Cineforum (1)

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  1. senzanome70
     
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    e se sabato sera prossimo organizzassimo un cineforum?
    ci si può incontrare, vedere insieme un film e poi discuterne mentre si mangia della pizza o altro.

    ne parlavo con Ilaria qualche giorno fa.
    io ci sarei, Ilaria e Davide anche, Francesco Burich pure, lavirginia, lidiadmin...

    chi altri?

    l'idea sarebbe invitare qualche amico e fare a sottoscrizione libera.

    che ne pensate?

    e poi decidiamo insime il film
     
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  2. Koenig4
     
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    Vi invio i miei migliori auguri perchè la tua iniziativa abbia successo. Un caro saluto.
     
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    Organizziamo dai :)
    Mentre si aspetta che altri eventualmente si uniscano a noi, potremmo pensare insieme a dei film e poi sceglierne uno.
     
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  4. senzanome70
     
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    koenig tu puoi darci una mano a scegliere un film...

    da una rosa di titoli potremmo estrarne uno...
     
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  5. Koenig4
     
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    mi imbarazzi... l'esperto di cinema è vivatruffaut :)... posso solo contribuire con qualche idea e se mi fate sapere in anticipo il titolo scelto proverò a cercare di vedere il film in contemporanea a voi.
     
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  6. senzanome70
     
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    speriamo di riuscire a organizzare...

    poi ti facciamo sapere
     
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  7. Koenig4
     
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    maria rossi aveva proposto qualche tempo fà un film dal titolo "The Village" che anch'io avevo visto e che anch'io vi consiglio di vedere o di rivedere.

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  8. Koenig4
     
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    Oppure c'è questo che però non ho mai visto :

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    La prova dell'handicap? Non ho mai visto questo film, davvero m'incuriosisce vedere come se l'è cavata questa attrice nella prova dell'handicap chiamato Introversione!

    Da Internet ( fonte ) :

    Dal romanzo di Mary McGarry Morris. È la storia di una donna introversa all'eccesso, ipersensibile, inadatta alla vita di relazione sociale e alle sue ipocrisie, un “cuore semplice” con la vocazione a dire la verità anche quando non dovrebbe. Per amore conoscerà anche il carcere, ma alla fine trova una sua strada e diventa madre. Sceneggiato da Noami Foner, moglie del regista, è un film scombinato, diseguale, qua e là irritante ma non convenzionale che, tirate le somme, trova la sua unica e non sufficiente ragione di essere nella interpretazione di Debra Winger. È stata chiamata “la prova dell'handicap” e vi si sono sottoposti molti attori americani, da Dustin Hoffman (Rain Man) a Robert De Niro (Risvegli), Al Pacino (Profumo di donna), Daniel Day-Lewis (Il mio piede sinistro), Tom Cruise (Nato il 4 luglio), Tom Hanks due volte (Philadelphia e Forrest Gump), per citare i più noti. Gyllenhaal è un autore da tenere d'occhio.
     
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  9. Koenig4
     
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    C'è anche questo :

    Ho trovato in Internet questo link che parla di film a tema "Introversa".
    Spero vi possa essere utile per il cineforum in sede che spero possa avviarsi almeno a partire dall'autunno.
    Prima di allora potreste riunirvi nelle vostre case, magari in una bella terrazza. Un saluto cordiale.
     
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  10. Koenig4
     
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    E c'è anche Tim Burton. Di lui ho visto il Film Big Fish veramente molto bello e che è piaciuto molto anche a pisana collodi :

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    Da Internet ( fonte ) :

    Figlio di una famiglia piccolo borghese, un bambino un po’ introverso che ama rifugiarsi nel proprio mondo immaginario popolato da creature fantastiche, il piccolo Timmy viene snobbato dai compagni di scuola e compatito dagli insegnanti, che consigliano ai genitori di farlo seguire da uno specialista...

    Da Wikipedia ( fonte ) :

    « A Hollywood ci vado solo per lavorare, non vivo più a Los Angeles, la mondanità non mi piace, mi sento vicino ai miei personaggi poco integrati e in conflitto con la società: anch'io tendo a interiorizzare tutto, sono chiuso, solitario e arrabbiato. »
    ( Tim Burton )

    Da Internet ( fonte ) :

    IL TEMA DEL DIVERSO NEL CINEMA DI TIM BURTON

    Avventurandosi nella cinematografia di Tim Burton si approda continuamente ad una figura: il Diverso. A partire da Vincent, il bambino introverso del suo primo cortometraggio, per proseguire con Edward, il Pinguino, Beetlejuice,
    Ed Wood, fino ad approdare agli ultimi, Edward Bloom, Willy Wonka e al Victor della Sposa Cadavere. Senza dimenticare
    i curiosi personaggi di “Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie”, creati dal genio di Burton, questa volta in veste di scrittore e poeta. Stralunati, eccentrici, feriti, romantici, sensibili. Costretti alla solitudine, perchè incompresi, sviluppano un ricco mondo interiore, fantasmagorico, ricco di magia, in cui il concetto fondante non è quello di realtà, ma quello di possibilità o ancor più di visione. Sono dei visionari. Come pure il regista che di fatto ogni volta è Edward, Willy Wonka, Victor.
    E’ evidente, infatti, e innegabile la forte impronta autobiografica del suo cinema. Non a caso, Burton, oltre che regista è spesso anche sceneggiatore delle sue opere. E sempre per il medesimo motivo, la sua impronta cinematografica è netta. Il diverso, il gotico, l’importanza della fantasia, lo sguardo fanciullesco, il romanticismo e la malinconia dei suoi personaggi, ma anche il sarcasmo e la dissacrazione riservata all’ipocrisia, alla stupidità e al falso moralismo della società moderna. Dietro alla favola, spesso, si celano attacchi violenti ai valori del perbenismo borghese, alla famiglia, allo stato imbelle ( per esempio di fronte all’attacco dei marziani in Mars Attacks! ), al limitato e limitante razionalismo scientifico, che investe ormai ogni sfera della nostra esistenza.
    Dalla prima parte della sua opera, senz’altro più dark dell’ultima, si evince però un certo pessimismo di fondo, che trova un esito diverso nelle sue ultime opere. E’, infatti, espressa chiaramente un’impossibilità di comunicazione, di dialogo e di comprensione tra il Diverso e tutti gli altri, i mediocri, i “normali”, la gente comune. Anzi, ancora di più, vi è un netto rifiuto.
    Pensiamo a Edward ( Edward mani di forbici ), all’inizio ipocritamente accettato in “società” e poi scacciato e costretto all’isolamento. Oppure al personaggio del Pinguino ( Batman- Il ritorno ), abbandonato per la sua deformità fisica dagli stessi genitori, esponenti dell’alta società, nelle fogne di Gotham City. Quest’ultimo, caso emblematico -e il più drammatico- di una vera e propria ghettizzazione del diverso, confinato nel sottosuolo, nel buio, nelle fogne, il luogo destinato alle sozzure, anche metaforiche, della società, salda invece ai piani superiori ai principi di apparenza e esteriorità. Questa frattura, però, conduce spesso a risvolti ed esiti negativi. Nel “migliore” dei casi i nostri personaggi, non riconosciuti e incompresi, si chiuderanno nella solitudine e nell’indifferenza altrui, o metaforicamente, nel castello abbandonato ai confini della comunità, come avviene in Edward mani di forbici. Nel peggiore, come rappresenta in modo esplicito la storia del Piguino, pieni di rancore e odio, useranno questi sentimenti per architettare una feroce vendetta contro la società. E in questo film, in cui viene messa in scena una vera e propria genealogia del diverso, è difficile stabilire da che parte stia il regista. Se parteggi per Batman al servizio della cittadinanza o per il Pinguino.
    Come ho già accennato, invece, nei film più recenti si assiste a una rottura del paradigma burtoniano. I temi permangono. E’ l’esito che cambia. Ne è testimone anche un vero e proprio ribaltamento cromatico, molto evidente, come nell’ultima creazione del regista La sposa cadavere, confrontato al precedente A Tim Burton’s Nightmare Before Christmas. Se le atmosfere dei primi film erano cupe, ombrose, gotiche, espressioniste quasi ( si ricordi la fotografia in bianco e nero di “Ed Wood” ), le sue opere più recenti sono letteralmente invase dal colore. Non a caso Big Fish, che segna in modo eclatante la svolta cinematografica del regista, è il film più colorato della sua filmografia. Non solo. C’è una ridondanza, un eccesso di colore. I toni accesi ricordano quasi la pittura fauvista. Sembra che Tim Burton abbia voluto sottolineare in ogni modo questo suo cambiamento di rotta. A una determinata scelta cromatica, si affianca un nuovo modo di risolvere le vicende dei suoi personaggi.
    Edward Bloom, nonostante la sua eccezionalità, nel vero senso etimologico della parola, non subisce il rifiuto della società e riesce a trovare negli altri personaggi stravaganti del racconto, e perciò diversi come lui, degli amici. Indimenticabile, tutta la sfilata di freaks burtoniani. Il gigante, le gemelle siamesi, il poeta-rapinatore, il capo-circense, la strega. La mancata accettazione da parte dei mediocri, viene sostituita con la comprensione degli altri Diversi. E’ così Edward non è più solo. Anche ne La fabbrica di cioccolato agisce lo stesso meccanismo. Willy Wonka, ragazzino ferito e disprezzato ( e quindi non riconosciuto ) dallo stesso padre, si trasforma da “adulto” in un eccentrico-cinico e nevrotico, insofferente ai bambini, con una vera e propria idiosincrasia per tutto ciò che riguarda i facili sentimentalismi e la famiglia, tant’è che fa fatica o si rifiuta ( e qui Freud avrebbe qualcosa da dire ) di pronunciare tutte le parole riguardanti l’area semantica del nucleo famigliare. Ma attraverso la conoscenza dell’animo saggio e gentile di Charlie, un vero e proprio “Piccolo Principe” cinematografico, riuscirà a trovare in lui e nei suoi originali parenti, una nuova famiglia.
    Infine, nell’ultimo capolavoro, La sposa cadavere, Tim Burton non risparmia il suo talento e mette in scena una storia dark e romantica, che funziona allo stesso modo. Victor, sensibile e introverso, altro Diverso della storia oltre alla Sposa cadavere, riesce a trovare nel noioso, superficiale e grigio mondo vittoriano, che non a caso Oscar Wilde chiamava
    “the Age of Mourning” ( cioè “l’epoca del lutto” ), affollato di personaggi terribili, egoisti e bigotti, un’altra anima gentile e delicata. Diversi ma simili. Qualcuno, che ha gli “occhi” per riuscire a scorgere la sua bellezza, dietro alla sua goffaggine. Qui, al meccanismo di accettazione e riconoscimento da parte di un nuovo nucleo “famigliare”, Burton sostituisce il mito platonico delle anime gemelle. “Il contatto delle anime che si sono riconosciute tra la folla delle forme effimere”. Emblematico anche qui il capovolgimento cromatico rispetto al predecessore A Tim Burton's Nightmare Before Christmas, l’altra pellicola girata in stop motion. Se nel primo ( cronologicamente ), il mondo dei vivi era il mondo colorato e luccicante del Natale, contrapposto al mondo di Halloween, gotico, lugubre e dipinto con le sfumature del nero e del grigio, nel secondo, è proprio il mondo dei vivi ad essere tetro, triste e grigio, in coppia antitetica con il mondo dei morti, colorato e gioioso. Una festa danzante di blu, rossi e gialli. E in questo modo, il mondo per cui “parteggia” Burton e nel quale si identifica, passa dall’essere grigio a multicolore.
    Questo ribaltamento, tutt’altro che dettato da un ubbidire alle logiche commerciali cinematografiche, rivela un mutamento interiore autobiografico, probabilmente dovuto all’incontro con la sua attuale compagna e attrice, Helena Bonham Carter. In questo modo, il suo cinema, da espressione di paura e rifiuto dell’altro, e in un certo senso anche della Vita, diventa inno alla Vita, alla gioia, all’amore, alla libertà. Come testimonia la frase che il regista mette in bocca al protagonista di Big Fish: “morire è la cosa peggiore che mi sia mai capitata”.
     
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  11. francescoburich
     
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    Io confermo la mia presenza se ci si incontra. Per cio che riguarda la scelta del film nn so prorprio che dire. Scusate ma oggi debbo lavorare sino a stasera alle 22. Ciao e buona giornata a tutti Voi :huh:
     
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  12. maria rossi
     
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    anche io sottoscrivo...
    e, di getto, proporrei:

    la mia vita a quattro zampe
    mignon è partita (lo caldeggio più di tutti gli atri come primo!)
    il grande lebowski
    appaloosa
    the village

    la merlettaia
    una moglie
    rosetta

    a history of violence
    la promessa dell'assassino
    the departed
    revolutionary road
    mistyc river

    zoolander
    il gusto degli altri

    splendore nell'erba
    gioventù bruciata

    mulholland drive

    per ognuno avrei una motivazione diversa (a part il fatto che mi sono piaciuto in un modo o in un altro) e tutta una serie di collegamenti/riflessioni che potrebbero stimolare.

    big fish l'ho visto anche io ed è paiciuto anche a me, come the village.




    Edited by maria rossi - 2/10/2009, 19:35
     
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  13. Koenig4
     
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    Evviva! :)
    Con tutte queste idee penso che riuscirete. Lo vedo anche come una forma alternativa di economia. Risparmierete e passerete una bella serata in piacevole compagnia. Organizzatevi per un dibattito e per la pizza! Vi faccio i miei migliori auguri di riuscita e fateci sapere per partecipare al vostro entusiasmo.
     
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  14. flaneur62
     
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    Anch'io sono contento se riuscite a mettere in piedi la cosa... The village non l'ho visto e penso che prenderò il dvd... la lista dei titoli è davvero ottima e qualsiasi film sceglierete cascate bene :)

    Comunque, visto che sono a 600 km di distanza :cry: , per una serie di congiunzioni astrali mi hanno regalato la tessera di cineforum parecchio attento alla qualità: se passa qualcosa in cui l'introversione c'entra ve lo segnalerò....

    Intanto buona serata e magari raccontatecela....

     
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  15. Koenig4
     
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    Eventualmente flaneur possiamo anche noi vedere il film in contemporanea o in differita :) e poi commentarlo anche quì sul forum. Magari è un modo per unire tutti i soci romani e non. Anche se in effetti è un pò laboriosa... beh io spero che riesca quella in sede e che si inneschi un ciclo continuo di visioni per dar vita finalmente al cineforum della LIDI e per costituire qualcosa di simile ad un gruppo di aiuto solidale per una economia alternativa.
     
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43 replies since 2/10/2009, 00:32   696 views
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