Syd Barrett

"E non sono nulla di tutto ciò che tu credi che io sia"

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    Syd Barrett era un chitarrista. Ma anche un poeta, uno scrittore, un pittore... Ed il suo nome è indissolubilmente legato a quello dei Pink Floyd, di cui fu il fondatore.
    Syd Barrett sale alla ribalta nel 1967, con il primo disco dei Pink Floyd, "The Piper at the gates of dawn", scritto quasi interamente da lui (scrisse 11 brani su 12).
    Ma quella di Syd Barrett è una storia triste... I suoi manager lo stavano "impacchettando" per renderlo una macchina sforna successi. Ma a lui, ragazzo dal carattere molto introverso, non interessavano né le hit parade, né i soldi, ma solo la sua arte. Ha quindi preferito chiudersi in se stesso e ha iniziato a vivere ai margini. Di lì inizia la storia buia di Syd Barrett. [...] E anche Syd Barrett rappresenta il prototipo di "Fellow that goes alone" (trad.: l'individuo che va da solo), ma mentre Pan cerca rifugio nei boschi, Syd Barrett amava vagare nello spazio. Pan è lo spirito della natura. Syd, lo spirito dell'Universo. La sua introversione lo metteva in contatto direttamente con l'infinito cosmico, che lui descrive nelle sue canzoni.
    (Fonte: The Piper at the gates of dawn)

    Solo un album gli è bastato per entrare nel mito, quel "The piper at the Gates of Dawn" nato quasi interamente dalla sua penna, vera pietra miliare del rock psichedelico. Era il 1967 e con una manciata di canzoni nasceva una nuova forma di espressione musicale, che se ne fregava delle regole del mercato e che rappresenta una variabile impazzita capace di travolgere, con la selvaggia originalità di Syd, la realtà della musica di quegli anni e influenzare molte generazioni a venire. Il ricordo di Barrett passa inevitabilmente dalla sua musica e dai sui testi, metafore della pazzia del compositore che racchiudono le gioie, le paure, le frustrazioni e le fantasie acide di un consumatore di LSD. [...]
    Poco si sa della sua vita dal '68 in avanti e del suo carattere introverso, solitario e malinconico; Syd si è ritirato dalla realtà (noi diremmo a vita privata) appena lasciati i Pink Floyd rilasciando negli anni alcuni album da solista passati praticamente inosservati.
    (Fonte: Syd Barrett - Il ricordo del Diamante Pazzo)





    "Si pensa che tutti si divertano quando sono giovani non so perché, ma io non l'ho mai fatto", diceva Barrett in un'intervista a Rolling Stones, nell'autunno del 1971. [...]
    "The Pat Boone Show" fu completamente surreale: Boone tentava di intervistare Barrett sullo schermo, rivolgendogli domande particolarmente stupide e ottenendo per tutta risposta una muta occhiata lacerante, uno sguardo classicamente catatonico. [...]
    Probabilmente "Dominoes" è il pezzo più interessante dell'album ed è anche il solo indizio reale di quel che sarebbe potuto diventare il suono dei Floyd se Barrett avesse avuto un maggior controllo di se stesso. La canzone appartiene a un genere squisito, sembra un classico scenario di Lewis Carroll che sale a spirale, quasi eludendo il tempo e lo spazio: Tu e io / E il gioco del domino / Mentre il giorno passa. Tutto questo prima di lasciarsi trasportare da un ritornello in accordo minore... [...]
    A quel punto Barrett era nel periodo di decadenza più profonda. Abitava a Cambridge, nella cantina di sua madre. Da allora in poi la sua storia diventa molto deprimente. In una intervista concessa a Rolling Stone, nel Natale del 1971, Barrett sembrava abitare la sua stessa vita come un estraneo, fornito di una sorta di bizzarra fiducia in se stesso. A un certo punto dell'intervista dice: "Mi sento veramente tutt'uno. Penso perfino di poterlo essere". Quasi un anno dopo, per l'assoluta frustrazione causata dalla propria inerzia, Barrett sembrò completamente impazzito e si spaccò la testa contro il soffitto dello scantinato in cui viveva. [...]
    Genio visionario a vent'anni, classificato come schizofrenico a ventidue... Questo genere di destini folgoranti e tragici contrassegna la storia del rock: Peter Green, chitarrista prodigio dei Fleetwood Mac, diventato becchino pochi anni dopo, Roky Erickson, che nessuno osa più avvicinare o Brian Wilson, il miracoloso compositore dei Beach Boys, praticamente regredito allo stadio infantile. Senza contare le lunghe saghe depressive di Lou Reed o di Iggy Pop e i suicidi: lan Curtis, dei Joy Division, il più mitizzato.
    (Fonte: Syd Barrett perduto)

    In quell'ora di intervista faticosa, in un'atmosfera surreale, c'è il Barrett venticinquenne, post pinkfloydiano, che ha intuito probabilmente prima di altri la fine del sogno "flower power"e sta cercando di ritrovare a fatica un equilibrio. [...] Parlando della sua condizione di quel periodo, dice: "Sto percorrendo la strada a ritroso" o, ancor più, nettamente: "Sto scomparendo, evitando la maggior parte delle cose". Ammette che sin da bambino l’unica cosa che avrebbe voluto fare era quella di suonare la chitarra: "Ma troppa gente ci si è messa in mezzo. E' sempre stato troppo lento per me. Suonare... Il ritmo delle cose. Intendo dire che sono un velocista. Il problema era che dopo aver suonato nel gruppo per qualche mese, non riuscivo a farcela. Posso sembrare complessato, ma ciò è dovuto al fatto che sono terribilmente frustrato dal lavoro. Il problema è che non ho combinato niente quest'anno, probabilmente ho continuato a cianciare spiegando questa mia inattività. Ma il lato positivo del non lavorare è che si può cominciare a meditare sulle cose." [...] "Non sono sempre stato così introverso come adesso", dice. [...] "... una volta sei coinvolto in qualcosa...", riflette, lasciando in sospeso la frase. E conclude: "Non penso sia facile parlarne. Ho un modo di pensare molto irregolare. E non sono nulla di tutto ciò che tu credi che io sia."
    (Fonte: Identità e mistificazioni intorno alla cometa Syd Barrett)
     
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    E c'era anche questo:

    Syd Barrett. Il diamante pazzo del rock
    Un avvio di carriera folgorante, nei Pink Floyd degli esordi, tra ballate acustiche, filastrocche stralunate e lunghi deliri strumentali. Poi, l'addio alla band e una vicenda solista condensata in due dischi, divenuti in breve tempo dei capisaldi della psichedelia. Infine, la progressiva emarginazione e l'isolamento, fino agli ultimi giorni di vita. L'incredibile storia di Syd Barrett, un viaggio nel "lato oscuro della Luna", tra genio e follia.


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  3. Jacopo Giorginho
     
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    Grand Syd oggi avresti compiuto 70 anni! Sei da sempre il mio artista preferito hai conosciuto e sperimentato la reale dimensione della favola inseguendola e sperimentandola.È e qui la vera magia della vita!sei stato unico protagonista del tuo fantastico universo immaginario!Seistata una persona sensibilissima un artista completo e ineguagliabile grazie ai tuoi sogni alle tue visioni ai tuoi sentimenti.Ti amerò sempre.happy birthday darling
     
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2 replies since 16/9/2009, 09:23   3413 views
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