana in giro per il mondo lo trovo alquanto lontano e inesatto da dire e comunque keynes è sempre stato in voga nelle università, nelle dissertazioni enelle chiacchiere e ben poco nella realtà! se oggi si fa appello al ricorrere alle redini degli Stati è perchè il famoso mito dell'autoregolamentazione del mecato è una chimera che ciclicamente presenta il conto.

    Edited by maria rossi - 29/7/2010, 00:57
     
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  9. tandream
     
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    Molta scienza ha fatto passi indietro da gigante :D
     
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8 replies since 16/8/2009, 11:10   347 views
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