Leopardi: gli esercizi fisici

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  1. orzouei
     
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    Dai Pensieri di Leopardi

    "Gli esercizi con cui gli antichi si procacciavano il vigore del corpo non erano solamente utili alla guerra, o ad eccitare
    l'amor della gloria ec. ma contribuivano, anzi erano necessari a mantenere il vigor dell'animo, il coraggio, le illusioni,
    l'entusiasmo che non saranno mai in un corpo debole (vedete gli altri miei pensieri) in somma quelle cose che cagionano
    la grandezza e l'eroismo delle nazioni. Ed è cosa già osservata che il vigor del corpo nuoce alle facoltà intellettuali, e
    favorisce le immaginative, e per lo contrario l'imbecillità del corpo è favorevolissima al riflettere, (7. Giugno 1820.) e
    chi riflette non opera, e poco immagina, e le grandi illusioni non son fatte per lui."

    "A quello che ho detto p.128. aggiungi. Il giovane che entra nel mondo vuol diventarci qualche cosa. Questo è un desi-
    derio comune e certo di tutti. Ma oggidì il giovane privato non ha altra strada a conseguirlo fuorchè quella che ho detto,
    o l'altra della letteratura che rovina parimente il corpo. Così la gloria d'oggidì è posta negli esercizi che nuocciono alla
    salute, in luogo che una volta era posta nei contrarii. E così per conseguenza s'infiacchiscono sempre più le generazioni
    degli uomini, e questo effetto della mancanza d'illusioni esistentc nel mondo come una volta, divien cagione di questa
    stessa mancanza, a motivo del poco vigore secondo quello che ho detto negli altri pensieri, della necessità del vigor del
    corpo alle grandi illusioni dell'animo. Sono poi troppo noti gli spaventosi effetti della ordinaria vita giovanile d'oggidì,
    che a poco a poco ridurranno il mondo a uno spedale. Ma che rimedio ci trovereste? Che altra occupazione resta oggi a
    un giovane privato, o che altra speranza? E credete che un giovane si possa contentare di una vita inattiva, [131]senza
    nessuna vista, e nessuna aspettativa fuorchè di un'eterna monotonia, e di una noia immutabile? Anticamente la vanità
    era considerata come propria delle donne, perchè anche nelle donne c'è lo stesso desiderio di distinguersi, e ordinaria-
    mente non ne hanno avuto altro mezzo che quello della bellezza. Quindi il loro cultus sui, il quale diceva Celso che adimi
    feminis non potest. Ora resta intorno alla vanità la stessa opinione, che sia propria delle donne, ma a torto, perchè è
    propria degli uomini quasi egualmente, essendo anche gli uomini ridotti alla condizione appresso a poco delle femmine,
    rispetto alla maniera di figurare nel mondo, e l'uomo vecchio per la massima parte, è divenuto inutile e spregevole, e
    senza vita nè piaceri nè speranze, come la donna comunemente soleva e suol divenire, che dopo aver fatto molto parlar
    di se, sopravvive alla sua fama invecchiando.
    (22. Giugno 1820.)"

    "Bisogna escludere dai sopraddetti, i negozianti gli agricoltori, gli artigiani, e in breve gli operai, perchè in fatti la stra-
    ge del mal costume non si manifesta altro che nelle classi disoccupate."

    Edited by orzouei - 30/8/2009, 19:32
     
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  2. orzouei
     
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    per maggiore chiarezza riporto un pezzo della pagina 128:

    "La qual passione è così propria dell'uomo in società, e così naturale, che anche ora in tanta morte del mondo, e man-
    canza di ogni sorta di eccitamenti, nondimeno i giovani sentono il bisogno di distinguersi, e non trovando altra strada
    aperta come una volta, consumano le forze della loro giovanezza, e studiano tutte le arti, e gettano la salute del corpo, e
    si abbreviano la vita, non tanto per l'amor del piacere, quanto per esser notati e invidiati, e vantarsi di vittorie vergogno-
    se, che tuttavia il mondo ora appalude, non restando a un giovane altra maniera di far valere il suo corpo, e procacciar-
    sene lode, che questa. Giacchè ora pochissimo anche all'animo, ma tuttavia all'animo resta qualche via di gloria, ma al
    corpo ch'è quella parte che fa il più, e nella quale consiste per natura delle cose, il valore della massima parte degli uo-
    mini, non resta altra strada."
     
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  3. orzouei
     
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    CITAZIONE
    "Bisogna escludere dai sopraddetti, i negozianti gli agricoltori, gli artigiani, e in breve gli operai, perchè in fatti la stra-
    ge del mal costume non si manifesta altro che nelle classi disoccupate."

    ho aggiunto questo pezzo qui sopra che mi era sfuggito e che seguiva subito nella pagina 131 come potete vedere nel primo post. Spero di non aver fatto troppa confusione
     
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2 replies since 30/8/2009, 08:44   154 views
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