Judo

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  1. orzouei
     
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    Vorrei parlare del judo perchè è uno sport che ho praticato per due anni nel 2000 quando avevo più o meno 30 anni e che ho dovuto abbandonare per via di un infortunio provocatomi da un compagno molto più esperto di me, di un'altra scuola di judo, mentre provavamo alcune tecniche e che probabilmente non aveva bene afferrato il concetto di rispetto.

    Il judo è un'arte marziale che non ha lo scopo di eliminare l'avversario né di procurargli ferite o traumi ma ha lo scopo di renderlo inoffensivo; per questo è stata accettato alle olimpiadi.
    E ideato più per la difesa che per l'attacco.

    Riporto qualche notizia da wikipedia:

    La storia del Judo è inseparabile da quella del suo fondatore, Jigoro Kano. Nato in una famiglia benestante, ebbe modo di praticare vari stili di jujistu durante gli studi superiori e universitari.

    Jigoro Kano nel 1883 era professore universitario di Inglese ed economia, dotato di notevoli capacità pedagogiche, intuì l'importanza che potevano avere lo sviluppo fisico e la capacità nel combattimento se venivano usate proficuamente per lo sviluppo intellettuale dei giovani.
    Per prima cosa eliminò tutte le azioni di attacco armato e non che potevano portare al ferimento a volte anche grave degli allievi: queste tecniche furono ordinate solo nei kata, in modo che si potesse praticarle senza pericoli. Poi studiò e approfondì il nage waza appreso alla scuola Kito, formando così un sistema di combattimento efficace e gratificante. Ma la vera evoluzione rispetto al jujitsu si ebbe con la formulazione dei principi fondamentali che regolavano la nuova disciplina: Seiryoku zen'yō (il miglior impiego dell'energia fisica e mentale) e Jita kyo'ei (tutti insieme per crescere e progredire).
    Le otto qualità essenziali sulle quali si poggia il codice morale del fondatore, alle quali ogni judoista (jūdōka) dovrebbe mirare durante la pratica e la vita di tutti i giorni sono:
    L'educazione
    Il coraggio
    La sincerità
    L'onore
    La modestia
    Il rispetto
    Il controllo di sé
    L'amicizia
    Per ottenere ciò, nell'ottica educativa della disciplina, è necessario impiegare proficuamente le proprie risorse, il proprio tempo, il lavoro, lo studio, le amicizie, allo scopo di migliorarsi continuamente nella propria vita e nelle relazioni con gli altri, conformando cioè la propria vita al compimento del principio del "miglior impiego dell'energia". Si stabilì cosi l'alto valore educativo della disciplina del judo, unita alla sua efficacia nel caso venisse impiegato per difendersi dalle aggressioni.
    Il judo mira a compiere la sintesi tra le due tipiche espressioni della cultura giapponese antica e cioè Bun-bu, la penna e la spada, la virtù civile e la virtù guerriera: ciò si attua attraverso la pratica delle tre discipline racchiuse nel judo, chiamate rentai (cultura fisica), shobu (arti guerriere), sushin (coltivazione intellettuale).
     
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  2. orzouei
     
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    Giuseppe Maddaloni ha vinto l'oro alle olimpiadi di sydney del 2000

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  3. Koenig4
     
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    Direi che per i suoi principi il judo è uno sport proprio fatto apposta per gli Introversi!
     
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  4. orzouei
     
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    In questo sport c'è stato qualcosa che mi ha attratto, sia la sua filosofia che il praticarlo. Devo dire che qui non ho mai avvertito un disagio dovuto alla competizione nonostante che ogni lezione alla fine prevedeva un incontro vero. Direi che proverei più disagio per la competizione se dovessi correre i 100 metri, non so perchè.

    nel judo far cadere di schiena l'avversario equivale ad un ko nel pugilato: si vince l'incontro.

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    Edited by orzouei - 16/8/2009, 18:03
     
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  5. francescoburich
     
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    Ho praticato le arti marziali per circa dieci anni alternati da pause ed ogni arte marziale, se insegnata da un buon maestro, nn ha nulla a che vedere con la violenza, con la cattiveria, con la disonnestà. Ma come dice Orzouei, sono delle discipline che possono aiutare, in particolar modo gl'introversi, a comprendere e interagire con la rabbia, talvolta cieca, che in qualche modo ci portiamo dentro. Ricordo che da bambino ed anche d'adolescente, nn riuscivo a tenere gli occhi aperti ne quando nuotavo nell'acqua del mare, ne quando cominciai a praticare le arti marziali. Lo sento come un particolare significativo e profondo.
     
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  6. orzouei
     
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    Ricordo che quando combattevo a terra tendevo a chiudere gli occhi. Il maestro di judo mi riprese e mi disse di guardare l'avversario. Per me chiudere gli occhi era un modo per sentire l'avversario: preferivo non vederlo, ma non perchè avessi paura. Qualcosa del genere mi capitava anche da piccolo quando ad esempio incontravo in campagna dei cani pericolosi. Sapevo che se scappavo mi sarebbero corsi dietro e allora gli andavo in contro ma senza guardarli. C'è una scena del film “io sono leggenda”, di cui io credo che il regista sia un introverso, in cui il protagonista evita di guardare “l'orrore” (in questo caso uomini molto pericolosi, quasi belve feroci) per non cadere nel panico e senza scappare (forse chi l'ha visto ricorda la scena molto significativa e dà l'idea di quello che voglio dire).

    Io sono stato sempre convinto che, se da piccolo e da adolescente, avessi potuto praticare uno sport avrei avuto molti benefici soprattutto riguardo allo sfogo della rabbia.
    Forse a 30 anni mi iscrissi in quella scuola di judo proprio per non essere divorato dalla rabbia ma non ho mai fatto male a nessuno almeno che io sappia.
     
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  7. senzanome70
     
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    CITAZIONE
    Io sono stato sempre convinto che, se da piccolo e da adolescente, avessi potuto praticare uno sport avrei avuto molti benefici soprattutto riguardo allo sfogo della rabbia

    lo credo profondamente anche io, cioè credo che valga anche per me.

    da piccolina, come molte bimbe della mia età, mi iscrissero a danza classica.
    a me quella disciplina piaceva.
    dopo poco mia madre accampò delle scuse e mi tolse, la verità era che lei non mi ci voleva portare, voleva uscire di casa il meno possibile, credo fosse depressa.

    poi mi iscrissero a nuoto, all'inizio avevo paura dell'acqua poi mi piacque molto e pure lì dopo poco mi ci tolsero, i motivi non li conosco, suppongo sempre gli stessi.

    quando andavo alle superiori mi allenavo molto, andavo in palestra e facevo ginnastica artistica. mi aiutava a scaricare la rabbia, appunto. mi piaceva e mi sentivo bene.
    finite le scuole superiori ebbi un black out.
    probabilmente interiorizzai quel che pensavano i miei genitori: lo sport fa bene ma non è per te, tu devi stare FERMA, non ti puoi allontanare, se è una cosa che ti piace allora devi smettere di farla.

    più o meno schematicamente credo sia così.

    oggi ho ripreso a fare delle cose. scarico la rabbia, sento fisicamente quel che provo emotivamente.
    lo sport, il camminare, il pedalare, il nuotare, mi permette dopo un po' di cadere quasi in trance. sento le endorfine che arrivano e mi sento bene con me stessa.
    è una sensazione che provo in altre occasioni molto raramente.

    non sono propriamente una sportiva, non ne ho le capacità fisiche ma per me lo sport è questo. endorfine, benessere con me stessa. io e il mio corpo ci riconciliamo dopo tanti anni di guerra.

    CITAZIONE (orzouei @ 16/8/2009, 15:09)
    Giuseppe Maddaloni ha vinto l'oro alle olimpiadi di sydney del 2000

    non ne so niente di judo.
    però io giuseppe maddaloni me lo ricordo.
    mi impressionò molto...
     
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6 replies since 16/8/2009, 13:10   168 views
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