Sport e tecnica

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  1. orzouei
     
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    “È osservabile nella differenza tra i giuochi greci e i romani, la naturalezza dei primi che combattevano nella lotta nel corso ec. appresso a poco coi soli istrumenti datici dalla natura, laddove i romani colle spade e altri istrumenti artifiziali.
    E quindi la diversa destinazione di quei giuochi, [329]diretti presso gli uni ad ingrandir quasi la natura ed eccitare le
    grandi immagini, sentimenti ec.: presso gli altri o al semplice sollazzo, o all'addestramento militare. Così che quelli an-
    davano alla sorgente universale delle grandi imprese, questi si fermavano ad un mezzo particolare. E questa differenza è
    anche più notabile in ciò che gli spettacoli greci erano eseguiti da uomini liberi per amor di gloria. Quindi l'effetto favo-
    revole all'entusiasmo, l'eccitamento, l'emulazione, gli esercizi preparatorii ec. Gli spettacoli romani erano eseguiti da'
    servi. Quindi non altro effetto utile che l'avvezzar gli occhi e l'animo agli spettacoli e pericoli della guerra: utilità parzia-
    le e secondaria, non generale e primitiva come l'altra. Nel che forse si potrà anche notare la differenza tra un popolo li-
    bero e padrone, e un popolo libero bensì, ma non padrone, se non di se stesso, com'era il greco.”
    Giacomo Leopardi – Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura


    Il delirio dell'uomo per la tecnica sta contaminando anche gli sport più naturali. Qual'è lo scopo dello sport? Potrei dire rendere più felice l'uomo. Questa felicità è dovuta soprattutto ad un benessere fisico che si ripercuote su quello psichico. Lo sport presuppone l'uso del corpo. Ci sono degli sport che impiegano degli attrezzi, ma tutti usano la tecnica e bisognerà fare una distinzione tra le tecniche del corpo e l'uso della tecnica impiegata per fare attrezzi migliori. Qual'è lo scopo dei partecipanti ad una gara sportiva? Essere i migliori. (qui ci sarebbe da parlare di introversione e competizione ma ora non voglio parlare di questo). Se lo scopo di una gara è decretare il vincitore che motivo c'è ad esempio di dotare dei nuotatori di costumi che gli consentano di abbassare i tempi? Se i costumi sono uguali per tutti, la gara non è più tra i partecipanti ma contro il tempo. Perché allora non dotarli di pinne o di un propulsore a reazione? Qualcuno forse si è avveduto di questa pazzia e sembra che per il prossimo anno quei costumi saranno vietati.
    La bicicletta non è immune da questa malattia. Ormai lo scopo tra i ciclisti della domenica non è più scalare una strada in montagna o godersi la natura e il pedalare, no, il godere sta nel comprarsi la bicicletta di ultima generazione e la bicicletta migliore è quella che pesa di meno. Forse la bicicletta ha degli anticorpi per difendersi da questa malattia perché anche se arriverà a pesare un grammo l'uomo dovrà sempre spingere il peso del suo corpo. Il guaio arriverà quando a parità di peso ci sarà un propulsore che magari ti aiuterà a fare quell'ultimo strappo in salita. Quando questo accadrà l'uomo si appresterà a diventare una larva e alle olimpiadi nella migliore delle ipotesi avremo delle aste fatte di un materiale particolare che basterà piegarle un po' con il peso del corpo che ti lanceranno ad una ventina di metri d'altezza e la peggiore quando saranno ammesse le play station:
    giocare stando fermi.

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  2. LaMaduninaEintroversa
     
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    secondo me non succederà mai, se succede succede per spirito di imitazione. sono convinto però che chi sente il male di tutto questo già c'è, quindi tanto vale unirlo xke l'indifferenza è endemica, l'asetticità pure...ma pochi che funzionano ci sono, non dubitarne! e non sono neanke così pochi xke se vai in paesini "orgogliosi" trovi certamente persone legate alla tradizione. poi sensibili cioè dinamicamente emotive forse no ma per quello c'è questo sito, associazioni varie...
    si sono tempi duri, ma se ci uniamo, come per tutte le cose, troveremo come sopravvivere, altrimenti depression y muerte automatica!

    per scaldarti un po' il cuore, hai mai visto dei cameracar di alcune auto da rally? li ancora c'è una grande comunicazione di fiducia tra pilota e navigatore, ovviamente nelle formule minori. sarà nostro destino raccogliere le briciole? Secondo me non sono briciole, ma pepite. la cosa figa di vivere con anestetizzati è ke non capiranno mai e neanke hanno voglia di capire come funziona la norma funzionale di una emotività vera. male ke vada. se va meglio si svegliano quindi tanto meglio.
    TUTTI VICINI NOI INTROVERSINI!
     
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  3. asabbi
     
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    Lo sport è inquinato anche dalle droghe che si usano per migliorare i tempi, l'aspetto, le prestazioni...nel ciclismo per esempio sono parecchio utilizzati, credo in tutti gli sport + o - .
    Valgono così tanto i tempi, i record e la competizione che, non solo si è perso il gusto gioioso dello sport, ma si arriva anche a distruggere il corpo con l'uso di queste sostanze. Credo che molti dei grandi nomi dello sport senza l'uso della tecnica e senza droghe non sarebbero poi così "campioni". Il motto è "arriva primo a qualsiasi costo o non sarai niente"!!! Sempre uomo sei...mah sarà che io odio la competizione in ogni genere ed in ogni campo...prpr una cosa che detesto tanto che quando noto che una persona si vuol mettere in competizione con me(intendo nella vita di tutti i giorni), io mollo..me ne vo perchè per me nn ha senso.

    ....cmq un bel post introversione e competizione mi sembra una bella idea...
     
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  4. orzouei
     
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    La "droga", il doping è un'altra tecnica usata dall'uomo e in questo caso è una tecnica biologica. Ritornando alla competizione nello sport io credo che di questo dovremo discutere. Bisogna innanzitutto stabilire se è un bene fare sport solo senza gareggiare. Perché la gara? Se Bolt non fosse stato in competizione con altri corridori sui 100 m avrebbe mai fatto quel record? È importante battere un record? É importante per l'uomo cercare di migliorarsi? Se non c'è confronto come faccio a sapere se sto migliorando o se devo dare di più perché quello che sto facendo non basta?Anche a me la competizione dà fastidio e preferirei vincere senza partecipare. La competizione invece di incentivarmi a correre di più mi piega le gambe. C'è quasi un senso di repulsione. Allora entra in campo l'inganno: far finta di non essere in gara, di non essere in corsia con gli altri: illudere il prossimo che noi non stiamo gareggiando e riapparire solo dopo aver tagliato il traguardo. Io credo che nelle competizioni anche di alto livello gli introversi ci siano ed usino degli stratagemmi per ingannare la competizione.
    Lo sport fa per noi ma non la gara. Allora dobbiamo dire ai bambini introversi di non sprecare tempo a gareggiare con i compagni tanto nella vita non riusciranno a partecipare a nessuna gara sportiva? Non potranno mai diventare dei campioni. Forse nel ciclismo saranno dei buoni gregari. Ecco siamo dei gregari che aiutano altri a vincere. Un parallelo si potrebbe fare con un uomo bianco che ha il sogno di correre i 100m alle olimpiadi: dovremmo dire a quel bambino bianco che è inutile che si allena tanto vincere alle olimpiadi i 100m per un bianco è una cosa impossibile perché i neri e in particolare i giamaicani sono più veloci per natura? Forse si.
    Allora forse dovremmo ripensare lo sport come dice asabbi come gioia dello sport. Giocare non per vincere ma per gioire. Le domande che ho fatto sopra comunque rimangono.

    Edited by orzouei - 4/10/2009, 09:49
     
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  5. flaneur62
     
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    Penso che i temi alla fine sono 2: uno è quello della competizione e sono d'accordo con Asabbi che meriterebbe un post tutto suo...
    Anche a me non piace la competizione e sono a/competitivo. Lo sono anche nel lavoro essendo un commerciante: dai successi altrui cerco sempre di imparare qualcosa, come dalle sconfitte... Non mi piace neanche il termine competizione con me stesso: è semplicemente un percorso fatto di tante tappe.
    Un po' come il ciclismo vecchia maniera, che purtroppo è morto....

    Non credo che lo scopo dello sport oggi sia rendere felice l'uomo tramite l'uso del corpo e l'esercizio fisico, come dice orzouei. Lo sport oggi è una industria. Ha fatturati miliardari. Sponsor potentissimi. E' spettacolo, nel senso di industria. E ritrova questo schema sia ai livelli massimi come a quelli amatoriali. BAsta vedere il comportamento dei genitori ad una partita di calcio di bambini: mi è capitato una volta, ero lì con un vecchio amico che mi aveva raccontato scene a cui non non credevo e che invece ho visto.... Il ciclismo non penso sia diverso come non lo sono tanti altri sport.... La diffreenza è solo nella potenza economica che condiziona il livello di isteria dei praticanti e degli spettatori...

    Farei una differenza sostanziale tra sport e gioco. Andare in bici, cosa che a me piace ma per cui ho meno tempo di quello che vorrei, vuol dire vedere il paesaggio, il passaggio delle stagioni, sentire il rumore del cambio e il vento in discesa... certo, poi c'è anche il fatto fisico; le gambe, il fiato , le salite... ma non è solo quello... Secondo me bisognerebbe recuperare il concetto di gioco e buttar via quello di sport... anche per andare in bici, per correre, nuotare o dare 4 calci al pallone....


     
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  6. orzouei
     
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    CITAZIONE (flaneur62 @ 6/10/2009, 16:04)
    Non credo che lo scopo dello sport oggi sia rendere felice l'uomo tramite l'uso del corpo e l'esercizio fisico, come dice orzouei. Lo sport oggi è una industria. Ha fatturati miliardari.

    più che altro io mi riferivo ai benefici che le persone traggono nel praticare lo sport. ma forse come dici tu oltre ai benefici di cui parlavo io ci sono anche quelli economici. che il mondo dello sport sia un'industria sono d'accordo con te. forse gli sportivi sono anche imprenditori ma c'è anche chi specula sugli sportivi. forse prima di buttar via lo sport bisognerebbe capire che cos'è lo sport e quale sia la differenza tra gioco e sport e non mi pare che sia stata messa in evidenza.
     
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  7. orzouei
     
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    Questa sera nella trasmissione di rai tre “che tempo che fa” è stato intervistato Adriano Panatta. Alla fine del suo intervento Panatta ha detto che i tennisti di oggi sono molto potenti fisicamente e che grazie anche alle nuove racchette la velocità della palla è molto elevata e ha concluso: “il talento per esprimersi ha bisogno di tempo”.
     
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  8. asabbi
     
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    Da piccola mi piaceva pattinare. Andavo ad un circolo vicino a casa, mi divertivo da matti, eravamo un gruppetto di ragazzine della stessa età; poche circa 5 o 6. anche se non riuscivo del tutto a sentirmi gruppo con loro, però pattinavamo e mi riusciva e mi faceva stare bene, sorridevo.
    Per me era bello perchè andavamo lì e pattivanavamo; c'era un'insegnante che ci aiutava a migliorare i movimenti...era tutto molto leggero e non c'era nessuna competizione.
    Un giorno le venne l'idea di preparare un saggio e scelse me come protagonista della rappresentazione. Il panico, accidenti! Aveva distrutto ogni cosa, il piacere di fare una cosa senza un fine, io protagonista!! Non era possibile!!!
    Insomma per farla breve (ed è la prima volta che lo racconto), smisi di andarci per sempre, non pattinai mai più in vita mia.
    Odio le competizioni, l'essere al centro dell'attenzione.
    Non potrei mai partecipare ad una competizione, mi crea un'ansia dilaniante.
    Oggi sembra che se non gareggi, se non sfidi qualcuno non si possa fare sport...mah!!
     
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  9. imperia69
     
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    Sapessi che bello leggere queste storie...tra le tante cose per cui mi sono sentita spesso un'extraterrestre c'è proprio il fatto che le gare non mi sono mai piaciute...alle medie giocavo a pallavolo. a differenze delle mie compagne trovavo molto divertente quando si giocava così, solo per palleggiare, ma non quando si doveva fare una partita, con i punti e tutto il resto. Continuo a pensare a quando non c'è l'ansia della gara si è più liberi di esprimersi. oppure è un eccesso di perfezionismo che fa vivere male questi momenti?
    Riconosco di essere una persona cui piace vincere, non nello sport, che non mi ha mai appassionato, ma magari in altre cose si.
     
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  10. flaneur62
     
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    Anche a me è piaciuto moltissimo il tuo racconto sul saggio di pattinaggio, Asabbi... Il non voler essere al centro dell'attenzione e il rifiuto della competizione sono nel dna degli introversi....

    Tornando al tema del thread ritorno sulla mia: se si vivesse lo sport come gioco, come uno dei tanti mezzi a disposizione che si hanno per esprimersi forse pattineresti ancora e vivresti ancora la cosa come un divertimento magari riuscendo a trasmetterlo agli altri....
     
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  11. Enrico-buono
     
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    Non vedo una contaminazione della tecnica nello spirito nobile dello sport.
    Piuttosto i nostri anni sono famosi per aver portato il doping alle masse.

    Il ciclismo su strada dei nostri giorni non riesco a definirlo uno sport. Tutti prendono qualcosa, o quasi.
    La mountain bike è meno contaminata, anche se non completamente esente da questo fenomeno. Perché? Perché è uno sport più povero. Sono i troppi soldi che rovinano gli sportivi.

    Purtroppo anche lo sport amatoriale è molto rovinato dall'emulazione dei campioni.

    Ritorno alla mia teoria del gregge di bufali che vaga nella steppa.
    Anche il mondo dello sport è arrivato ad livello di esasperazione. Nel ciclismo siamo giunti al giorno in cui tutti vogliono la bici più costosa per fare bella figura. Tutti corrono a cercare la bici migliore. Spirito sportivo dimenticato nel cassetto!

    Nel motociclismo sono arrivati a creare una categoria di moto che hanno tutte lo stesso motore (Moto2), perché la scelta era contenere i costi o cessare il campionato!

    Il mondo dello sport oggi è fortemente legato all'andamento dell'economia. E penso che ci troviamo ad un buon punto, quello dell'esasperazione, dopo il quale mediamente ritorna il periodo del buon senso!


     
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10 replies since 3/10/2009, 14:04   361 views
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