Ma esistono davvero gli Introversi?

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Koenig4
     
    .

    User deleted


    xxx

    Edited by Koenig4 - 23/2/2013, 04:29
     
    Top
    .
  2. francescoburich
     
    .

    User deleted


    ad un certo punto..nn so perchè..ma ho sentito che il "pensiero" Lidiano fosse essere di puro oppositismo verso "altrui" società. nella realtà dei fatti è l'esplicizzazione dei propri "diritti" che sono comunque..mal riconosciuti. un'introverso..

    nn mi meraviglio più di quello che si pensa nel generico. se pur nn l'ho approvo..
     
    Top
    .
  3. cinzia 56
     
    .

    User deleted


    Ci penso da quando è inziata questa discussione e rivolgo una domanda a chi mi vuole rispondere, ma siamo proprio noi che vogliamo contrapporci al resto del mondo? o sono gli altri che ci mettono addosso questo clichè. Io non identifico le persone in estroversi nemici, tutti gli amici che frequento abitudinariamente sono estroversi, mia figlia credo sia una estroversa(molto buona e empatica, ma estroversa). Se fossero obbiettivi si renderebbero conto che siamo i primi a criticarci e a denigranci. Che puoi temere da chi fa autocritica continuamente.... E se fossero degli introversi che non vogliono riconoscere la proprio introversione? <_< :ph34r:
     
    Top
    .
  4. _pardo_
     
    .

    User deleted


    Guarda che il discorso della "signora xxx" non sta in piedi, la tipa ha scaravoltato le cose al contrario.
    Io ci leggo solo un po' del solito buonismo di plastica che nasconde un ben radicato e mediocre menefreghismo.
    Esiste il problema dell'introversione, e di conseguenza e` nata la LIDI, mica viceversa.
    Se non diamo nomi alle cose non ne possiamo nemmeno parlare.
    Senza LIDI l'unica cosa che cambia e` che non c'e` nessuno a parlare del problema, cosi` i buonisti possono ficcare la testa sotto la sabbia e andare avanti.
    Come dire che i militanti per l'uguaglianza dei neri, Martin Luther King, erano dei rompicoglioni piantagrane che creavano attrito nella societa` introducendo fastidiosi concetti come "colore della pelle": ma nn siamo tutti uguali? Non potevano starsi zitti e lasciarci vedere il Grande Fratello in pace? (mentre un nero pagato da fame ti porta via la spazzatura e ti bada la bambina)
     
    Top
    .
  5. °Faust°
     
    .

    User deleted


    Salve, sono l'autore della tesina di cui si parla in questo thread. Mi piacerebbe molto poter rispondere direttamente ai dubbi sollevati dal mio testo.

    Vorrei comunque mettere in chiaro che la mia relazione adotta un punto di vista antropologico, perciò il mio oggetto di studio non era tanto il problema dell'introversione nel merito, ma le modalità in cui si sviluppa e si organizza una nuova forma di identità, in questo caso quella dell'Introverso.

    Aggiungo infine che al mio primo incontro con la LIDI, anche io mi sono persuaso della giustezza delle teorie del dottor Anapeta, considerandomi io stesso un individuo tendenzialmente introverso e condividendo un esperienza fatta spesso di doloroso senso di diversità. Tuttavia, dopo un'attenta riflessione ho ritenuto giusto adottare una posizione più morbida ed evitare contrapposizioni così nette che finirebbero per frantumare la società in innumerevoli circoli impermeabili l'uno all'altro. La prospettiva antropologica che ho adottato nella mia tesina evidenzia appunto questi rischi, che sono connaturati ad ogni processo identitario ma che vanno tenuti sotto controllo con una buona dose di buonsenso.

    Attendo vostre repliche. Un saluto.
     
    Top
    .
  6. cinzia 56
     
    .

    User deleted


    Caro Faust, forse il tuo computer corregge in automatico il nome del Dott. Anépeta non Anapeta.

    Vorrei anche dire che non condivido questa azione del cancellare i post ad uso e consumo di chi scrive. qUANDO IO ERO GIOVANE E SI RICEVEVA UNA LETTERA QUELLA LETTERA ERA PER TE E DA QUEL MOMENTO NE ERI LA PROPRIETARIA, LA CUSTODE E LA POTEVI RILEGGERE ANCHE PER FAare ulteriori riflessioni. Questo mezzo di comunicazione non mi è mai piaciuto, mi fa l'effetto che ogniuno poi in ultimo scrive per se stesso. Non so e non è una critica, ma una riflessione. Comunque vediamoci che è MEGLIO
     
    Top
    .
  7. cinzia 56
     
    .

    User deleted


    Ti giuro che neppure ero andata a vedere quale post erano stati cancellati...quello che volevo dire è la considerazione che facevo è riferita ad un mio pensiero che mi gira per la testa fin dal primo momento che ho cominciato a scrivere sul forum, mi sembrava di stare su una montagna e gettare le parole al vento. IL VENTO LE PORTA QUALCUNO LE RACCOGLIERA' ecc....ecc....non mi basta. Infatti penso che sono più da chat, ma non so come si entra. Comunque ti assicuro che non era per i post che avevo scritto io. Riguardo a tutta la faccenda come ti ho già scritto ti comprendo, mi metto nei tuoi panni, che sono anche i miei benchè mi stiano un pò larghi,sono alta 1.50 cm, anzi bassa :clap.gif: quando qualcuno si spende tanto per una causa può capitare che faccia analisi affrettate e dettate dalla rabbia. Mi succede sempre......un abbraccio :ph34r:
     
    Top
    .
  8. °Faust°
     
    .

    User deleted


    Rispondere punto per punto a tutte le questioni sollevate è un pò complicato. Mi limito alle questioni fondamentali

    1) Per quanto riguarda la critica di carattere metodologico avresti ragione se l'antropologia fosse una scienza deduttiva, ma non lo è. E', come tutte le altre scienze umane, una disciplina meramente descrittiva e interpretativa. Non è il caso di affrontare il problema dello statuto epistemologico dell'antropologia in questa sede, ma posso intanto limitarmi a dire che la validità di una teoria antropologica sta tutta nella sua effettiva capacità di tradurre e rendere comprensibili culture e comportamenti umani, pur nella consapevolezza della soggettività del punto di vista. Nel caso della mia tesina sulla LIDI ho cercato di rendere comprensibile un comportamento umano problematico come quello della fondazione di una nuova identità.

    2) Il problema della fondazione di una nuova identità: io sostengo che l'identità di Introverso sia artificialmente costruita, tu sostieni che le cose stanno effettivamente così e gli Introversi esistono. Qui entriamo nel cuore del problema. Affermi che conoscendo la LIDI la tua vita è proseguita identica, ma in un post precedente hai scritto "In realtà sono fatto proprio così :)... sai sono un'Introverso e alla fine, non ci posso fare niente, viene a galla il me troppo buono": colleghi automaticamente l'essere "troppo buono" con l'essere introverso, condividendo il punto di vista del dottor Anepeta e mostrando come l'aver accettato l'identità di Introverso abbia modificato la tua interpretazione del mondo.
    Il punto è che l'identità nasce quando una differenza non viene più sentita come irrilevante, come una semplice possibilità fra le molte variabili del mondo, ma assume il ruolo di differenza discriminante, cioè diviene talmente significativa da permettere la separazione fra un Noi e un Voi. Da quel momento in poi si creano due identità opposte, mentre prima questi due poli coesistevano all'interno di un spettro continuo. Passando dall'astratto al concreto: prima di incontrare la LIDI, certo, ci si accorge che al mondo esistono persone estroverse, socievoli, ecc ed altre che sono invece introverse, riflessive e così via, ma a queste differenze non si da grosso peso, le si considera come semplici variazioni entro l'ampio spettro delle personalità umane. Prima si può essere timidi, riflessivi, ecc ma non si è introversi nel senso in cui lo intendete voi ora. L'introverso come lo intendete voi è un concetto che nasce solo nel momento in cui cominciate a pensarlo tale.
    Con questo spero di aver spiegato in che senso l'identità è un prodotto artificiale

    3) Il punto che vorrei mettere in chiaro è questo: la mia relazione vuole spiegare che la LIDI, affermando perentoriamente la dicotomia introverso-estroverso (la cui sostenibilità scientifica non sono in grado valutare), fonda a tutti gli effetti una nuova identità che prima non veniva percepita: quella dell'Introverso. La mia analisi si limita ad una descrizione esterna del fenomeno, senza entrare nel merito. Ripeto: credo che le motivazioni dell'Associazione, laddove esista una reale sofferenza degli introversi, siano nobili e condivisibili ma personalmente non mi sento di condividere un approccio che, pur non volendolo, crea necessariamente una contrapposizione, rischiando di accentuare eccessivamente differenze comportamentali che rientrano nella naturale varietà dell'animo umano. Certo, esiste nella nostra società un potente modello normativo, che provoca profonde sofferenze a chi non vi si adegua, ma contrapporsi a questo modello innalzando le barricate e creando un riparo sicuro ed impermeabile attraverso la rivendicazione di un'identità radicalmente diversa mi sembra una reazione eccessiva e potenzialmente a rischio di degenerazioni. Non sarebbe molto più sensato insegnare ai propri figli che la diversità di ciascuno non è una colpa? Che non esiste un unico modo corretto di essere e di vivere? In ogni società sono esistiti modelli comportamentali di riferimento, esempi da seguire e stigmatizzazioni di vario tipo. Imparare ad orientarsi fra questi alla ricerca del proprio posto nella vita e nella società è un compito che spetta a tutti noi. Rivendicare una proprie identità del tutto diversa da quella altrui rischia quasi di apparire una fuga disperata, più che un tentativo di adattamento al mondo. Questo è quello che intendo per buonsenso.
     
    Top
    .
  9. °Faust°
     
    .

    User deleted


    Non capisco questa tua reazione stizzita. Non ho detto nulla di offensivo ma ho semplicemente argomentato le mie tesi. Non parliamo due lingue diverse, semplicemente non è un dialogo se mi attacchi senza motivo.

    Ti ha forse infastidito che io abbia tratto una conclusione a partire da una tua affermazione? Se è così mi scuso, ma ho usato un ragionamento deduttivo. Mi spiego: chi lo dice che essere introverso corrisponde automaticamente all'essere buoni? Per me non è affatto scontato, anzi, non avrei mai fatto questa associazione. Tu l'hai fatta, evidentemente dando per scontato che un Introverso è buonissimo per natura. Non so se quest'idea tu l'abbia presa da Jung o dal dott.Anepeta, fattostà che consideri l'essere buono parte della tua identità e lo colleghi con la tua introversione. Non è affatto una cosa scontata.

    Accettare una nuova identità non comporta necessariamente che tu (tu impersonale, non mi riferisco a te di persona) cambi amicizie o modi di fare, ma semplicemente cambia il tuo modo di sentirti in rapporto col mondo: prima forse - ipotizzo - puoi sentirti una persona timida e soffri per questo nel confronto con un mondo dove a dettare le regole sono persone estroverse; ora grazie alla LIDI la tua autostima magari è enormemente aumentata, perchè puoi pensarti non come una persona incapace di socializzare, ma come una persona che socializza diversamente rispetto allo standard normativo. Accettare l'esistenza di un'identità introversa permette di posizionarsi nel mondo in una posizione più accettabile e meno dolorosa.
    Quello che vorrei farti capire è che non c'è nulla di sbagliato in questo: è un naturale processo culturale che tutti facciamo ogni giorno, identificandoci magari come "uomo","insegnante", "straniero", "italiano", "di destra", ecc. Serve per dare un senso alle cose. Se lo standard normativo è distante dal nostro modo di essere, proviamo sofferenza e cerchiamo una via d'uscita, o adeguandoci allo standard o rivendicando il valore della propria diversità. E' un comportamento umano ed io l'ho studiato come tale, senza volerlo denigrare. Per questo mi sorprendo della tua rabbia. Sei stato tu a contattarmi per dirmi che non ti piaceva ciò che avevo scritto ed ora sono qui per cercare di spiegarti non ho scritto nulla di offensivo.

    CITAZIONE (Koenig4 @ 3/9/2009, 16:46)
    Ti ho fatto una domanda alla quale non mi hai voluto rispondere ovvero se pensi che io, io come Koenig, penso di voler dividere la società. La domanda prevedeva come risposta o sì o no. Ma tu hai voluto evitarla.

    Non ho voluto evitarla, ho risposto indirettamente: ho scritto non mi sento di condividere un approccio che, pur non volendolo, crea necessariamente una contrapposizione, rischiando di accentuare eccessivamente differenze comportamentali che rientrano nella naturale varietà dell'animo umano. E' ovvio che non vogliate dividere la società, sareste dei pazzi se lo feceste consapevolemente. Ma come affermava quella signora di cui parlavi nel primo post, è una conseguenza indiretta. Per affermare i meriti degli introversi si finisce per accentuare oltremodo le differenza fra il partito degli introversi e quello degli estroversi, rendendo concreta e tangibile una differenza a cui altrimenti nessuno darebbe tale rilevanza. Pur non volendolo si rischia di creare un circolo esclusivo.

    CITAZIONE (cinzia 56 @ 3/9/2009, 08:45)
    Caro Faust, forse il tuo computer corregge in automatico il nome del Dott. Anépeta non Anapeta.

    Ha ragione, me ne sono accorto solo ora: in tutta la tesina il nome Anepeta è scritto male. Grazie della segnalazione.
     
    Top
    .
  10. cinzia 56
     
    .

    User deleted


    Peccato che non se ne sia accorto neppure il tuo illuminato professore....Riflettici. :bye1.gif: :ph34r:
     
    Top
    .
  11. vivatruffaut
     
    .

    User deleted


    Considero il relativismo un valore (malgrado ciò che ha sostenuto Ratzinger a proposito...) e trovo costruttivo il confronto di diversi punti di vista, perciò credo che le opinioni di Faust possano essere molto utili al dibattito sul forum della LIDI, mi sembra che la discussione sia interessante, insomma.
     
    Top
    .
  12. cinzia 56
     
    .

    User deleted


    Quando si parla tra competenti si sono d'accordo con te :sick: :ph34r:
     
    Top
    .
  13. °Faust°
     
    .

    User deleted


    Io non ho parole: e quest'altra frecciata gratuita come me la dovrei spiegare? Pensavo di trovare gente disposta a parlare e invece state solo sputando veleno senza un motivo. Il semplice fatto che io abbia osato mettere in discussione il vostro dogma è una buona ragione per insultarmi?
    Quest'esperienza non fa che accentuare le mie convinzioni.

    P.S.: su che cosa dovrei riflettere? Il dott. Anepeta è un illustre sconosciuto, non vedo perchè il mio prof., che non è certo un luminare, dovrebbe conoscerne il nome. Dato che si trattava di una breve tesina di fine corso e visto che oltre a me ne hanno consegnata una anche altri 70 studenti, non mi stupisco che il prof. non abbia sentito il bisogno di verificarne le fonti.
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    1,250
    Location
    Roma

    Status
    Online
    CITAZIONE (°Faust° @ 3/9/2009, 17:36)
    Io non ho parole: e quest'altra frecciata gratuita come me la dovrei spiegare? Pensavo di trovare gente disposta a parlare e invece state solo sputando veleno senza un motivo. Il semplice fatto che io abbia osato mettere in discussione il vostro dogma è una buona ragione per insultarmi?
    Quest'esperienza non fa che accentuare le mie convinzioni.

    Intervengo solo per chiarire che non esiste nessun dogma. Ciascuno, su questo Forum, è libero di intervenire ed esprimere la propria opinione (con il dovuto rispetto per l'opinione altrui, come ho già detto in altre discussioni) e tutte le opinioni - anche questo l'ho già sottolineato ma lo ripeto perché tu, Faust, essendo un nuovo utente non avrai avuto modo di leggerlo - riflettono il pensiero di chi scrive. Credo sia evidente che, anche laddove ci sono idee condivise (laddove, perché non di rado accade il contrario), chi esprime il suo punto di vista lo fa in nome proprio e non degli altri iscritti, né in nome degli introversi, né in nome della LIDI. Non esiste nessuna "rivelazione" o "verità" a determinare quel che ciascun partecipante alle discussioni liberamente sceglie di affermare e sostenere.

    Credo che gli insulti impoveriscano il dibattito, allo stesso modo in cui lo impoverisce ridurre gli interventi di chi scrive a pensieri pre-confezionati e dati a priori.
     
    Top
    .
  15. lavirginia
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (vivatruffaut @ 3/9/2009, 17:33)
    Considero il relativismo un valore (malgrado ciò che ha sostenuto Ratzinger a proposito...) e trovo costruttivo il confronto di diversi punti di vista, perciò credo che le opinioni di Faust possano essere molto utili al dibattito sul forum della LIDI, mi sembra che la discussione sia interessante, insomma.

    CITAZIONE
    Credo che gli insulti impoveriscano il dibattito, allo stesso modo in cui lo impoverisce ridurre gli interventi di chi scrive a pensieri pre-confezionati e dati a priori

    In questi due commenti mi ci ritrovo... negli altri, no.
     
    Top
    .
28 replies since 1/9/2009, 20:09   2048 views
  Share  
.
Top